Italicum: strappo del M5S

 

di Paolino Canzoneri

 

Alla vigilia del voto delle mozioni sulla legge elettorale a Montecitorio il M5S tira un colpo basso proponendo una totale bocciatura dell' Italicum dopo il rinvio da parte della Consulta dell'udienza sull'italicum prevista per il prossimo 4 Ottobre. Appare evidente una repentina inversione di marcia del Movimento che all'indomani della vittoria di Virginia Raggi a Sindaco di Roma aveva attenuato se non escluso l'emergenza di cambiamento della legge elettorale; Il vice presidente della Camera Di Maio stesso aveva affermato a fine Giugno che non era di certo una priorità del Movimento.

Ad oggi con le evidenti difficoltà della giunta del Campidoglio, il Movimento ha depositato una mozione che accellera l'approvazione da parte della Camera di una nuova legge elettorale con formula proporzionale che è stata letta come una sorta di aggiornamento del "Democratellum" del 2014  frutto di una solita consultazione online ottenuta con la partecipazione e adesione di oltre 30mila iscritti al Movimentoche che mira all'introduzione di un sistema proporzionale stavolta con preferenze e un voto di penalizzazione teso ad eliminare dalla lista un candidato senza premio di maggioranza.

Ancora più aspra appare l'affermazione dei deputati della commissione Affari costituzionali, ai giornalisti il pentastellato Nuti afferma con determinazione: "Pensiamo che questa legge elettorale Italicum vada abolita e non modificata. I partiti anzicchè fare una legge che permetta ai cittadini di votare direttamente i propri rappresentanti senza intermediazione dei partiti fanno questo tipo di leggi "vergogna" e dovrebbero invece pensare ad abbassare le tasse e ridurre gli sprechi".

La voce degli altri deputati si leva concorde e usa toni altrettanto decisi: "L'Italicum va cancellato tout court in quanto non è una legge migliorabile perchè è antidemocratica e incostituzionale. Il governo Renzi sembra composto da un gruppo di dilettanti allo sbaraglio perchè non è stato neanche in grado di scrivere una buona legge elettorale, dopo la bocciatura del Porcellum da parte della Consulta. Non ci piace l'Italicum, a prescindere dal fatto che possa farci vincere le elezioni o meno, perchè a noi sta di più a cuore l'interesse dei cittadini, che devono essere adeguatamente rappresentati in Parlamento sia alla Camera che al Senato".

Il nostro presidente del Consiglio non ha fatto attendere una sua replica e con un certo rammarico ha risposto alla mossa inattesa del Movimento e alle dichiarazione dei deputati: "Noi siamo totalmente disponibili a cambiare, per il Movimento il ballottaggio è antidemocratico, non credo che le sindache Chiara Appendino e Virginia Raggi siano d'accordo, sennò non sarebbero state elette. Ora aspettiamo Silvio Berlusconi e Matteo Salvini così tutte le posizioni sono in campo e poi faremo le modifiche. Cambiare la legge elettorale prima del referendum? La discussione parlamentare viene gestita dal Parlamento; Il governo ha data massima disponibilità, ma tocca al Parlamento decidere. Il referendum non riguarda la legge elettorale e questo la Consulta lo ha chiarito". Oggi il gran giorno di una votazione che impegnerà il Parlamento in una sorta di spiegazione delle proprie forze e si ascolteranno le richieste dei pentastellati che vedono una proporzionale con preferenze e circoscrizioni medio-piccole che garantiscono sia una certa vicinanza fra l'elettore e chi lo rappresenta che una maggiore vicinanza fra forze politiche di diversa entità e robustezza. Le altre forze politiche del centrodestra Forza Italia e Lega non intendono interferire al momento: "Non togliamo le castagne del fuoco del premier". Roberto Calderoli aggiunge: "A questo punto i motivi per votare no al referendum restano tutti, anzi si rafforzano, perché resta sul tavolo il pericolo rappresentato dal combinato disposto tra questa legge elettorale e la riforma costituzionale che, in questo modo, ci porterebbero verso una deriva autoritaria, verso un regime a cui i cittadini si opporranno votando per il no".

Di parere concorde anche il senatore Gaetano Quagliarello. Laconico commento del premier che impegnato all'ONU commenta:"Avverto una certa sproporzione tra le grandi questioni che riguardano il futuro dei cittadini, gli investimenti sulla crescita, la ricerca, in discussione all'Onu, e le piccole vicende quotidiane che tanto appassionano più la classe politica che i cittadini, le regole del gioco su chi andrà in Parlamento la prossima volta".