IL TERRORISMO IN NOME DI "ALLAH"

Di Christian Montagna
Piovono le minacce, spaventano e lasciano attoniti. Cosa avrà fatto di così tanto grave l'Occidente per meritarsi tutto questo? Un inferno la cui fine non si vede, un terrore che ci segue giorno per giorno per le strade, in auto, sui mezzi pubblici. All'indomani delle stragi di Parigi, finalmente l'Italia comincia a considerare le minacce dell'Isis che gravano sul nostro paese, sui nostri monumenti e soprattutto sulla nostra gente. Una guerra tra potenti le cui pene sono pagate dai poveri civili. Il video che gira in rete non lascia fraintendere nulla: immagini di città occidentali miste a scene di guerra in Medio Oriente. Ma qual'è il collegamento tra le due cose? Le scene di guerra, presto potranno essere girate in Europa e chissà su quale sanguinoso set. La tragedia di Parigi ha inviato un messaggio ben chiaro: con i terroristi non si scherza, morte e distruzione sono assicurate così come ostaggi e orrore, i mezzi con cui affermano incessantemente di combattere la cosiddetta guerra santa, quella atroce in nome di Allah. Quanto accaduto il 7 Gennaio alle ore 11.30, è la più palese dimostrazione del fatto che si sta combattendo una guerra santa. Guerra della quale non sappiamo né origini né schieramenti, né motivi né cause: si sa soltanto che siamo all'inizio. È lo stato islamico che forgia i combattenti, li arma, li plasma a sua immagine e somiglianza rendendoli interpreti e promotori di una legge che forse mai è esistita così come la vediamo noi. Ma, non fatevi ingannare, l' Islam non vuole questo, non invoca la guerra, non chiede sia praticata violenza. I dodici morti di Charlie Hebdo hanno apparentemente pagato a caro prezzo l'oltraggio alla più rigida delle religioni esistenti, quella che non perdona e non ammette offese ma in realtà sono stati vittime di esaltati fondamentalisti che diffondono odio e terrore. Eppure, non si sarebbero mai aspettati una reazione del genere, forse il mondo intero non se la sarebbe aspettata. Morire per aver pubblicato una vignetta su Twitter su Abu Bakr al Baghadadi, il leader dello stato islamico? Si, in questo mondo si può anche questo. È il terrorismo islamico che con l'Islam nulla ha a che vedere che miete queste vittime; è la "jihad" in nome di Allah. Ed ora, avanti il prossimo, si cercano bersagli facili da colpire; numerosi "martiri" sono pronti a farsi uccidere sempre e solo in nome di Allah.