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La Maker Faire torna alla Fiera di Roma dall’1 al 3 dicembre

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Torna, con numeri sempre più imponenti e attrazioni sorprendenti, l’atteso appuntamento con “Maker Faire Rome – The European Edition 4.0”, manifestazione giunta alla sua quinta edizione. Il più grande evento europeo sull’innovazione e sull’impresa 4.0 si svolgerà dall’1 al 3 dicembre 2017 presso la Fiera di Roma. Con 7 padiglioni a disposizione (uno in più rispetto allo scorso anno) per oltre 100mila mq di estensione, Maker Faire Rome si conferma la fiera dove prende forma la rivoluzione digitale, il luogo della ribalta dedicato alle famiglie, ai bambini e a tutti gli appassionati di innovazione, ma anche il format consolidato per le aziende e gli innovatori di professione che utilizzano la cultura digitale come mezzo per affrontare le nuove sfide dei mercati. Resta prioritario e centrale il tema dell’impresa 4.0. Con l’approccio pratico e il linguaggio chiaro che la contraddistingue, Maker Faire Rome intende aiutare il pubblico (composto in buona misura anche da professionisti e imprenditori) a comprendere l’argomento attraverso esempi, simulazioni reali, testimonianze (workshop e seminari). L’obiettivo è quello di guidare i visitatori all’interno di un processo produttivo, possibilmente in funzione, che mostri come il flusso delle informazioni porti intelligenza ed efficienza al processo stesso, dalla produzione alla logistica, dalla supply chain alla sicurezza, dall’energia fino alla personalizzazione del prodotto stesso. Tanti, attuali e coinvolgenti gli altri temi della quinta edizione. Si va dall’Internet delle cose alla manifattura digitale fino all’agricoltura 4.0, passando per il cibo del futuro alla sensoristica; mobilità smart, riciclo e riuso, edilizia sostenibile; robotica; realtà virtuale e aumentata, salute e benessere; scienza e biotecnologie. “Maker Faire Rome – The European Edition 4.0” (www.makerfairerome.eu) è una manifestazione promossa dalla Camera di Commercio di Roma e organizzata dalla sua Azienda speciale Innova Camera. Un evento di portata internazionale che fa convergere sulla Capitale il meglio dell’innovazione da tutto il mondo. Per i visitatori Maker Faire Rome è un’occasione irripetibile di interagire – in anteprima – con le innovazioni che cambieranno in meglio la nostra vita mentre per maker, imprenditori, startupper e imprenditori medi, piccoli e piccolissimi è il momento per confrontarsi con realtà internazionali affermate che hanno scelto l’evento come piattaforma di lancio per i loro prodotti e innovazioni e per fare scouting di nuovi talenti. Anche nell’edizione 2017, ben 10mila mq di attività ed espositori saranno dedicati a bambini e ragazzi dai 4 ai 15 anni organizzati nell’apposita Area Kids (padiglione 4).

Una nuova visione del futuro con i progetti di maker, artigiani, scuole, università e artisti

Chi sono i Makers? I Makers sono appassionati di tecnologia, educatori, pensatori, inventori, ingegneri, autori, artisti, studenti, chef, artigiani e tutti coloro che creano e stupiscono con la forza delle proprie idee. Ad esempio, al primo maker della storia, Leonardo da Vinci, si ispira la prima mostra in realtà virtuale e aumentata presente alla MFR, un’esperienza in cui i visitatori conosceranno e approfondiranno l’opera ingegneristica del grande inventore sperimentando in modo immersivo il funzionamento delle sue invenzioni. Il viaggio con Leonardo avverrà attraverso l’uso di postazioni fisse di realtà virtuale e totem sui quali saranno riportati dei target che, inquadrati attraverso tablet e smartphone, permetteranno la materializzazione e la visualizzazione in 3D delle macchine di Leonardo in movimento. Il percorso complessivo comprenderà un’area dedicata alla formazione sulle nuove tecnologie con brevi sessioni dimostrative e interattive. Curatore della quinta edizione di MFR è Massimo Banzi, co-founder di Arduino, indicato dal settimanale “The Economist” come uno dei fautori della “nuova rivoluzione industriale” messa in atto dal movimento Maker – con l’ausilio di Alessandro Ranellucci, coordinatore esecutivo dei contenuti affiancati da un qualificato team di responsabili di area: Bruno Siciliano (area robots), Paolo Mirabelli (area droni), Alex Giordano (area agricoltura), Sara Roversi (area food), Chiara Russo (area kids) e Mauro Spagnolo (area green tech). La Maker Faire Rome è testimonianza di come la creatività, il lavoro e la forza delle idee siano capaci di generare nuovi modelli produttivi fondati su singole iniziative e progetti brillanti. La città di Roma si conferma, per il quinto anno consecutivo, polo attrattivo di nuove idee, contenuti e modelli economici: basti pensare che ben 750 progetti provenienti da 40 nazioni diverse, con tutti i 28 Stati membri dell’Unione Europea rappresentati, sono arrivati dalla sola “Call for Makers”. I centri della conoscenza alla Maker Faire Rome: scuole, università e centri di ricerca. Le nuove generazioni guardano al futuro attraverso la Maker Faire Rome. Lo conferma la grande partecipazione di Università, Centri di ricerca e scuole attraverso le relative Call. In un’apposita area dedicata della Fiera saranno presenti 28 tra università (di cui 5 straniere) e centri di ricerca. Sono invece 55 le scuole selezionate, tra le centinaia di progetti pervenuti, in rappresentanza di tutte le regioni italiane (50 Istituti secondari e ITS italiani e 5 provenienti da Grecia, Ungheria, Portogallo, Romania e Slovenia). Presente anche una scuola extra Ue, di Israele. Tutte le scuole hanno partecipato alla Call for Schools, realizzata in collaborazione con il Miur: a quelle selezionate è stato garantito uno spazio gratuito all’interno della Maker Faire per esporre le proprie creazioni.

