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A cura della Dottoressa Dott.ssa Catia Annarilli, psicologa – psicoterapeuta
Il disturbo da shopping compulsivo rientra nella più ampia categoria del disturbo del controllo degli impulsi che così come definiti dal DSM-IV, sono disturbi di natura psichica caratterizzati dall'irrefrenabile impulso di compiere un gesto o un azione, sono sovente preceduti da uno stato di forte attivazione ansiosa ma nonostante ciò, dopo il compimento dell'azione spesso il vissuto è quello del senso di colpa, frustrazione e vergogna.
Si avverte la sensazione di eccitamento nel momento prima di compiere l'azione che determina piacere e gratificazione ma la cui durata è spesso breve ed effimera.
Gli oggetti che si comprano sono inutili o eccessivi – come l'acquisto di scarpe in eccesso o dell'ennesimo vestito – nonostante ciò l'acquisto non può non essere evitato o ricercato. Gli episodi di acquisto compulsivo possono ripetersi più volte anche in un solo giorno e possono determinare uno stato di profondo disagio per la persona proprio perché la stessa si rende conto dell'inutilità del gesto e dell'oggetto, e del danno sul piano finanziario, relazionale e lavorativo.
Nello shopping compulsivo si possono identificare dei prodromi tipici caratterizzati tutti dal senso di urgenza nel dovere acquistare qualcosa a volte qualcosa di specifico altre volte solamente un semplice acquisto. Quando ci si prepara all'acquisto le emozioni tipiche sono sgradevoli come la tristezza, la rabbia o la noia, emozioni però che non possono essere riconosciute dalla persona che vive solo un senso di insoddisfazione e inadeguatezza profonde e che vede nell'acquisto la risoluzione di tale malessere.
La necessità dell'acquisto ripetuto e compulsivo determina anche l'acquisizione di strategie economiche per la soddisfazione: spesso queste persone si trovano ad avere più carte di credito, ad utilizzarle in maniera disordinata, a chiedere prestiti e comunque a compromettere in maniera consistente l'aspetto economico personale e familiare.
Si acquistano oggetti dai quali si è ammaliati, talvolta gli si attribuisce quasi un potere magico, salvifico: l'acquisto di quello specifico oggetto, o di quel determinato paio di scarpe potrebbe rendere la persona migliore e finalmente serena, potrebbe risolverle tutti i problemi!
In realtà quello che accade immediatamente dopo è un senso di frustrazione profondo nonché un vissuto di colpa per l'acquisto fatto e tutta l'euforia che aveva preceduto l'acquisto immediatamente scompare per lasciare spazio ad un senso di sconforto, di vergogna e delusione.
Un episodio di acquisto compulsivo sembrerebbe organizzarsi intorno a specifiche emozioni e non su reali bisogni.
Gli oggetti acquistati non solo non sono realmente necessari, ma spesso sono solo delle copie di cose che già si posseggono e comunque una volta acquistati perdono subito la loro importanza per essere dimenticati nell'armadio, regalati o nascosti.
Le persone che soffrono di questo disturbo spesso riconoscono di avere un problema, la categoria più a rischio è quella femminile tra i 20 e i 30 anni di età.
L'acquisto compulsivo sembrerebbe essere a tutti gli effetti un processo di compensazione interno che ha l'azione di determinare un senso di pace interiore momentanea e fittizia rispetto a qualcosa che manca e di cui si ha un forte bisogno ma che chiaramente non è nulla di materiale. Lo shopping avrebbe il compito di alleviare la persona da uno doloroso stato emotivo sottostante, spesso di natura depressiva, di cui però non si è completamente consapevoli.
Il percorso di psicoterapia può aiutare la persona a distingue i reali bisogni emotivi, a controllare gli aspetti compulsivi per arrivare a comprendere la vera natura del disagio.
Dott.ssa Catia Annarilli
psicologa – psicoterapeuta
cell. 3471302714
www.centropsicologiacastelliromani.it
www.psicologacastelliromani.it
bibliografia
DSM-IV-TR Masson edizione 2002.
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