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Immortals Fenyx Rising, il videogame rivelazione di Ubisoft

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Con Immortals Fenyx Rising Ubisoft ha lanciato una vera e propria bomba per questa fine 2020. Dopo i già interessantissimi Watchdogs Legion (qui la nostra recensione) e Assassin’s Creed Valhalla (qui la nostra recensione), la software house ha rilasciato su Pc, console di vecchia e nuova generazione, ma anche Nintendo Switch e Stadia, un terzo titolo che inaspettatamente si è rivelato essere un vero capolavoro a tutti gli effetti.

Ma andiamo a scoprire che cosa rende questo titolo, che possiamo definire un ibrido fra Assassin’s Creed Odissey e Zelda Breath of The Wild ma con una marcia in più, davvero speciale. La storia di Immortals Fenyx Rising è ambientata sulla mitologica isola d’oro, una isola incantata creata dal celebre Dedalo per venire popolata da dei e uomini.

Tifone, liberatosi dalla prigione dove era stato confinato da Zeus, prese d’assedio il divino atollo liberando le sue armate demoniache, eradicando l’essenza divina dagli dei e trasformando in pietra gli uomini che popolavano l’isola. A nulla è servita l’opposizione degli Olimpi, privi del loro re in visita nell’Ade, così come futile si è rivelata la resistenza offerta dagli antichi eroi greci, rapidamente corrotti da Tifone e posti a comandare le sue armate demoniache.

A salvare una situazione, oramai disperata, c’è però una giovane (o un giovane se si deciderà di impersonare un ragazzo) portatrice di scudi di nome Fenyx. La sua storia ha inizio quando la nave da guerra sulla quale era assegnata, per supportare le truppe greche, viene colta da una tempesta, naufragando sulle coste dell’isola d’oro. Dopo aver ripreso conoscenza, e in seguito alla scoperta che la ciurma con la quale navigava è stata trasformata in pietra da Tifone, la giovane protagonista decide di imbarcarsi in un’impresa disperata: recuperare l’essenza degli dei e, con l’aiuto degli Olimpi, sconfiggere Tifone per riportare la pace nella Grecia.

Sullo sfondo della narrazione della storia di Immortals Fenyx Rising, vi sono Prometeo e Zeus che spiegano le gesta della. Uno cerca di raccontare la storia al meglio delle sue possibilità, mentre l’altro, Zeus, si diverte a modificare lo scorrere degli eventi, a rimembrare avventure passate, ad aggiungere dettagli irrilevanti, creando situazioni comiche azzeccate che ricordano molto lo humor in stile Monty Python. Tutta la storia, quindi, nasce da una scommessa fra Prometeo e Zeus. Il re degli dei, difatti, messo all’angolo dalle gesta di Tifone, si ritrova costretto a chiedere l’aiuto del titano che, prima di acconsentire, gli propone una scommessa. Se Fenyx riuscirà dove gli dei hanno fallito, Zeus lo libererà dalla sua prigionia e lo riaccoglierà nell’olimpo, se invece fallirà, Prometeo lo aiuterà con ogni mezzo a sua disposizione, per contrastare Tifone.

Il tutto si configura come un viaggio tra i miti e le leggende più note, in un’escursione, alla ricerca del malvagio e potente Tifone, che farà la gioia di chi ama la mitologia, ma anche i piccoli rompicapo e i combattimenti. Immortals Fenyx Rising, infatti, si rivela essere una sorpresa proprio per la sua completezza e per la moltitudine di cose da fare.

Ma andiamo a scoprire più da vicino che cosa rende speciale questa produzione di Ubisoft. Il lungo prologo di Immortals: Fenyx Rising , disponibile una volta scelta la difficoltà con cui si vuole partire per questa meravigliosa avventura, serve da tutorial attraverso il quale scoprire le principali meccaniche di gioco. Alcune di queste sono molto semplici e basilari, tipiche dei videogiochi di azione. Sono presenti infatti una barra della vita, che indicherà la salute a disposizione e una barra dell’energia, che permetterà di svolgere azioni come correre, arrampicarsi e planare.

Fenyx potrà infatti contare sulle ali di Dedalo, che si troveranno quasi all’inizio del gioco, per esplorare dall’alto l’intera isola e planare (non volare) da una parte all’altra dell’immensa mappa di gioco. Per difendersi dalla grande quantità di nemici, si avrà a disposizione la spada di Achille (attacco rapido), l’ascia di Atalanta (attacco pesante) e l’arco di Odisseo (attacco a distanza). Ogni arma potrà essere potenziata o sostituita con altri modelli che saranno in grado di donare innumerevoli vantaggi a seconda del proprio stile di gioco.

