La Costituzione ai tempi del Coronavirus

di Alessandro De Pasquale*

Si parla di prorogare, per ulteriori 15 giorni, le restrizioni messe in atto dal Governo Conte in nome – giustamente – del diritto costituzionale alla salute.

Visto però che abbiamo più volte scomodato la nostra amata Carta Costituzionale, vorrei soffermarmi sui suoi “principi fondamentali”, definiti tali dai nostri Padri Costituenti perché esprimono le finalità, i valori e gli ideali dello Stato.

Evito l’esegesi di tutti gli articoli di tali principi (non credo neanche di esserne capace) ma vorrei soffermarmi, da umile sindacalista, sul primo capoverso dell’articolo 1 della Costituzione che recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Bene! Fatta questa doverosa premessa, vorrei capire dove si colloca questo fondamentale principio nelle scelte del Governo che, a colpi di “decreti” sfornati improvvisamente e comunicati in diretta Facebook, hanno di fatto fermato l’Italia, lasciando morire di fame chi ogni giorno “tira a campare”, calpestando la dignità dell’uomo che, non ha caso, è anch’essa valorizzata e tutelata dall’articolo 2 della Costituzione: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

Il Governo, in questo difficile momento di crisi sanitaria, tra le sue “impopolari” decisioni, deve comunque avere il coraggio di garantire al popolo la possibilità di lavorare, promuovendo tutte le condizioni opportune, eliminando gli ostacoli e tutelando così l’interesse economico, la libertà, la dignità e la personalità del lavoratore.

Se tutto questo non sarà possibile, non è un Governo degno della nostra amata Italia.

*Presidente Nazionale SIPPE