Kingdom Hearts 3, la saga giunge al termine

Square Enix e Disney hanno finalmente lanciato Kingdom Hearts 3. Dopo ben 13 anni d’attesa dall’ultimo titolo della serie, finalmente i fan di tutto il mondo potranno accompagnare Sora, il giovane protagonista armato di keyblade , in una nuova splendida avventura. L’eroe, con l’aiuto dei suoi fedeli compagni Paperino e Pippo, ovvero degli emissari inviati da Re Topolino, si unirà ai personaggi più famosi della Disney e della Pixar per cercare di sconfiggere l’oscurità e salvare l’universo dagli spietati heartless in un lungo e meraviglioso viaggio capace di tenere letteralmente inchiodati al joypad. Con oltre un decennio trascorso dal secondo capitolo e con una narrativa frammentata in un numero indefinito di spin-off e piattaforme, l’arrivo di Kingdom Hearts III su Ps4 e Xbox One era tutto meno che scontato. Annunciato per la prima volta all’E3 del 2013, il terzo episodio numerato della saga di Tetsuya Nomura è stato difatti accolto fin dall’inizio con delirante entusiasmo, scaturito dall’immensa passione verso una serie straordinaria, abile nel coniugare linguaggi e culture diverse in unico e maestoso immaginario. Ma veniamo alla trama di quest’appassionante quanto incredibile storia: come fatto intendere nell’epilogo di “A Fragmentary Passage”, Kingdom Hearts 3 ha inizio con un Sora indebolito a seguito del tentativo di possessione da parte di Xehanort, che l’ha portato a perdere il potere del Risveglio ottenuto con Riku in precedenza. In vista della battaglia finale contro la nuova Organizzazione XIII e del prossimo raggruppamento dei sette Guardiani della Luce, di cui fanno parte Lea, Kairi, Topolino ed altri personaggi storici della saga, recuperare tale capacità risulta un imperativo, forzando Sora ad intraprendere un nuovo viaggio per chiarire la sua natura ed intraprendere legami con nuovi cuori. Il problema, se così si può definire, più grosso di Kingdom Hearts III è proprio il comparto narrativo che potrebbe effettivamente rappresentare un ostacolo per tutti quegli utenti che desiderano giocare per la prima volta assieme a Sora e amici. Kingdom Hearts III è infatti il terzo episodio di una trilogia debuttata nel 2002 su PlayStation 2 che nel corso degli anni si è ampliata con episodi “secondari”, usciti su diverse piattaforme, tra cui dispositivi mobile e console portatili. I vari giochi hanno quindi sviluppato a dismisura l’intreccio narrativo e, allo stato attuale, sono di fatto dei capitoli necessari per capire tutti i riferimenti presenti in Kingdom Hearts III. L’avventura di Sora e amici riparte dal Monte Olimpo dove Pippo e Paperino tentano di aiutare il protagonista a recuperare i poteri. Si inizierà quindi un lungo viaggio che porterà l’iconico Trio a visitare una serie di mondi Disney e Pixar, a combattere contro innumerevoli nemici, tra cui Heartless e Nameless, per prepararsi al meglio allo scontro finale mentre Riku e Topolino, in completa autonomia, raduneranno gli alleati in vista dell’ultima battaglia. A livello di gameplay, il titolo di Square Enix e Disney è davvero uno spettacolo, i combattimenti in tempo reale di Kingdom Hearts 3 sono visivamente spettacolari, un tripudio di effetti ed animazioni capaci di lasciare chiunque a bocca aperta. Questi si basano su una componente tendenzialmente “button mashing” che ha da sempre caratterizzato la serie, quindi, il sistema di controllo è assolutamente semplice ed intuitivo. I tasti utili all’azione sono pochi e per eseguire i vari “attacchi speciali” sarà sufficiente premere il pulsante predisposto per tale fine. Sui campi di battaglia, oltre a pozioni curative, elisir ed accessori, Sora potrà equipaggiare sino ad un massimo di tre Keyblade, ognuna dotata di attacchi, caratteristiche e Fusioni differenti, che potranno essere cambiate nel corso dello scontro. Tra attacchi speciali, magie, legami, evocazioni, Fusioni, attrazioni e mosse combinate con i personaggi presenti nel gruppo, ogni battaglia è quindi un tripudio di colori ed effetti semplicemente fanvolosi. L’intero sistema di combattimento poggia quindi sulle collaudate meccaniche del franchise. In basso a sinistra saranno sempre ben visibili le quattro “azioni” basilari: Attacco (Keyblade), Magia (incantesimi sia offensivi che curativi), Oggetti (utilizzare un item a patto di averlo equipaggiato) e Legami (evocazione). Accanto a questi quattro “pilastri” si innescano una serie di meccaniche più stratificate che permetteranno a Sora e compagni di innescare attacchi devastanti ed estremamente spettacolari.

