ISERNIA, DIGA: I SINDACI DI PESCOLANCIANO E CHIAUCI ALL'ATTACCO
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Tempo di lettura3minuti "Siamo pronti insieme al popolo dell’Alto Molise a manifestare, non tolleriamo più il menefreghismo della politica, indipendentemente dal colore politico. Vogliamo atti concreti"
Un “trasferta” a Roma, quella avvenuta l’atro giorno da parte dei sindaci di Chiauci e Pescolanciano, i due comuni che ricadono nel territorio del bacino lacustre dell’invaso della diga di Chiauci (da circa trent’anni sbarra la strada al fiume Trigno), ma che a oggi è tuttora un’opera incompiuta, che ha avuto come aspetto positivo l’interessamento della questione da parte dell’ente pubblico preposto, finora non ancora coinvolto direttamente. D’altro canto, gli amministratori tornano dall’incontro con il Responsabile, consci del fatto che la soluzione non è certo, oggi, a portata di mano, e dovranno ancora lottare molto per vedere riconosciuti i diritti del territorio. È in sintesi la reazione che hanno avuto i sindaci dei due paesi, comuni dell’Alto Molise. Insieme stanno lottando contro la burocrazia e le inefficienze che hanno determinato la situazione di stallo per il completamento della Diga. Sebbene, in questi ultimi giorni anche la Rai locale abbia riportato all’opinione pubblica le strette carenze infrastrutturali necessarie per il completamento dell’opera, per capire meglio la realtà i sindaci hanno rivolto domande chiave al dirigente pubblico in nome delle problematiche esistenti da decenni nell’Alto Molise.
“La Diga di Chiauci nell’Alto Molise è una struttura strategica per la promozione turistica e per il rilancio dell’economia, il non completamento sarebbe un attacco mirato alle potenzialità rappresentate da un patrimonio ricco di attrattive culturali e naturalistiche uniche nel territorio. Siamo amareggiati e delusi nel constatare, come a oggi, chi avrebbe potuto e dovuto operare per risolvere i problemi connessi alla piena fruizione dell’opera non abbia fatto nulla.” È quanto dichiarano i sindaci dei comuni di Pescolanciano e Chiauci, a seguito dell’incontro ufficiale che si è tenuto a Roma giovedì scorso, con il direttore generale dell’«Ufficio Dighe», dott. Cinelli, presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
“È stato fondamentale andare direttamente da chi ricopre il ruolo di controllo delle dighe presenti in Italia. In un’ora di colloquio con il Direttore Generale – commenta il sindaco di Pescolanciano, dott. Domenico Padula – abbiamo avuto la conferma che le risorse finanziarie per l’opera e che avrebbero dovuto essere messe in campo dalla regione Abruzzo praticamente sono inesistenti, l’assunzione di decisioni di carattere politico sono chiare, non c’è stata un’azione in questi ultimi anni in grado di rendere protagonista la Diga di Chiauci. Vorrei ricordare – sottolinea Padula – come nell’estate del 2014 abbia rivolto una richiesta al governo Renzi, per far destinare 25 milioni di euro delle risorse finanziarie totali dell’allora decreto “Sblocca Italia”, per ultimare la diga di Chiauci e il lago di Pescolanciano (circa 69 milioni di euro del decreto, convertito successivamente in legge, n°164 del 11 novembre del 2014, sono stati destinati alla regione Abruzzo)”.
“Adesso non ci resta che attendere la visita del governatore dell’Abruzzo, D’Alfonso. Lo avevo contattato prima della riunione che si è tenuta al ministero – afferma il sindaco f.f. di Chiauci, Domenico Di Pilla – e mi aveva promesso che entro ottobre sarebbe venuto a Chiauci, anche per rendersi conto della grave situazione che si è creata. Ma non solo. Dopo quanto abbiamo appreso, vogliamo conoscere le reali intenzioni riguardo questo progetto. La fase di sperimentazione non può durare in eterno, il bacino di Vasto può trarre solo vantaggio dal completamento dell’invaso, per cui la regione Abruzzo non può traccheggiare a scapito dei nostri territori che subiscono conseguenze non dipendenti dalla nostra azione. L’auspicio – continua Di Pilla – è che anche il Presidente Frattura sia presente all’incontro e che solleciti con estrema trasparenza le azioni da intraprendere per i suoi cittadini, minacciati anche per le possibili conseguenze della salute pubblica”.
