INFERMIERA ACCUSATA DI AVER UCCISO 13 PERSONE A PIOMBINO, RIMANE IN CARCERE

di Angelo Barraco

Livorno – Fausta Bonino, 55 anni, l’infermiera accusata di aver ucciso con l’eparina 13 pazienti all’ospedale di Piombino, resta in carcere. La decisione è stata presa dal gip di Livorno Antonio Pirato, respingendo la richiesta di scarcerazione e di detenzione ai domiciliare, che aveva avanzato la difesa. Il gip ha quindi confermato l’arresto in mancanza di nuovi elementi. La donna continua ad urlare la sua innocenza dal carcere “Tiratemi fuori, non sono stata io”, il suo Avvocato inoltre aggiunge “La mia assistita è innocente ed è molto provata e ci chiede di fare tutto il possibile” e in merito alla decisione presa dal gip ha annunciato ricorso. Le indagini proseguono senza sosta, la Procura sta provvedendo nell’interrogare i parenti delle 13 persone decedute per emorragia e finite sulla “lista nera” dell’Ospedale di Piombino. Sull’infermiera pende la terribile accusa di omicidio continuato aggravato a danno di 13 pazienti. I fatti contestati sono avvenuti nel 2014 e nel 2015, nei confronti di pazienti  con diverse patologie, ricoverati nel reparto di terapia intensiva. Gli anomali decessi si sarebbero arrestati nel momento in cui i Carabinieri hanno spinto l’Asl a trasferire l’infermiera in un altro reparto. L’indagine ha avuto il suo inizio da una segnalazione per una morte inspiegabile a seguito di emorragie diffuse che non erano collegabili alle patologie di cui era affetto in paziente. L’eparina, oltre ad essere un anticoagulante, è un farmaco che non era nella lista dei farmaci da somministrare a quei pazienti. In seguito al trasferimento dell’infermiera, il tasso di mortalità è sceso dal 20% al 12%, gli inquirenti stanno indagando anche al periodo antecedente al 2014-2015. E’ stata sentita dal gip in merito ai fatti contestati, si è mostrata sicura di se e non ha mostrato segni di cedimenti ne tantomeno vacilli emotivi. Il gip Pirato le ha contestato il suo essere sempre presente nei 13 strani decessi e nel suo tentativo di deviare le indagini, il suo avvocato ha risposto “lei era l’unica che non faceva i turni di notte e dunque era più presente in reparto rispetto agli altri colleghi. Comunque alcune morti sono avvenute mentre la signora Bonino era a riposo”.