Utilizzando il
Keyblade e infliggendo a lungo danni ai nemici, ad esempio, si potranno
attivare le Fusioni che potenzieranno e modificheranno l’attacco dell’arma
dando vita anche a un micidiale colpo di grazia. Discorso simile vale anche per
le magie con la possibilità di utilizzare incantesimi potenziati, a patto di
aver riempito l’apposita barra colpendo ripetutamente gli avversari. Nella
mischia sono presenti inoltre così dette “attrzioni” che si potranno attivare
dopo aver colpito i nemici contornati da un cerchio verde. Queste mosse, oltre
essere estremamente spettacolari, varieranno in base al luogo in cui si
combatte, avranno un raggio d’azione ampio, conferiranno ingenti danni ai
nemici e si potranno concludere con una sorta di colpo finale davvero
spettacolare. Per quanto riguarda il sistema di combattimento non mancano poi
gli attacchi combinati con i compagni di gruppo ed il “Fluimoto”, che permette
di coprire grandi distanze in poco tempo e che tornerà molto utile anche in
battaglia. Presente anche il colpo “Tiro” che, collegato alla barra Focus e al
Keyblade utilizzato, consentirà di agganciare e colpire più nemici in
simultanea e che sarà indispensabile anche per raggiungere luoghi altrimenti
inaccessibili. Ovviamente si potranno inoltre evocare alleati durante le
sessioni di combattimento a patto però di consumare l’intera barra dei PM che
si ricaricherà con il passare del tempo o utilizzando apposite pozioni. Da buon
gdr che si rispetti, anche in Kingdom Hearts 3 sconfiggendo nemici e boss,
Sora, Pippo e Paperino, saliranno di livello e aumenteranno le loro
statistiche. Inoltre sbloccheranno innumerevoli abilità con cui personalizzare
il set di mosse disponibili, le fasi offensive, difensive e curative. Ogni
abilità ha però un costo in punti che viene detratto da un massimale che
incrementerà salendo di livello. Nel complesso l’intera struttura che governa
le fasi di combattimento funziona e diverte rendendo gli scontri vari e
visivamente spettacolari, tuttavia il livello di sfida è davvero piuttosto
semplice, quindi il nostro consiglio è quello di giocare alla massima
difficoltà. Durante le nostre circa 50 ore di gioco, non ci è mai capitato di
trovarci in combattimenti troppo complessi o frustranti, neppure quando il
protagonista era di livello inferiore rispetto a quello richiesto dal mondo che
in quel momento stavamo esplorando.

Sempre a livello di gameplay, le meccaniche RPG di Kingdom Hearts 3 ci sono sembrate piuttosto semplici e con un sistema eccessivamente basilare. Le statistiche di Sora e compagni aumentano in modo autonomo e si potrà interagire solo con le abilità decidendo, in base ai punti a disposizione, quali attivare o disabilitare. Detto ciò, segnaliamo comunque la possibilità di abilitare alcuni malus, pensati appositamente per mettere in difficoltà il giocatore e garantire un livello di sfida superiore. Nel titolo fortunatamente è presente anche un sistema di crafting che, oltre a permettere la creazione di pozioni curative, elisir e oggetti di vario genere, consente anche di potenziare le Keyblade a patto di essere in possesso dei materiali richiesti. All’officina si accederà interagendo con il Moguri, unico personaggio di Final Fantasy presente, con cui si potrà anche commerciare. A Crepuscopoli inoltre, si avrà la possibilità di entrare al bistrot di Zio Paperone e creare, completando dei minigiochi di cucina, dei menù gourmet che conferiranno al trio bonus temporanei. Proprio come già visto in passato, Kingdom Hearts 3 non è solo combattimenti, la struttura di gioco viene infatti ampliata con una serie di attività secondarie che spaziano dalla ricerca di collezionabili, scattare foto, a boss opzionali sino ad arrivare ai 20 mini-giochi ispirati al mondo Disney degli anni 80 e ai “viaggi” nello spazio a bordo della ormai nota Gummiship. I minigiochi, rigorosamente in bianco e nero, non saranno disponibili sin da subito ma andranno sbloccati progredendo nell’avventura e trovando gli appositi scrigni sparsi nei mondi di gioco. Per accedervi, sarà necessario utilizzare il Gummifono, una sorta di smartphone inventato da Cip e Ciop che sostituisce il “diario” cartaceo del Grillo Parlante presente negli episodi precedenti. Tramite il Gummifono si potrà quindi accedere ad una sezione dove non mancheranno le schede dettagliate di alleati e nemici, il glossario e il riassunto della storia. Essendo una sorta di smartphone, con il dispositivo si potranno inoltre scattare foto e gli immancabili selfie. Per quanto riguarda le sessioni di gioco a bordo della Gummiship, l’iconico mezzo di trasporto con cui si viaggerà nello spazio per spostarsi da un mondo all’altro, il gampelay canonico è stato arricchito da qualche gustoso elemento in più. Si tratta di un gioco nel gioco considerando che l’universo stellato di Kingdom Hearts 3 è ricco di tesori ma anche di pericolosi nemici. Si affronteranno quindi battaglie spaziali, non mancheranno mini-boss e le insidie saranno dietro ad ogni angolo. Saranno presenti preziosi tesori e si potranno recuperare materiali rari, progetti esclusivi e componenti unici per la Gummiship. Oltre a poter personalizzare o modificare le “navi” esistenti, è presente anche un editor che consentirà di creare da zero la propria Gummiship, equipaggiandola con una serie di accessori, armi, bonus e facendo attenzione a equilibrare le varie statistiche: manovrabilità, punti vita, potenza, rollio, attacco.