 

Maker Faire Rome Contest 2017

Maker Faire Rome non è solo un punto di arrivo per i tanti maker che espongono i propri progetti, ma un punto di partenza verso un futuro migliore. Per questo, anche l’edizione 2017, si arricchisce di contest e iniziative speciali finalizzate a valorizzare i migliori progetti, per garantire visibilità e lo sviluppo delle diverse iniziative presentate: un riconoscimento pubblico e tangibile al valore della creatività esposta durante la manifestazione. Tra i contest proposti quest’anno My Sustainable City (http://www.makerfairerome.eu/it/my-sustainable-city), promosso da Eni, ACI e la rivista Energia, nasce dalla volontà di individuare, supportare e diffondere la realizzazione di soluzioni tecnologiche innovative in tema di mobilità. Si cercano soluzioni che consentano di incrementare la qualità della vita dei cittadini che quotidianamente si spostano e/o di migliorare la qualità dell’aria nei grandi centri urbani, per una città e una mobilità sicura, sostenibile e accessibile a tutti. Si riconferma, poi, Make to Care (http://www.makerfairerome.eu/it/mfr17-torna-maketocare-contest-sfida-le-disabilita), promosso da Sanofi Genzyme e alla sua seconda edizione, finalizzato a far emergere e facilitare la realizzazione, nonché la diffusione, di soluzioni innovative e utili a incontrare i bisogni reali delle persone affette da qualunque forma di disabilità, intesa come qualsiasi diminuzione marcata della qualità della vita a causa di patologie e/o eventi traumatici. Infine, Play It Easy (http://www.makerfairerome.eu/it/play-it-easy) è il contest promosso dal CONI con la volontà di supportare la realizzazione e la diffusione di soluzioni tecnologiche innovative volte a incrementare la partecipazione alla pratica e agli eventi sportivi.

 

Programma e contenuti

Anche quest’anno la quinta edizione di “Maker Faire Rome” parte con l’Educational Day (http://www.makerfairerome.eu/it/educational-day). Venerdì 1 dicembre, dalle 9 alle 13, avrà luogo la tradizionale mattinata di formazione gratuita dedicata alla visita delle scolaresche – sono attesi 25mila studenti – prima dell’apertura al pubblico, per vedere da vicino tutte le invenzioni create dai makers. Sempre venerdì, alle 11,30, anche in live streaming, si terrà l’Opening Event della quinta edizione dal titolo “The Future in the Making” (http://www.makerfairerome.eu/it/the-future-in-the-making). Ogni giorno centinaia d’innovazioni cambiano il nostro modo di vivere, produrre e rapportarci con gli altri. Un “futuro in costruzione” che sarà raccontato con l’aiuto di ospiti d’eccezione provenienti da tutto il mondo e presentati dal giornalista Alessio Jacona, conduttore delle conferenze. Il pomeriggio, dalle 14, “Maker Faire Rome – The European Edition 4.0” si apre al grande pubblico fino a domenica 3 dicembre. Da non perdere la conferenza “Make and inspire” di venerdì pomeriggio. Quando la creatività dei makers si incontra con la capacità narrativa degli youtuber, un nuovo tipo di racconto prende vita: per capire quale, non perdetevi le testimonianze di tre famosi youtuber quali Laura Kampf, Rulof McGyver e Giaco Whatever. Sabato 2 dicembre, alle 14,30, si terrà “Robots: what’s next?” una conferenza sulla robotica durante la quale verrà presentato il libro “I robot e noi” scritto da Maria Chiara Carrozza, scienziata ed ex ministro dell’Istruzione. Seguirà un dibattito sui temi etici e sociali legati al mondo dei robot e verranno presentate alcune eccellenze della robotica italiana nel mondo. La conferenza sul cibo, dal titolo “Agrifood: make, hack or tech?”, si svolgerà, invece, domenica 3 dicembre a partire dalle 11,30.

