Guidonia Montecelio, Ammaturo (FdI): “La farsa del M5S camuffato con il saio francescano con il PD stampella”

GUIDONIA MONTECELIO (RM) – 41 i milioni di euro che il Comune di Guidonia deve recuperare per tributi: Imu, Ici, Multe e affitti non pagati.

La pregiudiziale sul regolamento delle rateizzazioni presentata da FdI e Lega salta per l’assenza del PD. Così decadono i fermi amministrativi e liberi oltre 21 mln di euro confiscati sui conti correnti.

Giovanna Ammaturo, consigliere di Fratelli d’Italia a Guidonia Montecelio non ci sta a tradire i cittadini e tuona: “In tempi di coronavirus certi argomenti sembrano fuori dalla realtà che da ottimista il 3 aprile si ripresenterà in tutti i campi. Ecco perché intendo denunciare l’arbitrio di un regolamento già pronto ad essere modificato. La farsa del M5S a Guidonia Montecelio, camuffato con il saio francescano continua mentre il PD non entra in aula nell’ultimo consiglio comunale e si svela l’intesa incosciente. Complice è stato il regolamento sulle rateizzazione dei tributi comunali impagati. Un atto di civiltà e attenzione è ovvio, come avevo fatto presente un anno fa, quando insieme alla Lega e al Polo Civico presentammo una mozione per la rottamazione delle cartelle che per legge avrebbero dovuto ottenere il consenso del Consiglio. Il M5S, sempre giustizialista, negò questa opportunità per non perdere un euro, fu riferito, in quanto l’accettazione avrebbe previsto sgravi notevoli, abbattimento degli interessi e della sorte in rapporto al grado di giudizio della lite giudiziaria in corso e la rateizzazione. Si tratta più o meno di 41 mln di euro che l’Ente deve recuperare dai vari tributi comunali che negli anni diversi contribuenti hanno dimenticato di pagare o si sono rivolti ai tribunali in quanto a dir loro non dovuto. Il regolamento è stato votato dal M5S, visto che seguendo il mio esempio l’opposizione presente è uscita dall’Aula al momento della votazione. Una protesta contro l’arroganza dei numeri avallata dalla assenza pianificata dei 4 consiglieri del PD che ha vanificato la pregiudiziale presentata da FdI e Lega per un più attento riesame in Commissione, bocciata da 10 contro 7. Costruito in 4 giorni e come ha riferito il capogruppo del M5S solo l’inizio, perché a breve sarà ripresentato un altro regolamento evidenzia troppi lati oscuri. Non v’è alcuna indicazione di merito per la rateizzazione che resta nell’arbitrio del funzionario a cui sarà deputata l’operatività susseguente la richiesta. Manca infatti qualsiasi riferimento all’indice di liquidità che attesta matematicamente l’opportunità di poter chiedere la rateizzazione né l’indice alfa che con una analisi tecnica determina la durata della agevolazione quanto il corrispettivo Isee per i privati. C’è un reciproco interesse sulla rateizzazione è ovvio ma a condizione che ci siano le condizioni economiche negative per il richiedente. Votato in questo c’è rischio maggiore per l’Ente in quanto per legge la richiesta di rateizzazione estingue le azioni esecutive nel frattempo in corso contro il debitore ma non le azione giudiziarie intraprese contro il Comune. Il funzionario comunale indicato avrà libero arbitrio sulla opportunità di frazionamento ed i tempi che potranno arrivare fino a 72 mesi . Se i debitori verso il Comune avranno ragione in giudizio potranno rivalersi sulle casse dell’Ente ma anche contro coloro che hanno partorito questo topolino di regolamento. In cui non è menzionata neanche l’opportunità della cartolarizzazione dei crediti sia nel testo che dall’assessore interpellato sullo specifico in aula durante il dibattito. Nessun esempio di finanza innovativa, seppure deputata al Collegio dei revisori e quantunque indicata dalla legge. Insomma il niente se non un improvviso “volemose bene “ma sufficiente per permettere di liberare le auto già sottoposte al fermo amministrativo dei privati o di liberare i conti correnti societari pignorati in banca da azioni esecutive in corso per oltre 20 mln di euro. Presto ci sarà da rifare il regolamento, auspico che il PD rientri in Aula per contribuire agli interessi dell’Ente contro la tracotanza grillina per una buona amministrazione dopo che per 50 anni in cui è stata al potere la sinistra, la parola tributo comunale è stato concetto omesso fino alla vigilia delle tornate elettorali. Non onorare i tributi o gli affitti delle case del Comune è segno di assoluta mancanza di incisività di chi amministra e di attenzione adeguata verso chi stia veramente in difficoltà. L’interesse primario resta l’Ente e tutti i cittadini che rappresenta insieme a quei contribuenti che hanno mangiato una pizza in meno per onorare il loro impegno civile e sociale alla faccia dei giustizialisti. Bravi con pastorali discorsi ad incantare adombrandosi di un mantello virgineo, ma non nei fatti.”