Il paradiso val bene una strage?

 

di Emanuel Galea

 

Per favore smettetela di chiamarli dei comuni terroristi. Ogni azione nasce da una ragione, è alimentata con valutazioni e passioni diverse, è sorretta e proiettata verso fini, scopi oppure obiettivi precisi. Ogni azione è graduata, governata con metodi secondo tempi e luoghi.

Non tutti gli islamici sono terroristi ma tutti i terroristi degli attentati, dalle Torri Gemelle fino alla Rambla sono stati di matrice islamica.

Perché lo fanno? Per soldi? Per amore di patria? Per odio verso i miscredenti , cioè coloro che non credono nel loro stesso dio? Forse sperano di raggiungere presto il loro paradiso sensuale dove verranno premiati avendo in spose le vergini con delle caratteristiche che ometto di descrivere per non offendere l’altrui pudore.

Se si vuole capire il fenomeno terrorismo bisogna prima rispondere a questi quesiti che sono alle radici di ogni immolazione del kamikaze e conseguente carneficine.
 

L’azione del terrorista nasce da una ragione:

Rifiuto fermamente di credere che tale grave azione, criminale e folle possa trovare ragione e concretizzarsi , solamente perché abbagliati da una offerta qualsiasi di denaro.

Parlare d’amore di patria nei casi specifici non fa senso. Lottare per l’unione e l’espansione dell’Umma, "comunità di musulmani"? Neanche questa ipotesi è credibile perché la nozione di umma, tuttavia, non sempre ha impedito divisioni anche gravi, prodotte da dibattiti teologici da rivalità etniche e politiche. La prima rottura della Umma si ebbe nel VII secolo e altre seguirono successivamente. A questo punto non rimangono che le ultime due ragioni per indurre il musulmano a compiere un atto così abietto ed osceno: odio verso il miscredente e la speranza di raggiungere l’aldilà (Jannah), dove, secondo il testo Coranico, troverebbe ad attenderlo un paradiso sensuale. Le due ipotesi sono interconnesse e per maggior comprensione bisogna che ci riferiamo ai “hadith”, cioè . parole e atti del Profeta che trasmettono l'insegnamento e lo stile della sua vita e della prima generazione dei credenti.

La maggior parte dei teologi musulmani famosi, come Gibril Haddad, quelli ortodossi come al-Ghazali (morto nel 1111 d.C. e al-Ash'ari , morto nel 935 d.C, hanno tutti discusso i piaceri sensuali che si troverebbero in paradiso.

I vari hadith, tanti di essi apocrifi e non tutti autentici, esaltano i piaceri e le doti sensuali delle vergini che spetterebbero al martire musulmano.

Ci sono molte descrizioni riguardo alle vergini in diverse fonti islamiche. I contributi a loro attribuiti sia dal Corano che dai hadith spaziano da quelli fisici a quelli sessuali, da quelli caratteriali alla forma costitutiva del loro stesso essere.

Un fattore importante da non trascurare riguarda il livello culturale degli imam. Dalle presenze che si affacciano di tanto in tanto in tv, non sembrano certamente dei teologi dell’Islam e neanche, me lo consentano, dei professori usciti dall’Università al-Azhar.

Dove si formano per poter istruire ed insegnare il vero Islam agli altri? Cosa insegnano, il Corano oppure i tanti hadith,che come accennato sopra, non tutti sono autentici, come certi apocrifi della chiesa Cattolica?
 

Finalmente arriviamo alla domanda principe: questi terroristi dove si sono abbeverati di tanta “cultura islamica” per convincersi ad immolarsi, oltre a sporcarsi di eccidi infami sperando poi di guadagnare il premio delle vergini in paradiso?

Bisogna prosciugare le fonti dove si abbeverano.

Alcuni puntano il dito su internet. Bene, chi di dovere aumenti la vigilanza su questi siti. Altri, come il sottoscritto, non trascurino le moschee. Da tanto che si parla di regolamentare questa materia che non è circoscritta ai soli imam, bisogna aprire gli occhi sui finanziatori di queste strutture.

La materia è complessa, non è certo quella che ci vogliono dipingere i mass media. I blocchi di cemento fermeranno qualche furgoncino ma non certo l’aspirazione del “musulmano indottrinato” di raggiungere le sue vergini in paradiso