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Editoriali

Il “Conte di Montecitorio” e la cena delle beffe con i prescelti M5s, Pd, Leu e Iv

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Come in tutti i banchetti conviviali che si rispettano, anche nella cena dei quattro “nominati”, durante la pausa del Covid-19, la comitiva viene allietata dal gruppo Colao, un amalgama di prescelti tuttologi, da sintonizzare con l’Oste, il Conte di Montecitorio, da non confondere con il Conte di Monte Cristo.
Quest’ultimo, secondo il racconto di Alexandre Dumas, fu un uomo coraggioso, dalle mille risorse ed ingegno.

Il Conte attuale è meglio conosciuto per il suo trasformismo, presunzione e protagonismo.
A fare la cronaca di questo momento conviviale si presta il personale qualificato del circuito mediatico delle reti Tv, sia pubbliche che private e come al solito, si sente l’urlo del banditore: entrate, entrate, non c’è scandalo, solo da ridere, avanti c’è posto per tutti, entrate, entrate!

Il Conte di Montecitorio

La riffa è ricchissima; miliardi di euro da distribuire, bonus a gò gò, redditi di ogni tipo e colore, vagoni di euro in arrivo dall’ “amica Europa”, sconti e abbuoni per tutti.
Il Conte di Montecitorio va in Tv, guarda gli italiani negli occhi e “promette” che nessuno sarà dimenticato.
Anche su una lapide al Camposanto si legge: sempre nei nostri cuori, non sarai mai dimenticato.
Il Conte è categorico quando rassicura che sta pensando a tutti, che nessuno sarà lasciato fuori e che come al solito si sta equivocando, niente rallentamenti al lockdown, ancora tutti reclusi e nessuno fuori, ad eccezione di qualche boss mafioso al 41bis.

Passaggio dei poteri ed inizio della resa

Il parlamento esautorato, le consegne passano alla Protezione civile che a sua volta istituisce un comitato di 15 pseudo esperti. Il Ministro Francesco Boccia non si fa attendere e subito ne nomina 100, anche questi “esperti, tra pediatri, dirigenti del ministero e responsabili territoriali vari.
La Ministra Azzolina, soprannominata boccuccia di rosa, si tutela dietro una sua specie di task force composta di 15 “esperti”. Esperti anche questi, perché no?

Gualtieri, ministro dell’Economia, si aggiudica 35 consiglieri per la liquidità del sistema bancario.
Al Ministro Costa si assegnano 9 consulenti, il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si premia con 40 “esperti” e i rimanenti 100 “esperti” reperibili sul mercato vanno proporzionalmente suddivisi tra l’innovazione, la Famiglia, l’Editoria.
Ad analisi effettuate rimangono scoperti 40 “esperti” ancora disponibili. E allora si decide di assegnarli al commissario Domenico Arcuri. Tutto fatto in armonia secondo il manuale Cencelli

Prove di regime in corso

E’ arrivato finalmente il tempo della fase 2 ed il pensiero del Conte di Montecitorio subito si è fermato sull’ex amministratore delegato della Vodafone, Vittorio Colao.
Detto, fatto! E’ stata subito formata la commissione della riapertura, composta anche questa da 20 “esperti”. Compito di Colao decidere se, quando e come fare tornare l’Italia alla normalità. E Colao ha subito deciso: Prima cosa serve l’immunità penale e civile per lui e per tutto il gruppo della task force e poi pretende “una rapida adozione dell’app per il tracciamento”.

In attesa di un “rompete le righe” che tarda ad arrivare

Allacciate le cinture, il Paese sta attraversando un’aerea di densa turbolenza, sbattuto tra i forti venti delle Regioni e la fitta nebbia dei Comuni.
“Mayday, mayday” ma lo Stato centrale non risponde. Solo segnali flebili di vane promesse di “reddito d’emergenza”, “sostegno finanziario direttamente ai consumatori”, “bonus bebé, famiglia, affitto”, ”bonus 600 euro”, “Cassa integrazione” e tant’altro bene che si può immaginare.
Solo da immaginare, perché i commercianti, gli albergatori, i ristoratori, gli artigiani e non solo, tutti con le saracinesche abbassate aspettano ancora l’avverarsi delle promesse che ormai s’infittiscono sempre più. L’incertezza, la paura e la povertà regnano sovrane.