 

Le attrazioni da non perdere

Alta formazione e grandi attrazioni ci saranno anche negli stand dei partner della manifestazione che contribuiscono ad arricchire con contenuti di alta qualità l’evento Maker Faire. Lo spazio espositivo di Eni chiamato “Innovation for Energy”, ad esempio, è una grande area che mostrerà al pubblico l’applicazione di tecnologie digitali innovative per l’addestramento del personale e le loro possibili evoluzioni nell’ambito di salute e sicurezza dei lavoratori e per la gestione impianti. Due le tematiche principali dello spazio: la prima è l’OTS – Operator Training Simulator. Un sistema che permette di addestrare gli operatori d’impianto in maniera immersiva e collaborativa. Le persone indossano caschetti 3D ad alta risoluzione che simulano il contesto industriale per apprendere le procedure operative di gestione degli impianti e delle eventuali situazioni critiche. Il pubblico potrà vivere in prima persona l’esperienza di camminare ed interagire con un vero impianto Eni fedelmente riprodotto in 3D. La seconda tematica è sulla “Salute e Sicurezza aumentate” dove verranno presentati alcuni prototipi realizzati in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology (MIT). Alla Maker Faire Arrow Electronics, società tecnologica globale che fornisce prodotti e soluzioni per l’innovazione, organizzerà una serie di lezioni tecniche, colloqui di consulenza, dimostrazioni pratiche di nuove tecnologie. Sarà presente anche il Chief digital officer, Matt Anderson che terrà una presentazione ad hoc. Arrow Eletronics presenterà anche la piattaforma globale per il supporto agli imprenditori che desiderano portare le loro idee dal concepimento iniziale al mercato (realizzata con Indiegogo). Si tratta di un rivoluzionario servizio crowdfund-to-production, destinato ad accelerare il ritmo di innovazione per i produttori che operano nell’ambito della tecnologia e dell’IoT (Internet of Things). Ulteriori presentazioni saranno tenute ogni 30 minuti nello speaker corner dello stand (padiglione 7). Le dimostrazioni riguarderanno settori quali l’IoT, l’imaging e il rilevamento, la stampa in 3D e la comunicazione wireless. Nello stand Unidata, ci sarà la presentazione della tecnologia “LoRa”, volta a rendere l’Internet of Things (IoT) una realtà concreta. Unidata ospiterà anche le sei start-up selezionate nell’ambito dell’Open innovation challenge lanciato dalla Regione Lazio, attraverso la società in house Lazio Innova. L’iniziativa, in collaborazione con Unindustria, è stata concepita per favorire l’incontro fra domanda e offerta di innovazione. Leroy Merlin, all’interno di uno stand di 80 mq, ha organizzato incontri con la creatività dei designer coinvolti nel progetto Design Lab, che ambisce a progettare prodotti originali, unici e facili da realizzare a partire da materiali semplici. I visitatori potranno, inoltre, conoscere l’offerta di prodotti innovativi legati al mondo della domotica pensati per una casa smart e connessa, accanto a quelli del reparto utensileria, particolarmente adatti a supportare il lavoro dei maker e si potrà partecipare a otto diversi corsi fai-da-te rivolti ai bambini dai 6 ai 10 anni per avvicinarli alla filosofia del “fai da te”. Si potrà poi vedere e toccare con mano, grazie alla collaborazione con ACI, il prototipo di formula E che sarà protagonista dell’E-Prix 2018, la tappa italiana del campionato di Formula E prevista a Roma. Un bolide con motore elettrico che sfreccerà, il prossimo aprile, per le strade del quartiere Eur. Meno veloci ma non meno divertenti saranno i kart elettrici che tutti i ragazzi potranno guidare, sponsorizzati da ACI, su un’apposita pista all’interno della Maker Faire. Un grande stand sarà, poi, allestito dall’Aeronautica Militare con attrazioni e simulazioni imperdibili. Ci sarà, novità di quest’anno, una grande area dedicata alla robotica, uno spazio di ben 400 mq con le migliori eccellenze della robotica italiana elaborati da ricercatori e team delle più prestigiose università italiane tra cui la Sant’Anna di Pisa, La Sapienza di Roma, la Federico II di Napoli, l’ateneo di Siena e l’Università di Bologna. A grande richiesta torna “The House of Drones”, dove appassionati e non, grandi e piccini, potranno dilettarsi con tantissime esibizioni, dimostrazioni di volo acrobatico, coreografie, ma anche assistere a mini-conferenze con professionisti del settore. Saranno presenti i piloti di Fpv Racing selezionati fra i migliori in Italia e in Europa, nomi illustri come Giuseppe Rinaldi, Lorenzo “Bramo” e Luisa Rizzo, una ragazza di 15 anni che è davvero un talento di questo sport. Sarà inoltre presente, con i suoi workshop, l’avvocato Giovan Battista Gallus, tra i massimi esperti italiani della materia. Verranno, inoltre, scelti a caso tra il pubblico giovani e giovanissimi per il “battesimo” del drone e gli spettatori, dagli spalti, potranno guardare direttamente negli occhiali dei piloti grazie a diversi monitor posizionati ai lati della voliera. Per la Maker Faire l’IIT, Istituto Italiano di Tecnologia, ha ideato un corso di robotica gratuito su iCub (un piccolo robot, alto 1,04 metri e con un peso di circa 25 kg, creato da un team di ricercatori dell’IIT) che si terrà sabato 2 e domenica 3 dicembre dalle 10,30 alle 18,30. I ricercatori della ICub Facility e del dipartimento di Robotics, Brain and Cognitive Sciences di IIT guideranno i partecipanti alla programmazione della testa del robot umanoide iCub. Da non perdere! Molto ampia e variegata l’offerta formativa della Maker Faire Rome 2017. Ci saranno infatti, nel corso dei tre giorni di fiera, decine di corsi, rivolti in particolare ad artigiani e Pmi, su temi come la stampa 3D, lavorazioni di fresatura e laser, la manifattura robotica o la modellazione tridimensionale sugli strumenti di disegno per la digitalizzazione di prodotti e processi fino alla progettazione e fabbricazione digitale per il settore moda. Sarà presente, con un proprio spazio espositivo, anche Unioncamere che spiegherà il ruolo delle Camere di commercio italiane a supporto della digitalizzazione delle imprese: grazie ai PID, i Punti d’Impresa Digitale, localizzati presso le varie CCIAA e che offriranno la diffusione della conoscenza di base sulle tecnologie in ambito Impresa 4.0.