“Il territorio dell’Alto Molise – ribadiscono congiuntamente gli amministratori – chiede la dovuta attenzione, la stessa riservata dalla Regione Abruzzo per la programmazione delle altre opere ricadenti nel suo territorio regionale. Deturpare un gioiello della natura, come questo, senza ultimare la chiusa, dimostrerebbe chiaramente come la gestione della cosa pubblica sia servita ai politici per l’altare dei tagli, sacrificando la buona volontà degli amministratori locali. La valle della Diga è ora un cratere pieno di melma. Ora siamo arrivati all’apice di questa «beffa», procrastinata da circa trent’anni. Metteremo in atto tutte le azioni possibili per far destinare la cifra necessaria all’ultimazione della diga, un’opera pubblica che è costata alla collettività svariati milioni di euro. Se non ci saranno risposte immediate – concludono i due sindaci – siamo pronti insieme al popolo dell’Alto Molise a manifestare, non tolleriamo più il menefreghismo della politica, indipendentemente dal colore politico. Vogliamo atti concreti.”
La figura di Mario Draghi, che ieri ha sferzato l’Europa chiedendo un cambiamento radicale e ha fatto irruzione nelle Europee spiazzando i partiti, accende il dibattito in vista del voto Ue di giugno.
Per il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, “Draghi ha centrato il punto nello stressare il fatto che alcune delle nostre politiche sono state disegnate 20, 30 anni fa e in questi anni il mondo è cambiato.
La competitività è stato un fatto soprattutto interno all’Ue ma non abbiamo affrontato l’argomento dal punto di vista della competitività nel contesto globale. Necessitiamo di una politica industriale assertiva, ed è per questo che il cambiamento radicale a cui fa riferimento Mario Draghi si sta gradualmente verificando ma è assolutamente necessario”.
“Mi spiace deludervi ma a livello di leader non stiamo ancora parlando delle cariche di vertice dell’Ue, perché non sappiamo quale sarà il risultato delle elezioni europee e perché in alcuni Paesi si devono tenere le elezioni nazionali, dunque ci sono troppe incognite: il vero dialogo inizierà a giugno”, ha detto la premier estone Kaja Kallas rispondendo alla domande se le quotazioni di Mario Draghi, dopo il discorso di ieri, siano salite. “Detto questo Draghi mi piace molto”, ha aggiunto.
“Ho molto rispetto per Mario Draghi ma non voglio interferire in vicende italiane o altro. Lo rispetto molto, questo è quanto ho da dire”, ha affermato il premier ungherese Viktor Orban, rispondendo alle telecamere di La7, a margine della conferenza delle destre in corso a Bruxelles. Parlando sul tentativo di ieri di far sospendere la conferenza da parte dell’amministrazione comunale di Saint-Josse, Orban ha poi commentato: “sono contento di essere qui, oggi siamo qui al confine tra libertà e tirannia”.
Stoccate all’ex premier arrivano dal ministro Matteo Salvini, nel suo libro “Controvento”. di cui vengono anticipati stralci in attesa della presentazione a Milano il 25 aprile. Il leader della Lega definisce “sconcertanti” alcuni ministri scelti da Draghi per il suo esecutivo. Draghi – dice ancora Salvini – “ci rassicurò ma non fece nulla per la pace fiscale”.
Un servizio fondamentale per chi è colpito da ictus
Presentata l’Unità Trattamento Neurovascolare (UTN) dell’ospedale dei Castelli (ODC). Un reparto di terapia subintensiva dotata di 5 posti letto, strumentazione tecnologica e diagnostica di alto profilo e ad alta intensità di cura destinata ad accogliere pazienti affetti da lesioni cerebrovascolari acute, di natura ischemica o emorragica.
Il nuovo servizio si inserisce nella rete dell’Emergenza tempo-dipendente della Regione Lazio come unità di I livello che ha come riferimento la UTN di II livello del Policlinico Tor Vergata.
A sua volta l’Ospedale dei Castelli rappresenta la struttura di riferimento per l’ictus acuto per l’ospedale di Velletri.
