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LATINA: AL VIA IL PROGETTO DEL DOCUMENTARIO SULL'EX CAMPO PROFUGHI DI LATINA

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Tempo di lettura 5 minuti Emanuela Gasbarroni sta ultimando le riprese di "Da est a ovest, fuga per la libertà, Campo profughi di Latina"

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Redazione

Latina – Venerdi undici dicembre ore 17 presso la Sala Conferenze della facoltà di economia dell'Università La Sapienza a Latina (ex campo profughi) ci sarà un pomeriggio di emozioni, ricordi, testimonianze, letture, foto, video sul campo profughi di Latina, che ha ospitato dal 1957 (all'indomani dell'invasione dell'Ungheria) fino al 1989 (caduta del muro) circa 80.000 rifugiati che scappavano dai paesi dell'est europeo.

Verrà presentato  il progetto del  documentario di Emanuela Gasbarroni "Da est a ovest, fuga per la libertà, Campo profughi di Latina" ,di cui sta ultimando le riprese, ci saranno due testimoni Aurelia Klimkiewicz e Mihai Babeanu, che torneranno appositamente dal Canada e da Parigi, i readings con Clemente Pernarella e Melania Maccaferri, Emilio Drudi che parlerà di migranti di ieri e di oggi, Tonino Mirabella che presenterà la mostra e il volume fotografico “Sospesi. Rossi Longhi. Da Campo profughi a Campus” e soprattutto ci saranno i cittadini di Latina che vi hanno lavorato o hanno conosciuto profughi.
 

Sarà l'occasione per riappropriarsi di un pezzo della storia recente di Latina Durante l'evento verranno effettuate anche le riprese per il documentario, quindi tutti coloro che hanno storie, documenti testimonianze foto etc…sono pregati di intervenire. L'autrice rivolge anche un appello a quanti avessero filmati in pellicola o vhs o con qualsiasi altro supporto filmato anche in modo amatoriale che riguarda il campo profughi, quindi girati all'interno ma anche fuori dal campo, in prossimità o nel quartiere intorno al campo. Si può scrivere in privato a emagasby@hotmail.it

Il giorno seguente sabato 12 dicembre alle 9 lo stesso evento si svolgerà presso l'aula magna del Liceo scientifico E. Majorana. Per gli studenti ci saranno i reading, le testimonianze, le clips del film per conoscere storie di una umanità in fuga. Ed è una storia attuale. I migranti di ieri sono i migranti di oggi e quei paesi che un tempo ergevano muri per non far uscire le persone oggi li ergono per non farli entrare.

Ecco il programma
Venerdì 11 dicembre 0re 17 (puntuali)
Facoltà di Economia "La Sapienza" via XXIV maggio Latina (ex Campo profughi)
Prof. Bernardino Quattrociocchi- Università La Sapienza, Facoltà di Economia, Presidente Consiglio area didattica.
Ruolo dell'Università nella valorizzazione del sito che un tempo ospitava il Campo profughi
Aurelia Klimkievicz e Mihai Babeanu
Testimonianze di due rifugiati che sono stati ospitati nel campo: perchè la fuga, cosa è l'esilio, cosa ricordano del Campo di Latina e di quel passaggio da est a ovest, cosa sono diventate le loro vite
Clemente Pernarella, Melania Maccaferri
Reading di testi, tratti dalla copiosa documentazione istituzionale presente all'Archivio di Stato riguardo il funzionamento dei vari settori del Campo, i flussi delle persone provenienti dai vari paesi, gli accadimenti e la vita nel campo e dai libri "Une vie, un dossier" di Mihai Babeanu e "333days, personal memories from a refugee camp" di Jacek.
Proiezione di fotografie del campo durante le letture di cui sopra
Emilio Drudi, giornalista Agenzia Habeshia, Comitato “Nuovi desaparecidos”
Migranti di ieri e di oggi
Vincenzo, Antonella, Roberto, Claudia, Salvatore, Riccardo, Marcello, Aldo  e molti altri…
Testimonianze di cittadini di Latina che hanno avuto esperienze di conoscenza, legame o accoglienza e persone che vi hanno lavorato.
Tonino Mirabella
Presentazione del volume fotografico e della mostra "Sospesi.Il "Rossi Longhi" da Campo profughi a Campus
Emanuela Gasbarroni
Racconto di un'avventura filmica.
Presentazione del progetto del documentario, "Da est a ovest, campo profughi di Latina" con proiezione di alcune clip del film.
Coordinamento di Alessandro Mastrogiovanni

La storia e il film

All'indomani della caduta del muro di Berlino nel 1989, il campo profughi di Latina  e' stato chiuso. Dal 1957, all'indomani dell'invasione dell'Ungheria, ha accolto circa ottanta mila persone che scappavano dai paesi dell'est europeo, restavano in questo villaggio anomalo dentro la città per alcuni mesi, prima di ripartire verso  l'Australia, il Canada e gli Stati Uniti.

