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Kingdom Come: Deliverance II, il Gdr storico che fa del realismo la sua arma vincente

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Tempo di lettura 7 minuti

Kingdom Come: Deliverance II è il nuovo videogame sviluppato da Warhorse Studio, sequel dell’omonimo titolo, già disponibile per PC, PlayStation e Xbox dai primi di febbraio. Il titolo è ancora una volta ambientato nella Boemia del XV secolo e proprio come il suo predecessore è un Gdr Storico che offre una moltitudine di cose da fare, di scelte da affrontare, di feroci combattimenti e soprattutto grande cura per i dettagli. Anche questa volta fedeltà storica e profondità narrativa sono i cardini della produzione, pilastri che grazie agli sforzi degli sviluppatori, vanno a braccetto con la totale immersività e il forte realismo. Kingdom Come: Deliverance II riprende il viaggio di Henry esattamente da dove finiva nel primo capitolo. Dopo aver assistito alla distruzione del suo villaggio e aver intrapreso un cammino di vendetta e crescita personale, il giovane fabbro si ritrova nuovamente al centro di una trama ricca di intrighi, alleanze e guerre. La Boemia del XV secolo è ancora un campo di battaglia tra fazioni rivali, e il protagonista deve farsi strada tra nobili corrotti, guerrieri spietati e traditori sempre in agguato. Questa volta, però, Henry non è più un semplice ragazzo inesperto: il tempo passato sul campo lo ha reso più maturo, e le sue scelte influenzeranno il destino del regno in modi ancora più significativi rispetto al passato. La struttura narrativa di questo Kingdom Come: Deliverance II si sviluppa attraverso missioni principali e secondarie che si intrecciano perfettamente tra loro, creando una storia che si plasma in base alle scelte effettuate dal giocatore. Ogni dialogo e decisione hanno un impatto tangibile sul mondo di gioco, influenzando le relazioni con i personaggi e modificando lo sviluppo degli eventi. La profondità della narrazione è uno dei punti di forza del titolo, con una sceneggiatura solida che riesce a miscelare sapientemente momenti epici, drammatici e persino spaccati di vita comici, restituendo un quadro realistico della vita medievale. La caratterizzazione dei personaggi è ancora più curata rispetto al primo capitolo, con figure carismatiche e ben delineate che rendono ogni interazione memorabile. L’ambientazione storica rimane però uno degli elementi più affascinanti del gioco. Warhorse Studios ha fatto un lavoro eccellente nel ricostruire la Boemia medievale, inserendo eventi e figure storiche reali all’interno della trama. Questo permette al giocatore di immergersi totalmente nel contesto dell’epoca, affrontando questioni di politica, religione e guerra con una fedeltà storica impressionante. Kingdom Come: Deliverance II non è solo un gioco di ruolo, ma una vera e propria finestra sul passato, in cui ogni dettaglio contribuisce a rendere l’esperienza ancora più autentica. A tutto questo poi bisogna sottolineare che l’esperienza di gioco è stata valorizzata da una totale localizzazione in lingua italiana che permette a chiunque di godere pienamente della grandezza di questo titolo.

