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Just Dance 2017, si balla ancora su Pc e console

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Tempo di lettura 5 minuti Il party game più famoso del mondo torna in pista ricco di novità e di tanta musica

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di Francesco Pellegrino Lise


Anche quest’anno la festa è in casa grazie a Just Dance 2017, il videogioco da ballo campione d’incassi che unisce il ritmo all’attività fisica in nome del divertimento. Disponibile per tutte le console e stavolta anche PC, il titolo lascia ancora ampia libertà di utilizzo permettendo di utilizzare, oltre ai sensori Kinect, Wiimote e PlayStation Camera, anche il proprio smartphone, tutto questi grazie a un’app che si occupa di rilevare i movimenti del corpo di chi sta giocando. Come recita il detto: “squadra che vince non si cambia”, la dinamica base del gioco è rimasta pressoché invariata: ci si trova infatti ancora di fronte a un colorato party game che chiede solo di mettersi davanti allo schermo, ballare seguendo le coreografie e cantando qualche ritornello della hit selezionata per aumentare il livello del proprio avatar e sbloccare oggetti. Just Dance 2017 arriva con una selezione di quaranta brani già incluso nel gioco base, ma è possibile usufruire di una lista ben più ampia sfruttando l'abbonamento Unlimited, che mette a disposizione una libreria di oltre 200 canzoni con cui scatenarsi e mettersi alla prova con amici e parenti. Sempre a proposito della playlist base, tutti i brani sul disco rispecchiano i successi commerciali del momento. Ubisoft ha lavorato bene aggiudicandosi i diritti di alcuni pezzi di maggior successo come Lean On di Major Lazer, Hips Don't Lie di Shakira e Don't Wanna Know di Maroon 5. A questi si aggiungono evergreen come Don't Stop Me Now dei Queen, canzoni inedite e pezzi del tutto folli come Hatsune Miku, che arricchiscono un pacchetto base nel complesso soddisfacente. A prescindere da questo, risulta chiaro che è il catalogo in streaming Unlimited che permette al prodotto di esprimere la sua piena potenzialità. In questo caso la libreria si espande considerevolmente, includendo tormentoni planetari come Gangnam Style e artisti di grande presa del calibro di Chic, A-Ha, Jamiroquai, Survivor, Cindy Lauper e molti altri. Unlimited, come già accennato in precedenza, è un servizio in abbonamento ed è incluso gratuitamente nel gioco per un periodo di prova di tre mesi, passati i quali passa a pagamento attraverso tre distinte soluzioni: mensile, trimestrale e annuale. I costi sono rispettivamente di 6,99, 14,99 e 39,99 euro. Per quanto riguarda l’aspetto grafico, questo è stato del tutto rinnovato, l’intera produzione è ancora più colorata, ancora più personalizzata! In base al genere o allo stile del ballo, si verrà trasportati come per magia in scenari a tema davvero mozzafiato che spaziano dallo scintillante gioco di colori tra specchi, alla maestosità di enormi palazzi fino a spiagge da sogno. Tutto insomma sembra essere stato curato nei minimi particolari e nulla è lasciato al caso.

 

 