 

Il 25 e il 26 novembre “The Big [smart] Hack 4.0” al Tempio di Adriano

Una settimana prima della Maker Faire 2017, il 25 e il 26 novembre nel Tempio di Adriano, Sala storica della Camera di Commercio di Roma, si svolgerà “The Big [smart] Hack 4.0” (http://www.makerfairerome.eu/it/hackathon-torna-the-big-smart-hack), una due giorni di programmazione dedicati ai temi della Smart City, energia rinnovabile, Big data, tecnologia IoT e, in genere, tecnologie innovative. Sviluppatori, ingegneri, designer, startupper, studenti, maker, ma anche chi lavora nel mondo della comunicazione e non solo, si sfideranno per liberare la propria creatività e sviluppare applicazioni innovative capaci di migliorare molti aspetti della vita quotidiana di milioni di persone, con uno sguardo all’efficienza e all’inventiva. L’evento è organizzato da Maker Faire Rome in collaborazione con Codemotion e Tree. La “Maker Faire Rome – The European Edition 4.0” è resa possibile grazie alla preziosa collaborazione con partner istituzionali quali la Regione Lazio (presente con un proprio spazio espositivo chiamato “Future Makers”) e l’ICE (che ha supportato la manifestazione rendendo possibile l’intervento di speaker di fama mondiale), oltre ai tanti sponsor che hanno sposato la logica dell’interazione con pubblico e addetti ai lavori per offrire esperienze indimenticabili e moltiplicare l’offerta di contenuti fruibili da un pubblico variegato, composto anche da imprenditori e investitori. Oltre a Eni, Arrow Electronics, Unidata, Leroy Merlin, ACI, Trenitalia e Sanofi Genzyme saranno presenti con i propri contenuti e offerte formative di qualità, gli altri partner della Maker Faire Rome: BNL Gruppo BNP Paribas – Artigiancassa, RS Components, Acea Spa, Poste Italiane, Media Direct Srl, Digi-Key Electronics, Teko Spa, Mouser Electronics, Doc Servizi Soc. Coop, STMicroelectronics International NV, Happy Nursery Srl, Red Bull Srl, Quadrifor – Istituto Bilaterale per lo sviluppo della Formazione dei Quadri del Terziario, Resinio Ltd e Sviluppo Campania Spa.

 

F.P.L.

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Dead Rising Deluxe Remaster, a volte ritornano… con grande stile

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Dead Rising Deluxe Remaster, per chi avesse qualche dubbio a riguardo, è la versione rimasterizzata di uno dei giochi più iconici degli anni 2000. Un titolo che ha rinnovato l’idea di survival horror donandogli una vena comica mantenendo però un grande realismo e garantendo tensione e suspance ad altissimi livelli. Uscito per la prima volta nel 2006, il titolo originale di Capcom ha lasciato un segno indelebile nella cultura dei videogiochi, grazie alla sua ambientazione post-apocalittica, al gameplay innovativo e alle chiare ispirazioni cinematografiche tratte dal mondo degli zombie. Ora, con questa remastered disponibile su PS5, Xbox Serie X|S e PC, Dead Rising torna a brillare nuovamente per i fan di vecchia data, ma soprattutto per chi non ha mai vissuto la prima avventura del mitico Frank West. La storia di Dead Rising Deluxe Remaster è ovviamente la stessa del capitolo originale. Protagonista del gioco è il ben noto Frank West, fotoreporter freelance che decide di recarsi a Willamette, città (dal nome inventato) del Colorado. Il giornalista ha infatti scoperto che la città è stata occupata dai militari e messa in quarantena. Intento a scoprire il motivo di tutto ciò, West riesce ad entrare in città calandosi da un elicottero sul tetto di un centro commerciale. Ben presto le cose diventano chiare: Willamette è stata colpita da un’epidemia e la stragrande maggioranza dei cittadini sono diventati degli zombie assetati di sangue. A questo punto lo scopo di Frank sarà quello di sopravvivere per 72 ore, tempo necessario all’elicottero per eseguire una nuova estrazione. L’intero gioco si svolge all’interno del centro commerciale, nel quale i giocatori avranno a che fare con migliaia di zombie, pronti a cibarsi del povero Frank. Fortunatamente però i negozi presenti offrono oggetti di varia natura, oggetti che possono diventare letali. Senza contare che sarà possibile anche trovare alcune bocche da fuoco con cui Frank può contrastare l’orda e con cui proteggere se stesso e gli altri. Detto questo non ci dilunghiamo oltre sul comparto narrativo perché, come già detto qualche riga più in alto, non è mutato rispetto all’originale e, nonostante risulti un po’ di già visto, con vari media che negli anni hanno affrontato l’apocalisse zombie da più punti di vista, esso riesce ancora a tenere incollati davanti lo schermo e a calare il giocatore nei panni dell’indomito reporter senza deluderlo mai. In questo articolo ci concentreremo sulle novità introdotte nella Deluxe Remaster, che segue la rimasterizzazione pura e semplice già disponibile per le console della scorsa generazione da qualche anno. L’elenco delle modifiche apportate dal team di sviluppo è generoso, sebbene, come vedremo, non comprende alcuni dei punti più critici della produzione. Tra le maggiori aggiunte a livello di ribilanciamento e miglioramento della qualità generale di gioco, evidenziamo l’aggiunta di ulteriori libri collegati a nuove skill da imparare, l’introduzione di un moderno sistema di controllo che rende Frank più agile e facile da controllare che include finalmente la possibilità di muoversi mentre si punta, tanto con un’arma da fuoco, quanto con la fida fotocamera di Frank. Inserita inoltre anche la presenza di un indicatore chiaro che segnala il livello di consumo delle armi corpo a corpo, la nuova e più generosa distribuzione dei PP utili a passare di livello, l’opportunità di avanzare il tempo a piacimento, ma soprattutto l’introduzione di una funzione di autosalvataggio, una delle feature più richieste dai fan della prima ora molti dei quali avevano perso ore di gioco in seguito a morti accidentali durante il loro primo contatto con il titolo di Capcom.

Uno dei primi aspetti che colpisce di questa Dead Rising Deluxe Remaster è l’incredibile miglioramento grafico. La versione per Xbox Series X che abbiamo testato a fondo porta Dead Rising a livelli visivi inimmaginabili all’epoca del suo lancio originale. I dettagli delle ambientazioni sono stati rivisti, le texture sono molto più definite e la fluidità del gameplay è migliorata notevolmente grazie ai 60 FPS stabili. Le luci e le ombre sono state rielaborate per creare un’atmosfera ancora più opprimente e inquietante, rendendo l’esperienza nel centro commerciale più immersiva e credibile. Inoltre, questa remaster edition introduce la localizzazione completa in italiano, un’aggiunta che arricchisce l’esperienza in maniera esponenziale per i giocatori nostrani. Il doppiaggio è ben realizzato e i dialoghi restano fedeli all’originale, ma la possibilità di vivere la storia nella nostra lingua è un punto di forza che va sottolineato e che sicuramente farà avvicinare più giocatori. Ovviamente, trattandosi di un gioco di chiarissima ispirazione cinematografica non si può non citare George Romero, il regista che ha rivoluzionato il genere degli zombie con il suo film cult Zombi (Dawn of the Dead). È evidente che il gioco trae grande ispirazione dal lavoro di Romero, soprattutto per l’ambientazione all’interno di un centro commerciale, che ricorda da vicino l’ambientazione della pellicola. Tuttavia, Dead Rising non si limita a essere un semplice omaggio. Il gioco riesce a sviluppare una propria identità, grazie alla combinazione di azione frenetica, umorismo nero, eventi tragicomici e libertà creativa. In un mercato sempre più affollato di edizioni rimasterizzate e remake, Dead Rising Deluxe Remaster si distingue per essere una delle migliori mai realizzate. Gli sviluppatori hanno fatto un lavoro eccellente nel preservare l’essenza del gioco originale, apportando al contempo migliorie sostanziali che lo rendono adatto al pubblico moderno. Il gioco resta unico nel suo genere, grazie alla sua combinazione di azione caotica e narrazione coinvolgente. Il bilanciamento tra rispetto per l’originale e innovazione è impeccabile, rendendo questo titolo imperdibile sia per i fan di lunga data che per i nuovi giocatori. Tirando le somme, possiamo dire senza ombra di dubbio che con Dead Rising Deluxe Remaster, Capcom è riuscita a catturare lo spirito della serie e a rinnovarne l’impatto con il giocatore. Anche il più esigente. Dal punto di vista tecnico il lavoro svolto è lodevole e il gioco potrebbe essere facilmente scambiato per una nuova uscita da un occhio più giovane o meno attento. Nonostante i quasi 20 anni di età con questa edizione rivisitata Capcom ha svecchiato un titolo già all’origine ancora validissimo dando a tutti, nel 2024, l’opportunità di poter vivere una delle avventure survival horror più bella e profonda di sempre. Non giocarlo sarebbe un vero peccato.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9
Sonoro: 9
Gameplay: 9
Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 9

Francesco pellegrino Lise

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Pixel Buds Pro 2, i nuovi auricolari “Pro” di Google

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Google espande il proprio parco dispositivi audio con Pixel Buds Pro 2. Esse sono la seconda generazione delle cuffie true wireless di livello “pro”, compatibili con qualsiasi device ma pensate per l’ecosistema Pixel. Disponibili nelle colorazioni grigio, grigio verde, rosa e verde, queste cuffie si distinguono per un design elegante e compatto. Il design, nel complesso minimalista, si caratterizza per un’aletta fissa che si adatta all’orecchio ruotandola, insieme a gommini in silicone disponibili in varie misure per una perfetta aderenza. Una volta trovata la misura giusta, gli auricolari sono comodi e stabili anche durante l’attività fisica, confermando la buona ergonomia del prodotto. I controlli touch capacitivi permettono di gestire la riproduzione, l’assistente vocale e la cancellazione del rumore. Una funzione interessante è lo swipe orizzontale per regolare il volume, che si adatta bene alla forma circolare degli auricolari. I comandi touch non sono sempre precisissimi, ma nella maggior parte dei casi sono molto semplici da usare e possono essere attivati con la voce. Una delle caratteristiche principali dei Pixel Buds Pro 2 + la possibilità di attivare la versione live di Gemini con la voce, senza toccare il telefono. Bisogna però ricordare che Gemini Live, ovvero il dialogo continuo e senza pause con l’assistente IA, non è al momento disponibile in Italia. La custodia di ricarica, di forma ovale e con una finitura liscia, presenta un meccanismo di apertura a scatto e alloggiamenti magnetici per le cuffie. Da elogiare la scelta di mantenere un pulsante fisico per l’accoppiamento, decisamente più pratico rispetto ai complessi comandi a sfioramento o pannelli induttivi presenti su altri modelli. Le Pixel Buds Pro 2 vantano una certificazione IP54 per la resistenza a sudore e polvere, mentre la custodia ha un grado di protezione IPX4. Queste cuffie sono quindi adatte per l’allenamento e non temono le sessioni più intense e gli schizzi d’acqua. Le Pixel Buds Pro 2 supportano il Bluetooth 5.4 e possono connettersi a qualsiasi dispositivo compatibile, ma per sfruttarne appieno le potenzialità è necessaria l’app Pixel Buds, disponibile solo su Android. Sui dispositivi Pixel, l’app è preinstallata e consente un accoppiamento rapido e una gestione completa delle funzionalità. Su iOS, le cuffie funzionano, ma con alcuni limiti. Uno dei punti di forza delle Pixel Buds Pro 2 è la cancellazione attiva del rumore, decisamente migliorato rispetto alla generazione precedente. L’isolamento dai rumori esterni è molto soddisfacente, e funziona molto bene anche la modalità trasparenza, che consente di amplificare i suoni esterni. Le Pixel Buds Pro 2 di Google sono dotate di una funzione di rilevamento delle conversazioni, che consente di parlare con qualcuno senza dover rimuovere gli auricolari. Il dispositivo passa automaticamente a una modalità di ascolto che lascia entrare i suoni ambientali. Il suono di ciascun auricolare è alimentato da un nuovo driver da 11 millimetri con una camera per le alte frequenze, che lavora in sinergia con il chip Tensor A1 per l’elaborazione audio. Le cuffie supportano inoltre l’audio spaziale con tracciamento della testa, quando utilizzato con tracce compatibili. La qualità audio è molto buona, con bassi profondi e suono bilanciato per ogni genere musicale. In chiamata tutto fila liscio, grazie anche all’IA che si occupa di sopprimere i rumori di fondo.

F.P.L.

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Marvel vs. Capcom Fighting Collection: Arcade Classics, la raccolta definitiva

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Marvel vs. Capcom Fighting Collection: Arcade Classics è una collezione di 7 videogiochi 2D nati dalla collaborazione pluriennale tra Marvel e Capcom. Questa nuova e lucidata Fighting Collection non è solo una riproposizione di alcuni vecchi (seppur amatissimi) titoli, ma rappresenta una svolta pazzesca per il futuro di questo franchise che i fan aspettavano spasmodicamente da anni. Il Valore di questo cross-over risiede nel fatto che è riuscito da sempre ad unire Oriente e Occidente, infatti da un lato ci sono i combattenti dei picchiaduro della software house giapponese e dall’altro i supereroi (buoni e cattivi) dell’americana Marvel. Un insieme di combattenti assolutamente accattivanti e grintosi che hanno sempre attratto l’attenzione dei players di ogni età. L’uscita di questo titolo ci ha riportato alla memoria i giorni spensierati in cui alcuni dei titoli presenti nella collections erano presenti nelle sale giochi e i ragazzini di allora passavano i pomeriggi sfidando amici o il difficile livello di sfida offerto dal cabinato arcade. Insomma questa raccolta è un tuffo nel passato che include ben sette perle, compreso un picchiaduro a scorrimento poco conosciuto (The Punisher). Nel pacchetto c’è insomma la storia della trionfale collaborazione tra Capcom e Marvel prima che esplodesse nello splendido Marvel Vs. Capcom 3: un percorso impreziosito da netti miglioramenti alla giocabilità, funzionalità online e piccoli grandi extra gioco dopo gioco. Come appena accennato, Marvel vs. Capcom Fighting Collection: Arcade Classics rappresenta un percorso evolutivo che segna indelebilmente gli anni ’90 degli ultimi, grandi picchiaduro 2D sviluppati in casa Capcom. L’inizio, in ordine cronologico, non è esattamente dei più sfolgoranti ma la compagnia giapponese l’ha comunque incluso nel pacchetto per amor di completezza. The Punisher esce nel 1993 e diventa subito un grande successo arcade. Capcom ripropone la formula dei suoi Final Fight e Captain Commando, rappresentando fedelmente il personaggio di Frank Castle, antieroe Marvel senza poteri, ma con un’immensa esperienza militare. Nel gioco, il Punitore combatte orde di nemici per arrivare a Kingpin, passando sopra i cadaveri di scagnozzi come Bushwacker o Mosaico, affiancato da Nick Fury. Il picchiaduro, diviso in stage e a scorrimento come da tradizione, si distingueva per la violenza sopra le righe, lo stile fumetto, molto fedele ai fumetti Marvel con tanto di onomatopee, e una tecnologia inedita che permetteva di schierare fino a dieci sprite nemici contemporaneamente. Il gameplay è abbastanza classico: attacchi concatenabili, mosse speciali che consumano l’indicatore della vita, oggetti da raccogliere per guarire o aumentare il punteggio, armi da mischia e da fuoco a consumo. Un arcade d’altri tempi, duro e puro.

Parlando invece di Children of the Atom, il picchiaduro uno contro uno con protagonisti i celebri mutanti creati da Stan Lee, possiamo dire che è il primo rudimentale esperimento di Capcom pensato per trasportare in ambito fighting game dei personaggi dotati di poteri incredibili. Un titolo imperfetto da cui, negli anni, si sono susseguiti altri titoli sempre più ricchi e dettagliati. Collisioni imprecise, combo infinite e un bilanciamento che lascia a desiderare sono sicuramente degli elementi che al giorno d’oggi fanno sorridere. Tuttavia, guardando il titolo con gli occhi analitici di chi vuole comprendere la storia di un franchise, non si può non ammirare l’enorme lavoro fatto da Capcom, l’art design ispiratissimo e le favolose transizioni tra stage che caratterizzano il primo, fondamentale, esperimento di questa saga. Parlando invece di Marvel Super Heroes possiamo dire che resta un prodotto rigorosamente 1v1 ma si sposta nell’universo allargato dei supereroi Marvel, con personaggi come Spiderman, Captain America e Hulk. Il combo system e il sistema di collisioni risultano più raffinati, mentre l’introduzione delle Gemme dell’Infinito, da raccogliere e utilizzare durante gli scontri, aggiunge una componente di imprevedibilità alle battaglie. Impreziosisce l’offerta una eccellente colonna sonora, che crea alcune tra le icone musicali dell’epoca CPS2 con il suo sound tipicamente digitale ma riconoscibilissimo. Seguono i due esperimenti crossover: X-Men vs Street Fighter e Marvel vs Street Fighter, che segnano l’approdo della saga nel sistema tag team. Il primo titolo, entrato nella storia con l’iconica stretta di mano tra Ryu e Cyclops, risulta un netto passo avanti rispetto a tutto ciò che c’era prima. Un’azione decisamente più moderna, combo aeree più raffinate e l’aggiunta di meccaniche tag indicano l’inizio della “maturità” di questo franchise che comincia ad assumere una forma propria. Il secondo capitolo crossover di questa carrellata non differisce molto dal primo se non nel roster e in alcune meccaniche minori, e potremmo quasi considerarlo una sorta di “patch” primordiale dell’epoca dei cabinati. I personaggi dell’universo Marvel e X-Men cominciano ad avere un assetto definito, con un set di mosse migliorate e più funzionali negli scontri. Con Marvel Vs. Capcom: Clash of Super Heroes, dopo diversi esperimenti tra X-Men, Marvel e Street Fighter, Capcom ha capito che poteva riunire tutto in unico pacchetto e senza limiti per via del nome del gioco. In effetti, se nel titolo si inserisce solamente X-Men o Street Fighter, di certo non ti aspetti la presenza di Morrigan da Darkstalkers nel roster. Da qui l’idea di creare un prodotto più ampio e che includesse personaggi proveniente da serie differenti. La formula del 2vs2 funzionava e Capcom ha deciso di adottarla anche per questo capitolo, aggiungendo allo stesso tempo dei personaggi assist non giocabili da poter far intervenire in maniera limitata per creare diverse combo. Ma è con Marvel Vs.Capcom 2: New Age of Heroes che questa raccolta raggiunge il suo culmine. Il titolo infatti è un punto di arrivo e un nuovo inizio, con un roster impensabile di ben cinquantasei personaggi che includono tutti quelli proposti nei giochi precedenti più nuove leve come SonSon e Amingo lato Capcom o Cable e Marrow lato Marvel. Il titolo uscito nel 2000 combina anche sprite 2D e spettacolari scenari 3D con un’effettistica all’avanguardia e animazioni straordinarie a scapito di una definizione sensibilmente più bassa. La realtà è che il gioco è talmente caotico, sfavillante e veloce che neanche si notano le sbavature. Marvel Vs. Capcom 2 infatti permette di formare squadre composte da tre personaggi e rifinisce il sistema Variable Assist del titolo precedente: il giocatore sceglie una versione α, β o γ di ogni personaggio, determinando il tipo di Assist a ogni richiamo. Come se ciò non bastasse, una nuova tecnica permette di forzare l’avversario allo scambio – magari richiamando in combattimento un personaggio che sta recuperando in panchina per dargli il colpo di grazia – e le Hyper Combo possono essere combinate in una devastante super mossa tripla oppure lanciate in sequenza e temporeggiate per buona misura. In virtù di queste aggiunte e manovre, Capcom snellisce anche il sistema di controllo, che ora propone due calci e due pugni invece di tre, stabilendo uno standard per i picchiaduro futuri.

