Guidonia, licenziamenti a 5 stelle: resta altissima la tensione. Comune blindato

GUIDONIA (RM) – Resta altissima la tensione a Guidonia, dopo la manifestazione di ieri a sostegno dell’occupazione dei lavoratori delle cave e dove nei giorni scorsi il sindaco del M5s Michel Barbet è riuscito a sfuggire al linciaggio solo grazie alla presenza delle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Il capo d’accusa per il primo cittadino pentastellato è quello di non aver concesso la proroga alle 12 aziende estrattive che danno occupazione a oltre duemila lavoratori e che rappresentano un settore industriale che solo raggiunge quota 5% del Pil laziale.

Un tema, quello della chiusura delle cave, che rappresenta un leitmotiv grillino ormai da diversi anni e che sta assistendo, da diversi mesi in Regione Lazio, a un tavolo aperto per cercare una soluzione al ripristino ambientale – tombamento – a cura delle stesse ditte con la necessità di assicurare continuità occupazionale e, possibilmente, riconversione delle attività industriali.

L’amministrazione comunale di Guidonia, guidata da Michel Barbet ha invece interpretato la legge statale secondo cui “non si possono ripristinare i territori delle cave con materiale diverso dalla cava stessa” decidendo quindi di non concedere nessuna proroga e portando 3 aziende a dichiarare bancarotta con conseguente licenziamento di 38 operai.

E così dallo scorso 3 settembre è partito lo sciopero ad oltranza di tutti i lavoratori del settore. Presente anche un nutrito presidio fisso di lavoratori di fronte alla sede del Comune tiburtino dove l’ingresso degli amministratori viene scortato dalle forze dell’ordine.