Iva e Fondo salva-stati: tutte bugie?

Quello che lo scorso sabato era in prima pagina su un ‘giornalone’ come ‘Il tradimento di Conte’ era prevedibile ed ampiamente previsto.

Riguarda l’aumento dell’IVA e il cosiddetto ‘Fondo salva-stati’, che prevede un versamento miliardario da parte degli Stati europei – compresa l’Italia – di una cifra pari a 700 miliardi di euro (praticamente 1.400 miliardi delle vecchie lire, un bilancio statale) ad un organismo sempre targato UE, che non si sa da chi sarà controllato e gestito, né si potrà intervenire sull’utilizzo dei denari del fondo.

E comunque i gestori del fondo godranno, per regolamento – ma chi li approva ‘sti regolamenti europei? – di una immunità totale, che non ha neanche il capo della BCE.

Roba da ex Unione Sovietica

Il nostro presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato, in quel giorno di giugno, a Bruxelles, segretamente, anche contro il parere del suo stesso governo, all’insaputa degli Italiani, e senza che il nostro Parlamento – esautorato ancora una volta da una sinistra che strepita ogni volta che vien messa la fiducia, purchè non la mettano loro – abbia potuto minimamente discutere il provvedimento, come si fa in una sana democrazia. Il ‘coup d’etat’ di Conte è stato attuato in segreto perché evidentemente lesivo degli interessi della nostra nazione e di tutti i cittadini, gli unici che dovranno versare nelle casse dello Stato i 125 miliardi e rotti necessari, così evitando che un’opposizione legittima potesse trovare mille motivi per negoziare una tale firma – e di motivi ce ne sarebbero stati. ‘Pizzicato’ da Salvini con le mani nella marmellata, abbiamo visto il premier veramente in difficoltà, in quei giorni. Fino a che un provvidenziale Gualtieri non lo ha cavato dai guai, asserendo, e mettendoci il suo bel faccione, che il provvedimento, pur se firmato, avrebbe ancora potuto essere discusso e rivisto. Cosa che a tutti è parsa da fantascienza, e che, puntualmente s’è scoperta non essere aderente alla realtà. In soldoni, la cifra che l’Italia – per meglio dire, Giuseppe Conte – s’è impegnata a versare alle già pingui casse europee è, in totale, di 125,40 miliardi di euro, una parte dei quali, cioè 14,33 miliardi, è già stata versata. La differenza fa 111 miliardi, che Conte si è impegnato, a nome di un governo mai interpellato, di un Parlamento debitamente esautorato, e di un popolo artatamente tenuto all’oscuro, a versare entro sette giorni a semplice richiesta. Viene da chiedersi da che parte stia il nostro presidente del Consiglio. In più, pare che quel denaro servirà più che altro ad acquistare titoli tossici detenuti dalle banche tedesche. Di tutti gli Stati EU solo la Francia e la Germania versano più di noi, rispettivamente 132,70 la patria di Macron, e 190,02 la Germania, che praticamente finanzia sè stessa. Ironia della sorte, denaro che l’Italia, per regolamento, non potrà utilizzare qualora il nostro Stato avesse bisogno d’essere ‘salvato’, a causa del suo alto debito pubblico. Viene da chiedersi come sono stati fatti i conti, visto che dei 700 circa miliardi in preventivo l’Italia da sola ne versa quasi un sesto: ma le nazioni dell’UE, dopo la Brexit, non sono 27…? Rimane il fatto che una manovra come questa fa cadere, oltre che la stima verso il personaggio, anche la sua dichiarazione d’esser lui ‘L’avvocato degli Italiani’.

Se questo è l’avvocato, scusate, ma preferisco difendermi da solo

Ha un bel tuonare contro ‘l’uomo forte al governo’, il buon Giuseppi: in realtà è esattamente la parte che sta interpretando. Cioè, in pratica, l’uomo forte è lui, e questo è il ruolo che interpreta, pur criticandolo quando viene attribuito ad altri. Infatti chi, se non un ‘uomo forte’ che non deve dar conto a nessuno, sarebbe volato a Bruxelles, bruciando altro denaro dell’italico bilancio? Insomma, potremmo dire ‘un Macron della mutua’.  Anche il suo presenzialismo esasperato lo porta ad essere ovunque, abito blu, camicia sempre con lo stesso modello di colletto, cravatta blu, scarpe nere. Mentre Zingaretti gli fa da colonna sonora, promettendo alla leggera posti di lavoro, rinascita, ripresa economica e simili: ma non eravamo ‘fuori dal tunnel’ già ai tempi di Gentiloni? C’è un bel proverbio napoletano che recita così: “Chiacchiere e tabacchiere ‘e legno, ‘o Banc’ ‘e Napul’ non l’impegna”. E mentre Di Maio, avendo furbescamente rinunciato alla guida del partito – solo di nome ma non di fatto, comunque sotto la copertura di Casaleggio e Grillo  –  tutto fa tranne che il ministro degli Esteri: un mestiere che non s’improvvisa.

Altro argomento del giorno è la ‘rimodulazione’ dell’IVA

Anche qui gli Italiani sono stati gabbati. Ma anche questo era prevedibile e ampiamente previsto, ancorché negato a gola spiegata, considerando lo scarso spessore dei personaggi che abbiamo al governo – un governo ‘abusivo’, che ha una maggioranza solo in Parlamento. E che schiva le elezioni perché sa che andrebbe a casa. Dopo il ‘gran rifiuto’ di Salvini, e la creazione di questo manipolo governativo, tutti i tiggì trasmettevano i soliti messaggi politici di personaggi anche poco conosciuti – peones – che dichiaravano che avevano ‘scongiurato’ l’aumento dell’IVA: quella tassa che il cattivo Salvini avrebbe voluto aumentare, e che invece, con l’intervento di Sir Galahad, senza macchia e senza paura, era stata messa da parte. Come? Con magheggi economici che certamente una destra brutta, cattiva e fascista non avrebbe saputo mettere in atto. Loro, invece, i ‘buoni’, erano anche bravi, e avrebbero ‘messo dei soldi nelle tasche degli Italiani’: non come chi quei soldi li voleva togliere. Ma quando la coperta è corta, rimane solo la menzogna. La realtà oggi è che si affaccia una ‘rimodulazione’ dell’IVA, quella tassa che era – ed è – soltanto richiesta dall’UE (ce lo chiede l’Europa, ricordate?) e non da Salvini. Il quale, anzi si pronunziò contro l’aumento di una imposta che avrebbe ricadute a pioggia su qualsiasi bene primario o secondario. E toglierebbe soldi dalle tasche degli Italiani. Cosa significa ‘rimodulare’? è un altro termine che significa ‘aumentare’? Allora, come al solito, come nel caso della firma al MES, ci hanno presi in giro. Non hanno preso in giro soltanto quelli che votano a destra, ma anche i loro stessi elettori. E quando lo capiremo che di questa gente non ci si può fidare? Certamente non sappiamo ‘di chi’ fidarci. Ma almeno, se ti prendono in giro così spudoratamente, mandali a casa!