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“La consapevolezza di essere napoletani”: l’intervista al pianista e giornalista Rosario Ruggiero

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Rosario Ruggiero è un noto pianista – giornalista napoletano contemporaneo e da tantissimi anni si esibisce in qualità di solista per importanti istituzioni nazionali ed internazionali, nel suo “viaggio” da musicista ha avuto l’onore di esibirsi anche per il grande Uto Ughi in occasione del conferimento del premio “Leggio d’oro” al famoso violinista.

Ogni settimana il pianista partenopeo è ospite con le sue exhibition nella Sala Cammucini al Museo di Capodimonte di Napoli e regala ai visitatori con le sue performance suggestioni di epoche passate, le sue note musicali hanno la capacità di creare atmosfere magiche dialogando con i fruitori insieme alle opere e gli arredi originali del polo museale, i “viaggiatori” quando entrano nell’incantevole Sala vivono un’esperienza davvero unica, ricevono emozioni di un passato lontano ricco di fascino e di mistero.

Diplomato al Conservatorio di musica “San Pietro a Majella” da anni collabora per importanti testate giornalistiche, nelle sue parole quando racconta di lui si percepisce la passione che ha per la musica e l’importanza del sapere e la percezione che essa dà del mondo, ma racconta anche dei sacrifici che ha dovuto affrontare.

Rosario Ruggiero ha una propensione verso tutto ciò che è sapere, finezza e tutto ciò che può fare la differenza, ma soprattutto quando lo si ascolta si percepisce l’amore che prova verso la sua città, infatti tiene a precisare – con orgoglio – durante l’intervista che: “il conservatorio è nato a Napoli” e di essere un napoletano DOC.

Cresciuto nel quartiere Materdei vicino al centro storico partenopeo e non molto lontano dai maggiori musei della città e alle maggiori Università del centro-sud, ha una chiara visione realista della sua città dove è cresciuto e vissuto, consapevolmente ne elenca i pregi, ma da buon intellettuale elenca anche i difetti della dimora di Partenope e dei suoi concittadini, e alla domanda cosa manca alla sua bella città egli dichiara che: “ Credo che la principale cosa che manca oggi a Napoli sia la corretta consapevolezza dei napoletani circa la loro città”.

“Napoli è difficilissima, ma ogni difficoltà è essa stessa una provocazione.”- prosegue – “Se la si saprà superare se ne uscirà arricchiti, altrimenti sconfitti e mortificati. Le sue difficoltà solo allora il pregio ed il difetto massimo di questa città.”

Rosario Ruggiero è un artista conoscitore della musica e della sua storia L’Osservatore d’Italia ha voluto porre qualche domanda del mondo dei  musicisti e quali sono le difficoltà per chi vuole intraprendere la strada del campo musicale.

Sei un artista poliedrico sul tuo curriculum per prima cosa hai specificato che sei napoletano che rapporto hai con il capoluogo campano? per un musicista quali sono i pregi e le difficoltà che hai dovuto affrontare nella tua città?

Quando ero un ragazzo la visione del mondo che si proponeva contemplava una stretta dipendenza tra bravura, fama, successo, ricchezza, gloria, prestigio, e chi ne ha più ne metta. Via via, crescendo, mi sono reso conto che ciò non corrispondeva alla realtà. Puoi avere successo anche senza valore, giacché il successo non è la misura di chi lo riceve, ma di chi lo tributa. Puoi avere il massimo valore senza essere minimamente riconosciuto, e così la fama senza prestigio o ricchezza senza virtù positive. Non potendo avere allora necessariamente tutto necessitano scelte di priorità. Il mio obiettivo precipuo fu il raggiungimento di massima valentia, significatività e poterne lasciare duratura traccia. Quindi, via via il raggiungimento onesto e autentico di tutto il resto. Se ho valore autentico, il successo sarà la possibilità di offrire il mio dono al mondo. Se fama e successo mancheranno, il mio valore, se esiste, quanto più e grande più sarà forte denuncia di malsano andazzo epocale ai posteri più attenti e sensibili. Questo è quanto mi dà la forza di perseverare.

