LANUVIO: SALVI 24 MILA REPERTI ARCHEOLOGICI

Redazione

Lanuvio (RM) – I “tombaroli” hanno definitivamente perso il loro ricco tesoro di beni archeologici di inestimabile valore, custoditi in un sito archeologico a Lanuvio, vicino al santuario di Giunone Sospitia. Ad ottobre dello scorso anno, quattro tombaroli attrezzati fino al collo hanno dato vita ad uno scavo clandestino. Con loro avevano il metal detector, il geo-radar, le idropompe, i generatori di elettricità, badili e picconi. I finanzieri del gruppo tutela patrimonio archeologico del nucleo polizia tributaria di Roma hanno sorpreso i cinque furfanti, tutti italiani, mentre erano intenti alla profanazione di un santuario pieno di centinaia di manufatti e statue di dimensioni reali, correlate all'apparato devozionale di Giunone. I quattro sono stati denunciati e quasi contemporaneamente sono scattate le perquisizioni domiciliari nei loro confronti. Nelle loro case hanno recuperato altro materiale storico-archeologico proveniente anche da altri siti sepolcrali di ambiente etrusco che avrebbero alimentato il circuito del collezionismo internazionale. Sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Roma, a sventare la definitiva sottrazione al demanio dello Stato di numerosi manufatti portati alla luce dai ladri di reperti archeologici, tra cui monete e strutture di edifici di età romana, 5 elementi architettonici in marmo e oltre 24 mila frammenti di terracotta, nonché un sofisticato metal detector, apparecchi ricetrasmittenti, vanghe, badili. Il sito archeologico è stato finora sconosciuto ai mappali della soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. Nel corso dell'operazione, ribattezzata "Giunone", le fiamme gialle del Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo Polizia Tributaria di Roma hanno anche sequestrato il fondo agricolo interessato dallo scavo, grande circa 17 mila metri quadrati, sul quale si trovano diverse strutture murarie monumentali "in opus reticulatum ed incertum" risalenti all'epoca tardo-repubblicana ed imperiale, riportate alla luce dai "tombaroli" in corso di scavo e subito messe in sicurezza dai militari. Soddisfatto il sindaco di Lanuvio, Luigi Galieti il quale si complimenta con tutte le forze dell’ordine per l’operazione: “Un’operazione brillante – ha detto Galieti – avviata grazie ad costante monitoraggio del territorio da parte dei militari, con appostamenti notturni e l'utilizzo di sofisticati dispositivi tecnologici”. All'interessante scoperta si è giunti a seguito degli accertamenti svolti nel corso di quattro distinte operazioni, dirette e coordinate dalle Procure della Repubblica di Roma e di Velletri, che, nei mesi scorsi, avevano portato al sequestro di oltre 500 opere. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ha attribuito grande rilevanza scientifica al sito ed ai reperti sequestrati, legata allo stato di conservazione ed alle dimensioni.

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