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Cronaca

Il Papa nelle zone terremotate dell'Emilia

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Di Andrea Barbi

MIRANDOLA Dalle infinite crepe del terremoto in Emilia è scaturita una luce intensa, di quelle che nella liturgia quaresimale sono attese come appunto una Pasqua, invitate a rivelarsi per vincere l’atmosfera del sepolcro, vedi Cristo che intima a Lazzaro: “Alzati”, non a caso Vangelo di ieri. La luce del coraggio, della fiducia e della dignità: di alzarsi e rialzarsi, come ha riconosciuto il Papa a Mirandola ringraziando la Bassa per l’esempio dato all’umanità, dopo aver invitato la folla di Carpi a non intrappolarsi nel pessimismo.
Una giornata-evento iniziata presto. Prestissimo per chi, dall'alba, si è messo in fila per avere uno dei 15mila posti allestiti in piazza Martiri. Il Pontefice è atterrato alle 9.30 circa e si è poi diretto verso il centro, blindato per l'occasione. Ha fatto il suo ingresso nella lunghissima piazza tra gli applausi passando tra due ali di folla. Poi si è ritirato nel Duomo di Carpi, riaperto solo una settimana fa, per una preghiera alla Madonna Assunta e per prepararsi alla messa.
Una cerimonia ordinata e composta finita con la lettera di ringraziamento di monsignor Cavina, vescovo di Carpi: 'La sua voglia di venirci a visitare, noi così piccoli, testimonia l'amore di un padre che si prende cura dei suoi figli'. Tutti i suoi figli, di Carpi, dell'Italia ma anche, ad esempio, della Colombia. Nell'Angelus il Papa ha avuto infatti parole di conforto per i morti nelle frane di Mocoa.
 
Finita la messa è risalito sulla Papamobile, ha fatto di nuovo un giro nella piazza gremita da 70mila persone e poi si è intrattenuto con un gruppo di malati e disabili (4500 circa quelli presenti). La sua tappa a Carpi è proseguita con un pranzo in Seminario all'insegna della tradizione (tortellini e lambrusco) e il discorso ai religiosi poi, come da programma, si è spostato a Mirandola, nell'epicentro del terremoto. Anche qui i fedeli erano in attesa da ore, sotto un cielo che ha spesso minacciato pioggia, per poterlo incontrare. Francesco, come previsto, ha fatto la sua apparizione dal Duomo inagibile: 'Vi ringrazio, ringrazio l'esempio che avete dato a tutta l'umanità, l'esempio di coraggio, di andare avanti, di dignità'. Parole aggiunte a braccio al suo discorso ufficiale e ripetute più volte ai terremotati. Poi l'abbraccio con i familiari delle vittime del sisma. Prima di lasciare il palco ha ricordato a tutti, amministratori in prima fila, che la ricostruzione va completata: prima scuole e fabbriche, poi le case, si diceva qui nel 2012, ma ora è il tempo anche delle chiese. Perché un formidabile gesuita come Bergoglio sa parlare come pochi tenendo la Bibbia in una mano e i giornali nell’altra, per poi portarle entrambe al cuore.
Dopo il bagno di folla il Papa è poi ripartito, ha saltato la tappa prevista alla Baxter facendo solo un breve passaggio sulla Statale e si è diretto alla stele omaggio alle vittime del sisma. Qui l'ultima sorpresa con l'omaggio della banda 'Rulli Frulli' e poi la ripartenza in elicottero per il Vaticano.

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Cronaca

Ponzano Romano, “caso del canile lager”: il GIP archivia il procedimento verso il titolare

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Il GIP di Rieti ha archiviato la vicenda che ha visto il titolare di un castello del 1200 con diversi ettari di tenuta a Ponzano Romano finire indagato per il reato previsto dall’articolo 727 del Codice Penale, ovvero di “abbandono di animali”

Una vicenda iniziata due anni fa quando venne diramata la notizia del sequestro di un “canile lager” con 110 husky maltrattati. Il titolare, un uomo di 45 anni, finì quindi indagato per maltrattamento di animali.

Vista la richiesta di archiviazione depositata dal PM – si legge sul decreto di archiviazione – ritenuto, conformemente a quanto sostenuto dal PM, che non è possibile sostenere l’accusa in dibattimento, in quanto: lo stato in cui si trovavano gli animali al momento del controllo non è imputabile al comportamento dell’indagato momentaneamente assente per motivi di salute.

Il 45enne, infatti, al momento del controllo si trovava ricoverato, già da una settimana, al policlinico.

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Cronaca

Kata, la bambina scomparsa a Firenze: gli inquirenti tornano nell’albergo

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Tre mesi dopo la scomparsa della piccola Kata, le indagini sono ripartite dalle immagini di alcune telecamere di videosorveglianza nei pressi dell’hotel Astor di Firenze. Le ricerche della bimba di 5 anni scomparsa dall’ex albergo occupato continuano da mesi e in queste settimane si sono aperte diverse piste che potrebbero portare alla bambina. Stando a quanto reso noto, infatti, si erano aperte due piste che portavano gli inquirenti all’estero: la piccola Kata potrebbe essere stata rapita “per errore” da alcune persone che volevano vendicarsi dell’ex compagna di un narcotrafficante che fino a pochi anni fa viveva in Italia.

La donna ha infatti una bimba della stessa età di Kata e dopo l’arresto dello spacciatore peruviano, poi rimpatriato, si sarebbe trasferita con la sua piccola nell’ex albergo occupato, lì dove la minore scomparsa viveva con la famiglia. A rendere nota per la prima volta la possibilità di un rapimento avvenuto “per errore” sarebbe stato il nonno della bimba che dal Perù avrebbe detto ai familiari di essere pronto a “occuparsi lui del caso”. 

Gli inquirenti tornano nell’albergo degli orrori. In diretta da Firenze lo racconta “Chi l’ha visto?” nella nuova puntata di questa sera mercoledì 20 settembre con Federica Sciarelli questa sera in diretta.

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Cagliari, smantellata un’associazione a delinquere dedita allo sfruttamento del lavoro nero

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Gli stranieri venivano reclutati dal CAS e portati in diverse aziende agricole e nei vigneti di note cantine della provincia

All’alba di oggi, la Polizia di Stato ha smantellato una presunta associazione a delinquere che reclutava i cittadini stranieri ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria di Monastir (CA), per farli lavorare in nero in alcune aziende agricole della provincia.

La Squadra Mobile di Cagliari ha eseguito cinque fermi di indiziato di delitto a carico di altrettanti cittadini pakistani, dimoranti a Cagliari, tutti con permesso di soggiorno in Italia, indagati per aver costituito e organizzato un’associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro nero, con violazione dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza del lavoro.

Un altro cittadino pakistano, che avrebbe fatto da autista per l’organizzazione, è stato indagato in stato di libertà quale partecipe dell’associazione a delinquere.

I fermati, ogni mattina, prelevavano dal C.A.S. gli stranieri e li portavano a lavorare in alcune aziende agricole della provincia, che li sfruttavano dando loro una paga di 5 euro l’ora. A volte i lavoratori dovevano provvedere anche a procurarsi il cibo per la  giornata.

Sono 12 i titolari di aziende agricole e cantine indagati in stato di libertà perché avrebbero utilizzato manodopera, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno.

Nell’operazione sono stati impegnati complessivamente 60 uomini della Squadra Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine di Abbasanta e del Reparto Mobile di Cagliari.

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