Kingdom Come: Deliverance 2 mantiene ed espande la filosofia di gioco del titolo originale, offrendo un gameplay che punta a un realismo storico rigoroso, senza però dimenticare l’importanza della libertà di scelta. Fin dalle prime ore, il titolo fa immergere il giocatore in un mondo duro e difficile, che spinge ad adattare il proprio stile di gioco e a imparare le meccaniche con l’esperienza diretta. Il combattimento, l’interazione con gli NPC, la gestione delle risorse e persino il sistema di progressione rispondono a una logica assolutamente credibile, rendendo ogni azione carica di conseguenze, proprio come se si stesse vivendo per davvero la vita del protagonista. Il combat system, uno degli aspetti più deboli del titolo originale, è stato fortunatamente rivisto, risultando più reattivo e meno macchinoso grazie anche ad animazioni più fluide e una maggiore differenziazione tra le armi. Ora, oltre alle classiche spade e asce, sono disponibili anche balestre e armi da fuoco, gingilli che aggiungono una dimensione tattica agli scontri, ma logicamente restano molto difficili da usare per via del loro lungo caricamento. Il sistema di parate e contrattacchi è diventato meno punitivo, ma rimane comunque basato su tempismo e resistenza: più si attacca senza criterio, più ci si stanca; più si subiscono colpi senza difendersi, più Henry perde di lucidità sul campo di battaglia. In ogni caso, pur essendo migliorato abbastanza, il combattimento conserva ancora alcune rigidità, soprattutto nelle fasi più concitate. Gli scontri uno contro uno sono nella stragrande maggioranza dei casi soddisfacenti, ma quando ci si trova ad affrontare più nemici contemporaneamente il sistema mostra i suoi limiti, con hitbox a volte imprecise e una gestione delle collisioni ancora un po’ legnosa. L’intelligenza artificiale alterna momenti di grande aggressività a situazioni in cui sembra bloccarsi o compiere scelte discutibili, riducendo la tensione in alcuni frangenti. Il sistema di combo è interessante ma difficile da usare. Padroneggiare le tecniche più complesse infatti non è affatto semplice e servono ore di allenamento prima di riuscire a padroneggiarle. Uno degli aspetti più azzeccati di Kingdom Come: Deliverance 2 è invece la libertà di approccio nelle missioni, con il gioco che reagisce dinamicamente alle scelte del giocatore. Una delle novità più interessanti è il cane da caccia, che può essere sbloccato tramite una missione secondaria nelle prime fasi di gioco. Il perk Cinofilo permette di addestrarlo per diverse funzioni, rendendolo un compagno prezioso nelle fasi esplorative e investigative. Grazie a talenti come Mastino Infernale, il fedele quadrupede non è solo un prezioso alleato in combattimento, ma anche un deterrente naturale verso chi vuole attaccar briga. La presenza del cane infatti incute timore, rendendo più efficace l’intimidazione nei dialoghi e inducendo addirittura alcuni nemici alla fuga. Con Salvavita, invece, il cane diventa un vero e proprio guardiano in grado di intervenire nei combattimenti per difendere Henry e attaccare i nemici al comando. Un’aggiunta che non solo arricchisce il gameplay, ma contribuisce a rendere l’esperienza ancora più completa e appagante. L’aspetto che colpisce maggiormente però è la memoria degli NPC: il mondo infatti ricorda le azioni del giocatore. Se si viene sorpresi a rubare, la reputazione nel villaggio ne risentirà e le persone potrebbero rifiutarsi di parlare con Henry. Se si commette un crimine in bella vista, questo verrà diffuso e si potrebbe finire nei guai la volta successiva che si mette piede in città o si viene sorpresi dalle pattuglie di soldati in strada.