 

Kingdom Hearts III
grazie alle prestazioni offerte dalle attuali console si libera una volta per
tutte dei limiti tecnologici imposti da una tecnologia datata prima, dalle
console portatili poi, mostrando tutto il potenziale artistico di un concept
eclettico e stravagante. La progressione nei livelli appare più
tridimensionale, sviluppandosi non solo su un piano orizzontale, ma anche e
soprattutto su quello verticale. Il level design va infatti in questo terzo
capitolo arricchendosi notevolmente, garantendo sezioni ampie e continue e
abbandonando le continue schermate di caricamento delle iterazioni passate. La
progressione nei livelli appare inoltre più tridimensionale, sviluppandosi non
solo su un piano orizzontale, ma anche e soprattutto su quello verticale,
specie grazie alla nuova capacità di Sora di sfidare la gravità e muoversi su
pareti ben evidenziate. Passando invece a considerazioni di carattere
prettamente tecnico, il lavoro fatto per questo terzo capitolo di Kingdom
Hearts ha dell’incredibile, sebbene non manchi di mostrare il fianco ad alcuni
annosi problemi. L’Unreal Engine 4 del gioco vanta un sistema di illuminazione
sorprendente, supportato da ottimi shader e particellari. A fronte di quanto
detto sopra, la riproduzione grafica delle proprietà intellettuali Disney
rasenta in alcuni punti la perfezione, rispettando sempre lo stile artistico
iniziale e riproponendolo con cura all’interno del mondo di gioco. Le
meraviglie a schermo vengono inoltre accompagnate da un sonoro come al solito
d’eccellenza, con un ottimo doppiaggio inglese degno di annoverare, oltre alle
voci storiche della saga, persino alcune delle voci originali delle pellicole
trasposte. Peccato invece per la colonna sonora, caratterizzata quasi
unicamente da bellissimi remix e riarrangiamenti delle celebri tracce dei
capitoli precedenti, lasciando dunque spazio ad un numero minimo di inediti,
tali da poter essere contati sulle dita di una singola mano. Alla luce di
quanto detto, tirando le somme, nonostante ci siano voluti ben 13 anni
d’attesa, Kingdom Hearts 3 è riuscito a mantenere le solide basi della serie
permettendo ai fan di “rivivere” quelle sensazioni ed emozioni
provate un decennio fa. Il titolo però non è un gioco per tutti e in alcuni
ambiti si poteva fare meglio. Il comparto narrativo, per i neofiti, ma anche
per chi ha saltato qualche gioco della saga, potrebbe essere un vero ostacolo.
Per capire sino in fondo tutte le dinamiche, i riferimenti, gli intrecci e le
relazioni tra i vari personaggi tirati in ballo nel corso dell’avventura,
l’Archivio della Memoria presente al menù d’inizio non è sufficiente ed è
quindi necessaria una conoscenza approfondita non solo dei due capitoli
principali ma anche degli altri episodi. Nonostante questo il videogame è
sicuramente un titolo che vale a pena di giocare in quanto rappresenta un vero
e proprio tripudio di divertimento. Siamo certi che le tante ore di gioco
passate assieme a Sora, Pippo e Paperino saranno spese davvero bene e una volta
portata a termine l’avventura avrete solo tanta voglia di continuare a
esplorare i mondi di gioco per trovare fino all’ultimo collezionabile.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8

Gameplay: 8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise