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Latina, sequestro e omicidio Umberto Esposito: due fermi

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Tempo di lettura 2 minuti Avevano versato presso una banca di fondi due assegni dell’importo di 25.000,00 euro cadauno, estratti dal carnet sottratto all’Esposito, falsificandone la firma

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LATINA – I carabinieri del comando provinciale di latina, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione a nr. 2 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi dal sost. proc. della procura presso il tribunale di Latina dr.ssa Cristina Pigozzo, nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili del sequestro e dell’omicidio di Esposito Umberto .
Le indagini sono state intraprese il 15.03.2017, a seguito della segnalazione di allontanamento da parte dei familiari del predetto esposito, il quale il 14.03.2017 si era recato a latina e non aveva fatto più rientro a casa. il cadavere dell’esposito veniva rinvenuto nella serata del 24.03.2017, incappucciato ed imbavagliato, presso in località la fiora del comune di terracina.
Già dai primi accertamenti si aveva modo di acclarare che la vicenda presentava profili di particolare complessità, per cui oltre all’attivazione delle previste procedure per la ricerca di persone scomparse, veniva predisposto un articolato dispositivo investigativo, costituito dai carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di latina, che consentiva di raccogliere circostanziati elementi di colpevolezza nei confronti dei due indagati e ricostruire le varie fasi dei delitti per cui si procede.


In particolare si accertava che:


– l’Esposito Umberto il 14.03.2014 si era incontrato a Latina con i due fermati, una donna 24enne di origini rumene ed il convivente, un italiano 35enne di fondi (lt). in tale circostanza i due indagati avevano sequestrato l’anziano imprenditore, verosimilmente dopo averlo sedato con dei sonniferi, trasportandolo in un luogo, ove è stato trattenuto contro la sua volontà sino al momento della morte. i due quindi si erano appropriati di due bancomat, una carta di credito ed il libretto degli assegni che l’esposito aveva con se, e nei giorni 14 e 15 marzo avevano effettuato vari prelievi presso atm di latina ed acquisti presso un centro commerciale di formia utilizzando i predetti strumenti di accesso al credito;
– successivamente i due indagati avevano versato presso una banca di fondi due assegni dell’importo di 25.000,00 euro cadauno, estratti dal carnet sottratto all’Esposito, falsificandone la firma e gli altri elementi distintivi. la negoziazione non era andata a buon fine in quanto la banca ove era radicato il conto della ditta gestita dall’anziano imprenditore li aveva respinti avendo rilevato delle irregolarità nella compilazione;
– verosimilmente nella giornata del 22 marzo sopravveniva la morte della vittima per asfissia meccanica violenta. a quel punto gli indagati, avendo realizzato che era fallito il piano per attingere ulteriormente alle finanze dell’anziano imprenditore, si erano disfatti del cadavere.

Agli indagati sono stati contestati i reati di sequestro di persona, omicidio, rapina, falsificazione di titoli di credito ed indebita utilizzazione di carte di credito e di pagamento.
nel corso dell’operazione sono state sequestrate le abitazioni, i locali e le autovetture nella disponibilità dei fermati, sui quali verranno disposti accertamenti tecnici.
l’uomo è stato associato presso la casa circondariale di latina, mentre la donna è stata tradotta presso quella di Roma – Rebibbia.

Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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