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Guerra, acciaieria Azovstal: iniziata l’evacuazione dei soldati ucraini

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Il conflitto continua mentre la Nato apre le porte a Finlandia e Svezia

Iniziata a bordo di circa 12 autobus l’evacuazione dei soldati ucraini dall’acciaieria Azovstal di Mariupol. L’Ucraina ha confermato l’evacuazione di 264 militari: 53 soldati feriti, condotti a Novoazovsk, e 211 altri combattenti portati a Olenivka, nel territorio controllato dai separatisti filorussi di Donetsk. Questi ultimi sono poi stati ricondotti nelle zone in mano alle forze ucraine nell’ambito di uno scambio di prigionieri. Lo si apprende dallo Stato maggiore di Kiev sul social Facebook.

“Speriamo di poter salvare i nostri ragazzi”, perché l’Ucraina “ha bisogno di eroi vivi, e penso che ogni persona giudiziosa capirà queste parole”. Lo ha detto il presidente Volodymyr, citato dall’agenzia Ukrinform, confermando l’avvio dell’evacuazione dei militari che per 82 giorni hanno difeso l’acciaieria Azovstal a Mariupol. All’operazione, ha aggiunto Zelensky, partecipano l’esercito ucraino e l’Intelligence in collaborazione con la Croce rossa e l’Onu.

Il conflitto in Ucraina continua mentre la Nato apre le porte a Finlandia e Svezia. Stoccolma chiederà ufficialmente l’adesione alla Nato: lo ha annunciato la premier svedese Magdalena Andersson parlando di una nuova “era” per il Paese scandinavo. “Il governo ha deciso di informare la Nato del desiderio della Svezia di diventare membro dell’Alleanza”, ha dichiarato in una conferenza stampa. Il ministro della Difesa svedese, Peter Hultqvis, sarà negli Stati Uniti mercoledì per incontrare il capo del Pentagono, Lloyd Austin. Al centro dei colloqui a Washington ci saranno la “domanda di adesione alla Nato della Svezia, l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, la situazione della sicurezza in Europa e i rapporti bilaterali”. La Turchia “non cederà” sul no all’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Raid russi su Severodonetsk, nella regione orientale ucraina di Lugansk, hanno provocato oggi almeno 10 morti. Lo ha riferito il governatore locale Serhiy Haidai, citato da Unian. “Al momento è estremamente difficile controllare l’area a causa di nuovi bombardamenti”, ha aggiunto.

“I difensori di Mariupol hanno eseguito l’ordine. Nonostante tutte le difficoltà, hanno respinto le forze schiaccianti del nemico per 82 giorni e hanno permesso all’esercito ucraino di riorganizzarsi, addestrare più personale e ricevere armi dai Paesi partner. Nessuna arma funzionerà senza militari professionisti, il che li rende l’elemento più prezioso dell’esercito. Per salvare vite umane, l’intera guarnigione di Mariupol sta attuando la decisione (di evacuazione) approvata dal Comando supremo e spera nel sostegno del popolo ucraino”. Lo dice in un videomessaggio il comandante del reggimento Azov, Denis Prokopenko. 

Emerge una quarta fossa comune a Mariupol, nei pressi del cimitero centrale della città. A denunciarlo è Radio Svoboda, che ha analizzato foto satellitari della società americana Maxar a partire da una denuncia dei giorni scorsi del consigliere del sindaco Petro Andrushchenko. La sepoltura di massa appare composta da due trincee, una delle quali lunga oltre 30 metri, che sarebbero state scavate già a inizio marzo.

LA DOMANDA DELLA SVEZIA E L’UE – “Con la domanda di adesione alla Nato presentata dalla Svezia insieme al suo partner strategico Finlandia la nostra sicurezza diventa ancora più forte”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Europea Charles Michel lodando i primi ministri dei due Paesi per decisioni che “vanno a beneficio della sicurezza e della difesa collettiva. Il contributo dell’Ue alla deterrenza della Nato è sempre più inestimabile”, ha concluso Michel. 