Ogni artista vuole lasciare traccia di sé, Salvator Dalì fece costruire un museo con il suo nome prima di morire per assicurarsi di lasciar traccia della sua bravura ai posteri, fu il primo a percepire che i medium sono molto importanti per dar vita al “personaggio” e al divismo tanto esasperato che oggi noi siamo spettatori, tu che rapporto hai con tutto ciò che è promozione delle tue performance? Sei presente sui social o altro?

Sono presente su siti informatici, ma ritengo che ”pubblicizzare” sia rendere pubblico, non imporre prepotentemente, o, ancor peggio, subdolamente la propria presenza, per cui sono abbastanza reperibile ma a patto che lo si voglia.

Giuseppina Ercole

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A Roma, AALTO – Aino Alvar Elissa La dimensione umana del design

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Una mostra attualmente in corso al MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma da dicembre a maggio prossimo, ripercorre la storia dell’idea progettuale di Alvar, Aino ed Elissa Aalto, caratterizzata da un’architettura e un design in armonia con le persone e il mondo circostante. Architettura, arte e design sono tutti interconnessi nel pensiero degli Aalto. Gli edifici progettati dallo studio di architettura del finlandese Alvar Aalto continuano a ispirare gli architetti di tutto il mondo; le idee di design degli Aalto possono essere viste in oggetti prodotti in serie in molte case, con diversi pezzi degli anni ’30 ancora in produzione oggi.
La mostra presenta 11 progetti edilizi completati dallo studio di Aalto nel corso della sua lunga carriera. L’allestimento sperimentale offre ai visitatori diversi modi per esplorare queste opere di fama mondiale. Nella visione di Aalto, architettura, arte e design sono parti inscindibili di un unicum. Edifici divenuti icone che influenzano gli architetti di tutto il mondo e oggetti di design che, anche grazie all’attenzione dell’azienda alla produzione di massa a basso costo, sono entrati nelle case di molte persone e sono ancora oggi in produzione. “La vera architettura esiste solo dove l’essere umano si trova al centro”, Alvar Aalto, 1958.
Sono esposti un numero considerevole di disegni originali provenienti dalle vaste collezioni della Fondazione Alvar Aalto. Oltre ai disegni, la mostra comprende documenti in prestito dal fondo documentario della Fondazione e oggetti, come vetri, mobili e apparecchi di illuminazione, dalla sua collezione di oggetti. Il prestito di quasi 250 oggetti per questa mostra è il più grande realizzato dalla Fondazione Alvar Aalto nel 2023.
La visita alla mostra può essere integrata con la lettura di un libro appena uscito in Italia, con un’eccellente versione di Nicola Rainò per l’editore Salani, una biografia visiva di Aino e Alvar Aalto. “Aalto nomina sempre le sue mostre e firma le sue opere con il nome di Aino e Alvar Aalto. Non è solo un gesto da gentiluomo mettere al primo posto il nome di tua moglie; fin dai primi anni di studio, la base del loro matrimonio solido e stabile è stata la collaborazione e la condivisione degli obiettivi. Al di là di questo, il loro vero segreto forse è il fatto che, pur essendo persone completamente opposte, erano allo stesso tempo anche uguali. Alvar Aalto è inquieto, esuberante, imprevedibile, così come Aino è sempre stato concentrato, diligente e riservato. È come se uscissero dal Kalevala. Meno male che attorno a un vulcano scorre ancora acqua.” ‘Aino e Alvar Aalto. Una storia di amore e architettura’, un libro del nipote dei due grandi architetti e designer che segue il dipanarsi di un progetto di vita che ha unito amore e lavoro, idee e genio.
La mostra è curata da Space Caviar.
Contemporaneamente alla mostra, e dal 27 febbraio 2024 al 24 marzo 2024, due film raccontano ed esplorano la vita e le opere dei maestri finlandesi dell’architettura e del design moderno. Dedicato a un’unica e straordinaria opera di Aalto – l’unica realizzata in Italia dall’architetto finlandese – il documentario di Roberto Ronchi e Mara Corradi, ‘Non abbiamo sete di scenografie – La lunga storia della chiesa di Alvar Aalto a Riola’ va alla ricerca del prezioso e complesso progetto la cui realizzazione ha richiesto ben tredici anni, fino alla sua inaugurazione nel 1978 dopo la morte dell’architetto, ripercorrendo in parallelo le vicende sociali ed economiche che hanno caratterizzato la provincia di Bologna tra gli anni Sessanta e Settanta. AALTO di Virpi Suutari, invece, ci conduce in un incantevole viaggio attraverso i processi creativi e i progetti più iconici di Alvar e Aino Aalto tra Finlandia, Russia e Parigi, fino agli anni ’50, che aprirono una nuova fase nel lavoro di Alvar, segnata dalla perdita della prima moglie e successivo matrimonio con Elissa. Attraverso materiale d’archivio inedito e le testimonianze di amici e studiosi, il film ripercorre i momenti più significativi della vita di Aalto e la straordinaria progettazione riguardante la storia del modernismo.
Proiezioni:
Non abbiamo sete di paesaggi – La lunga storia della chiesa di Alvar Aalto a Riola (2018 – 63′)
regia di Roberto Ronchi, Mara Corradi, lingua: italiano con sottotitoli in inglese, tutti i giorni, ciclo dalle 11:30;
AALTO (2020 – 103′), diretto da Virpi Suutari
lingua: finlandese con sottotitoli in italiano, realizzato da Fondazione In Between Art Film.
Informazioni sull’evento
14.12.2023–26.05.2024
MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Roma
A cura della Fondazione Alvar Aalto, MAXXI
https://www.youtube.com/watch?time_continue=4&v=OVFCsjT2A4M&embeds_referring_euri=https%3A%2F%2Fwww.maxxi.art%2F&source_ve_path=Mjg2NjY&feature=em
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La gestione di una Azienda Sanitaria in chiave sostenibile

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La gestione di un’azienda sanitaria locale è un compito complesso e cruciale per garantire la fornitura di servizi sanitari di alta qualità alla comunità. In questo contesto, l’implementazione di pratiche innovative e sostenibili, supportate da ricerca e programmazione efficace, è fondamentale per affrontare le sfide attuali e future del settore sanitario.

La ricerca è il motore trainante dell’innovazione nel settore sanitario

Investire in ricerca scientifica permette di sviluppare nuove terapie, tecnologie diagnostiche e approcci terapeutici che migliorano la qualità delle cure e la salute complessiva dei pazienti. Ad esempio, la ricerca può portare alla scoperta di nuovi farmaci più efficaci, procedure chirurgiche meno invasive o dispositivi medici avanzati che ottimizzano i risultati clinici.

Integrare l’innovazione nella gestione di un’azienda sanitaria locale significa adottare tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza operativa, come sistemi di gestione elettronica delle cartelle cliniche, telemedicina e strumenti di monitoraggio remoto dei pazienti. Queste soluzioni non solo ottimizzano i processi interni, ma anche migliorano l’accesso ai servizi sanitari e la comunicazione tra pazienti e operatori sanitari.

Programmazione Efficace

Una programmazione efficace è essenziale per garantire l’allocazione ottimale delle risorse e la pianificazione strategica delle attività all’interno di un’azienda sanitaria locale. Ciò implica la definizione di obiettivi chiari, la valutazione delle esigenze della comunità, la previsione delle tendenze epidemiologiche e la pianificazione delle risposte a emergenze sanitarie.

Una programmazione oculata permette di identificare aree prioritarie di intervento e di assegnare risorse in modo equo ed efficiente, assicurando che i servizi sanitari soddisfino adeguatamente le esigenze della popolazione. Inoltre, una pianificazione a lungo termine consente di adattarsi ai cambiamenti demografici, tecnologici e normativi, garantendo la sostenibilità nel tempo dell’azienda sanitaria locale.

Sostenibilità

La sostenibilità è un imperativo etico ed economico per le aziende sanitarie locali. Essa implica non solo l’adozione di pratiche ambientali responsabili, ma anche la promozione di equità nell’accesso ai servizi sanitari, la gestione efficiente delle risorse e la creazione di un ambiente lavorativo sano e sicuro per il personale.

Integrare la sostenibilità nella gestione di un’azienda sanitaria locale comporta l’implementazione di politiche volte a ridurre gli sprechi, l’ottimizzazione dell’uso delle risorse energetiche e idriche, l’adozione di pratiche di riciclo e il supporto a iniziative di mobilità sostenibile per il personale e i pazienti. Inoltre, promuovere l’equità nell’accesso ai servizi sanitari significa garantire che tutti i membri della comunità abbiano accesso a cure di qualità, indipendentemente dalla loro situazione economica, sociale o geografica.

Tirando le somme

La ricerca, l’innovazione, la programmazione e la sostenibilità sono pilastri fondamentali nella gestione di un’azienda sanitaria locale. Questi elementi non solo migliorano la qualità delle cure fornite ai pazienti, ma anche l’efficienza operativa e la sostenibilità economica dell’organizzazione nel lungo termine. Investire in queste aree è essenziale per affrontare le sfide emergenti nel settore sanitario e per garantire un sistema sanitario equo, efficiente e orientato al futuro.

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Arte pittorica e jazz: due mondi apparentemente diversi, ma che in realtà condividono molti elementi fondamentali

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L’arte pittorica e il jazz sono due forme espressive che hanno in comune la libertà creativa, l’improvvisazione e l’originalità. Non è quindi sorprendente che questi due mondi si siano spesso intrecciati, dando vita a collaborazioni e opere straordinarie.

Il rapporto tra arte pittorica e jazz ha radici profonde nella storia dell’arte moderna e contemporanea. Artisti come Jackson Pollock e Willem de Kooning nel corso del XX secolo hanno tratto ispirazione dal mondo musicale del jazz per creare opere che catturano il ritmo, l’energia e la vitalità di questa musica innovativa.

Il connubio tra arte pittorica e jazz è stato particolarmente evidente durante il movimento dell’espressionismo astratto negli anni ’50 e ’60, quando molti artisti erano attratti dal processo creativo dell’improvvisazione, simile a quello utilizzato dai musicisti jazz durante le loro performance.

Alcuni artisti, come Romare Bearden e Stuart Davis, hanno addirittura incorporato elementi musicali direttamente nelle loro opere, creando una sintesi unica tra suono e immagine. Altri, come Jean-Michel Basquiat, hanno sperimentato con materiali e tecniche pittoriche ispirate dalla libertà e dalla creatività del jazz, creando opere che vibrano di energia e movimento.

In tempi più recenti, artisti contemporanei come Mark Bradford e Julie Mehretu hanno continuato a esplorare le connessioni tra arte e jazz, utilizzando la musica come fonte di ispirazione per le loro opere astratte e immersive.

Il connubio tra arte pittorica e jazz non si limita solo alle opere d’arte

Spesso, le performance musicali di artisti jazz sono accompagnate da proiezioni di opere d’arte visive, creando un’esperienza multisensoriale in cui suono e immagine si fondono in un’unica forma di espressione artistica.

In conclusione, l’arte pittorica e il jazz sono due mondi apparentemente diversi, ma che in realtà condividono molti elementi fondamentali. Il connubio tra queste due forme artistiche è un mix vincente che continua a ispirare artisti e spettatori in tutto il mondo, dimostrando che la creatività e l’innovazione possono fiorire quando si lascia spazio alla libera espressione artistica.

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