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INCIDENTI CON L’ANTRACE E IL VIRUS INFLUENZALE H5N1 AD ALTA PATOGENICITÀ NEI LABORATORI GOVERNATIVI AMERICANI

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La conferenza stampa del CDC statunitense – Centro per il Controllo e Prevenzione delle malattie – realizzata lo scorso venerdì 11 luglio 2014, senza indugio conferma inaccettabili colpe soprattutto nella mancanza di procedure operative standard, di un adeguato controllo di laboratorio, di un piano di studi approvato, l'uso di tecniche di sterilizzazione per l’inattivazione per l'antrace non approvati e il trasferimento di materiale altamente patogeno senza alcuna conferma della sua inattivazione al di fuori di laboratori incapaci di contenere e manipolare tali prodotti,ha messo a rischio un’intera collettività

di Cinzia Marchegiani

USA –Duro colpo sulla sicurezza nei laboratori governativi americani. Gli incidenti gravi ai laboratori del CDC (Centro per il Controllo e Prevenzione delle malattie) statunitense avvenuti in un arco temporale di due mesi dimostrano la fragilità e l’insicurezza in questi centri di biosicurezza governativi ad alti livelli, dove vengono manipolati batteri e virus letali che rappresentano ormai le nuove armi batteriologiche utilizzate come potenti armi di sterminio dell’uomo. Venerdì 11 luglio 2014 il CDC ha organizzato una conferenza stampa trasmessa sulla IPTV e sul satellite, per spiegare cosa è accaduto. katherine Lyon Daniel, Direttore Associato per la comunicazione al CDC ha subito evidenziato che occorrono misure per migliorare la sicurezza in laboratorio dopo i recenti incidenti di laboratorio. Il Dr. Thomas R. Frieden, direttore del Center for Disease Control and Prevention comincia a spiegare che la potenziale esposizione all'antrace nel laboratorio di CDC a giugno, assieme all’incidente in laboratorio di influenza oltre la scoperta la scoperta dei flaconi etichettati come il vaiolo in un ripostiglio al campus NIH non autorizzato, rivelano che sono stai attuati comportamenti assolutamente inaccettabili. Prima di discutere i dettagli, Frieden denuncia che tali eventi non dovrebbero mai accadere, sicuro che ci sono molte persone che chiedono e mettendo in discussione i laboratori governativi:” Sono deluso da quello che è successo, e francamente, io sono arrabbiato. Il popolo americano dipende da noi 24h al giorno. I nostri scienziati vanno in tutto il mondo per fermare i focolai di malattie infettive, anche gli americani dipendono dal CDC per proteggere la loro salute, i nostri lavoratori devono poter contare su di noi per proteggere la loro salute. Gli americani dovrebbero sapere che vengono applicati i più alti livelli di sicurezza nei nostri laboratori e in tutto il nostro lavoro. I nostri laboratori, i nostri scienziati di laboratorio sono un tesoro nazionale. Siamo in sostanza il laboratorio di riferimento per il mondo”.