NATO, FINLANDIA E SVEZIA. LA REPLICA DI MOSCA
I due Paesi scandinavi sono pronti a porre fine dopo 70 anni al modello di neutralità. L’ammissione è un errore con conseguenze di vasta portata, ha detto il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, riportato dall’agenzia Interfax. La Nato “non deve farsi illusioni” sul fatto che la Russia possa sopportare l’adesione di Svezia e Finlandia all’Alleanza, ha aggiunto poi Ryabkov, citato dall’agenzia Interfax. “Il modo in cui garantiremo la nostra sicurezza… dipenderà dalle conseguenze pratiche” della prevista ammissione. L’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato “non rafforzerà” la sicurezza europea, sostiene il Cremlino.

“L’espansione della Nato è artificiale”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dall’agenzia russa Tass. “La Russia non ha problemi con la Finlandia e Svezia, la loro possibile adesione alla Nato non crea alcuna minaccia per Mosca”, ha aggiunto Putin. “La risposta della Russia all’adesione alla Nato di Finlandia e Svezia dipende da come l’alleanza espande le infrastrutture, i problemi sono creati dal nulla”. 

PUTIN
“Nel corso dell’operazione speciale in Ucraina sono state ottenute prove documentate che testimoniano il fatto che venivano creati vicino ai nostri confini dei laboratori di armi biologiche”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dall’agenzia russa Tass. “Ci sono estremisti in tutti i Paesi, eppure l’Ucraina ha fatto dei suoi nazisti degli eroi nazionali”. “Il neonazismo rampante è stato osservato da tempo in Ucraina, l’Occidente chiude un occhio su questo”, ha aggiunto.

IL CONFLITTO
Dieci combattenti ucraini bloccati sul terreno dell’acciaieria Azovstal a Mariupol si sarebbero arresi alle forze dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk (Dpr). Lo ha dichiarato Alexander Khodakovsky, comandante di un’unità delle forze interne della DPR. “I primi dieci militari che portavano bandiere bianche sono usciti da un tunnel”, ha scritto Khodakovsky su Telegram citato dall’agenzia russa Interfax. Questa mattina il consigliere del sindaco di Mariupol Petro Andryushchenko ha smentito la resa dei alcuni combattenti dell’acciaieria.
Missili russi sono stati sparati in mattinata su Mykolaiv, colpendo un quartiere residenziale della città. Lo riporta l’Ukrainska Pravda che cita fonti ufficiali locali. Il bombardamento, spiega il sindaco Alexander Senkevich, ha colpito il quartiere di Ingulsky, provocando un incendio in un negozio di mobili, un’auto bruciata e mandando in frantumi i vetri di alcuni edifici residenziali. Secondo il servizio di emergenza locale, una persona è rimasta ferita.
Le forze ucraine hanno fatto saltare in aria alcuni ponti ferroviari tra le città di Rubizhne e Sievierodonetsk nella regione di Lugansk (est) catturate dai russi: lo riporta l’agenzia Ukrinform. Secondo il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Serhii Gaidai, Kiev controlla adesso il 10% del territorio della regione.