Agli attacchi fisici si affiancano anche le Abilità Divine, particolari poteri in grado di ribaltare la situazione del gioco con effetti e meccaniche spettacolari. Ciascuna di esse può essere potenziata per ottenere effetti ancora più incisivi che vi serviranno andando avanti con il gioco. Non mancano le abilità dell’eroe come arrampicarsi, nuotare, saltare e molto altro. Abilità che possono, anche in questo caso, essere potenziate per poter nuotare più velocemente, raccogliere più oggetti contemporaneamente e così via. Alcune pozioni e oggetti consumabili potranno restituire a Fenyx salute ed energia oltre che potenziare per breve tempo l’attacco o la difesa dell’Eroe. Gli oggetti consumabili e gli elementi che si potranno trovare all’interno degli scrigni, possono poi essere utilizzati per creare nuove pozioni o potenziare quelle che già si hanno così da poter diventare davvero invincibili. Ovviamente Fenyx potrà contare anche su un’armatura e un elmo che a seconda del tipo potranno garantire potenziamenti e abilità uniche. Ubisoft però oltre alla vasta gamma di equipaggiamenti offensivi e difensivi disponibili ha anche pensato a tutti quei giocatori che amano lo stile del proprio eroe, infatti, proprio per tale ragione sarà possibile equipaggiare le armi e le armature con le qualità migliori senza però rinunciare all’aspetto esteriore.

Proprio per tale motivo pur indossando un determinato set, sarà possibile farlo comparire esteticamente come quello che più piace al giocatore fra quelli raccolti. In soldoni, Fenyx sarà sempre come voi lo vorrete e, trattandosi di un gioco in terza persona, questa feature è davvero apprezzabile. Quello che salta subito all’occhio già dai primi momenti di gioco è la vastità e la bellezza dell’Isola d’oro che mostra moltissimi paesaggi e scorci meravigliosamente realizzati che, a seconda se sia giorno o notte, acquistano un fascino del tutto particolare. Ogni area della mappa è dedicata ad una divinità che riflette la sua essenza nello scenario. La Valle dell’eterna primavera, terra di Afrodite, è caratterizzata da un verde brillante, ricchi boschi e affascinanti paludi in cui flora e fauna sono presenti in modo lussureggiante.

La tana della Guerra invece, terra di Ares, è un brullo terreno in cui giacciono i segni di mille conflitti e corpi inermi di statue e giganti. Ogni zona dell’Isola d’oro custodisce una mastodontica statua della divinità corrispondente che, una volta scalata, permetterà di sbloccare visivamente l’intera zona, un po’ come accade con Assassin’s Creed insomma. Tutta la mappa è costellata di elementi da esplorare, oggetti da collezionare e luoghi di interesse. Tra questi, uno di particolare importanza, è rappresentato dalla Sala degli Dei. Si tratta di un mitico Hub centrale gestito da Ermes, l’unica divinità non ancora intrappolata da Tifone. Qui è infatti possibile potenziare le armi, la salute e la resistenza di Fenyx utilizzando gli oggetti trovati durante l’avventura. Qui sarà anche possibile ottenere nuove missioni e abilità o potenziare quelle che già si hanno.

Per quanto riguarda l’aspetto esplorativo, Immortals Fenyx Rising è un titolo dalla forte componente open world. Essa si rispecchia, oltre che nella vasta mappa a disposizione, anche nella moltitudine di missioni, quest secondarie, sfide da superare e oggetti da collezionare sparsi sulla mappa. Fenyx è in grado di vedere con gli occhi degli Dei (Premendo il tasto analogico destro) e scoprire sulla mappa tutti i punti di interesse che aspettano solo di essere trovati.

Sarà utile infatti arrivare ad un punto molto alto della mappa e avere così una visione più ampia possibile di quello che si ha dinanzi. Tra i molteplici elementi di gioco sulla mappa ci sono diverse tipologie di cose da fare e oggetti da prendere. Gli scrigni del tesoro, ad esempio, si dividono in casse normali, bottini epici, bauli delle armi e scrigni della notte. Tutti questi si trovano in varie aree della mappa, alcuni di questi possono essere aperti solo dopo aver superato determinati puzzle mentre per altri bisognerà uccidere tutti i nemici nei dintorni.