Dal punto di vista del gameplay Ogni movimento del corpo di ballo è reso in perfetta sintonia con la musica e con la dinamicità dello scenario proposto. Finita la canzone, poi è il turno della classifica per poter valutare il punteggio ottenuto e metterlo al confronto con quello di altri giocatori in tutto il globo. Avanzando di livello e collezionando successi su successi, si potranno sbloccare simpatici avatar, spesso anche legati ai balli appena conclusi. La vera sorpresa di Just Dance 2017 però è legata alla funzione social che è stata implementata al massimo facendo uso della telecamera in dotazione per PlayStation 4, ad esempio, il sistema di gioco ci proporrà gli highlight dell’esibizione, in un divertentissimo mash-up dei momenti più buffi, editati in una sorta di mini-clip pronti per essere salvati e condivisi sul proprio profilo profilo Facebook. In più, è anche possibile visualizzare i video di altri giocatori che hanno provato a ballare la stessa canzone. Sempre parlando di giocabilità è bene ricordare che la modalità principale di Just Dance 2017 richiede di affrontare i vari brani per aumentare il livello e sbloccare oggetti per il proprio avatar, selezionato in partenza, e una serie di punti necessari per avere accesso a versioni alternative delle canzoni. Una volta scelta quella preferita si passa a una simpatica schermata di selezione dove i giocatori devono affiancarsi ai ballerini che guideranno la coreografia. Sono previste diverse configurazioni, dal ballo individuale fino a quello di gruppo, in tutto possono partecipare fino a un massimo di sei giocatori in carne e ossa. Passata questa fase è il momento di lanciarsi in pista, con coreografie molto belle da vedere e particolarmente elaborate. Il titolo include anche una funzione karaoke attraverso il microfono dei dispositivi impiegati, in modo da potersi lanciare in virtuosismi canori sulle note delle hit selezionate. Anche in questo caso non c'è bisogno di essere delle ugole d'oro, ma è sufficiente agganciare le note chiave senza il bisogno di seguire fedelmente il testo. Just Dance 2017 conferma tutte le modalità della precedente edizione, inclusi gli scontri online, i programmi workout, le sfide e Just Dance TV. Quest’anno però è stato aggiunto qualcosa in più: ovvero Just Dance Machine, una modalità esclusiva delle versioni PC e console di attuale generazione. Lo scopo è aiutare due simpatici alieni ad accumulare l'energia necessaria per permettergli di ritornare a casa. L'unico modo per ottenere tale preziosa risorsa naturalmente sarà ottenibile esclusivamente ballando per loro. Tirando le somme, questo Just Dance 2017 è un prodotto adatto a tutti, ideale per divertirsi da solo ma eccezionale per farlo in compagnia e per animare una festa. Chiunque si troverà subito a suo agio e il divertimento salirà alle stelle. Unica avvertenza, per scatenarsi al massimo è necessario avere un po’di spazio in casa per muoversi senza far danno. Di seguito pubblichiamo la lista dei brani completa:


All About Us – Jordan Fisher – 2016
Bailar – Deorro ft. Elvis Crespo – 2016
Bang – Anitta – 2015
Bonbon – Era Istrefi – 2016
Cake by the Ocean – DNCE – 2015
Can't Feel My Face – The Weeknd – 2015
Carnaval Boom – Latino Sunset – 2016
Cheap Thrills – Sia feat. Sean Paul – 2016
Cola Song – Inna ft. J Balvin – 2014
Daddy – PSY feat. CL Of 2NE1 – 2015
Dragostea Din Tei – O-Zone – 2002
Don't Stop Me Now – Queen – 1978
Don’t Want To Know – Maroon 5 – 2016
El Tiki – Maluma – 2015
Ghost in the Keys – Halloween Thrills – 2016
Groove – Jack & Jack – 2014
Hips Don't Lie – Shakira feat. Wyclef Jean – 2005
I Love Rock N' Roll – Fast Forward Highway – 1981
Into You – Ariana Grande – 2016
La Bicicleta – Carlos Vives & Shakira – 2016
Last Christmas – Santa Clones – 1986
Lean On – Major Lazer feat. MØ & DJ Snake – 2014
Leila – Cheb Salama – 2016
Let Me Love You (U) – DJ Snake feat. Justin Bieber – 2016
Like I Would – Zayn – 2016
Little Swing – AronChupa & Little Sis Nora – 2016
Oishii Oishii – Wanko Ni Mero Mero – 2016
PoPiPo – Hatsune Miku – 2008
Radical – Dyro & Dannic – 2014
Run The Night – Gigi Rowe – 2016
Scream & Shout – will.i.am feat. Britney Spears – 2012
September – Equinox Stars – 1978
Single Ladies (Put a Ring on It) – Beyoncé – 2008
Sorry – Justin Bieber – 2015
Te Dominar – Daya Luz – 2016
Tico-Tico no Fubà – The Frankie Bostello Orchestra – 1917
Titanium – David Guetta ft. Sia – 2011
Watch Me (Whip/Nae Nae) – Silentó – 2015
What Is Love – Ultra Club 90 – 1993
Wherever I Go – OneRepublic – 2016
Worth It – Fifth Harmony feat. Kid Ink – 2015


