LA PORTA MAGICA SI TROVA A ROMA

Emanuel Galea

 

Tra magia, alchimia, leggenda, esoterismo e scienze occulte, dove oggi c'è Piazza Vittorio Emanuele, sul colle Esquilino, prima sorgeva Villa Palombara, edificata tra il 1655 e il 1680, residenza di Massimiliano Palombara, marchese di Pietraforte. 

La villa fu anche denominata come Porta Alchemica, Porta Ermetica e Porta dei Cieli. Per ognuna di questi appellativi sono stati scritti volumi interi. Non è nostra intenzione raccontare le vicende del marchese di Pietraforte, tanto meno quelle degli ospiti che frequentavano la villa. La nostra attenzione cade completamente su quella porta, reperto tramandato nei secoli che oggi resiste e convive con il fragore degli ambulanti e le svariate bancarelle del famoso mercato rionale romano.  Per raccontare tutta la storia di Villa Palombara ci vorrebbero pagine e pagine del giornale. La storia del marchese di Pietraforte è ricchissima di episodi di alchimia , di scienze occulte e di esoterismo. Il suo nome è legato a Cristina di Svezia, appassionata alchimista, istruita dallo stesso Cartesio. Incrociamo, legati alla sua storia, il nome di Pietro Antonio Bandiera, l'astronomo Giovanni Cassini, l'alchimista Francesco Maria Santinelli, l'erudito Athanasius Kircher ed il medico esoterico Giuseppe Francesco Borri. Fu proprio l'episodio di questo esoterico che ci ha incuriosito. Leggenda vuole che Francesco Giuseppe Borri , per una notte fu ospitato nella villa. Si narra che il Borri dimorò per quella notte nel suo giardino  alla ricerca di un'erba misteriosa capace di produrre l'oro. Narra la leggenda che, altri ospiti della villa testimoniano di aver visto l'esoterico scomparire improvvisamente dietro la porta. Gli stessi testimoni asseriscono che scomparendo attraverso quella porta alchemica, il Borri lasciò dietro pagliuzze d'oro, che secondo quest'ultimi, comprovavano la riuscita trasmutazione alchemica. Narrano inoltre questi testimoni che oltre alle pagliuzze d'oro il Borri lasciò dietro una misteriosa carta piena di enigmi e simboli magici e che secondo loro doveva contenere il segreto della pietra filosofale. 

Parte degli enigmi e dei simboli misteriosi li possiamo tutt'oggi leggere sugli stipiti ed architrave della nostra porta magica. La speranza di Massimiliano Palombara nell'incidere i simboli sugli stipiti era che un giorno qualcuno fosse riuscito a decifrarli.  Troviamo sul frontone della porta alchemica una patacca con il sigillo di Salomone. pianeti, associati ai corrispondenti metalli sono raffigurati sugli stipiti della porta a mezzo di simboli alchemici. 

Sugli stipiti della porta si possono leggere alcuni degli epigrafi misteriosi come: "Quando nella tua casa neri corvi partoriranno bianche colombe, allora sarai chiamato sapiente"   e ancora. "Chi sa bruciare con l'acqua e lavare col fuoco, fa della terra cielo e del cielo terra preziosa”. Sulla soglia si legge questa misteriosa epigrafe: "È opera occulta del vero saggio aprire la terra, affinché germogli la salvezza per il popolo”. Gli epigrafi del rosone sentono di un atmosfera mistica: "Tre son le cose mirabili: Dio e uomo, Madre e vergine, trino e uno”  come pure quella sull'architrave: "(RUACH ELOHIM) Spirito divino” 

Corre l'obbligo precisare che questa porta era incastonata nel muro di cinta in via di S. Vito che si immetteva nella più conosciuta via di S. Croce in Gerusalemme.  Una commissione archeologica comunale, a seguito delle demolizione nel 1873 del muro in via S.Vito, la fece scomporre e conservare nei magazzini municipali. Più tardi fu sistemata nei giardini di Piazza Vittorio dove la conosciamo ancora e dove la possiamo ammirare. Le due statue ai lati della porta non provengono dalla Villa Palombara bensì sono stati rinvenuti in uno scavo del Quirinale e sistemati accanto alla porta nel 1888.La Porta è un monumento unico al mondo nel suo genere A guardarla la porta può lasciare il visitatore indifferente. Aprendola, tramite una buona lettura della sua storia, la porta magica ha tante vicende interessanti da raccontare. Sta all'appassionato saperli rincorrere nei giardini di Piazza Vittorio Emanuele, proprio là,  Francesco Giuseppe Borri, il pellegrino di quella notte misteriosa, spariva per sempre dietro quella porta alchemica, lasciando tracce di se, a chi sa cercare, pagliuzze d'oro. Buona ricerca e buona fortuna.

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