Altro scenario ed altre storie dall’altra parte della strada

Altri 450 nuovi aggregati alla cena delle beffe si sono accomodati ed è bene precisare che mentre pensano all’immunità penale e civile, al tracciamento che si sa dove inizi ma non si sa dove va a finire, pensano al loro cachet che dovrebbe essere congruo, garantito e regolare.
Fuori dal salone dove va avanti quel tavolo imbandito di miliardi di euro, presieduto da convitati con stipendi da nababbi che superano i 16.000 euro mensili, estranei a quel convitto, c’è chi sta leccandosi le ferite ed invano ne aspettano le briciole. E’ la povera gente, i precari, gli autonomi che aspettano i bonus di 800 euro ma non per tutti, gente sbeffeggiata con la minima, 515 euro al mese, semplicemente tradotti in appena 17 euro al giorno, per pagamento utenze, affitto, vivere, vestire ed imprevisti.

Davanti alla porta dell’inferno – “Per me si va nella città dolente”

Si vive alla giornata. La Fase 2 tarda a vedere la luce. La cabina di regia è confusa e riottosa. Dieci, cento, mille esperti e pseudo scienziati propongono la propria soluzione al problema e a turno partecipano ai gossip televisivo cercando di ipnotizzare l’opinione pubblica. Mille e una ricetta per la ripresa della vita quotidiana e fino ad ora non ne hanno indovinato una.
La ricostruzione inizia dalle fondamenta e le fondamenta non si appoggiano sulla finanza, non sulle banche, non sulle istituzioni burocratiche internazionali.
Tempo fa, ricordo di avere letto un commento al poema orfico “Fuga dall’Ade”. In quel commento si evidenziava il male attuale. Per uscire dal momento buio che tormenta il nostro oggi si sta proponendo la scienza come unica panacea. Il nostro quotidiano è troppo povero e privo di valori. Troppa enfasi si dà per la cura del fisico. “Un fisico che ha perso la dignità”, continuava quel commentatore, “non riconoscendo neanche se stesso, ma bensì l’anima era da curare e s’inventa una ricetta tutta particolare,fatta di piccole doti “.

Oriana Fallaci scrisse: non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie, lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità.

Editoriali

Da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni: 80 anni di percorso tra continuità e cambiamenti della destra italiana

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La politica italiana ha sempre ospitato una serie di correnti e movimenti, con la destra che ha attraversato varie fasi e trasformazioni nel corso del tempo. Da Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano (MSI), a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (FdI), la destra italiana ha attraversato un percorso complesso, caratterizzato da cambiamenti ideologici, sociali e politici.

L’eredità di Giorgio Almirante e il Movimento Sociale Italiano (MSI)

Giorgio Almirante è stato una figura di spicco della destra italiana nel secondo dopoguerra. Come fondatore e leader del MSI, Almirante incarnava un nazionalismo conservatore e anti-comunista. Il MSI, nato nel 1946, era erede del Partito Fascista di Benito Mussolini e rappresentava un’ala estrema della politica italiana. Tuttavia, negli anni ’70 e ’80, sotto la guida di Almirante, il MSI cercò di rinnovare la sua immagine, cercando di allontanarsi dall’etichetta di “fascista” e di inserirsi nel panorama politico mainstream.

Il passaggio dall’MSI a Alleanza Nazionale

Negli anni ’90, con la fine della guerra fredda e il crollo del comunismo, la destra italiana subì un cambiamento significativo. Nel 1995, il MSI si trasformò in Alleanza Nazionale (AN), sotto la leadership di Gianfranco Fini. Fini cercò di allontanare il partito dagli elementi più estremisti e fascisti, adottando una retorica più moderata e democratica. AN divenne parte integrante del sistema politico italiano, entrando a far parte di coalizioni di governo e accettando i principi della democrazia pluralista.