Nuova operazione offensiva dell’esercito russo nella zona orientale dell’Ucraina concentrandosi sulla direzione di Donetsk e intanto sta concentrando reggimenti nell’area della città di Izium: lo scrive lo Stato maggiore di Kiev secondo quanto riportano i media ucraini. Nella direzione di Slobozhansky le truppe di Mosca cercano di bloccare la controffensiva delle unità ucraine. Le Forze armate di Kiev, secondo il rapporto, hanno colpito i russi nella zona di Chornobaivka nella regione meridionale di Kherson, mentre alcune unità delle forze armate bielorusse (fino a sette battaglioni) continuano a coprire il confine ucraino-bielorusso. In direzione Nord, i russi hanno rafforzato il controllo sul confine ucraino-russo nelle regioni di Bryansk e Kursk.
Attacchi missilistici sulla regione di Odessa, anche contro un ponte sull’estuario del Dnestr. Lo riferisce l’Ukrainska Pravda citando i media locali, precisando che nell’attacco, che ha danneggiato un centro ricreativo, sono rimasti feriti due adulti feriti e un bambino piccolo, che è grave. Le autorità di Odessa hanno informato che a seguito di un attacco missilistico sulla regione di Odessa da parte di aerei dell’aviazione strategica sono state danneggiate infrastrutture turistiche, edifici sono stati distrutti ed è scoppiato un incendio. “Il nemico continua ad attaccare il ponte danneggiato e non funzionante sull’estuario del Dnestr”, afferma il consiglio comunale, aggiungendo che sono stati colpiti anche i civili: “2 adulti sono rimasti feriti e un bambino piccolo è stato gravemente ferito”.
Le truppe di Kiev che difendono la città orientale di Kharkiv hanno raggiunto il confine con la Russia, ha reso noto il governatore Oleh Sinegubov su Telegram citato dalla Bbc. L’emittente sottolinea che non è ancora possibile verificare le informazioni del governatore, quante truppe abbiano raggiunto il confine russo e dove. Il ministero della Difesa ucraino intanto ha pubblicato un video che mostra un certo numero di soldati di una brigata di difesa territoriale in un luogo imprecisato della frontiera. Uno dei soldati dice: “Siamo arrivati, siamo qui”. L’esercito ucraino sta allontanando da giorni le forze russe da Kharkiv.

USA E RUSSIA
La Russia e gli Stati Uniti non stanno prendendo accordi per colloqui tra i leader dei rispettivi Paesi, Vladimir Putin e Joe Biden, o tra i loro capi della diplomazia Sergey Lavrov e Anthony Blinken: lo ha detto oggi il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov. Lo riporta la Tass. “Nessun” preparativo del genere è in corso, ha affermato Ryabkov. 

ZELENSKY OGGI PARLA A 65 UNIVERSITA’ USA E CANADA 
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlerà in video nella giornata di oggi agli studenti delle principali università americane. Lo ha detto lui stesso in un videomessaggio, citato da Ukrinform. “Un compito che diventa più importante quanto più durerà la guerra: mantenere la massima attenzione del mondo su di noi, sull’Ucraina. Le informazioni sui nostri bisogni dovrebbero essere nelle notizie di tutti i paesi che sono importanti per noi. Per avere un maggiore supporto informativo e politico per l’Ucraina, lunedì (oggi) comunicherò con gli studenti delle principali università americane: 63 università statunitensi e due università canadesi, che radunano centinaia di migliaia di studenti, esperti e ricercatori. La loro voce rafforzerà sicuramente le nostre capacità”, ha affermato il capo di stato ucraino, aggiungendo che risponderà alle domande che il pubblico vorrà porgli.

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Israele: imminente l’attacco sull’Iran

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Netanyahu: “Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”

A poco meno di 48 ore dalla pioggia di droni e missili arrivati sul territorio dello Stato ebraico, il governo di Benyamin Netanyahu sembra aver fatto la sua scelta, mentre Teheran – che ha già messo in stato di massima allerta le sue difese aeree – ha ammonito che l’eventuale azione armata di Israele stavolta “avrà una risposta molto dura”.

Quattro funzionari statunitensi hanno dichiarato però alla Nbc News che un’eventuale risposta israeliana all’attacco iraniano sarà di portata limitata e riguarderà probabilmente attacchi contro armamenti militari iraniani e agli alleati al di fuori dell’Iran. Poiché l’attacco iraniano non ha provocato morti o distruzioni diffuse, secondo i funzionari americani, Israele potrebbe rispondere con una delle sue opzioni meno aggressive: una di queste potrebbe includere attacchi all’interno della Siria.

I funzionari non si aspettano che la risposta prenda di mira alti funzionari iraniani, ma che colpisca le spedizioni o le strutture di stoccaggio con parti di missili avanzati, armi o componenti che vengono inviati dall’Iran a Hezbollah. L’emittente specifica che la valutazione degli Stati Uniti si basa su conversazioni tra funzionari statunitensi e israeliani avvenute prima che l’Iran lanciasse più di 300 droni e missili contro Israele: mentre Israele si stava preparando per l’attacco iraniano la scorsa settimana, i funzionari israeliani hanno informato gli omologhi Usa sulle possibili opzioni di risposta.

