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IMMIGRATI: ANCORA SBARCHI SIAMO AL COLLASSO

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Tempo di lettura 3 minuti il Sindado di Roma Ignazio Marino stamane era atteso a Palazzo San Macuto ma ha avuto un malore la notte scorsa ed è stato ricoverato al Policlinico Gemelli

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di Angelo Barraco
 
Cagliari – Il flusso di immigrati che dalla Libia giunge in Italia nell’ultimo periodo ha avuto un incremento, gli sbarchi si sono verificati quasi ogni giorno e le strutture sono ormai al collasso. Costoro giungono da paesi in cui la guerra e la morte fanno da padroni e cercano semplicemente un’altra opportunità, ma noi siamo in grado di dare loro questa opportunità? Le strutture in Italia sono ormai al collasso e la mancata collaborazione di alcune regioni non favorisce la distribuzione degli immigrati sul territorio. Nel porto canale di Cagliari sono arrivati 448 che sono stati soccorsi a largo della Libia, sono stati portati nel porto di Cagliari dalla nave Rio Segura della Guardia Civil Spagnola. Secondo quanto emerge, tra loro vi sono anche donne incinte. I migranti arrivano tutti dal Sudan, Eritrea, Senegal. Il piano di accoglienza disposto per loro prevede lo smistamento in diverse strutture con collaborazione con la Caritas. Intanto sono iniziate nello Stretto di Sicilia, su indicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le operazioni di recupero dei corpi di quello che viene considerato il peggiore disastro in mare della storia, l’inabissamento del peschereccio con 700 persone a bordo avvenuta il 18 aprile del 2015.  Oggi pomeriggio al porto di Palermo sbarcheranno 647 immigrati soccorsi ieri nel Canale di Sicilia, tra i profughi vi sono 95 donne e minori. Salvini commenta questo nuovo arrivo con questa frase sulla sua pagina pubblica di facebook: “Nave con 647 clandestini in arrivo a Palermo. Tutte "risorse"? Buona giornata Amici”.

Rimanendo sempre sul fronte migranti, il Sindado di Roma Ignazio Marino stamane era atteso a Palazzo San Macuto per un’audizione della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza e identificazione degli immigrati, ma ha avuto un malore la notte scorsa ed è stato ricoverato al Policlinico Gemelli. Secondo le ultime indiscrezioni, il Sindaco di Roma si trova ancora in ospedale. 
 
Integrazione: Gli immigrati vengono da noi per lavorare non per oziare, e bisogna precisare che non vengono per rubare il lavoro agli italiani come ci suggeriscono i politicanti con il muso storto. L’integrazione è il primo passo per un’armoniosa convivenza e soprattutto è il primo passo per un miglioramento ed un accrescimento culturale. L’esempio di tale integrazione è avvenuto a Bologna, nel comune di Sasso Marconi, dove due ospiti di Villa Angeli,  punto di riferimento per la quota di rifugiati prevista nel Distretto di Casalecchio di Reno, sono stati inseriti come volontari nelle squadre di manutenzione del territorio e degli impianti sportivi. I due giovani, del Senegal e del Mali, cominceranno a luglio e il Sindaco ha detto che ha assegnato a loro questa manzione perché “sono i più motivati”.
 
Ultimi sbarchi: In 21 operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono stati salvati circa 2900 migranti. Durante le operazioni di salvataggio sono intervenuti mezzi del dispositivo Triton: CP906 Nave Corsi e ben 2 motovedette classe 300 della Guardia Costiera e vi è stato anche l’intervento di una nave militare spagnola. Nelle operazioni di soccorso sono sopraggiunte anche Nave Euro della Marina Militare Italiana e la Nave Phoenix del MOAS.  
L’arrivo di nuovi immigrati fa storcere il naso a molti italiani per via delle strutture di contenimento. Lo stereotipo tipico che si ha degli immigrati è quello associato al barcone come mezzo di trasporto utilizzato da essi per giungere in Italia, ma per la quarta volta nell’arco di qualche settimana viene adoperato dagli immigrati un nuovo modo per entrare in Italia, le montagne. I profughi che fuggono dall’Est vanno in Friuli Venezia Giulia e non passano soltanto dalla bassa quota ma anche dalle vette prossime all’ex valico di Polava nei pressi di Cepletischis. Tale circostanza si è verificata ieri, dove ben 25 clandestini di nazionalità Afghana e Pakistana, tutti uomini di cui 5 si sono dichiarati minorenni, sono apparsi all’improvviso sulla strada che dal rifugio Pelizzo conduce a Montemaggiore. La segnalazione della loro presenza è arrivata dai cittadini li aveva visti, il gruppo di persone intorno alle 7.30 aveva raggiunto Masseris. Sopraggiunti i Carabinieri i profughi sono stati portati in caserma per essere segnalati. Il Sindaco di Savogna dice che “È il quarto caso in un ristretto lasso di tempo. Diversamente da quanto successo alcuni giorni addietro, però, i clandestini sono arrivati nei nostri paesi dall’arteria che conduce al rifugio. Un percorso ben strano, che stiamo cercando di ricostruire”. Il primo cittadino continua dicendo che ”Solo in un’occasione è stato notato il mezzo da cui sono sbarcati i profughi: si trattava di un pulmino con targa ungherese, di cui purtroppo non si è stati in grado di annotare la targa. Su una pista nel bosco, inoltre, sono stati ritrovati documenti rilasciati ai migranti proprio da autorità ungheresi”. 