Thomas Frieden ricorda che il CDC è attivo in tutto il mondo e ultimamente, sono stati molto impegnati all’estero con la MERS in Arabia Saudita, dove stanno aiutando a contenere l'epidemia, o l’Ebola in Africa occidentale dove hanno mandato squadre contribuendo a fermare anche una nuova malattia trasmessa dalle zanzare, la Chikunguny:”i tre incidenti avvenuti non dovrebbero mai accadere. Quando qualcosa di simile accade qui, desta molta preoccupazione. L’America è stata oggetto di gravissimi episodi che hanno minato la sicurezza dei laboratori altamente specifici che detengono materiale altamente letale.” Il primo episodio risale al 5 giugno 2014 quando uno scienziato di laboratorio ha commesso un grave errore. Il rapporto descrive le specifiche dell'incidente avvenuto al livello del laboratorio di biosicurezza 3 (BSL3) presso CDC mentre si preparavano dei campioni di B. anthracis per poterli destinarli all'utilizzo a livello di biosicurezza più bassi (cioè, BSL 2) in altri laboratori CDC dove non sono ammessi batteri vivi per la ricerca. In questo caso, il laboratorio ha utilizzato una procedura che non inattivava adeguatamente e totalmente i campioni, i quali invece “potenzialmente infetti“ sono stati spostati e poi utilizzati per la sperimentazione in laboratori di biosicurezza di livello inferiore, dove non sono stati indossati i dispositivi adeguati di protezione individuale durante la manipolazione del materiale. Due laboratori, uno alla CDC e l'altra presso il Dipartimento Michigan della Sanità della Comunità, hanno condotti gli stessi esperimenti per determinare l'efficacia della suddetta procedura di estrazione delle proteine acido/acetonitrile formico per inattivare B. anthracis. Entrambi i laboratori hanno scoperto che la procedura di estrazione utilizzata, anche se forniva preparazioni inattivati di cellule B. anthracis dopo 10 minuti, in presenza di spore di B. anthracis dopo 24 ore di trattamento con i prodotti chimici di estrazione, si è verificato che un numero molto piccolo di spore non venivano inattivate.

Risultato di certo non inaspettato poiché le spore batteriche sono in genere molto più resistenti alla inattivazione chimica di cellule batteriche. Dopo aver riconosciuto l'incidente, dai test ambientali per B. Anthracis eseguiti nei tre CDC BSL-2 laboratori che avevano ricevuto i campioni dalla BSL-3 laboratorio non è stata trovata alcuna evidenza di contaminazione ambientale. La conferenza senza indugio conferma le colpe soprattutto la mancanza di procedure operative standard, la mancanza di un adeguato controllo di laboratorio, di un piano di studi approvato, l'uso di tecniche di sterilizzazione non approvati per l'antrace e il trasferimento di materiale altamente patogeno, senza alcuna conferma della sua inattivazione, al di fuori di laboratori incapaci di contenere e manipolare tali prodotti, mettendo a rischio un’intera collettività. Frieden consapevole dei fatti di inaudita gravita continua la propria relazione: ”C’è stata una mancanza di conoscenze scientifiche in questo laboratorio sull’inattivazione delle cellule dell’Antrace poiché ci sono tabella della letteratura pubblicati che hanno dimostrato e indicato che il metodo utilizzato non era perfetto. Questo laboratorio ora è chiuso, e rimarrà chiuso fino a quando non sarà completamente rivisto e fino a quando il dr Mike Bell e il suo gruppo raccomanderà la sua riapertura, faremo tutto quanto umanamente possibile per assicurare che questo errore non accada di nuovo”. Frieden illustra il secondo incidente collegato al ceppo dell’influenza, descritto come quello più angosciante dei tre episodi essenzialmente per due motivi, in primis perché è successo nel loro laboratorio di influenza e poi perché è successo sei settimane fa mentre e ha acquisito l’incidente da solo due giorni:” Mercoledì 9 luglio 2014 abbiamo appreso di un altro evento al CDC. Il nostro laboratorio di influenza stava preparando un ceppo meno dannoso di influenza animale per la spedizione a un laboratorio partner. Nel processo, senza saperlo, sono stati contaminati con il ceppo di influenza H5N1 ad alta patogenicità. Di conseguenza, quando il campione è stato inviato al Dipartimento del laboratorio dell'Agricoltura degli Stati Uniti per la ricerca che stavano facendo sulla bassa patogenicità, il ceppo influenzale, che doveva essere relativamente sicuro, è stato analizzato e accorgendosi che non si comportava come un ceppo a bassa patogenicità hanno fatto i test e identificato che è stato contaminato con il virus H5N1. Notificato di ciò, il personale del laboratorio CDC ha fatto il test che purtroppo ha confermato che il campione inviato era stato contaminato. Stiamo ancora solo all'inizio dell'inchiesta, il lavoro è stato fatto in una stanza, ciò porta ad alcune prime ipotesi su ciò che potrebbe essere successo.” La conferenza continua spiegando il ritrovamento delle fiale di virus del vaiolo in un laboratorio della NIH non autorizzato, dove l'incidente è stato segnalato al gruppo di vertice, di cui l’Osservatore d’Italia aveva già dato notizia la scorsa settimana www.osservatoreitalia.it/index.asp?art=1388 Un’equipe di scienziati il 7 luglio hanno lavorato tutta la notte per verificare se il DNA era presente tramite il test PCR, il materiale è stato poi iniettato in materiali speciali per vedere se era ancora vivo, e giovedì 10 luglio 2014 è stato verificato che due dei sei flaconi hanno mostrato evidenza di crescita: ”I nostri scienziati hanno nuovamente ripetuto il test PCR in un nostro laboratorio contenimento, un impianto BSL-4 e determinato che la crescita è davvero associata al virus del vaiolo. Abbiamo già iniziato il processo per analizzare l'intera sequenza genetica del virus che può richiedere fino a due settimane dove vedremo se le rimanenti quattro fiale mostreranno evidenza di crescita. Abbiamo monitorato la crescita e sequenziato il genoma, distruggeremo le fiale e tutto il materiale della cultura di questi materiali. Questo è ciò che si sarebbe dovuto fare un paio di decenni fa, e questo è quello che sarà fatto ora, e abbiamo invitato i rappresentanti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità come testimone della distruzione. Chi ha creato queste fiale non lo ha fatto per cattiveria. Furono creati nel 10 febbraio del 1954, questo era prima eradicazione del vaiolo. Il problema non è nella creazione di materiali patogeno, ma nel controllo del magazzino che non ha garantito per decenni la si sicurezza.”


