ISIS: ALLARME BOMBA AL CLORO IN GRAN BRETAGNA

di Angelo Barraco
 
Londra – L’aviazione siriana ha compiuto un circa 15 raid aerei nella zona di Palmira che da mercoledì è in mano all’Isis. Tali bombardamenti hanno colpito per lo più edifici. Intanto da fonti ufficiali emerge che dallo scorso 16 maggio, sono state uccise 217 persone dallo Stato Islamico, tra le vittime dell’Isis vi sarebbero civili. Le fonti riferiscono che i Jihadisti avevano catturato circa 600 persone ed è emerso anche che circa 400 sono stati giustiziati.
 
Intanto nel Regno Unito c’è l’allarme armi chimiche e bombe al cloro e vi è la paura di attentati ad opera dei “foreign fighters”, soggetti dell’Isis addestrata nel fabbricare questi ordigni artigianali e letali. L’allarme che dilaga nel Regno Unito riguarda la bomba al cloro. Il cloro è una sostanza legale nel Regno Unito e la fabbricazione di tali armi ad opera di soggetti dell’Isis potrebbe essere facilitata da tale legalizzazione della sostanza e della facile reperibilità. Sono stati chiesti comunque controlli più severi per la vendita del cloro.
 
Tornando all’Isis e alla conquista di Palmira, la conquista di Palmira è stata strategica perché apre le porte ad un altro obiettivo, Damasco, che dista appena 200 km. Durante gli scontri dell’Isis per il controllo di Palmira sono morti più di 100 uomini appartenenti alle forze filogovernative. Adesso l’Isis ha in mano anche; la base aerea, la prigione e anche il quartier generale dell’intelligence. I miliziani dell’Isis già controllavano vaste aree della Siria del nord e dell’est, con la conquista di Palmira hanno preso in mano un importante centro, un importante città. L’Isis controlla circa 95mila chilometri quadrati e 9 province, le zone conquistate dall’Isis sono per lo più disabitate. L’Isis ha conquistato, poco tempo fa, la citta di Ramadi, capoluogo della provincia di Anbar che si trova nell’Iraq occidentale e dista 300 chilometri da Baghdad. La conquista della città è stata rivendicata dall’Isis e hanno inoltre riferito di aver ucciso tanti uomini delle forze di sicurezza irachene, chiamati dagli islamici “apostati”.
 
Per respingere l’Isis il premier iracheno Haider al-Abadi aveva impiegato milizie sciite, malgrado a Ramadi vi sia una maggioranza sunnita. La mossa serviva per cacciare via i jihadisti ma allo stesso tempo vi era il timore che potessero scoppiare delle violenze interne di natura religiosa. Ramadi resisteva ancore ed era uno degli ultimi quartieri che resisteva all’Isis. L’Isis ha minacciato anche l’Italia poco tempo;  inquietanti messaggi firmati Isis, scritti a penna, tenuti in mano da qualcuno e fotografati avente sfondo luoghi del territorio italiano abbastanza riconoscibili come Roma, Milano.
 
Le foto circolano su account Twitter di sostenitore dell’Isis e riportano tale scritta: “Siamo nelle vostre strade. Stiamo localizzando gli obiettivi, in attesa dell'ora X”. I luoghi in cui appare la scritta fotografata, hanno come sfondo luoghi simbolo del nostro paese come il Colosseo, la stazione di Milano e il Duomo e i mezzi della Polizia. Ma hanno anche luoghi affollati come la metropolitana, tratti dell’autostrada e la bandiera dell’Expo. Nel foglio è presente anche un logo che probabilmente è il logo del Califfato. In un foglio fotografato appare la scritta “Islamic State in Rome” e sotto di essa vi è la firma “Omar Moktar”, che è il nome del leader di Al Qaida. Tale nome significa anche “leone del deserto” e si riferisce all’eroe nazionale libico che negli anni 20 ha condotto una guerriglia anticoloniale contro gli italiani. I Servizi Segreti riferiscono: “La vigilanza è sempre alta, ma al momento non ci sono elementi di allarme nuovi. Si tratta di pura propaganda mediatica, jihad della parola”.
 
Anche gli USA sono stati minacciati, il reporter John Cantlie, ostaggio-megafono dell’Isis, ha annunciato che un ordigno nucleare o dell’esplosivo faranno qualcosa di grande negli Stati Uniti. L’Isis ha anche una rivista che si chiama Dabiq e nell’ultimo numero di essa Cantlie ha scritto che l’Isis compirà un attacco che ricorderà gli attacchi del passato. Cantlie parla dell’attacco e dell’ordigno importato secondo diversi step, ovverso dal Pakistan, dalla Libia, Nigeria e poi Sudamerica e in fine Messico aggiungendo “sfruttando le tratte del traffico di droga ed esseri umani". L’Isis nella rivista richiama gli attentati compiuti in Texas, attentati avvenuti per l’evento dedicato a Maometto a maggio e dice che ciò che sta per arrivare sarà più doloroso. Dabiq contiene anche tabella contro i paesi della coalizione Usa, vi sono messaggi che richiamano ai video pubblicati dall’organizzazione. L’America intanto è in allarme, e i controlli si intensificano sempre di più.