Cronaca

“L’altra donna nel potere”: Maria Rosaria Boccia accusa Meloni di sessismo e rilancia su Sangiuliano

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Maria Rosaria Boccia, imprenditrice e figura vicina al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha rilasciato un’intervista esplosiva al quotidiano La Stampa, puntando il dito contro la premier Giorgia Meloni e denunciando atteggiamenti sessisti nei suoi confronti. Boccia sostiene che Meloni l’avrebbe definita “l’altra persona” nella relazione con Sangiuliano, accusandola di essere trattata “con arroganza” e senza il rispetto che, a suo avviso, merita.

“Chi si richiama ai valori dell’essere donna ha il diritto di difendere la propria dignità”, ha dichiarato Boccia, facendo un paragone con la decisione di Meloni di chiudere pubblicamente la sua relazione con Andrea Giambruno dopo il tradimento. “Mi chiedo perché io vengo additata senza nome e cognome”, ha continuato, lanciando un’accusa diretta alla premier.

L’intervista non si ferma qui: Boccia ha rivelato di aver iniziato a registrare conversazioni con il ministro Sangiuliano dopo che lui le avrebbe detto una frase inquietante: “Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l’istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai”. Secondo Boccia, queste prove documentali servirebbero a dimostrare la verità dei suoi racconti, che altrimenti non verrebbero presi in considerazione.

L’imprenditrice ha anche affermato che il ministro sarebbe sotto ricatto da parte di alcuni esponenti del potere, tra cui direttori di settimanali, e che la questione coinvolgerebbe altre figure politiche, senza però fare nomi precisi. “Chi sono i veri ricattatori nei palazzi del potere? Questo dovreste chiederlo a lui”, ha dichiarato, lasciando intendere che ulteriori dettagli potrebbero emergere.

Boccia ha poi raccontato di viaggi personali fatti insieme al ministro, come il concerto dei Coldplay e quello de Il Volo, che secondo lei non erano legati all’attività istituzionale di Sangiuliano. Ha affermato di avere prove fotografiche e chat a supporto delle sue dichiarazioni.

Nel frattempo, il ministro Gennaro Sangiuliano si difende, cercando di riprendere il suo lavoro e valutando la presentazione di un esposto in Procura contro Boccia. Nonostante un’intervista al Tg1 in cui ha cercato di ricostruire la sua immagine, le accuse continuano a pesare sul ministro. La tensione rimane alta, con Boccia che promette ulteriori rivelazioni in arrivo.

La vicenda sembra tutt’altro che conclusa e si profila uno scontro legale tra le parti, con il ministro della Cultura che dovrà affrontare non solo le accuse personali, ma anche un’inchiesta pubblica sempre più incalzante.

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Castelli Romani

Scontro politico ad Albano Laziale: il sindaco Borelli revoca le deleghe a Sementilli, esplode la polemica

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L’opposizione accusa il sindaco di “scaricare le colpe” sull’ex vicesindaco per le carenze amministrative. Forza Italia e Fratelli d’Italia chiedono chiarezza e denunciano l’instabilità della giunta

Il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, ha revocato la maggior parte delle deleghe all’assessore Maurizio Sementilli, che fino ad oggi aveva gestito rifiuti, manutenzione, viabilità e altre aree chiave. Sementilli rimane responsabile solo delle Ville Storiche.