GIUDIZIO GLOBALE:


Grafica: 8
Sonoro: 9,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 8,5


VOTO FINALE: 8,5

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Castlevania Dominus Collection, una vera perla per gli amanti della saga di Konami

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Castlevania Dominus Collection è senza ombra di dubbio un vero e proprio pezzo da collezione per gli appassionati della serie dedicata alla lotta contro il malvagio Dracula. Questa raccolta, in particolar modo, offre un viaggio nel cuore di uno dei franchise più iconici di Konami ed è disponibile su PlayStation 5, Nintendo Switch, Xbox Series X|S e Steam. Il titolo include tre classici della serie Castlevania originariamente pubblicati per Nintendo DS, e sono: Castlevania: Dawn of Sorrow (2005), Castlevania: Portrait of Ruin (2006) e Castlevania: Order of Ecclesia (2008). A completare il pacchetto, troviamo due titoli bonus: Haunted Castle, la versione arcade di Castlevania, e Haunted Castle Revisited, una versione reimmaginata e ridisegnata del classico arcade con musiche riarrangiate, grafica migliorata e una giocabilità anch’essa più smart e meno legnosa. Il cuore pulsante di Castlevania Dominus Collection ovviamente risiede nei tre titoli principali per Nintendo DS, che rappresentano il periodo di massimo splendore della serie nella sua incarnazione portatile. Ognuno di questi giochi infatti è unico nel suo approccio al gameplay, ma tutti condividono quella particolare atmosfera gotica e quel livello di sfida che i fan della serie hanno imparato ad apprezzare fino in fondo. Dawn of Sorrow riprende la formula di Aria of Sorrow per Game Boy Advance, aggiungendo un sistema di magia basato sui simboli e un’ambientazione ricca di dettagli. Portrait of Ruin si distingue per la sua meccanica di gameplay a coppie, dove il giocatore può alternarsi tra due personaggi con abilità uniche, mentre Order of Ecclesia introduce un sistema di combattimento innovativo e una protagonista femminile, Shanoa, che utilizza glifi magici per sconfiggere i mostruosi antagonisti. Castlevania Dominus Collection non si limita a riproporre i giochi così come erano, ma offre una serie di opzioni che rendono l’esperienza di gioco più accessibile e moderna. La funzione di riavvolgimento, ad esempio, permette di tornare indietro nel tempo in caso di errore, una manna dal cielo per affrontare i momenti più difficili senza dover ricominciare da capo. Il quick save e il load-game sono disponibili in ogni momento, rendendo possibile salvare i progressi anche nei momenti più intensi. Inoltre, il layout dei controlli e il display per il dual screen, caratteristico dei giochi per DS, sono completamente personalizzabili, permettendo al giocatore di adattare l’esperienza alle proprie preferenze. Insomma, un bel insieme di cose per rendere l’esperienza più accessibile a tutti.

Come già accennato Castlevania Dominus Collection,oltre ai tre giochi principali, Haunted Castle e Haunted Castle Revisited, due titoli che offrono un diverso tipo di sfida rispetto ai classici per DS. Haunted Castle è la versione arcade di Castlevania, un gioco che, pur nella sua semplicità, rappresenta una parte importante della storia della serie in quanto la versione arcade classica rappresenta una vera e propria sfida per tutti coloro che cercano un intrattenimento difficile e appagante. La versione Revisited, invece, è una reinterpretazione moderna, con grafica aggiornata e un gameplay migliorato che garantisce una nuova prospettiva su un classico del passato. L’esperienza è sicuramente più accessibile della versione arcade, ma poter arrivare allo scontro con Dracula e poter salvare la sposa non è mai stato così avvincente. Insomma, con queste versioni di Haunted Castle, anche i giocatori di vecchia data potranno tornare indietro nel tempo e rivivere l’esperienza vissuta nel 1987. Castlevania Dominus Collection, essendo un titolo dedicato agli amanti della saga, offre anche una ricca modalità galleria, dove i giocatori possono esplorare artwork inediti, bozzetti di sviluppo, istruzioni e packaging originali. L’enciclopedia inclusa è un compendio completo ed esaustivo che contiene dati su nemici, equipaggiamenti, oggetti e altro ancora, rendendola una risorsa preziosa per chi vuole immergersi completamente nell’universo di Castlevania. Infine, il lettore musicale integrato permette di ascoltare tutte le tracce audio originali dei singoli giochi e di creare playlist personalizzate con i propri brani preferiti, un tocco di classe che aggiunge ulteriore valore alla collezione. Castlevania Dominus Collection è indubbiamente un prodotto di nicchia, destinato al novanta per cento ai fan della serie e a coloro che hanno già avuto modo di apprezzare questi giochi all’epoca della loro uscita originale. Tuttavia, l’ottimo lavoro di porting, le opzioni di personalizzazione e i contenuti aggiuntivi rendono questa collezione interessante anche per chi si avvicina alla serie per la prima volta. Va detto che, nonostante la qualità dei giochi, il peso degli anni si fa sentire. Le meccaniche di gioco, per quanto ancora solide e divertenti, possono apparire datate a un pubblico abituato a standard più moderni. Tuttavia, è proprio questa fedeltà all’originale che renderà felici i puristi, che potranno rivivere le stesse emozioni di un tempo senza compromessi. Tirando le somme, Castlevania Dominus Collection dimostra ancora una volta quanto la serie sia riuscita a lasciare il segno sui vari sistemi operativi in cui si è manifestata. Resta di certo l’amaro in bocca per la mancanza di un nuovo capitolo da ormai dieci anni, senza contare che non si ha ancora notizia di una riproposizione del memorabile Symphony of the Night al pubblico, ma i tre capitoli per Nintendo DS qui proposti sono ancora oggi favolosi da giocare. Che si voglia rivivere l’esperienza intransigente degli originali o che si preferisca utilizzare i miglioramenti di qualità della vita rappresentati dalla possibilità di riavvolgere il tempo e di salvare in ogni momento, in ogni caso Dawn of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia sono capaci di garantire decine di ore di intrattenimento di altissima qualità, permettendo anche a chi non li aveva giocati negli anni 2000 di scoprire tre videogiochi che rappresentano eccellenze assolute. Provatelo, scoprite se non lo avete mai fatto l’incredibile profondità della serie e provate a battere i giochi senza gli “aiutini” per un’ esperienza indimenticabile.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 8,5
Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino lise

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IFA 2024, l’IA fa risorgere il mercato Pc dopo la crisi

