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ITALIA GERMANIA: TROPPI ERRORI DAL DISCHETTO

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Tempo di lettura 2 minuti Quattro errori rispetto ai quali neanche super Buffon è riuscito a porre rimedio

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di Marco Martone
Quattro rigori da incubo, tirati come peggio non si potrebbe, da Zaza, che paga uno strano balletto nella rincorsa, Pellè, che prova poco sportivamente a irridere Neuer prima del tiro, Darmian e Bonucci, che era stato perfetto invece nel corso della gara dagli undici metri. Quattro errori rispetto ai quali neanche super Buffon è riuscito a porre rimedio e neanche la sventatezza dei rigoristi tedeschi, che pure una mano a restare in corsa ce l’hanno data in tutti i modi, colpendo pali e calciando in maniera approssimativa dal dischetto.

Alla fine, però, hanno vinto loro e alla nostra Nazionale non resta che chinare la testa. Svanisce così il sogno europeo di Antonio Conte, che adesso potrà dedicarsi alla sua nuova avventura in Premier League.

Italia-Germania non è stata una bella partita, nulla a che vedere con le epiche contese che hanno fatto la storia di questo sport, nel passato anche recente. Quella del primo tempo è stata un’Italia come sempre attenta e solida in difesa, pronta a colpire in contropiede. Buffon non ha mai dovuto fare gli straordinari e l’unica occasione per Muller è arrivata dopo un rimpallo fortuito in area di rigore. La vera opportunità per andare in vantaggio è invece capitata sui piedi di Sturaro, che ha colpito dall’interno dell’area su cross di Florenzi, vedendosi deviato il pallone a pochi centimetri dal palo di Neuer, che non sarebbe potuto arrivare sulla sfera.
A inizio ripresa la Germania comincia a spingere sull’acceleratore e mette paura all’Italia con il solito Muller, sul cui tiro il salvataggio di Florenzi, in acrobazia è miracoloso. L’Italia non alza il proprio baricentro, lasciando il pallino del gioco agli avversari che trovano il vantaggio, tutto sommato meritato, con Ozil, che sfrutta un errore di Florenzi e una grande giocata di Gomez. Dopo qualche minuto ci pensa Buffon a tenerci in partita con una parata prodigiosa sul tacco del redivivo ex centravanti della Fiorentina.

Al minuto 76 arriva il pareggio per l’Italia con il rigore, perfetto, di Bonucci concesso dall’arbitro per un fallo di mano tanto netto quanto ingenuo di Boateng. Da quel momento è stata un’altra Italia, più coraggiosa e capace di creare almeno due occasioni da rete, con Pellè e De Sciglio. Le squadre sono arrivate ai supplementari stanche e nervose. L’epilogo ai rigori, a quel punto, è stata la conseguenza più naturale. La serie di tiri dagli undici metri è stato un concentrato di emozioni e di passione, con il finale peggiore che si potesse immaginare. Adesso si volta pagina, comincia l’era Ventura e sarà un’altra Italia…

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Cynthialbalonga (calcio, serie D), il ds Moroncelli: “I valori di questa squadra usciranno fuori”

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Genzano (Rm) – La Cynthialbalonga è caduta in casa contro la Sarnese (0-1) nella gara d’esordio del campionato di serie D. Un risultato deludente che si aggiunge alla precedente eliminazione dalla Coppa Italia di categoria per mano della Roma City. Il direttore sportivo Giordano Moroncelli fa l’analisi della sfida di domenica scorsa contro i campani: “A mio parere la partita è stata preparata in un certo modo e interpretata bene dai ragazzi, ma purtroppo non siamo stati molto attenti in alcuni piccoli dettagli che hanno fatto la differenza, come spesso accade. Di fronte abbiamo avuto una neopromossa, ma una squadra ambiziosa che annovera giocatori esperti di questo campionato e in qualche caso anche di categorie superiori. Probabilmente abbiamo fatto un po’ di confusione negli ultimi venti metri, c’era voglia di conquistare un risultato positivo dopo la sconfitta in Coppa Italia e questo forse ha causato una certa mancanza di lucidità. In pieno recupero il portiere avversario ha fatto una gran parata su D’Angelo e ci ha negato il gol del pareggio, ma ora dobbiamo rimboccarci le maniche e proseguire a lavorare con concentrazione e impegno come abbiamo fatto finora”. Moroncelli non fa drammi per la sconfitta di domenica scorsa: “Siamo ovviamente delusi, ci tenevamo a fare un risultato positivo, ma questa è una squadra che ha cambiato tanto e quindi c’è bisogno di un po’ di tempo. Ci sono molti ragazzi giovani che hanno qualità e che siamo convinti le possano mettere in mostra. Alla lunga usciranno i valori di questo gruppo e di un allenatore molto valido come Pino Ferazzoli. Non mi sbilancio sugli obiettivi: in questo girone ci sono squadre più attrezzate che, alla prima giornata, hanno avuto difficoltà e questo è il segno della difficoltà di questo campionato. L’unica “medicina” è il lavoro e poi sarà il campo a dare i suoi giudizi”. Da una campana all’altra: domenica prossima la Cynthialbalonga sarà ospite della Puteolana: “Come tutte le squadre campane ha investito parecchio, anche se al momento i mezzi per studiare l’avversario non sono tantissimi. Siamo consci che dovremo fare una prestazione importante per portare a casa dei punti”. Moroncelli ha ottenuto nei giorni scorsi la qualifica da direttore sportivo professionista: “Nove anni fa avevo completato il percorso da “collaboratore della gestione sportiva” (di fatto quello per fare il diesse fino alla serie D, ndr), ora ho colto questa opportunità e devo dire che arrivare al termine di questo corso è una gran bella soddisfazione”.


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Lvpa Frascati (calcio, Promozione), capitan Paolacci: “Con Velletri volevamo vincere, ma guardiamo avanti”

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Frascati (Rm) – Una festa… a metà per la Promozione della Lvpa Frascati. La prima squadra del club tuscolano ha pareggiato 0-0 contro la Vjs Velletri nel match inaugurale di campionato che è arrivato dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia della settimana precedente. La partita si è giocata in un giorno speciale per la città di Frascati che commemorava la tragica ricorrenza del bombardamento anglo-americano dell’8 settembre 1943 che provocò centinaia di vittime civili. “La squadra aveva tanta voglia di conquistare un successo davanti al nostro pubblico in una giornata particolare per la città – dice il capitano e centrale difensivo classe 1984 Marco Paolacci – La sfida è stata equilibrata contro un avversario di buon livello e dopo un mese di duro lavoro di preparazione, con le temperature calde di questi giorni, non siamo riusciti ad essere brillanti in determinati momenti. Comunque voglio ringraziare i tifosi organizzati e tutti coloro che erano presenti in tribuna per la loro presenza, ci prendiamo questo punto e continuiamo a lavorare sodo per migliorare. Questo è un gruppo giovane, al di là del sottoscritto – sorride Paolacci – Abbiamo bisogno di tempo per amalgamarci, ma stiamo lavorando bene e ora inizieremo a preparare la prossima sfida a Fregene”. Paolacci non si sbilancia sul tipo di campionato che dovrà fare la Lvpa Frascati: “E’ la prima volta che affronto questa categoria e ho fatto questa scelta ascoltando le parole e le ambizioni del presidente Giammarco Raparelli, del direttore generale Tonino D’Auria e del direttore tecnico Pino Micheli. La mia carriera è stata sempre una sfida e sarà così fino alla fine. Non conosco bene il livello del campionato, so che abbiamo affrontato in Coppa una squadra importante come il Tor Sapienza e che anche Formia e Ardea hanno preso giocatori di ottimo livello. Noi vogliamo dare fastidio a tutti, lo dobbiamo a questa che è una piazza storica per il calcio dilettantistico laziale e vogliamo riportarla dove merita: qui ho già giocato e vinto e forse ho vissuto le mie migliori stagioni, ci tengo a maggior ragione. La società è ambiziosa e ben organizzata, ma Roma non è stata costruita in un giorno. Ci vuole tempo, poi sarà il campo a dare il suo verdetto”.


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Ansia crescente per l’icona del calcio italiano: Totò Schillaci lotta contro la malattia

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I familiari dell’ex attaccante hanno confermato la notizia attraverso i social media, cercando di rassicurare i fan: “Totò è in condizioni stabili ed è controllato da un’equipe di medici notte e giorno”

L’eroe delle “notti magiche” di Italia ’90, Salvatore “Totò” Schillaci, si trova nuovamente al centro dell’attenzione nazionale, questa volta per una battaglia ben più difficile di quelle affrontate sui campi da calcio. L’ex bomber, che ha fatto sognare un’intera nazione durante i Mondiali del 1990, è attualmente ricoverato nel reparto di Pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo, suscitando grande preoccupazione tra i tifosi e gli appassionati di calcio.

Schillaci, 59 anni, sta affrontando da tempo una dura lotta contro un tumore, per il quale ha già subito diversi interventi. La notizia del suo ricovero ha scosso il mondo del calcio, riportando alla memoria le sue gesta sportive e la sua straordinaria ascesa da sconosciuto a eroe nazionale.

I familiari dell’ex attaccante hanno confermato la notizia attraverso i social media, cercando di rassicurare i fan: “Totò è in condizioni stabili ed è controllato da un’equipe di medici notte e giorno”. Questo messaggio, seguito da un incoraggiante “Forza Totò”, ha alimentato la speranza ma non ha dissipato completamente le preoccupazioni.

La carriera di Schillaci, iniziata nelle strade del quartiere Cep di Palermo e culminata con il trionfo ai Mondiali del ’90, dove si aggiudicò il titolo di capocannoniere con 6 reti, rappresenta una delle storie più affascinanti del calcio italiano. Da gommista e garzone di pasticceria a stella del calcio mondiale, Schillaci ha incarnato il sogno di riscatto di un’intera generazione.

Nonostante le difficoltà attuali, Schillaci ha dimostrato in passato una straordinaria resilienza. Solo un anno fa, aveva partecipato al programma televisivo “Pechino Express” con la moglie Barbara, descrivendo l’esperienza come una “rivincita sulla malattia” . Questa determinazione a non arrendersi di fronte alle avversità continua a ispirare molti.

La situazione attuale di Schillaci riporta alla mente le parole di Papa Francesco sul valore della vita anche nella malattia, un messaggio che sembra particolarmente rilevante in questo momento.

Mentre il mondo del calcio e i tifosi di tutta Italia trattengono il respiro, sperando in buone notizie, la storia di Totò Schillaci ci ricorda ancora una volta come lo sport possa unire le persone e come un atleta possa diventare un simbolo di speranza e resilienza, non solo sul campo, ma anche nella vita.

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