Borelli ha giustificato la sua decisione con la necessità di “una verifica sull’attività amministrativa”. Tuttavia, l’opposizione ha interpretato la mossa come un tentativo di scaricare su un solo assessore le responsabilità delle criticità accumulate negli ultimi quattro anni.

Roberto Cuccioletta, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ha definito l’azione una “operazione di facciata” volta a distogliere l’attenzione dalle inefficienze dell’intera amministrazione. Secondo Cuccioletta, i problemi strutturali del comune sono il risultato di mancanze collettive e non attribuibili solo a Sementilli.

Giovambattista Cascella, capogruppo di Forza Italia, ha sottolineato come la revoca delle deleghe sia sintomatica dell’instabilità della giunta Borelli, che fin dall’inizio ha mostrato difficoltà. Cascella ha accusato la maggioranza di incoerenza, sostenendo che questa sia una delle amministrazioni più disomogenee della storia di Albano.

Anche Massimo Ferrarini, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha commentato duramente la decisione, chiedendosi come mai il sindaco abbia perso fiducia in Sementilli solo su alcune questioni, lasciandogli comunque la gestione delle Ville Storiche. Ferrarini ha chiesto al sindaco di spiegare in modo chiaro i motivi della rottura, altrimenti, ha avvertito, il rischio è di far percepire alla città una leadership incapace di governare.

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Cronaca

Bosco Urbano ad Anguillara Sabazia: Una opportunità o una scelta imposta?

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I consiglieri di opposizione Francesco Falconi e Leda Catarci si esprimono sul progetto di forestazione urbana e ne analizza i potenziali rischi e benefici

In questi giorni, il progetto di forestazione urbana ad Anguillara Sabazia, situato davanti alle case popolari, ha sollevato numerosi dibattiti. La zona, un tempo sede del mercato settimanale, è oggi teatro di un importante intervento di piantumazione di alberi.

I consiglieri di opposizione Francesco Falconi e Leda Catarci si sono espressi sulla questione e hanno cercato di fare chiarezza sul progetto, evidenziandone gli aspetti positivi, ma anche le criticità che, a suo avviso, derivano più dall’amministrazione comunale che dal progetto stesso.

Un Progetto importante, ma con alcune ombre

Falconi e Catarci hanno sottolineato che il progetto di forestazione urbana è conforme al Decreto Clima e ad altre normative europee, la cui adozione in Italia è avvenuta con anni di ritardo. “Ci piace quando al posto del cemento si piantano alberi,” afferma Falconi, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa di creare un “polmone verde” in una zona prima spoglia e poco attraente. Tuttavia, Falconi e Catarci hanno evidenziato che il Comune avrebbe dovuto svolgere un’indagine geologica per garantire la sopravvivenza a lungo termine delle piante. “Sperare nella buona sorte senza un’indagine del terreno è un rischio che non dovevamo correre”, afferma il consigliere, criticando la leggerezza amministrativa.

Mancanza di coinvolgimento della cittadinanza

Uno dei punti più critici del comunicato riguarda la mancata comunicazione e coinvolgimento della cittadinanza. Secondo Falconi e Catarci, il Comune ha agito in maniera autoritaria, senza un vero confronto con i residenti. “Comunicare le decisioni una volta già prese, con i lavori iniziati, è dannoso e poco lungimirante,” sostengono i due consiglieri, aggiungendo che un coinvolgimento preventivo avrebbe potuto favorire una maggiore accettazione del progetto.

Un Bosco che rischia di morire senza il supporto dei cittadini

Falconi e Catarci lanciano inoltre un monito sull’importanza della cura e manutenzione delle nuove piante. “Questo bosco avrà successo solo se sarà amato dai cittadini,” spiega, aggiungendo che le piante necessiteranno di cure continue, specialmente nei primi anni di vita, a causa dei cambiamenti climatici e delle temperature elevate. Secondo i consiglieri, senza il coinvolgimento attivo della comunità, il bosco rischia di diventare un luogo abbandonato e degradato.

Due scelte per i cittadini

Falconi e Catarci concludono il loro intervento con un appello ai residenti: “Abbiamo due alternative. O aspettiamo che le piante muoiano per poi puntare il dito contro il Comune, oppure accogliamo questo dono della Comunità Europea e lo preserviamo.” Invita così la cittadinanza a prendersi cura del bosco e a collaborare attivamente con le istituzioni per garantirne il successo.

Il messaggio dei consiglieri è chiaro: il progetto è positivo, ma rischia di fallire se non verranno prese le giuste precauzioni e se non ci sarà una vera sinergia tra amministrazione e cittadini.

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