I GIUDICI: MA NON SARA' COLPA LORO?

STA A VEDERE CHE LA COLPA E’ DEI GIUDICI

DI ROBERTO RAGONE

Grande minestrone, in questi giorni, sulle pagine dei giornali. Renzi junior, tornato da Silicon Valley dopo aver subito una miracolosa conversione, manco fosse andato a Medjugorie, proclama d’essere in possesso del Verbo Rivelato,e che tutti gli altri gli dovranno correre dietro, perché lui va avanti, lui ‘è’ avanti, novello Messia. Salvo poi a scaricare il padre, presunto innocente fino al terzo grado di giudizio, invocando su di lui una pena doppia del dovuto, come se si potesse ottenere. Renzi senior, da parte sua, protesta del fatto che qualcuno ‘abuserebbe del suo nome’. Voleva una statua della Madonna, scrive Il Giornale, a questo si devono i suoi incontri: riflesso del viaggio messianico di Matteo, tra l’altro il primo degli Evangelisti? Forse. Ormai tutto è possibile, tutto è probabile, tranne che trovare le prove delle pretese malefatte dei personaggi più in vista della nostra putrescente politica, ce ne vuole. Lotti protesta, da parte sua. Dimenticando che per dargli un ministero se lo sono dovuto inventare. “Non tutti rubano alla stesso modo” avrebbe detto: è vero, qualcuno ruba di più, qualcuno meno. Ma la storia ci dice che più rubi e più sei protetto. Comunque, anche lui si professa innocente, e noi gli crederemo, parafrasando Voltaire, fino al terzo grado di giudizio, a costo della vita. Intanto Verdini ALA si è beccato nove anni e rotti di galera. Che non farà mai, si presume. Infatti la sentenza è ‘soltanto’ in primo grado, bisogna arrivare in Cassazione, e fino ad allora, le prescrizioni incombono. Lui si dichiara sereno e certo di essere innocente. Eppure sarebbe molto facile e doveroso interrompere i termini prescrittivi appena il soggetto viene incriminato: come si fa per i debiti, per cui la prescrizione di dieci anni viene interrotta con una semplice raccomandata da parte del creditore, o chi per lui. Stranamente, invece, le prescrizioni in ambito giuridico funzionano diversamente, costringendo i giudici a tour de force, quando vogliono che il loro lavoro non vada a pallino, e invece spostando le pratiche sempre più in basso sulla scrivania, quando si vuole che il procedimento giudiziario sfumi come uno spinello, mandando nel vento il suo poco profumato effetto. I giudici: ma non sarà colpa loro se c’è tutto questo caos in politica? Non sarà che, colti da improvviso zelo, stiano perseguendo degli innocenti, in più persone le cui condanne causerebbero gravi pregiudizi al nostro ordinamento politico? Oppure non sarà che sono saltate alcune coperture, e si sta preparando un cambio della guardia? In questo ultimo caso dovremmo presumere che i giudici sono manovrati dalla politica, ma non crediamo, e non vogliamo credere che sia così. La magistratura rimane tutt’ora un saldo baluardo fra il lecito e l’illecito, e tante volte, lo dobbiamo riconoscere, il lavoro del giudice o del procuratore è davvero difficile. Poi magari, quando stai per mettere il sale sulla coda a qualcuno, interviene un trasferimento, ad altra sede, ad altro incarico, e tutto va a carte quarantotto. Insomma, a leggere i giornali  pare che le varie procure si divertano a perseguire persone completamente innocenti, serene e fiduciose nella loro opera. Purtroppo, soltanto nei film di Perry Mason il colpevole, messo alle strette sullo scranno dei testimoni, confessa, magari scoppiando in lacrime di pentimento. Qui la situazione è diversa. Abbiamo un Matteo, presunto evangelista, in realtà novello Messia, che augura, in caso di colpevolezza, che il padre sia condannato alla Geenna del fuoco; un Lotti che si dichiara innocente, e che dice che “Non tutti rubano allo stesso modo”, frase per lo meno ambigua. Un Renzi senior che si dice perseguitato a causa del nome: se andate sul vangelo di Matteo, al cap. 5, trovate: “Beati voi, quando vi perseguiteranno A CAUSA DEL MIO NOME”, cioè quello di suo Figlio: siamo decisamente in ambito biblico. Comunque, in tutto questo bailamme, la gente capisce poco e niente, e si allontana ancora di più dalla politica, e i titoli dei giornali sparano a zero. Ma non succede nulla. Né dimissioni, né scandali, né sondaggi elettorali sottozero. Ormai siamo abituati. Ma chi è che agita le acque – del mar Rosso, potremmo dire, a questo punto? Sempre loro, i giudici, i quali insistono a fare il loro lavoro, senza guardare – quasi mai – in faccia nessuno, e così si crea il caos: ma non sarà proprio colpa loro?