L’operazione verso cui si sta dirigendo Israele si scontra inoltre con la forte opposizione Usa e di quella degli alleati che l’hanno affiancato nell’abbattere il 99% dei proiettili lanciati da Teheran. Joe Biden, che aveva frenato la reazione israeliana nelle prime ore, ha ribadito chiaramente che “occorre evitare un’escalation in Medio Oriente” ricevendo il primo ministro iracheno alla Casa Bianca. Mentre il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, dopo che erano filtrate indiscrezioni su un possibile coordinamento tra Gerusalemme e Washington, ha chiarito che “il governo israeliano deciderà da solo se ci sarà e quale sarà la risposta” all’affronto iraniano.

“Gli Stati Uniti non sono coinvolti”, ha sottolineato Kirby, definendo poi “uno spettacolare fallimento” l’offensiva di sabato di Teheran, quasi a blandire l’alleato israeliano, smentendo peraltro che Teheran “avesse fornito agli Usa tempi e target” dei raid. “Non c’è altra scelta se non quella di rispondere all’attacco di Teheran”, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. E anche il comandante dell’Idf, Herzi Halevi, ha confermato che “la risposta ci sarà”. “Il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta”, ha avvertito.

Se la reazione armata appare a questo punto scontata, cruciale sarà capire come reagirà Teheran. Il gabinetto di guerra – che al dossier Iran ha già dedicato due riunioni e un’altra è in programma martedì – sta studiando “diverse opzioni”. Ognuna delle quali, è stato spiegato, rappresenta “una risposta dolorosa” per gli iraniani, senza tuttavia rischiare di scatenare “una guerra regionale”. Nel ristretto gruppo di ministri – da Netanyahu a Gallant a Benny Gantz – che deve prendere la decisione, l’obiettivo è quello di scegliere un’opzione che “non sia bloccata dagli Usa” e che rientri in una strada praticabile. Israele, fanno notare molti analisti anche in patria, non può ignorare del tutto le preoccupazioni degli Stati Uniti e degli altri alleati occidentali su un’escalation che avrebbe conseguenze devastanti per la regione e non solo.

Così i vari scenari vanno da un contrattacco diretto sul territorio iraniano a operazioni che colpiscano gli alleati del regime degli ayatollah nella regione fino ad azioni mirate sui capi delle Guardie rivoluzionarie. Nella prima ipotesi, la più pericolosa, nel mirino potrebbero finire addirittura i siti legati al nucleare iraniano il cui programma, secondo il premier britannico Rishi Sunak, “non è mai stato a uno stadio così avanzato”.

L’Iran da parte sua ha messo in guardia Israele. “L’attacco limitato di sabato sera – ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian in un colloquio telefonico con l’omologo russo Serghei Lavrov – mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà affrontare una risposta molto più forte”. 

Netanyahu, Iran dovrà aspettare nervosamente nostra risposta

L’Iran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare lo stesso a Israele”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu ad una riunione dei ministri del Likud. Poi ha aggiunto – secondo la stesse fonti – “Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”.

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Russia, Evgenya Kara-Murza: “Putin va fermato”

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“La Russia ha un unico ed enorme problema interno ed è il regime di Putin.