La conferenza stampa fa luce su questi gravi incidenti che servono come un avvertimento, poiché i protocolli adottati ad ora non hanno garantito la sicurezza e l’incolumità sia del personale che dei civili. Frieden in tal senso annuncia importanti misure di sicurezza tese a cambiare le regole per la sicurezza di questi laboratori governativi CDC, poiché la cultura della sicurezza laboratorio deve migliorare:
1) istituita la moratoria sul materiale biologico dei BSL-3 e BSL-4 laboratori, dove verranno valutati laboratorio per laboratorio prima di riaprire; 2) nominato il dottor Michael Bell Direttore del Laboratorio di Sicurezza che sarà il punto unico di responsabilità per migliorare tutti i protocolli, le pratiche e le procedure di sicurezza del laboratorio, e stabilito un gruppo di lavoro ad alto livello presieduto sempre dal dottor Bell, che riferirà allo stesso Thomas Frieden per accelerare il miglioramento della sicurezza in laboratorio; 3) sarà esaminata la procedura in ogni laboratorio che detiene qualsiasi agente patogeno pericoloso CDC in merito alla questione generale della inattivazione dei campioni di batteri o virus che devono essere trasferiti al di fuori dei laboratori di massima sicurezza; 4) processo di creazione di un gruppo consultivo esterno che farà parte del comitato consultivo; 5) un'inchiesta per determinare le cause profonde che hanno innescato il processo di contaminazione del virus H5N1 nel laboratorio di influenza; 6) bonificare la segnalazione degli incidenti attraverso i canali più appropriati, laCDC ha segnalato l'incidente attraverso i canali propri della selezione organo di vigilanza agente, servizio d'ispezione del dipartimento dell'agricoltura che è conosciuta come APHIS; 7) un gruppo di revisione sotto la direzione del Direttore Associato per la Scienza per prevenire gli eventuali eventi in futuro. Questa revisione sarà fatta in collaborazione con l'indagine interna e in coordinamento con il gruppo di lavoro esterno; 8) in risposta agli incidenti in futuro si utilizzeranno sistemi di gestione come quello che si usa per eventi esterni; 9) richiedesta l'azione disciplinare appropriata per ogni membro del personale che consapevolmente partì da protocolli di sicurezza o di laboratorio che non hanno segnalato tempestivamente; 10) analizzate le implicazioni insite nella selezione degli agenti patogeni virulenti e più in generale, non solo all'interno CDC ma in tutta la comunità scientifica anche in funzione interna di regolamentazione al CDC, dove c’è una unità chiamata Divisione di selezionare gli agenti e tossine.