Ad ogni gioco si accompagna la possibilità di inserire uno tra 7 filtri diversi per le scanline o per smussare i pixel, ma sappiate che è tranquillamente possibile godere dell’esperienza vanilla lasciando la grafica completamente inalterata. Se la pixel art è ancora al top, il sonoro non è certo da meno, sia per la qualità degli effetti che per dettagli nostalgici come i doppiatori originali degli X-Men anni ’90, insieme ovviamente a colonne sonore controverse all’epoca ma divenute classicissime come nel caso del jazz e funk di MvC2. Se dobbiamo parlare di qualche mancanza, un rilancio delle opere di questa portata avrebbe dovuto vedere affiancato un tutorial sul come approcciarsi alle partite; quantomeno delle informazioni generali sulla funzione degli assist o sul come costruire un team, magari anche semplicemente mostrando degli esempi di trio sinergici precostruiti. Di certo il sistema di menù utilizzato non aiuta, essendo piuttosto confusionario e con opzioni sparse per varie finestre o talvolta relegate solo a specifici tasti. Nulla di troppo grave, ma un grado maggiore di pulizia da questo punto di vista sarebbe stato ben gradito. Purtroppo il titolo di Capcom è afflitto da due note dolenti, una opinabile e l’altra decisamente no. Il primo ostacolo all’acquisto potrebbe essere rappresentato dal prezzo che è sicuramente alto per una compilation di titoli degli anni passati, anche se questa è una valutazione assolutamente soggettiva. L’altra nota dolente è invece più oggettiva e riguarda il singolo slot di salvataggio rapido condiviso per tutti i giochi: si tratta di una funzionalità accessoria e del tutto facoltativa ma che purtroppo risulta assai limitata poiché ogni quick save andrebbe a sovrascrivere il precedente, indipendentemente dal gioco. Una sbavatura di poco conto che macchia però una riproposta in grandissimo stile. Tutti i giochi nella Marvel vs. Capcom Fighting Collection: Arcade Classics hanno un valore storico non indifferente, anche quelli meno conosciuto o giocati, ma è chiaro che Marvel Vs. Capcom 2 rappresenta il titolo più completo. È ancora oggi uno dei titoli più giocati a livello competitivo ma i titoli che lo hanno preceduto, pur nella loro relativa semplicità, hanno qualcosa da dire e questa Collection li ripropone con una qualità sfavillante. Ogni titolo incluso nel pacchetto esiste in due versioni, giapponese originale e inglese, con gli aggiustamenti del caso. Ogni titolo è altamente personalizzabile. Una nutrita schermata di opzioni iniziale permette di modificare l’esperienza, andando addirittura a impostare il numero di gettoni “virtuali” a partita, il livello di difficoltà, la velocità del timer o la disponibilità dei personaggi segreti, oltre al sistema di controllo e all’assegnazione dei tasti, che include le famigerate scorciatoie per i giocatori più casual. Una seconda schermata di opzioni, accessibile dopo aver selezionato ogni gioco, consente di cambiare il formato dello schermo e le illustrazioni nell’eventuale cornice, oltre agli immancabili filtri grafici che sono tanti e, naturalmente, includono un’imitazione del nostalgico CRT. Tra le aggiunte più interessanti spiccano sicuramente la modalità Museo, in cui è possibile riascoltare ogni singola traccia musicale o ammirare le illustrazioni promozionali dei vari giochi, e la schermata delle Medaglie, praticamente una sorta di elenco di achievement per gli amanti dei collezionabili e dei traguardi. La modalità di allenamento è poi completissima e include hitbox, simulazioni di latenza, dati a vista e moltissime opzioni che permettono ai giocatori più navigati di impratichirsi alla perfezione. Detto ciò come avrete capito, Marvel vs. Capcom Fighting Collection: Arcade Classics è un titolo che a noi è piaciuto moltissimo e ci ha convinto pienamente nonostante non sia un gioco perfetto. Siamo certi che nostalgici della saga e new players potranno passare ore ed ore in compagnia dei protagonisti di ognuno dei 7 titoli. Unica vera pecca piuttosto grave a nostro avviso è la mancanza del titolo sulle piattaforme Xbox. Un prodotto del genere meriterebbe di essere giocato da tutti a nostro avviso e non soltanto dai possessori di Pc, Switch e PlayStation.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8
Sonoro: 9
Gameplay: 8,5
Longevità: 9

VOTO FINALE 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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