La “mamma di Pontida” nel mirino degli haters. Sara De Ceglia: “Resto la mamma di Greta e la gogna mediatica non mi ferma”

Abbiamo intervistato Sara de Ceglia, presidente dell’associazione #bambinistrappati, ora bersagliata sui vari social da molte persone spesso facenti parte di altre associazioni , bersagliata in maniera pesante tanto di poter arrivare a dire che è vittima di cyberbullismo.
Prima di iniziare l’intervista, la signora De Ceglia ci tiene a chiedere pubblicamente scusa al Sig. Feniello, padre del ragazzo morto nella tragedia di Rigopiano, in merito alla raccolta fondi dal lei avviata e poi interrotta, per aiutare, a sua insaputa e contro il suo volere, una raccolta fondi per aiutarlo a pagare una multa assolutamente ingiusta che gli fu notificata quando depositò dei fiori sul luogo della tragedia varcando i limiti prestabiliti dalle forze dell’ordine.

Sara de Ceglia ci dice: “Anzitutto chiedo scusa al signor Feniello, il mio è stato uno scivolone, un errore umano fatto in assoluta buona fede. Non era mia intenzione in alcun modo offenderlo tanto meno offendere la memoria del figlio.”

Ma passiamo a ciò che da un lungo periodo a questa parte ha messo la signora De Ceglia nel mirino degli haters che non si sono risparmiati la qualunque, arrivando ad apostrofarla con appellativi tipo “il mostro di Lomazzo”, “ la merda di Lomazzo” , “la ruba bambini etc” e le chiediamo come ci si senta ad essere bersagliata in questo modo e se , tutto questo odio pubblico abbia influito sulla sua vita anche quotidiana. Ci risponde: “Questa guerra mediatica mi annichilisce, ogni tanto scivolo e tiro fuori la mia rabbia perché sto subendo un’ingiustizia plateale. Il web è in mano a tutti e tutti dicono la qualunque poi, mi chiedo , come mai per fb insultare pesantemente qualcuno non sia una violazione degli standard, violazione che, a volte, vale per cose ben meno gravi”. E continua “ Queste persone, forti della loro verità si arrogano il diritto di ferire profondamente e pubblicamente e io dico loro che non si può combattere un reato con un altro reato. E’ una campagna diffamatoria indegna, con incitazione all’odio! E ricordo loro che i processi si svolgono nelle aule di un tribunale e non sui social.”
Ma quanto tutto ciò ha cambiato la sua vita? “ Ho paura ma non mi faccio intimidire ne vincere dalla paura stessa, certamente tutta questa situazione mi sta portando a cambiare casa e presto andrò via da Lomazzo. Anche perché è incitazione all’odio”.

Prosegue sottolineando che il palco di Pontida le ha portato una notorietà improvvisa che ha scatenato l’accanimento di alcune persone buttandola nella gogna mediatica.
Signora de Ceglia si dice che lei chieda 20 euro alle persone che vogliono farsi intervistare dalla sua Associazione, è vero? “Ribadisco che nessuna delle persone da me intervistate in merito alle loro vicende mi ha mai pagato nulla! Io chiedo solo 20 euro di quota associativa e, tra l’altro, finora ho raccolto poco. Con questi 20 euro offro delle valutazioni legali, badi bene mi specifica, i legali che suggerisco non sono interni all’associazione in quanto i casi che aiutiamo sono sparsi in tutta Italia e quindi cerco sempre di trovarli nelle zone limitrofe di chi ha bisogno. Aggiungo, inoltre, che spesso sono le persone stesse a chiedermi visibilità mediatica”.

Signora Sara un’ultima domanda, come mai il papà di Greta sembra essere sparito nel nulla e non ha mai lasciato nessuna dichiarazione? “Lei non può capire quello che ho subito a causa sua, voleva addirittura farmi fare ex art 330 e levarmi la patria potestà, in realtà solo per dimostrare a qualcuno che avrebbe cancellato con un colpo di spugna il suo passato. Il 16 marzo ci sarà un incontro di Greta con i servizi sociali per approfondire la questione col padre ed iniziare incontri protetti solo ed esclusivamente fra Greta e il papà. A Natale ho portato Greta in visita dalla famiglia paterna (con la quale sia io che la bambina abbiamo buoni rapporti) proprio in modo che potessero incontrarsi ma, il padre, sembrerebbe che non si sia trattenuto molto tempo con la bambina. Sono, però, contenta che Greta coltivi il bel rapporto con gli zii e i cugini”.
Conclude dicendo: “Ci tengo a ribadire che non sono un esponente politico ne un esponente della Chiesa, sono un essere umano. Non me la prendo con i deboli e questa diffamazione a mezzo social fa male sia perché non comprovata ma solo insinuata, ma anche per le bassezze di cui si è dimostrata capace la gente che sta muovendo tutto questo tirando le fila di schiere di haters. Dico loro che, mentre loro sprecano tempo ad odiarmi, io proseguo con forza a combattere una dura battaglia”. Cristiana Zarneri