Il dr Michael Bell rispondendo ad una domanda spiega che sono preoccupati soprattutto per la segnalazione degli eventi che deve essere rapida:” Occorre una comprensione della catena di comunicazione. Il lavoro di sicurezza non è mai completo. Continueremo a innovare. Saremo continuamente indirizzati ad accedere alle nuove tecnologie. Ci saranno nuove malattie. E questo è parte del lavoro che facciamo nella salute pubblica per mantenere la sicurezza e crescere con la scienza in modo che possiamo assicurare che ciò che facciamo non danneggia nessuno che sta facendo il lavoro o si trova nelle vicinanze.”
Thomas Frieden conclude la conferenza stampa anticipando che il dottor Bell e il suo gruppo di lavoro affronterà la formazione del personale, poiché si deve imparare dagli errori passati:” voglio finire riassumendo quello che abbiamo superato: tre incidenti, due a CDC e uno a NIH, ma questi incidenti hanno rivelato a noi una serie inaccettabile di pratiche al CDC. Come risultato di ciò, abbiamo subito smesso di spedire tutti campioni di laboratorio dai nostri laboratori elevato contenimento, BSL-3 o BSL-4. Abbiamo stabilito un unico punto di responsabilità, e vedremo ogni aspetto della sicurezza in laboratorio con un focus laser. Prenderemo le opportune misure disciplinari dopo la ricerca su ciò che è realmente accaduto in questi due incidenti. Il mondo in cui viviamo, continuano a diffondersi le malattie in natura ma anche usate come armi contro l’intera popolazione, quindi dobbiamo fare questa ricerca, ma dobbiamo farla in modo sicuro.”

Gli incedenti ai laboratori governativi statunitensi fanno emergere l’assoluta fragilità delle tecniche di sicurezza finora approvate ed eseguite, facendo precipitare nel vuoto le certezze che la scienza è sempre tesa a dimostrare, col senno del poi si scopre che tali fatali errori, mitigati dal fato, avrebbero seminato pandemie create questa volta dalla sprovveduta incapacità dell’uomo di contenere potenti queste armi letali….Tutto ciò dimostra come è labile la sicurezza del pianeta, la sicurezza del futuro.

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Israele: imminente l’attacco sull’Iran

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Netanyahu: “Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”

A poco meno di 48 ore dalla pioggia di droni e missili arrivati sul territorio dello Stato ebraico, il governo di Benyamin Netanyahu sembra aver fatto la sua scelta, mentre Teheran – che ha già messo in stato di massima allerta le sue difese aeree – ha ammonito che l’eventuale azione armata di Israele stavolta “avrà una risposta molto dura”.

Quattro funzionari statunitensi hanno dichiarato però alla Nbc News che un’eventuale risposta israeliana all’attacco iraniano sarà di portata limitata e riguarderà probabilmente attacchi contro armamenti militari iraniani e agli alleati al di fuori dell’Iran. Poiché l’attacco iraniano non ha provocato morti o distruzioni diffuse, secondo i funzionari americani, Israele potrebbe rispondere con una delle sue opzioni meno aggressive: una di queste potrebbe includere attacchi all’interno della Siria.

I funzionari non si aspettano che la risposta prenda di mira alti funzionari iraniani, ma che colpisca le spedizioni o le strutture di stoccaggio con parti di missili avanzati, armi o componenti che vengono inviati dall’Iran a Hezbollah. L’emittente specifica che la valutazione degli Stati Uniti si basa su conversazioni tra funzionari statunitensi e israeliani avvenute prima che l’Iran lanciasse più di 300 droni e missili contro Israele: mentre Israele si stava preparando per l’attacco iraniano la scorsa settimana, i funzionari israeliani hanno informato gli omologhi Usa sulle possibili opzioni di risposta.