Un fiume umano di donne, bambini e uomini che arrivavano  nel  campo di accoglienza allestito in una ex caserma, gestito del Ministero dell'Interno. Quasi tutti arrivavano senza nulla, dopo viaggi rischiosi, con gli occhi pieni di fatica e di speranza.  C'erano operai, artisti, ladri, ingegneri, prostitute , intellettuali, famiglie ed ex carcerati e la città spesso percepiva il campo con paura, non essendo facilitata in alcun modo dalle istituzioni ad entrare in contatto con chi vi arrivava. Le relazioni tra i latinensi e i rifugiati erano sempre spontanee e personali.

Questa storia avvincente dove si intrecciano questioni geopolitiche, sociali e umanitarie sta diventando un documentario, curato da Emanuela Gasbarroni – giornalista e documentarista, che nella sua ricerca ha rintracciato molte persone che sono passate dal campo, ha raccolto le loro storie e le ha messe in comunicazione tra loro.

E' un film sulla ricerca della libertà, sulla migrazione, l'esilio… e sullo sfondo la grande storia: l'invasione dell'Ungheria, la guerra fredda, l'elezione di Papa Woytila, la caduta del muro)

Nel ricostruire la storia del campo profughi, oltre alla storia personale di accoglienza della regista di tre cubani e di una coppia di ventenni cecoslovacchi , che sono rimasti in contatto con la sua famiglia per decenni, ci sono le storie di Alex Konic che scappò nel 1982 dalla Romania e andò negli Stati Uniti, dove oggi lavora al Dipartimento di Stato americano, di  Aurelia Klimkiewicz, che scappò dalla Polonia nel 1980 e oggi insegna alla Toronto University – peraltro segue un corso di studi sulle migrazioni, e di  Mihai Babeanu, che scappò nel 1974 dalla Romania è oggi è un ingegnere in pensione a Parigi e che ha dedicato un capitolo di un suo libro a questa esperienza. Ci sono poi le testimonianze di chi vi ha lavorato e di coloro che sono entrati in contatto con il campo, dove la situazione non era facile per la presenza di tante persone di diversa nazionalità ed estrazione.
L'autrice ha anche lavorato alla copiosa documentazione  che e' custodita all'Archivio di Stato di Latina, dove nei faldoni e' possibile trovare precisi resoconti  su arrivi e partenze, sull'ordine pubblico, la mensa, la sanità', l'istruzione, ma anche cartoline, lettere, qualche foto.
“Il ritrovamento della scheda di registrazione di Andrey Tarkosky è stata una grande emozione. Il regista aveva già vinto i festival di Cannes e di Venezia ma in Russia non lo facevano lavorare per la censura sui suoi lavori. Venne in Italia grazie a Tonino Guerra a girare Nostalghia. Al figlio Andrej di appena dieci anni non fu consentito di raggiungere il padre e la madre. Nei diari del regista c'è tutta la sofferenza dell'esilio e del distacco. Quando il regista chiese asilo politico fu un caso che ebbe un clamore internazionale. Andrej figlio rivide il padre solo pochi mesi prima della sua morte a Parigi.
Anche se non alloggiò al campo, qui fece la documentazione per regolarizzare la sua posizione e restano le tracce del suo doloroso esilio.
Un'altra grande emozione è stata il ritrovare le persone che erano passate al campo. Li ho messi tutti in contatto tra loro con email e una pagina facebook. E presto due di loro – Aurelia e Mihai – si incontreranno”
 Nel ricostruire una storia così complessa anche testimonianze di  poliziotti, giornalisti, politici.

Vi sarà anche un'attualizzazione delle tematica con riflessioni su quei paesi che un tempo ergevano muri per non far uscire le persone e ora li ergono per non farli entrare..
La Robert F. Kennedy Human Rights Europe" ha dato il patrocinio, l'Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite che operava al campo e segue dall'inizio il progetto  ha  già una lettera di interesse ed è pronto a concedere il patrocinio una volta che il film è ultimato.
Il progetto è stato selezionato tra centinaia di film agli Ids Italian documentary screenings  il più importante mercato di documentari che abbiamo in Italia ed è rientrato nei soli cinque progetti ammessi alla presentazione  ai broadcast e produttori internazionali che hanno manifestato grande interesse. Trattativa avviata con broadcast nazionali e internazionali tra cui  Aljazera Balkans, Televisione Croata, Dev tv e Copeam (Televisioni del mediterraneo) .
C'è anche il progetto di fare un libro e un sito web, dove i rifugiati possano caricare documenti, foto, ricerche e soprattutto ritrovarsi. Già è attiva una pagina facebook con le persone che sono state ritrovate.
E' in partenza anche una campagna di crowdfunding per trovare finanziamenti per le riprese che restano da effettuare, parte del montaggio e la post produzione. E' una storia di un passato recente che appartiene a tutto il paese, ma pochissimi la conoscono.
 

Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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