la corsia degli orrori

 
LA CORSIA DEGLI ORRORI
PERCHE’ I POLITICI SONO PIU’ LONGEVI DEGLI ALTRI
DI ROBERTO RAGONE
“La corsia degli orrori”: questo è il titolo che Mattino 5 ha dato venerdì mattina al servizio molto ampio e ben realizzato a proposito del caso del signor Marcello Cairoli, deceduto dopo 56 ore di agonia in uno stanzone dell’astanteria dell’ospedale S. Camillo- Forlanini, dove era stato ricoverato urgentemente dai familiari per l’aggravarsi di una situazione patologica già seguita in altro ospedale. Il signor Marcello – permettetemi di chiamarlo per nome, perché un po’ tutti l’abbiamo adottato come un padre sfortunato, simbolo di un’era e segno di un decadimento non solo delle Istituzioni – era ammalato di cancro. Il figlio, Patrizio, riferisce che inutilmente avevano atteso l’inizio di una programmata radioterapia che avrebbe potuto probabilmente, se non salvargli la vita, almeno renderla un po’ più lunga, permettendo alla sua famiglia di continuare a goderne l’affetto. Nulla di tutto ciò. Ricoverato al Pronto Soccorso del S. Camillo, il signor Marcello ha visto terminare le sue ultime ore di vita fra ricoverati non gravi, in codice bianco e verde; fra gente che portava la pizza e i panini ai ricoverati – anch’essi da almeno due giorni in attesa, come testimoniato dal servizio di mattino 5 – e tossicodipendenti in attesa della dose di metadone. Senza privacy, senza dignità, senza assistenza, tranne che nelle ultime otto ore, durante le quali gli è stata somministrata la morfina, a fronte dei dolori insopportabili che pativa. Così il sig. Marcello se ne è andato, senza forse soffrire, senza essere cosciente della sua stessa dipartita; ma, aggiungiamo noi, senza poter dare un ultimo saluto alla sua famiglia radunata intorno a lui, unico diaframma con le loro presenze fra la vita e la morte, fra gli ‘allegri’ e rumorosi ricoverati e il dramma che si svolgeva silenziosamente dietro quella barriera umana. Comprendiamo il dolore della famiglia Cairoli, e da queste colonne, a nome di tutta la redazione, voglio esprimere la nostra vicinanza a tutti loro. Perdere un genitore, come già ho scritto ieri, è un’esperienza che segna per tutta la vita. Perderlo così, è ancora più triste. Inutili ed impotenti, se pur doverose, le scuse di tutto l’ospedale, per bocca del direttore sanitario, il dottor Luca Casertano. Comprensibile il rammarico di fronte a questa morte, anche se, secondo il dott. Casertano, la situazione non permetteva il trasferimento ad altro spazio, essendo già occupati i due letti destinati ad ospitare i malati fine-vita. Secondo i dati forniti dal dott. Casertano, il S. Camillo-Forlanini riceve circa 150 casi al giorno al Pronto Soccorso, attorno ai 90.000 l’anno, e con i mezzi a loro disposizione non è possibile fare di più. E allora torniamo al problema originale. Questa che descriviamo oggi è solo la punta dell’iceberg di una situazione voluta e messa in atto da chi pensava che la spending review, malamente orchestrata e realizzata per ordine dell’Unione Europea,  consistesse nel togliere servizi ai cittadini che pagano le tasse, e che hanno diritto a quei servizi che le tasse dovrebbero garantire, –  come anche la Costituzione, proprio quella che si vuole stravolgere – distruggendo di fatto un apparato sanitario che tutto il mondo ci invidiava. Ci invidiava, perché di fronte a ciò che accade quotidianamente, e che i giornali si sono stancati di denunciare, ora non c’è più nulla da invidiare. È sotto gli occhi di tutti che l’Italia non è un Paese che premia la meritocrazia, come accade altrove, dove, per esempio, i nostri cervelli in fuga sono accolti a braccia aperte. E questo potrebbe spiegare perché abbiamo alla Sanità un ministro come Beatrice Lorenzin, che oltretutto non ha una competenza specifica in materia sanitaria, avendo interrotto i suoi studi alla maturità classica. Ma penso che se andiamo spulciare, parecchi dei nostri amministratori sono nella stessa situazione, se non peggio. Naturalmente, come previsto, Lorenzin ha dato ad altri l’incarico di investigare sulla faccenda. Questa volta abbiamo una variante, essendo coinvolto il capo ufficio stampa del ministero, il quale, fatte le