La rinascita della destra con Fratelli d’Italia

Tuttavia, il vento della destra italiana ha continuato a soffiare, e nel 2012 è stato fondato Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale (Fdl-AN), guidato da Giorgia Meloni, Gianni Alemanno e Ignazio La Russa. Il partito si è posizionato come l’erede ideologico dell’AN e ha abbracciato un nazionalismo conservatore e identitario. Meloni, in particolare, ha portato una ventata di freschezza alla destra italiana, attrattiva soprattutto per i giovani e per coloro che si sentono trascurati dalle élite politiche tradizionali.

L’ascesa di Giorgia Meloni e la nuova destra italiana

Giorgia Meloni, nata nel 1977, rappresenta una nuova generazione di leader della destra italiana. Con una retorica forte e decisa, Meloni ha saputo capitalizzare sul malcontento verso l’establishment politico e sulle preoccupazioni riguardanti l’immigrazione, la sicurezza e l’identità nazionale. Fratelli d’Italia ha ottenuto risultati significativi nelle elezioni politiche, consolidando la sua posizione come uno dei principali partiti di destra in Italia.

La destra italiana nel contesto europeo

Il percorso della destra italiana, da Almirante a Meloni, riflette anche le tendenze più ampie all’interno della destra europea. La crescente preoccupazione per l’immigrazione, l’identità nazionale e la sovranità statale ha alimentato la salita di partiti di destra in molti paesi europei. Tuttavia, ciascun paese ha le sue specificità e la sua storia politica unica, che influenzano il modo in cui la destra si presenta e agisce.

La Frammentazione della Destra Italiana: Un’Analisi Politica

La politica italiana è stata da sempre caratterizzata da una molteplicità di partiti e movimenti, ognuno con la propria ideologia e visione politica. Tra questi, la destra italiana non è stata immune dalla frammentazione, che ha avuto un impatto significativo sul paesaggio politico del Paese.

Origini della Frammentazione

Per comprendere appieno la frammentazione della destra italiana, è necessario analizzare le sue origini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia ha visto la nascita di una serie di partiti politici di destra, che spaziavano dall’estrema destra nazionalista a movimenti conservatori più moderati.

Tuttavia, nel corso degli anni, la destra italiana ha subito numerose scissioni e divisioni interne, spesso dovute a conflitti personali, divergenze ideologiche e lotte di potere. Questi fattori hanno contribuito alla creazione di una serie di partiti e movimenti di destra, ognuno con il proprio leader carismatico e seguaci devoti.

Le Principali Fazioni

La frammentazione della destra italiana ha portato alla creazione di diverse fazioni e gruppi politici, ciascuno con le proprie caratteristiche e obiettivi. Tra i principali vi sono:

  1. Forza Italia: Fondato da Silvio Berlusconi nel 1994, Forza Italia è stato uno dei principali partiti di centro-destra in Italia per diversi decenni. Tuttavia, nel corso degli anni, il partito ha subito diverse scissioni e ha visto la nascita di nuove formazioni politiche.
  2. Lega Nord: Originariamente un movimento separatista del Nord Italia, la Lega Nord si è trasformata in un partito nazionale di destra sotto la leadership di Matteo Salvini. La Lega Nord è nota per le sue posizioni anti-immigrazione e euroscettiche.
  3. Fratelli d’Italia: Un partito di destra nazionalista fondato da Giorgia Meloni nel 2012, Fratelli d’Italia è diventato uno dei principali attori della destra italiana. Il partito si basa su un nazionalismo conservatore.
  4. Movimento Sociale Italiano (MSI): Originariamente un partito neofascista fondato nel dopoguerra, il MSI è stato successivamente trasformato in Alleanza Nazionale e infine assorbito da Forza Italia. Tuttavia, una parte dei suoi ex membri ha continuato a operare all’interno di movimenti di estrema destra.

Impatto sulla Politica Italiana

La frammentazione della destra italiana ha avuto un impatto significativo sulla politica del Paese. Innanzitutto, ha reso difficile per la destra italiana presentare un fronte unito e coeso, spesso conducendo a coalizioni fragili e instabili.

Inoltre, la frammentazione ha alimentato la polarizzazione politica in Italia, con i vari partiti di destra che competono per attirare l’elettorato con discorsi populisti e promesse di cambiamento. Questo ha contribuito a una maggiore instabilità politica e ha reso difficile per il Paese affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali.