Il sistema di crescita del personaggio segue la logica del “più si utilizza un’abilità, più la si migliora”. Se si impugna spesso la spada, si diventa più abili con quest’arma; se si sceglie un approccio più stealth, si sviluppa il talento nel borseggio e nella furtività. Rispetto al primo capitolo, il sequel introduce nove alberi di abilità in totale, aumentando esponenzialmente le opzioni disponibili per il giocatore. Ogni ramo offre perk che affinano ulteriormente lo stile di gioco, permettendo di modellare Henry secondo il proprio modo di giocare. Tra i tanti sistemi di crescita di Kingdom Come: Deliverance 2, il perk Erudito si distingue per la sua capacità di rendere l’apprendimento più veloce ed efficace. Grazie a questa abilità il protagonista può imparare nuove competenze semplicemente leggendo libri, senza dover necessariamente sperimentarle sul campo. Questo si traduce in un vantaggio notevole, permettendo di acquisire talenti come Arte della retorica, che consente di valutare le difficoltà nei dialoghi prima di rischiare, o Esploratore, che rivela l’intera mappa, mostrando insediamenti, aree di caccia e punti d’interesse. Un’opzione ideale per chi vuole ampliare il proprio bagaglio di conoscenze senza affidarsi esclusivamente alla pratica. In un mondo dominato dall’azione, il potere della lettura rimane uno degli strumenti più preziosi per crescere, imparare e conquistare nuove possibilità. Anche nel medioevo virtuale di Henry, la conoscenza è una chiave che apre porte inaspettate. Kingdom Come: Deliverance 2 è un titolo che premia la dedizione e la gestione attenta delle risorse. Henry deve nutrirsi, riposare e mantenere in buono stato il proprio equipaggiamento, altrimenti subirà penalità che influenzano le sue prestazioni in combattimento. Anche il sistema di salvataggio segue questa filosofia: si può salvare solo dormendo in un letto di proprietà o bevendo la Grappa del Salvatore, un’idea che enfatizza il realismo ma che potrebbe risultare frustrante per chi preferisce un’esperienza più immediata e meno complessa. Per quello che concerne le molte quest secondarie presenti in Kingdom Come: Deliverance 2 possiamo dire che esse sono state concepite non come semplici riempitivi, ma sono veri e propri racconti che si intrecciano con la narrazione principale, offrendo ricompense essenziali per la progressione. Alcune sono profondamente radicate nel contesto storico, come l’addestramento con esperti di scherma o le indagini su trame politiche, mentre altre offrono sfide più leggere, come tornei medievali e cacce al tesoro. A queste si aggiungono nuove attività di artigianato, che arricchiscono l’esperienza con un livello di profondità inedito. La forgiatura, ad esempio, permette di creare armi e attrezzature personalizzate, un’abilità che può essere affinata grazie al perk Acciaio Temprato, il quale garantisce la produzione di oggetti di qualità superiore, più resistenti e durevoli nel tempo. L’alchimia, invece, diventa una risorsa imprescindibile per chi vuole potenziare Henry senza dipendere esclusivamente dai mercanti. Con il perk Acqua della Vita, le pozioni curative diventano ancora più efficaci, permettendo un recupero più rapido durante le fasi più ostiche dell’avventura. Insomma ce ne è davvero per tutti i gusti.

Graficamente parlando questo Kingdom Come: Deliverance II è una vera gioia per gli occhi. Il livello di dettaglio raggiunto da Warhorse Studios è davvero impressionante, infatti il paesaggio offre scorci naturalistici incredibilmente realistici, giochi di luce mozzafiato e animazioni incredibili. Tuttavia, il motore di gioco non è privo di incertezze: durante il test di gioco abbiamo assistito ad alcuni cali di frame rate, invece per quanto riguarda bug e glitch non abbiamo riscontrato nulla, segno tangibile che Warhorse ha lavorato con attenzione per offrire un’esperienza quanto più appagante per i giocatori. Il sonoro rappresenta poi un ulteriore aspetto da elogiare: la colonna sonora alterna momenti solenni a brani più intimisti, accompagnando le gesta di Henry con un sapiente uso di strumenti dell’epoca. Kingdom Come: Deliverance 2 è, in definitiva, un gioco che mantiene la sua identità e la rafforza in maniera sopraffina. Il realismo è ancora il fulcro dell’esperienza, ma ciò significa anche che il gioco può risultare più complesso per chi cerca un Gdr più immediato. La storia affascina, ma non sempre riesce a mantenere alta l’attenzione, mentre il comparto tecnico si presenta talmente ben realizzato da far passare in cavalleria alcune piccolissime imperfezioni. Tirando le somme, possiamo senza alcun dubbio asserire che Kingdom Come: Deliverance 2 è un titolo ambizioso e straordinariamente immersivo, un prodotto che espande e migliora la formula del primo capitolo senza stravolgerne l’identità, ma anzi la migliora. La profondità del gameplay, la narrazione coinvolgente e l’ambientazione storica curata lo rendono un’esperienza unica, seppur con qualche comprensibile limite. Questo è un titolo impegnativo e ricco di contenuti, che saprà conquistare chi cerca un’avventura autentica e longeva nel cuore della Boemia medievale. A nostro parere lasciarselo scappare sarebbe un vero peccato. Se si è in cerca di un’avventura bella, longeva e che offre un tasso di sfida ben calibrato allora questo è il videogioco perfetto.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9
Sonoro: 9,5
Gameplay: 8,5
Longevità; 9

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise