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LATINA, RIO MARTINO: LA CONSIGLIERA PD NICOLETTA ZULIANI LANCIA L'ALLARME ETERNIT

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Tempo di lettura 2 minuti Zuliani: “Altro che bandiera blu e bandiera verde. Per come si presenta Rio Martino, Latina meriterebbe la bandiera nera”.

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Redazione

Latina – “Altro che bandiera blu e bandiera verde. Per come si presenta Rio Martino, Latina meriterebbe la bandiera nera”. Nicoletta Zuliani, consigliera del Partito Democratico e vice presidente del consiglio comunale, denuncia il grave problema ambientale e sanitario che insiste nella zona di Rio Martino, al lido di Latina, ancora una volta a pochissimi giorni ormai dalla stagione estiva e dal grande afflusso dei bagnanti. Una situazione imbarazzante per l'amministrazione comunale e che provoca allarme nella popolazione.

Oltre alle brutture che caratterizzano il piazzale vicino al canale – che sarebbe dovuto diventare un porto da 400 posti barca ed un volano economico grazie ai collegamenti con le isole pontine, e che invece è rimasto un cantiere – Zuliani intende sollecitare l'amministrazione ad intraprendere azioni contro la persistenza del rudere dell'ex ristorante “Pesce d'oro”, sì recintato per evitare che qualcuno entri in una struttura pericolante ed in stato di completo abbandono, ma coperto da lastre di eternit esposte alle intemperie e danneggiate, che rilasciano particelle in libera dispersione nell'aria. È risaputo che l'inalazione di particelle di amianto, che sono cancerogene, può provocare numerosi e pesanti danni alla salute di chi vi è esposto. “Il piazzale è già molto frequentato da turisti di passaggio, pescatori, bagnanti, ma soprattutto da famiglie con bambini. Se pensiamo che una bandiera verde, appena assegnata al nostro Comune, valuta proprio l'adeguatezza del litorale ai più piccoli, capiamo bene come ciò a Rio Martino non rispecchi assolutamente la situazione reale. A meno che non si supponga che un aerosol di polveri d'amianto sia un toccasana per la salute dei bambini e di chi li accompagna”.

Nei giorni scorsi Zuliani ha ricevuto segnalazioni da alcuni residenti di borgo Grappa, stufi dell'annoso problema, ma anche molto preoccupati per la salute pubblica. “Tutti sanno che quelle particelle di amianto – spiega la consigliera democratica – volano e possono essere inalate non solo da chi frequenta la zona vicina, ma anche da chi abita a borgo Grappa e, ritengo, persino dai cittadini di Latina: il vento della marina può portare ovunque queste polveri e creare danni. Invece di limitarsi a circondare l'immobile con delle barriere perché abbandonato a se stesso, ci si sarebbe anche dovuti preoccupare di "incappucciarlo" con materiale che impedisse la fuoriscita delle particelle. Perché il Comune, ed in particolare il sindaco – primo deputato alla tutela salute pubblica della città – non cerca una soluzione immediata per la bonifica e l'abbattimento della struttura, ormai da anni nel degrado? Certo è che se la commissione Sanità non riprenderà al più presto a funzionare, l'Ente ed i cittadini di Latina saranno ancora una volta danneggiati dai tristemente noti problemi di bilancia nella spartizione delle poltrone tra le forze politiche nella maggioranza. È scandaloso che il cittadino e noi stessi consiglieri, non avendo più l'organo d'interfaccia per eccellenza, quale sarebbe appunto la commissione, dobbiamo ricorrere alla stampa per sollevare un problema che è di tutti e prima ancora del Comune. È ora di tornare a lavorare”.

 

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Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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