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Il Pc è pronto a vivere una nuova vita ed evolve nelle funzionalità. Alla conferenza Ifa 2024 di Berlino, appuntamento cardine per le innovazioni tecnologiche che vedranno l’arrivo nel corso dei prossimi mesi, il settore dei computer è pronto a vivere una nuova vita. Tutti i principali produttori, da Lenovo ad Asus, Acer, Samsung e Hp, hanno presentato nuovi modelli, uniti dal filo conduttore dell’intelligenza artificiale. Dopo gli anni della pandemia e il boom di vendite per le necessità di smart working e didattica a distanza, il particolare settore ha vissuto tempi difficili, con trimestri continui di decrescita. Il trend sta per cambiare proprio grazie alla promessa dell’intelligenza artificiale di dare agli utenti opportunità mai viste di produzione di contenuti, soprattutto in termini di velocità e creatività. Nelle previsioni di fine giugno, gli analisti di Canalys hanno affermato di aspettarsi spedizioni dei cosiddetti ‘Ai Pc’ in aumento del 44% dal 2024 al 2028. Si passerà, stando ai numeri, da circa 48 milioni di computer venduti quest’anno a oltre 100 milioni nel 2025 e più di 205 milioni entro il 2028. In quattro anni, quasi 7 computer comprati su 10 avranno un hardware capace di eseguire calcoli di intelligenza artificiale. Non a caso, i fornitori di semiconduttori come Intel, Amd e Qualcomm, sono in una corsa serrata per sviluppare chip ottimizzati, non solo dal punto di vista delle prestazioni ma anche del consumo energetico, una delle principali preoccupazioni quando si tratta di applicare l’IA a processi quotidiani. E dietro l’angolo c’è Apple che il 9 settembre svela la nuova linea di iPhone, che ha già lanciato la sua Apple Intelligence ancora esclusa dai Paesi dell’Unione Europea, in attesa che la tecnologia si conformi alle stringenti richieste del Digital Markets Act continentale in termini di privacy e condivisione dei dati. Nei giorni di Ifa, dopo il lancio del Samsung Galaxy Book 4 Edge da 15 pollici con chip Snapdragon X Plus a 8 core, Asus ha tolto il velo ai portatili Zenbook, Vivobook, ExpertBook e Nuc Mini Pc, con processori Intel Core Ultra 9 (Serie 2). Tutti Copilot Pc+, certificati per poter sfruttare al massimo il chatbot di Windows 11, un po’ la contrapposizione di ChatGpt e Google Gemini sugli smartphone.
In Germania, Acer ha risposto con gli Swift Go 14 Ai e Swift 14 Ai, disponibili anche con processori Amd, mentre Lenovo prosegue con i prototipi che anticipano il futuro. Se a febbraio, durante il Mobile World Congress, il marchio aveva puntato su un modello di notebook “trasparente”, con uno schermo in grado di mostrare l’ambiente circostante da spento, questa volta è toccato all’Auto Twist Ai PC. Si tratta di un notebook sperimentale, la cui vendita non è prevista al momento, con una cerniera motorizzata, pensato per seguire l’utente mentre si muove in una stanza o su un palco. Ancora una volta, l’intelligenza artificiale è protagonista, per la possibilità di rispondere ai comandi vocali di chi sta dinanzi, così da chiudere o aprire il coperchio e trasformarsi in un tablet, girando il pannello di 360 gradi per piegarlo sul dorso. Un formato che apre a interessanti riflessioni per il futuro, quando i computer potranno diventare delle interfacce più complete con cui interagire, anche in maniera naturale, magari facendo a meno degli elementi che ne hanno fatto la storia, dal mouse alla tastiera.

F.P.L.

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Nobody Wants to Die, il videogame thriller in salsa cyberpunk

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Nobody Wants to Die, titolo sviluppato da Critical Hit Games disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, è un’avventura di stampo noir ambientata nella città di New York del 2329. Protagonista dell’avventura è il detective James Karra che si trova a dover indagare su una serie di misteriosi omicidi. Il poliziotto però non è solo, ma dovrà affrontare le indagini assieme alla giovane collega Sara Kai, suo braccio destro nonché personaggio fondamentale nel corso della storia. Fin dai primi passi mossi in questo thriller decisamente molto curato per quanto riguarda l’aspetto grafico, siamo rimasti affascinati dall’atmosfera da detective story in stile Blade Runner, dove però il focus devia totalmente dalle dinamiche di combattimento che ci si aspetterebbe. Nel corso di tutta la durata di Nobody Wants to Die, infatti, non si incontrerà alcuna sequenza di combattimento. Un vero peccato perché a nostro avviso qualche sparatoria avrebbe sicuramente messo più pepe al tutto. Come si può intuire, quindi, i cardini della produzione sono racchiusi tutti in tre elementi: storia, personaggi e ambientazione. A livello narrativo l’avventura ha inizio con il detective James Karra che torna a lavorare in polizia dopo un recente incidente in seguito al quale sembra aver avuto delle conseguenze sulla sua salute psichica. Proprio nel suo giorno di riposo viene incaricato dal suo capo di indagare sul presunto suicidio di uno degli uomini più ricchi di New York, Edward Green. L’uomo si accorgerà ben presto però che il caso affidatogli non è quel che sembra e, in compagnia della sua collega, Sarah, si troverà invischiato in un intrigo politico estremamente pericoloso e complesso.

Fra livelli che si sviluppano in verticale man mano che aumenta il tenore di vita dei cittadini, auto volanti che affollano i cieli ed enormi insegne luminose a fendere l’oscura decadenza di una metropoli in cui piove sempre o quasi, l’ambientazione di Nobody Wants to Die si ispira in maniera palese a Blade Runner ed è ovviamente un peccato che la si possa solo ammirare da lontano. Sono presenti infatti sequenze in cui il protagonista si ritrova a contemplare il profilo della sua New York e il traffico che scorre fra i palazzi, magari mentre si affaccia dallo sportello aperto della sua stessa auto volante. Tuttavia, una volta messo in moto il veicolo, l’atto di viaggiare verso una qualsiasi destinazione viene rappresentato in maniera automatica, senza la possibilità di pilotare il mezzo. Di fatto i momenti in cui viene concesso di esplorare lo scenario sono pochi e limitati, a dimostrazione di come il contorno scenografico dell’avventura sia appunto questo: un semplice sfondo, pensato per arricchire e contestualizzare un gameplay che di fatto si limita all’analisi delle scene del crimine o ai puzzle che concludono un’indagine andando a sommare i vari elementi. A livello di giocabilità, una volta giunti sulla scena del crimine si può azionare un dispositivo in grado di “riavvolgere il tempo” e rivelare elementi da approfondire e visualizzare, ricorrendo anche ad apparecchi come la fotocamera, la lampada UV e il visore a raggi X per ricostruire di volta in volta ciò che è accaduto e chi ha fatto cosa. Questa parte dell’esperienza è piacevole e molto ben coreografata, ma come detto risulta parecchio guidata. L’interfaccia del gioco, infatti, dispensa suggerimenti in continuazione, al punto che la modalità di visualizzazione teoricamente deputata a fornire dei consigli si rivela inutile. Viene detto fino a dove far scorrere il tempo, che strumento utilizzare e quando, rendendo futile persino la ruota di selezione dei dispositivi; e così anche il gameplay stesso di Nobody Wants to Die si rivela semplicemente funzionale alla narrazione e nient’altro.

L’ambientazione oscura scelta dal team polacco è di certo la componente meglio riuscita dell’intera produzione perché, al netto delle sue evidentissime ispirazioni, riesce a far emergere una discreta personalità all’interno delle suggestioni cyberpunk grazie ad un retro-futurismo datato ma efficace: l’impatto scenografico prestato da Blade Runner è qui mescolato ad un’estetica anni Quaranta, generando una dose di malinconia mista a tristezza nell’osservare auto volanti e dal design antiquato sfrecciare tra le piogge acide di una notte perenne. La colonna sonora doom jazz accompagna le elucubrazioni di un protagonista costretto a vivere per sempre nonostante la mancanza di stimoli reali, tratteggiando i confini di un universo in cui l’immortalità non è un dono, ma una condanna a vivere con i propri rimorsi. L’Unreal Engine 5 è qui utilizzato per donare un elevato grado di dettaglio ad ambientazioni contenute e ben diverse tra di loro, con un preset “Qualità” che fa sfoggio di un ray tracing corposo e di un’illuminazione efficace, mentre quello “Prestazioni” – che mantiene stabilmente i 60 fps – smorza il colpo d’occhio facendo calare la definizione e riducendo i giochi di luce. Tirando le somme possiamo dire che questo Nobody Wants to Die è nel complesso un’avventura a base narrativa caratterizzata da un’affascinante ambientazione cyberpunk, che attinge a piene mani da alcune opere piuttosto celebri, come il già citato Blade Runner, per raccontare una storia interessante e coinvolgente, costruita interamente sui due protagonisti. È vero: il gameplay si limita all’analisi delle scene del crimine e gli sviluppatori non hanno osato sconfinare, infarcendo anzi le meccaniche investigative di suggerimenti contestuali che rendono l’esperienza parecchio guidata, ma non per questo meno piacevole. Se quello che si cerca è un titolo tranquillo, con un’ambientazione molto suggestiva e che sia privo di una componente action, allora Nobody Wants to Die è il titolo che fa per voi.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5
Sonoro: 8
Gameplay: 7
Longevità: 6,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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