Altra attività è costituita dagli ingressi del Tartaro. Essi sono sparsi per tutta la mappa e non sono altro che dungeon da superare per ottenere una delle saette di Zeus per potenziare Fenyx. Il Tartaro è caratterizzato da alcuni puzzle o arene da combattimento e sarà necessaria grande abilità per superarli. Alcuni di questi, soprattutto nelle fasi più avanzate di gioco, presentano delle meccaniche interessanti e per nulla banali che faranno morire il giocatore molte volte prima di arrivare alla fine del dungeon e ottenere l’ambita ricompensa.

Gli ingressi del Tartaro nascondono sempre almeno una cassa del tesoro al loro interno, e potrà essere chiuso definitivamente solo quando sia la saetts sia gli scrigni saranno conquistati da Fenyx. In ogni caso una volta visitato, l’ingresso al Tartaro potrà essere raggiunto con il viaggio rapido e portato a termine in un secondo momento. Le Sfide di Odisseo sono missioni secondarie in cui sarà necessario mostrare tutta la propria abilità nel Tiro con l’Arco. Oltre al classico attacco rapido a distanza, si potrà infatti scoccare una freccia d’Apollo che può essere controllata dal giocatore stesso così da viaggiare con precisione in una serie di anelli, accendere una torcia, colpire i nemici e molto altro. Le sfide di agilità sono un’altra quest secondaria in cui si deve raggiungere un punto specifico della mappa entro un limite di tempo, correndo, nuotando, cavalcando e planando a grande velocità. Le sfide della costellazione, sono invece un grande puzzle da risolvere in cui bisognerà trovare in un’area relativamente circoscritta una serie di sfere da posizionare su una scacchiera nella posizione giusta raffigurata sul muro dinanzi l’area del puzzle.

Ogni sfera può essere sbloccata dopo aver risolto un mini rompicapo a se, creando un doppio sistema di sfide alcune delle quali abbastanza impegnative. In Immortals Fenyx Rising sono poi presenti alcune missioni che verranno affidate dalle divinità salvate, mentre altre possono essere attivate presso la Sala degli Dei e consisteranno nell’uccidere un certo numero di nemici, aprire degli scrigni, chiudere delle bocche del tartaro e molto altro. Altre quest secondarie vengono attivate automaticamente quando ci si avvicina nell’area della missione. Insomma, come avrete capito questi e molti altri elementi terranno i giocatori impegnati nell’Isola d’oro per molte, moltissime ore e se si vuole raggiungere il completamento al cento per cento bisognerà davvero darsi da fare.

Se, infine, a quanto detto andiamo ad aggiungere la possibilità di addomesticare diversi tipi di cavalcature e la possibilità confrontarsi con di ardui boss leggendari, il numero di contenuti offerto da Immortal Fenyx Rising aumenta ancora garantendo una longevità davvero elevata. Pur essendo pienamente coscienti che la nuova produzione di Ubisoft non reinventi nulla nel panorama del genere open world, non possiamo che affermare che il risultato finale è veramente eccellente. Noi giocando a difficoltà difficile siamo riusciti a completare l’avventura al cento per cento in circa 70 ore di gioco e, a fine gioco viene chiesto se si vuole proseguire caricando il salvataggio prima della “boss fight” o se si vuole ricominciare il gioco da capo in modalità nuova avventura +. Insomma, di carne a cuocere ce ne è davvero tanta e se siete dei completisti, Immortals Fenyx Rising sarà in grado di tenervi impegnati davvero per molto tempo.

Per quanto riguarda il sistema di combattimento, possiamo affermare senza dubbio che l’immediatezza è la vera forza degli scontri. Tutto ruota attorno alle tre tipologie di armi a disposizione (arco, spada e ascia), ognuna delle quali viene a sua volta caratterizzata da una sapiente gestione delle statistiche. Ogni arma, o armatura, che si troverà in game, difatti, non avrà alcun indicatore di potenza ma offrirà dei bonus specifici, che andranno ad agire in delle situazioni particolari. Si potrà rinvenire, ad esempio, un arco che massimizza i danni compiuti a mezz’aria, una spada che aumenti la percentuale di danno eseguita da Fenyx ai nemici unici o un pezzo di armatura che aumenti la barra della stamina ecc… La potenza delle armi, e delle armature, viene gestita globalmente permettendo al giocatore di migliorare un’intera categoria aumentandone il valore offensivo, o difensivo, e aggiungendo nuovi bonus peculiari al raggiungimento di un determinato livello.