Presenti il Commissario Straordinario Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli, il Direttore Sanitario Asl Roma 6 dott. Vincenzo Carlo La Regina, il Direttore Medico di Presidio (Odc) dott. Daniele Gentile, il Dr Fabrizio Sallustio Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli, il Dr Carlo Capotondi direttore UOC Radiologia Diagnostica ed Interventistica, la Dr.ssa Carla Giancotti direttore UOC Anestesia e Rianimazione oltre ai sindaci di diversi Comuni, istituzioni, autorità militari, civili e religiose. La presentazione ha visto anche la partecipazione di diversi sindaci del territorio e del sindaco di Lanuvio e deputato della Repubblica Andrea Volpi.
“Il nuovo reparto UTN – dichiarano il Commissario Straordinario Marchitelli insieme al Direttore Sanitario La Regina – rappresenta un servizio fondamentale dove ogni giorno si compiono gesti straordinari per salvare vite. La sua apertura è un tributo all’impegno verso il miglioramento della salute pubblica e alla dedizione del personale medico, che con professionalità, impegno e cuore si adopera per offrire cure di altissimo livello. Innovazione e dedizione alla cura delle persone sono tra i pilastri cardine che ci permettono di continuare a fare importanti passi insieme per la comunità”.
A inizio 2024, all’UTN e a tutto l’Ospedale dei Castelli è andato il premio di centro ictus “Diamond” conferito dal gruppo ISA (Italian Stroke Association)-Angels (società deputata all’implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici dell’ictus in Europa).
L’UTN rappresenta un reparto in cui operano, in un modello di multidisciplinarietà, diversi professionisti tra cui neurologi vascolari ossia con esperienza nella diagnosi e cura delle patologie cerebrovascolari, infermieri dedicati, fisioterapisti, logopedisti, dietisti.
“Uno degli obiettivi principali dell’UTN – dichiara il Dr Fabrizio Sallustio, Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli – è ridurre i tempi di intervento in caso di emergenza neurovascolare. Grazie alla presenza di personale esperto e all’infrastruttura specializzata, i pazienti possono ricevere trattamenti cruciali in modo tempestivo senza doversi spostare a Roma con il rischio di gravi conseguenze e complicazioni a lungo termine. Inoltre, l’approccio multidisciplinare del reparto consente di valutare ogni caso in modo completo, individuando le migliori strategie terapeutiche per ciascun paziente”.
Tanto più lunga è l’occlusione arteriosa tanto più esteso è il danno cerebrale che ne deriva. Dal 2023 infatti, a seguito dell’evidenza di tempi di trasferimento ben oltre le 2 ore per i pazienti che, candidati alla trombectomia meccanica, venivano trasferiti a Tor Vergata per effettuare la procedura endovascolare, di comune accordo con la Radiologia Interventistica, coordinata dal Dr Carlo Capotondi e dal responsabile della team di radiologi interventisti dr Daniel Konda e il reparto di Terapia Intensiva, coordinata dalla dr.ssa Carla Giancotti e dal responsabile del reparto dr.ssa Simona Straffi, si è deciso di trattare questi pazienti direttamente presso l’Ospedale dei Castelli. Ad oggi tale scelta è stata premiata dai risultati in termini di esito clinico che attestano una percentuale di pazienti a medio-termine con indipendenza funzionale e autonomi (56%), nessuna disabilità (43.5%), disabilità moderata ma in grado di spostarsi autonomamente (18%), (disabilità grave 10%) (mortalità 12%).
L’aspettativa di vita è un indicatore chiave della salute di una popolazione e può variare notevolmente tra i diversi paesi del mondo. Ecco un confronto tra l’aspettativa di vita in Italia e in altre regioni del mondo:
Italia: Negli ultimi anni, l’aspettativa di vita in Italia è stata generalmente alta, sebbene ci siano variazioni tra regioni e gruppi demografici. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), nel 2020 l’aspettativa di vita alla nascita in Italia era di circa 83 anni per gli uomini e 86 anni per le donne.
Resto dell’Europa: L’aspettativa di vita in molti paesi europei è simile o leggermente superiore a quella italiana. Ad esempio, in Francia e in Spagna, l’aspettativa di vita alla nascita è di circa 82 anni per gli uomini e 86-87 anni per le donne. Alcuni paesi nordici come Svezia e Norvegia hanno aspettative di vita ancora più alte.
