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5 anni faon
Journey to the Savage Planet è il titolo di debutto del
Typhoon Studios, il prodotto è un gioco estremamente interessante, che vede l’esplorazione
e la ricerca sposare l’avventura e il divertimento puro. Il titolo, disponibile
su Pc, Xbox One e Ps4, offre oltre a quanto detto una modalità cooperativa che
raddoppia la componente ricreativa e rende ogni situazione ancora più
interessante da vivere. Ma veniamo al dunque, una volta lanciato il gioco la
prima cosa che si udirà è l’esuberante quanto fastidiosa voce di Martin Tweed,
CEO della Kindred Aerospace. Il suo parlare rimbomba nella sala comandi del
Javelin, l’astronave, nonché base operativa del giocatore in Journey to the
Savage Planet. Sullo schermo continua ad andare una trasmissione di benvenuto
che ricorda i capisaldi della missione: esplorare, catalogare, inviare i dati
alla casa base, sopravvivere e valutare se il pianeta AR-Y 26 è idoneo per un
insediamento terrestre. Ed è proprio questa la missione del giocatore, capire
se è possibile stabilire una colonia su questo sperduto mondo valutando rischi
e vantaggi, scoprendo la flora e la fauna, ma anche cercare di restare in vita
per trasmettere i dati sulla Terra. Journey to the Savage Planet, insomma, è un
gioco divertente e sufficientemente profondo, creativo nei limiti di una
struttura piuttosto canonica, bello da vedere e da ascoltare per merito di uno
stile ben tracciato. Il collante di tutta l’opera è un’efficace e a tratti
irriverente comicità, capace di donare a questo primo lavoro targato Typhoon
Studios un carattere piuttosto raro di questi tempi. Il coloratissimo Journey
to the Savage Planet propone una ricca varietà di uccelli palla ma anche di
altrettante creature decisamente bislacche, come una sorta di tacchino stellare
a due teste talmente vile da urlare a squarciagola dalla paura ogni volta che
noterà un nostro tentativo di avvicinamento. L’incipit del gioco non è meno
strambo: il o i protagonisti, a seconda se si gioca da soli o in compagnia,
sono stati pagati per esplorare un nuovo mondo dalla quarta migliore compagnia
specializzata in viaggi spaziali, e per via di importanti tagli al budget non è
stato fornito nessun tipo di equipaggiamento che potrà però essere costruito
sul posto grazie a una futuristica stampante 3D. Il vero lusso è un sistema di
clonazione automatico che permetterà ai giocatori di tornare in vita ogni volta
che accadrà qualcosa di brutto come ad esempio l’essere sbranati da qualche bestia
del luogo o quando si precipiterà in un mare di lava o in un profondo
crepaccio.
La missione che i protagonisti di Journey to the Savage Planet dovranno portare a termine è composta da diversi obiettivi: per la compagnia che li ha spediti nello spazio il più importante, come già detto, è capire se il pianeta su cui si è atterrati è abitabile o ha risorse da sfruttare, mentre per chi gioca sarà necessario anche rimettere a posto l’astronave per avere almeno una chance di tornare sani e salvi a casa sul pianeta Terra. Del tutto opzionale, ma assolutamente consigliato, studiare le diverse creature e animali presenti, anche compiendo diversi esperimenti come far esplodere gli uccelli palla mentre sono in aria, o prelevando dei campioni da soggetti ancora in vita, quindi avvicinandoci a nostro rischio e pericolo. Nel corso dell’avventura si scoprirà ben presto anche la presenza di un’altra civiltà su cui la compagnia per cui il protagonista lavora vorrà saperne a tutti i costi di più. Tutti gli obiettivi opzionali sono naturalmente facoltativi ma è solo portando a termine le diverse missioni secondarie si potranno sbloccare tutte le migliorie all’equipaggiamento disponibili. Anche se una volta ottenute, queste andranno costruite con la stampante apposita, che richiederà alcune materie prime per portare a termine il processo. Ogni creatura rilascerà carbonio e altre sostanze necessarie allo scopo, permettendo così di creare modifiche alla propria arma capaci per esempio di sparare dei blob che amplificheranno i salti, donando allo zaino di ordinanza l’abilità di un piccolo jetpack o, ancora meglio, fornendo un comodo e versatile rampino per raggiungere le zone meno accessibili. Quello di Journey to the Savage Planet è un continuo introdurre nuove meccaniche che funzioneranno come chiavi di accesso per le diverse aree in cui sono suddivisi i suoi quattro biomi, alle quali si aggiungono gli accessori secondari che solitamente servono per accedere alle numerose zone segrete disseminate sulla mappa, oltre che ad aiutare nei combattimenti. Il primo bioma di cui si compone il pianeta AR-Y 26 si presenta come una sorta di eden, ma già a metà della seconda area, popolata da più tipologie di creature contemporaneamente, le cose si faranno ad intervalli decisamente pericolose. Un conto infatti è sparare due colpi a un polpo volante, un’altra è doverne affrontare cinque e più potenti dei precedenti, mentre un’altra dozzina di bestie è pronta ad attaccare alle spalle correndo, volando e sparando contro. Se la situazione dovesse volgere al peggio si può sempre contare su un amico a sorpresa: Journey to the Savage Planet, infatti, come dicevamo, può essere giocato totalmente soli o in compagnia di un amico.
Ovviamente trattandosi di un gioco prodotto con un budget non “stellare”, man mano che si va avanti Journey to the Savage Planet non diventa improvvisamente un brutto gioco, ma ovviamente perde irrimediabilmente parte del suo fascino e della sua inestimabile freschezza iniziale. E questo scivolo verso la normalità lo danneggia particolarmente, in fondo parliamo di un gioco estremamente compatto che, puntando alla fine a testa bassa, può essere portato a termine in una dozzina di ore, longevità che può essere riempita facilmente da contenuti interessanti. Journey to the Savage Planet rimane comunque una piccola ma efficace perla in grado, prima di convincere il suo potenziale pubblico, di attirare l’attenzione di un gigante come Google che, vista la qualità di questa opera prima, ha subito acquistato i Typhoon Studios per renderli parte integrante del futuro di Stadia. Tirando le somme, possiamo comunque dire che Journey to the Savage Planet è un gioco davvero interessante, che merita di essere assolutamente giocato in singolo, ma che dà il meglio di se viene affrontato in compagnia. La forte comicità. La grafica interessante e il clima scanzonato che si avverte durante tutta l’esperienza di gioco fanno sì che questo titolo sia in grado di regalare diverse ore d’intrattenimento. Insomma, essendo un gioco di debutto possiamo dire che i ragazzi del Typhoon Studios hanno fatto davvero centro.
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8,5
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 8
VOTO FINALE: 8,5
Francesco Pellegrino Lise