debite indagini, potrà serenamente dare incarico ai soliti ispettori di approfondire la situazione. Questo è il servizio sanitario in Italia. Di recente, per dirne una, il premier Renzi ha dichiarato ‘basta tagli alla sanità’, forse rendendosi conto, perfino lui, che non poteva andare oltre, a rischio di una sommossa – virtuale, in Italia non siamo come in Sudamerica. Peccato che subito dopo più di duecento esami clinici sono stati messi  pagamento, il che è forse peggio che tagliare, perché ancora più gente – anziani, e pensionati, la fascia più debole della nazione – rinunzieranno a curarsi, affollando ancora di più i Pronti Soccorso. Storace, sul suo quotidiano, riferisce che il manager D’Urso, ex del S. Camillo, è stato promosso alla guida dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari, dopo aver aumentato il deficit aziendale del S. Camillo: questo tanto per parlare di non-meritocrazia. Un anno fa veniva decretata la chiusura dell’ospedale della Locride, in provincia di Reggio Calabria. Non sappiamo come sia andata a finire, pur avendo firmato una petizione che ne chiedeva la continuazione. Ma in una nazione in cui si fa finta che la gente si ammali di meno soltanto perché non accede alle troppo costose cure del SSN, siamo autorizzati ad essere pessimisti. Tutto questo non riguarda la Casta, per i cui appartenenti sono sempre disponibili posti letto raccomandati, se non tutto il piano di un grande ospedale, come per esempio il Gemelli, come è già accaduto. Abbiamo notato, fra l’altro, che la politica rende longevi, come testimonia l’età dell’ex-presidente Napolitano, ora senatore a vita: non sarà che una maggiore disponibilità di presidi terapeutici possano fare il miracolo? Certo, se Re Giorgio, come ama chiamarlo Marco Travaglio, avesse dovuto passare per tutte le forche caudine della nostra cosiddetta sanità, non sarebbe così in salute. O no? Apriamo un dibattito in merito, potete indirizzare le vostre opinioni alla nostra redazione. In proposito, vorremmo sapere perché il Forlanini continua ad essere nominato accanto al S. Camillo, quando è chiuso da quel dì ed è diventato un luogo pericolosissimo, senza sorveglianza, ricettacolo di immondizie, topi, vagabondi, drogati, e dove è stato anche rinvenuto il cadavere di una ragazza? Quale risparmio si è voluto realizzare sulla nostra pelle? Non è forse esatto dire che se fosse ancora funzionante, i tanti ricoverati nei vari codici colorati potrebbero distribuirsi fra due centri ospedalieri? E se l’azienda Forlanini fosse deficitaria, non sarebbe come tutte le altre aziende statali, dove il denaro è res nullius? E non è forse esatto dire che di fronte alla vita umana non si dovrebbe guardare il profitto, ma solo la vita stessa? E non è anche giusto immaginare che il terreno dell’ex-Forlanini potrebbe essere oggetto di una speculazione immobiliare per i soliti noti? Intanto aspettiamo i famigerati ispettori della Lorenzin e le loro conclusioni. Possiamo immaginare già cosa scriveranno nei loro rapporti, non potendo descrivere la situazione reale, ma probabilmente soltanto quella che deve emergere dalla loro visita. Così, mentre tutto continua ad essere com’è, mentre Renzi continua a dire che l’italia è in ripresa, mentre Padoan spinge una crescita che è solo nella sua mente fantasiosa; mentre i pensionati continuano a tirare un giorno dopo l’altro, cominciando dal primo del mese, studiando le offerte speciali dei vari supermercati, e mentre altri invece vanno a razzolare negli scarti dei mercatini rionali; mentre le pensioni d’oro continuano ad essere intoccabili, Dio sa perché, certificando un’ingiustizia sociale degna del peggior Soviet; mentre la Casta continua a godere di privilegi anticostituzionali (art, 3, andàtelo a leggere); e mentre Renzi, Boschi, Verdini, Napolitano & Co. insistono nel fare propaganda ad una modifica costituzionale indecente: mentre tutto questo continua così, e ognuno di noi pensa che chiunque sarebbe capace di ‘inviare gli ispettori’, noi continuiamo a chiederci: ma se non è capace di evitare la distruzione del servizio sanitario, e di farlo funzionare come dovrebbe, il ministro della sanità Beatrice Lorenzin, cosa ci sta a fare?