L’operazione verso cui si sta dirigendo Israele si scontra inoltre con la forte opposizione Usa e di quella degli alleati che l’hanno affiancato nell’abbattere il 99% dei proiettili lanciati da Teheran. Joe Biden, che aveva frenato la reazione israeliana nelle prime ore, ha ribadito chiaramente che “occorre evitare un’escalation in Medio Oriente” ricevendo il primo ministro iracheno alla Casa Bianca. Mentre il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, dopo che erano filtrate indiscrezioni su un possibile coordinamento tra Gerusalemme e Washington, ha chiarito che “il governo israeliano deciderà da solo se ci sarà e quale sarà la risposta” all’affronto iraniano.

“Gli Stati Uniti non sono coinvolti”, ha sottolineato Kirby, definendo poi “uno spettacolare fallimento” l’offensiva di sabato di Teheran, quasi a blandire l’alleato israeliano, smentendo peraltro che Teheran “avesse fornito agli Usa tempi e target” dei raid. “Non c’è altra scelta se non quella di rispondere all’attacco di Teheran”, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. E anche il comandante dell’Idf, Herzi Halevi, ha confermato che “la risposta ci sarà”. “Il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta”, ha avvertito.

Se la reazione armata appare a questo punto scontata, cruciale sarà capire come reagirà Teheran. Il gabinetto di guerra – che al dossier Iran ha già dedicato due riunioni e un’altra è in programma martedì – sta studiando “diverse opzioni”. Ognuna delle quali, è stato spiegato, rappresenta “una risposta dolorosa” per gli iraniani, senza tuttavia rischiare di scatenare “una guerra regionale”. Nel ristretto gruppo di ministri – da Netanyahu a Gallant a Benny Gantz – che deve prendere la decisione, l’obiettivo è quello di scegliere un’opzione che “non sia bloccata dagli Usa” e che rientri in una strada praticabile. Israele, fanno notare molti analisti anche in patria, non può ignorare del tutto le preoccupazioni degli Stati Uniti e degli altri alleati occidentali su un’escalation che avrebbe conseguenze devastanti per la regione e non solo.

Così i vari scenari vanno da un contrattacco diretto sul territorio iraniano a operazioni che colpiscano gli alleati del regime degli ayatollah nella regione fino ad azioni mirate sui capi delle Guardie rivoluzionarie. Nella prima ipotesi, la più pericolosa, nel mirino potrebbero finire addirittura i siti legati al nucleare iraniano il cui programma, secondo il premier britannico Rishi Sunak, “non è mai stato a uno stadio così avanzato”.

L’Iran da parte sua ha messo in guardia Israele. “L’attacco limitato di sabato sera – ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian in un colloquio telefonico con l’omologo russo Serghei Lavrov – mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà affrontare una risposta molto più forte”. 

Netanyahu, Iran dovrà aspettare nervosamente nostra risposta

L’Iran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare lo stesso a Israele”. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu ad una riunione dei ministri del Likud. Poi ha aggiunto – secondo la stesse fonti – “Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”.

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Russia, Evgenya Kara-Murza: “Putin va fermato”

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“La Russia ha un unico ed enorme problema interno ed è il regime di Putin.

Tutto il resto proviene a cascata da questo” perciò “Putin va fermato. L’unica garanzia di pace e stabilità per il nostro continente è una Russia democratica”. A parlare, in un’intervista esclusiva al Festival Internazionale del Giornalismo 2024 anticipata all’ANSA, è Evgenya Kara-Murza, moglie di uno dei più noti politici d’opposizione in Russia, Vladimir Kara-Murza, dall’aprile 2022 in carcere dove sta scontando una condanna a 25 anni di reclusione con l’accusa di vilipendio alle forze armate e alto tradimento.“Mio marito è sopravvissuto a ben due agguati, nel 2015 e nel 2017, da parte del gruppo di spionaggio Fsb (i servizi segreti russi, ndr), una banda di criminali al servizio del governo russo, implicati anche nell’avvelenamento con il Novichok”, racconta la moglie dell’oppositore che ha dovuto rinunciare alla sua partecipazione in presenza al Festival di Perugia, in programma dal 17 al 21 aprile. Nella video intervista, che sarà trasmessa sabato 20 aprile, Kara-Murza racconta di non vedere il marito dal giorno del suo arresto nell’aprile 2022: “Mi è stato concesso di parlargli al telefono solo un paio di volte. L’ultima a dicembre per soli 15 minuti. Abbiamo tre figli e ho lasciato che parlassero con il padre per cinque minuti ciascuno. Non ho scambiato nemmeno una parola con lui perché non volevo togliere tempo prezioso ai suoi figli”. La donna è un fiume in piena e le accuse a Mosca sono dirette e circostanziate.