Tutto il resto proviene a cascata da questo” perciò “Putin va fermato. L’unica garanzia di pace e stabilità per il nostro continente è una Russia democratica”. A parlare, in un’intervista esclusiva al Festival Internazionale del Giornalismo 2024 anticipata all’ANSA, è Evgenya Kara-Murza, moglie di uno dei più noti politici d’opposizione in Russia, Vladimir Kara-Murza, dall’aprile 2022 in carcere dove sta scontando una condanna a 25 anni di reclusione con l’accusa di vilipendio alle forze armate e alto tradimento.“Mio marito è sopravvissuto a ben due agguati, nel 2015 e nel 2017, da parte del gruppo di spionaggio Fsb (i servizi segreti russi, ndr), una banda di criminali al servizio del governo russo, implicati anche nell’avvelenamento con il Novichok”, racconta la moglie dell’oppositore che ha dovuto rinunciare alla sua partecipazione in presenza al Festival di Perugia, in programma dal 17 al 21 aprile. Nella video intervista, che sarà trasmessa sabato 20 aprile, Kara-Murza racconta di non vedere il marito dal giorno del suo arresto nell’aprile 2022: “Mi è stato concesso di parlargli al telefono solo un paio di volte. L’ultima a dicembre per soli 15 minuti. Abbiamo tre figli e ho lasciato che parlassero con il padre per cinque minuti ciascuno. Non ho scambiato nemmeno una parola con lui perché non volevo togliere tempo prezioso ai suoi figli”. La donna è un fiume in piena e le accuse a Mosca sono dirette e circostanziate.

“Questa è un’autentica tortura psicologica che il regime utilizza nei confronti di chi rifiuta di rimanere in silenzio di fronte alle atrocità del governo russo e denuncia la guerra in Ucraina. Il regime di Putin ha rispolverato tutto l’intero arsenale della macchina repressiva sovietica, incluso l’uso di punizioni psichiatriche. Vuol dire che oppositori e dissidenti possono essere rinchiusi con la forza in cosiddetti ‘ospedali psichiatrici’ ed essere sottoposti a trattamenti psichiatrici contro la loro volontà”. Evgenya Kara-Murza non nasconde la sua preoccupazione per la salute del marito che ha perso 25 kg da quando è in carcere. Dallo scorso settembre è rinchiuso in una cella di isolamento nota con le sue iniziali russe come EPKT. La cella di sei metri quadrati ha un solo sgabello, una piccola finestra chiusa da sbarre e un letto che si ripiega nel muro durante il giorno. Nessuna possibilità di comunicare con l’esterno, neanche tramite lettere. “L’obiettivo del regime di Putin – spiega Kara-Murza – è quello di isolare gli oppositori dal mondo. Di farli sentire soli e dimenticati. Per questo è importante continuare a parlare di loro, che i nomi dei dissidenti russi e che le loro storie siano conosciuti”.

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Zaporizhzhia, Aiea: rischio di un grave incidente nucleare

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Gli “attacchi sconsiderati” alla centrale nucleare di Zaporizhzhia “aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare e devono cessare immediatamente”: lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi, come riferisce l’Agenzia stessa.

L’attacco di ieri alla centrale rappresenta “una chiara violazione dei principi fondamentali per la protezione della più grande centrale nucleare d’Europa”, ha aggiunto. 

Ieri l’Aiea ha confermato che “le principali strutture di contenimento dei reattori della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia hanno subito ieri almeno tre attacchi diretti”.

E’ il primo caso del genere “dal novembre 2022 e dopo aver stabilito i 5 principi di base per evitare un grave incidente nucleare con conseguenze radiologiche”, ha detto Grossi.

“Nessuno può in teoria trarre beneficio o ottenere alcun vantaggio militare o politico dagli attacchi contro gli impianti nucleari – continua Grossi in un post sul suo account X -. Faccio appello fermamente ai responsabili militari affinché si astengano da qualsiasi azione
che violi i principi fondamentali che proteggono gli impianti nucleari”.

Poco prima l’Aiea aveva dichiarato che “attacchi di droni hanno causato un impatto fisico su uno dei sei reattori dell’impianto e una vittima”, specificando che “i danni all’unità 6 non hanno compromesso la sicurezza nucleare ma si tratta di un incidente grave che potrebbe minare l’integrità del sistema di contenimento del reattore. 

 I responsabili dell’impianto, sotto controllo russo, hanno denunciato che “droni ucraini hanno attaccato la centrale nucleare di Zaporizhzhia” e questi raid hanno “danneggiato un camion parcheggiato vicino alla mensa”. Da parte sua, il governatore ucraino Ivan Federov ha detto che l’esercito russo ha bombardato con missili Grad Gulyaipole la regione di Zaporizhzhia, uccidendo tre civili nella stessa abitazione.

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