Prospettive Future

Il futuro della destra italiana rimane incerto, con molte domande sulla sua capacità di unirsi e presentare un fronte coeso. Tuttavia, con l’aumento del nazionalismo e del populismo in Europa, è probabile che la destra italiana continui a giocare un ruolo significativo nella politica del Paese. In conclusione, la frammentazione della destra italiana è stata una caratteristica persistente della politica italiana, con profonde implicazioni per il Paese nel suo complesso. Mentre la politica italiana continua a evolversi, sarà interessante osservare come la destra italiana si adatterà e influenzerà il futuro del Paese.

Conclusioni

Il percorso della destra italiana da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni è stato caratterizzato da continuità e cambiamento. Mentre alcuni principi fondamentali, come il nazionalismo e il conservatorismo, sono rimasti costanti, il modo in cui questi principi sono stati interpretati e presentati è cambiato nel corso degli anni. Con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, la destra italiana si trova oggi in una fase di rinnovato vigore e ambizione, giocando un ruolo sempre più centrale nel panorama politico nazionale.

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Costume e Società

Famiglie allargate si o no?

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Le ricerche sociologiche, oggi, vedono un forte cambiamento nell’assetto familiare. Tale condizione ha origine sia da un mutamento nel concetto di genitorialità che nel ruolo della famiglia all’interno della società: cambiano le persone, si modificano le strutture familiari, mutano le coppie, si spostano gli interessi di ogni singolo individuo, passando dalla condivisione all’individualizzazione.

Molti aspetti legati alla natura psicologica del singolo soggetto subiscono un cambio repentino: si pensa più a sé stessi che agli altri. In questo scenario, siamo di fronte a molte trasformazioni che vanno ad incidere, inevitabilmente, sulla composizione della famiglia stessa.

Quello che cambia oggi rispetto a circa 50 anni fa è legato alle cause della nascita delle nuove famiglie “allargate”, “ricomposte” o “ricostituite. Mentre un tempo le famiglie ricostituite si formavano dopo la morte di un coniuge, dagli anni ‘70, invece, con la possibilità anche in Italia di ricorrere a separazione e divorzio, si sono verificati cambiamenti sociali e culturali che hanno portato ad una nuova struttura di queste famiglie.

Le famiglie “allargate”, ovvero le famiglie composte da due partners che hanno vissuto l’esperienza della fine di un precedente matrimonio, da cui almeno uno ha avuto figli che attualmente vivono con loro, hanno la caratteristica di avere confini più labili e incerti rispetto alla famiglia “tradizionale”, sia in termini biologici che legali. I processi relazionali sono sicuramente più complessi, sia nella comprensione che nella gestione, sono flessibili e hanno un inizio e un’evoluzione molto rapida.

Le famiglie ricostituite sono state definite “cespugli genealogici”, per la loro ampia estensione orizzontale anziché verticale. Mentre alcuni studiosi non appoggiano totalmente questi cambiamenti, altri fanno fronte alle nuove forme familiari che non possono essere ignorate, ma devono essere comprese e sostenute.

Le famiglie ricostituite vivono la crisi di chi, con storie diverse e diversi modi di affrontare i problemi, deve trovare dei compromessi per affrontare insieme nuove situazioni.
Gli studi affermano che i precedenti rapporti coniugali e la loro chiusura siano stati rielaborati, con una buona definizione delle attuali relazioni e con confini chiari, in modo che i partner possano iniziare un nuovo rapporto senza rancori passati. È importante che i figli non abbiano un atteggiamento oppositivo verso il nuovo partner, sperando in una riappacificazione tra i suoi genitori. Questo sarà direttamente proporzionale ai livelli di chiarezza e definizione raggiunti.

L’età dei figli è importante: i bambini in età prescolare potrebbero manifestare regressioni, nascondendo il desiderio di farsi accudire. Per i ragazzi la necessità di conferme da parte del genitore biologico potrebbe invece lasciare il posto alla rabbia verso il genitore acquisito, soprattutto nella fase adolescenziale, all’interno della quale avviene il processo di costruzione della loro identità e questo totale mutamento potrebbe essere percepito come un ostacolo.
In questa fase, per i figli, il formarsi di una famiglia allargata, sancisce definitivamente la fine della relazione tra i genitori biologici, e spesso questo può portare alla paura inconscia che affezionandosi al genitore acquisito, in qualche modo si “tradisca” quello biologico. La causa che ne consegue è che ciò potrebbe portare i figli ad allearsi con quest’ultimo e sviluppare un senso di protezione morboso.