Questo sistema favorisce la creazione di build specifiche atte ad affrontare le differenti sfide presenti nell’isola d’oro, non obbligando il giocatore a dover scegliere un equipaggiamento specifico a causa di una richiesta, eccessivamente, esosa in termini di materiali per potenziare un numero maggiore di armi e armature. In merito al combat-system vero e proprio, ci si trova dinanzi al classico schema composto da attacchi leggeri (assegnati alle spade), pesanti (delegati ad asce e martelli), a distanza (garantiti dagli archi) e alle canoniche manovre evasive quali schivata, parata e parry. Un sistema semplice ed efficace, che lascia la buona riuscita di qualsiasi scontro nelle mani del giocatore e della sua capacità di reazione. La totalità degli scontri presenti in Immortals Fenyx Rising, difatti, si basa sulla dinamicità e sulla prontezza di riflessi del giocatore, non vincolando la vittoria alle, sole, “statistiche” della nostra eroina ma permettendo, con il giusto impegno, di affrontare ogni avversario fin dalle prime fasi di gioco. Una piccola menzione d’onore va alla possibilità di controllare, per brevi periodi, le frecce dell’arco potendole guidare su punti specifici del corpo dei nemici, così come poterle sfruttare per risolvere numerosi puzzle ambientali o, semplicemente, analizzare l’area attorno a Fenyx.

Simpatica anche l’implementazione di Fosforo, un cucciolo di fenice che si premunirà di effettuare diverse tipologie di attacchi ad area atti a controllare maggiormente il campo di battaglia. Per quanto riguarda l’aspetto estetico, Immortals Fenyx Rising è una produzione “cross-gen” che si presenta con un comparto grafico ancorato maggiormente alla generazione precedente ma che sfrutta le caratteristiche delle nuove console per offrire prestazioni, ed effettistica, decisamente migliori. Come nelle altre recenti produzioni di Ubisoft, è presente la possibilità di scegliere se prediligere le performance o la resa grafica. In entrambi i casi il gioco mantiene le promesse, garantendo 60 fps e una risoluzione di 4k dinamici in modalità performance, o un’effettistica migliore, unita a una risoluzione lievemente maggiore e a un dimezzamento del framerate, in modalità “risoluzione”.

Lo stile grafico, assolutamente non votato al fotorealismo, però non fa emergere a dovere tutte le minuzie grafiche che si possono ottenere dimezzando gli fps, rendendo la modalità performance, indubbiamente, la migliore per godere di un’esperienza maggiormente reattiva e dinamica. Analizzando poi il comparto artistico di Immortals Fenyx Rising, non possiamo che ritenerci soddisfatti per tutto ciò che abbiamo potuto vedere lungo tutte le ore spese nell’isola d’oro. Le aree di gioco si sono rivelate ispirate nell’architettura, vibranti nei colori, varie nelle ambientazioni proposte e sapientemente realizzate in termini di level design. La caratterizzazione visiva dei personaggi ricalca, perfettamente, lo stile scanzonato della narrazione, così come la costante umoristica, dettata dai continui battibecchi fra Zeus e Prometeo che risultano sempre gradevoli.

Il comparto sonoro fa il suo senza particolari lodi, sia nell’effettistica, sia nelle musiche, che fanno d’accompagnamento. Ciò detto, il lavoro condotto sul doppiaggio in italiano è davvero squisito, con voci azzeccate, sempre credibili e in grado di dare energia e carattere ai personaggi. Tirando le somme, Immortals Fenyx Rising, nonostante sia uscito in un periodo di transizione fra generazioni di console, nonostante sia circondato da diversi titoli tripla A, nonostante non sia stato pubblicizzato come altri videogame concorrenti, a nostro avviso rappresenta uno degli acquisti veramente imperdibili di questo periodo. Una trama leggera, ma ben scritta, una mappa grande, tante cose da fare, un sistema di combattimento ben sviluppato e un comparto grafico ben curato e bello da vedere fanno di questa produzione la vera sorpresa della stagione. A nostro avviso perderlo sarebbe un vero peccato e proprio per questo motivo ci sentiamo di consigliarlo assolutamente. Sia che siate amanti delle sfide, sia che abbiate poco tempo a vostra disposizione, siamo certi che le avventure di Fenyx vi faranno passare ore di gran divertimento fatte di emozionanti avventure in compagnia di dei, mostri mitologici e enigmi fantastici.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 8,5

Longevità: 9

Giocabilità: 9,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

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Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

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Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

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MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

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MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

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