Stati Uniti: L’aspettativa di vita negli Stati Uniti è generalmente inferiore rispetto a molti paesi europei e all’Italia. Nel 2020, l’aspettativa di vita alla nascita negli Stati Uniti era di circa 76 anni per gli uomini e 81 anni per le donne, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Tuttavia, è importante notare che l’aspettativa di vita negli Stati Uniti può variare notevolmente tra gruppi demografici e geografici.
Asia: In molti paesi asiatici, l’aspettativa di vita è aumentata rapidamente negli ultimi decenni, ma può ancora essere inferiore rispetto a quella dei paesi occidentali. Ad esempio, in Giappone, noto per la sua longevità, l’aspettativa di vita alla nascita è di circa 84 anni per gli uomini e 88 anni per le donne.
Africa: L’aspettativa di vita in Africa varia notevolmente da paese a paese e può essere influenzata da fattori come la povertà, l’accesso ai servizi sanitari e le condizioni socioeconomiche. In generale, l’aspettativa di vita in molti paesi africani è inferiore rispetto a quella dei paesi sviluppati, con alcune eccezioni come il Nord Africa e i paesi dell’Africa meridionale.
In sintesi, l’aspettativa di vita in Italia è generalmente alta e confrontabile con quella di molti altri paesi europei, mentre può essere più elevata rispetto a quella degli Stati Uniti e di alcuni paesi in via di sviluppo. E’ comunque importante considerare una serie di fattori che possono influenzare l’aspettativa di vita, tra cui l’accesso ai servizi sanitari, lo stile di vita, l’ambiente sociale ed economico e le politiche di salute pubblica. Vediamo come l’Italia si confronta con il resto del mondo su questi fattori:
Accesso ai Servizi Sanitari: L’Italia ha un sistema sanitario pubblico universale, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che fornisce assistenza sanitaria a tutti i cittadini e ai residenti legali. Questo assicura un accesso relativamente ampio ai servizi sanitari, anche se possono verificarsi differenze regionali nella qualità e nell’accessibilità dei servizi. Nel confronto con il resto del mondo, molte nazioni europee hanno sistemi sanitari simili basati su assicurazione pubblica o nazionale, garantendo un accesso universale ai servizi sanitari. Tuttavia, in altri paesi, come gli Stati Uniti, l’accesso ai servizi sanitari può essere più limitato a causa dei costi elevati e della mancanza di copertura assicurativa per alcuni gruppi di persone.
Stile di Vita: Lo stile di vita degli italiani è spesso associato a una dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, pesce e olio d’oliva, che è considerata salutare e può contribuire a bassi tassi di malattie cardiovascolari e obesità. Tuttavia, come in molti altri paesi occidentali, ci sono preoccupazioni riguardo a crescenti tassi di obesità, sedentarietà e cattive abitudini alimentari, che possono influenzare negativamente la salute della popolazione.
Ambiente Sociale ed Economico: L’Italia è un paese sviluppato con un alto tenore di vita, un sistema educativo avanzato e un forte senso di coesione sociale. Tuttavia, ci sono disparità socioeconomiche tra regioni e gruppi demografici, con alcune aree del sud Italia che affrontano sfide economiche e sociali più grandi rispetto ad altre. Il confronto con il resto del mondo mostra che l’Italia si colloca generalmente tra i paesi con uno standard di vita elevato e una buona qualità della vita.
Politiche di Salute Pubblica: L’Italia ha adottato diverse politiche di salute pubblica per affrontare le sfide sanitarie, inclusa la promozione di stili di vita sani, la prevenzione delle malattie croniche e la gestione delle emergenze sanitarie. Ad esempio, l’Italia ha introdotto misure per ridurre il consumo di tabacco, promuovere l’attività fisica e migliorare la nutrizione della popolazione. Tuttavia, come in molti altri paesi, ci sono sfide nella realizzazione e nell’attuazione di politiche efficaci di salute pubblica, e vi è sempre spazio per miglioramenti e innovazioni.
In sintesi, l’Italia presenta aspetti positivi nei fattori di accesso ai servizi sanitari, stile di vita, ambiente sociale ed economico e politiche di salute pubblica, ma affronta anche sfide simili ad altri paesi sviluppati. L’attenzione continua su questi fattori può contribuire a migliorare ulteriormente la salute e il benessere della popolazione italiana.