In ogni caso la genitorialità è ancora più difficile poiché i genitori dovranno imparare a gestire eventuali conflitti e gelosie tra i fratelli acquisiti. Nelle famiglie allargate è opportuno costruire nuove identità familiari, nuove stabilità ed equilibri.
A tale proposito, non si può dare una risposta definitiva alla domanda “Le famiglie allargate sì o no?”, poiché essendo in continua espansione necessitano di sostegno e di supporto. Sicuramente nelle famiglie ricostituite possono innescarsi situazioni particolari, ma dare una “valutazione” negativa o positiva non è certo il modo migliore per andare verso un processo di accettazione.

Di concerto, le famiglie ricostituite possono racchiudere al loro interno grandi risorse ed elementi di ricchezza per tutti i componenti, i quali si troveranno a contatto con abitudini, tradizioni, modelli e storie diverse dalle proprie.

Tutto questo, se integrato con nuovi “ingredienti” e abitudini comuni diviene un elemento fondamentale per la crescita e il benessere di tutti, portando alla costruzione di nuovi equilibri.

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Editoriali

Riforma tributaria e abrogazione legge Pittella: l’Avvocato Lucarella presenta petizione alla Camera dei Deputati

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La legge Pittella da ormai due anni ha cambiato le carte in tavola per migliaia di contribuenti italiani: da un giorno all’altro anni di sacrifici economici e investimenti legali andati in fumo per effetto della legge 215/2021 (partorita dal Parlamento a seguito dell’emendamento che prese il nome dal suo proponente).
La questione, molto dibattuta in ambito giuridico, ha scatenato molti effetti sul piano umano e di vita reale per singoli cittadini ed imprese soprattutto medio-piccole: in pratica la legge, prevedendo la non impugnabilità dei famosi estratti di ruolo (rilasciati dalla ex Equitalia), comporta il non potersi più difendere da atti dell’amministrazione esattoriale ritenuti illegittimi se non quando una intimazione di pagamento, un pignoramento, una istanza di fallimento dovessero essere notificati.
L’Avv. Angelo Lucarella, già vice presidente coord. Commissione Giustizia del Ministero dello Sviluppo Economico, docente a.c. in Diritto processuale tributario – Università degli studi di Napoli Federico II e tra gli esperti giuristi italiani invitati dal World Justice Project 2023 (sostenuto dalla Commissione Europea), ha depositato il 30 dicembre 2023 una petizione per la riforma legislativa secondo quanto previsto dall’art. 50 della Costituzione italiana.
“Si tratta di un atto doveroso: bisogna rimettere i cittadini, che avevano promosso contenziosi per cartelle esattoriali ritenute illegittime, in condizione di difendersi.
Il fatto che una legge dello Stato, di punto in bianco, faccia blocco al diritto di difesa con un effetto retroattivo implicito è contro la Costituzione italiana perché crea disparità di trattamento e violazione del diritto di difesa. Principi e diritti, quest’ultimi, anche tutelati a livello europeo e internazionale.
Con la petizione, per quanto anzitutto fatto ed atto simbolico, si istruisce un procedimento legislativo che vedrà interessarsi della questione una Commissione parlamentare apposita.
La speranza è che si giunga alla abrogazione della legge Pittella o quantomeno ad una norma c.d. di interpretazione autentica affinché si dichiari, una volta per tutte, che non è possibile alcun effetto retroattivo implicito. Sulla scorta di questa ipotetica soluzione legiferare per la riapertura dei termini contenziosi per i contribuenti che vogliono continuare le cause all’epoca avviate o quantomeno consentire loro di conciliare con l’erario allo stato del giudizio prima della legge Pittella.
Inoltre è la stessa Corte Costituzionale con la recente decisone 190/2023 ad invitare il legislatore ad intervenire quanto prima sulla questione.
Quindi ne va dello stato di diritto e della credibilità del sistema delle leggi democratiche”.
È quanto commenta l’avv. Lucarella.

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