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LATINA, I CONTI NON TORNANO: RISCHIO COMMISSARIAMENTO

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Tempo di lettura 2 minuti Zuliani (Pd): "Questo è gravissimo. Come aver iscritto somme “per finta”

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Redazione
Latina – I revisori dei conti avranno un lungo lavoro da svolgere per verificare tutti i conti del Comune di Latina che ancora non sono stati riordinati. Si tratta di ben 12.000 residui passivi e 4.000 residui attivi cioè quelle voci di spesa o di entrata che un ente ripropone nel bilancio ma che non sa se effettivamente entreranno o usciranno mai, come ad esempio somme cui non corrispondono obbligazioni perfezionate o di dubbia e difficile esazione o non esigibili alla data del 31 dicembre 2014.

Se pensiamo che si riportavano ancora somme risalenti al 1985, capiamo quanto le cifre del bilancio potevano falsare lo status finanziario del comune. Una situazione che il Governo centrale ha regolamentato lo scorso anno, imponendo ai Comuni una verifica di tutte queste voci, in modo da ripulire il bilancio da tutte quelle voci che non avrebbero mai generato veri introiti o vere spese, seppur iscritte. Un’operazione verità che purtroppo ancora non si riesce a fare.

Il problema però sta, a parte nella grossa mole di lavoro di oltre 700 pagine, anche nel fatto che a Latina per una significativa parte di queste voci di bilancio non ci sono atti a giustificarle, oppure per risalire a questi atti sarebbe necessario l’aiuto dei dirigenti che ne hanno consentito l’inserimento in bilancio.

Diversi servizi, infatti, non hanno ancora riaccertato le somme di loro competenza. Che significa? Che molti dirigenti hanno sottovalutato l’operazione o non sono in grado di relazionare in merito a somme antiche imputate al loro servizio di cui non pare esistano neanche le carte che ne attestino l’esistenza!!

"E questo è gravissimo, dichiara Nicoletta Zuliani (Pd) consigliere comunale di opposizione – come aver iscritto somme “per finta” – prosegue Zuliani – o senza alcun motivo se non sono gustificate da un preciso atto scritto. Ma tant’è, il nostro Comune dimostra di non riuscire a venirne ancora a capo in tempo utile per la Giunta che deve deliberare sulla “ripulitura” del bilancio.

Qui arriva il primo danno compiuto dall’amministrazione del sindaco Giovanni Di Giorgi: il carosello dei dirigenti, ai quali cambia settore ogni sei mesi o meno, come se nulla fosse, in barba alle competenze necessarie ed alle peculiarità di un servizio, ha pressoché azzerato le possibilità di ricorrere ad una memoria storica di questi atti perdendone ogni traccia.

Possono i dirigenti ricordare ogni singolo atto di ciascun settore nel quale hanno prestato servizio per solo alcuni mesi? Diverso sarebbe stato, forse, se ci si fosse basati su una continuità del lavoro, come la norma stabilisce, per almeno  anni. Oggi quindi i revisori dei conti si troveranno da soli e senza punti di riferimento in questa enorme “operazione verità”.

Il secondo danno dell’amministrazione Di Giorgi sta proprio, poi, nella mole stessa del lavoro affidato ai revisori dei conti: se il Comune avesse cominciato per tempo con sei mesi di lavoro dedicato si sarebbe ottenuto un risultato attendibile. Ma ahimé, la programmazione sappiamo essere il tallone d’Achille di questa povera amministrazione.

Adesso ci ritroviamo, come al solito con l’acqua alla gola, – conclude La consigliera Pd –   rischiando di mettere in bilancio somme non accertate, e se non si rispetta il termine dei 20 giorni dall’approvazione del consuntivo, (il 20 maggio) si procede alla nomina del Commissario Prefettizio che si sostituisce all’organo Consiliare. Amen".
 

Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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