“Questa è un’autentica tortura psicologica che il regime utilizza nei confronti di chi rifiuta di rimanere in silenzio di fronte alle atrocità del governo russo e denuncia la guerra in Ucraina. Il regime di Putin ha rispolverato tutto l’intero arsenale della macchina repressiva sovietica, incluso l’uso di punizioni psichiatriche. Vuol dire che oppositori e dissidenti possono essere rinchiusi con la forza in cosiddetti ‘ospedali psichiatrici’ ed essere sottoposti a trattamenti psichiatrici contro la loro volontà”. Evgenya Kara-Murza non nasconde la sua preoccupazione per la salute del marito che ha perso 25 kg da quando è in carcere. Dallo scorso settembre è rinchiuso in una cella di isolamento nota con le sue iniziali russe come EPKT. La cella di sei metri quadrati ha un solo sgabello, una piccola finestra chiusa da sbarre e un letto che si ripiega nel muro durante il giorno. Nessuna possibilità di comunicare con l’esterno, neanche tramite lettere. “L’obiettivo del regime di Putin – spiega Kara-Murza – è quello di isolare gli oppositori dal mondo. Di farli sentire soli e dimenticati. Per questo è importante continuare a parlare di loro, che i nomi dei dissidenti russi e che le loro storie siano conosciuti”.

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Zaporizhzhia, Aiea: rischio di un grave incidente nucleare

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Gli “attacchi sconsiderati” alla centrale nucleare di Zaporizhzhia “aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare e devono cessare immediatamente”: lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi, come riferisce l’Agenzia stessa.

L’attacco di ieri alla centrale rappresenta “una chiara violazione dei principi fondamentali per la protezione della più grande centrale nucleare d’Europa”, ha aggiunto. 

Ieri l’Aiea ha confermato che “le principali strutture di contenimento dei reattori della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia hanno subito ieri almeno tre attacchi diretti”.

E’ il primo caso del genere “dal novembre 2022 e dopo aver stabilito i 5 principi di base per evitare un grave incidente nucleare con conseguenze radiologiche”, ha detto Grossi.

“Nessuno può in teoria trarre beneficio o ottenere alcun vantaggio militare o politico dagli attacchi contro gli impianti nucleari – continua Grossi in un post sul suo account X -. Faccio appello fermamente ai responsabili militari affinché si astengano da qualsiasi azione
che violi i principi fondamentali che proteggono gli impianti nucleari”.

Poco prima l’Aiea aveva dichiarato che “attacchi di droni hanno causato un impatto fisico su uno dei sei reattori dell’impianto e una vittima”, specificando che “i danni all’unità 6 non hanno compromesso la sicurezza nucleare ma si tratta di un incidente grave che potrebbe minare l’integrità del sistema di contenimento del reattore. 

 I responsabili dell’impianto, sotto controllo russo, hanno denunciato che “droni ucraini hanno attaccato la centrale nucleare di Zaporizhzhia” e questi raid hanno “danneggiato un camion parcheggiato vicino alla mensa”. Da parte sua, il governatore ucraino Ivan Federov ha detto che l’esercito russo ha bombardato con missili Grad Gulyaipole la regione di Zaporizhzhia, uccidendo tre civili nella stessa abitazione.

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