Connect with us

Latina

LATINA: ZULIANI (PD) LANCIA PESANTI ACCUSE SUL SINDACO

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti La democratica ricostruisce tutte le fasi dell'affidamento esterno, a suo avviso frutto di interessi personali

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Redazione
Latina – Il sindaco ha fatto un danno alle casse del Comune di Latina per ottenere un parere pro veritate favorevole al suo operato. Il sospetto è che lo abbia fatto consapevolmente. È quanto sostiene Nicoletta Zuliani, consigliera comunale del Partito Democratico, che è decisa ad andare fino in fondo alla questione e che ha quindi scritto un'interrogazione perché il sindaco risponda delle sue azioni di fronte a tutto il consiglio comunale. Zuliani ha anche chiesto che la questione venga affrontata in commissione Trasparenza, perché vengano chiariti tutti i passaggi che hanno portato l'ente ad una spesa inutile e che ha arrecato danno alle sue casse, alla città – che oggi si trova con un mostro di cemento a Borgo Piave, in uno dei suoi ingressi principali – ed all'immagine stessa dell'ente e della sua amministrazione.

Zuliani ha ricostruito tutte le fasi “storiche” di quel parere esterno chiesto dall'ente di Piazza del Popolo, nonostante vi fosse un servizio di avvocatura comunale già pagato e preposto al lavoro di consulenza e difesa del Comune.

Vediamo i fatti.

“Il professor Federico Tedeschini, esperto in urbanistica, è un professionista “vicino” al sindaco Giovanni Di Giorgi. Ciò non toglie che la legge vada rispettata: è infatti obbligo per gli enti pubblici – spiega Zuliani – utilizzare le proprie risorse interne per evitare di ricorrere a consulti, pareri e prestazioni esterne che costituiscono un onere per l'amministrazione. Per affidare un incarico esterno è necessario dunque che la risorsa interna (in questo caso l'avvocatura del Comune di Latina) metta nero su bianco la propria indisponibilità a fornire quel parere, motivando il diniego. Questo a Latina non è avvenuto perché il sindaco, sì ha scritto all'avvocatura il 30 maggio 2014 chiedendo la disponibilità ad un parere pro veritate in merito alla variante di borgo Piave, ma lo ha fatto palesando già l'intenzione di volerlo eventualmente chiedere al professor Tedeschini in caso di diniego. Dopo una settimana il sindaco invia i quesiti, esplicitando che la scadenza per la presentazione del parere è l'11 giugno. A quel punto l'avvocatura – ricostruisce Zuliani – dichiara la propria disponibilità, ma fa notare che non sono pervenuti i documenti necessari dal settore Urbanistica e resta in attesa delle carte. Invece il 17 giugno il sindaco, giustificandolo con un'estrema urgenza, affida il parere al professor Tedeschini, il quale però si prende ben tre mesi per rispondere ai quesiti: il parere arriva ufficialmente all'ente il 15 ottobre 2014. La parcella è di oltre 10mila euro, pagati da tutti noi”. Un importo che, secondo la consigliera del Pd, poteva essere meglio utilizzato per un anno di lavoro di un giovane avvocato, come figura di supporto all'interno dell'avvocatura, vista la mole esagerata di contenzioso che questa amministrazione genera.

“La verità, ed è questa a mio avviso la cosa più grave – afferma Zuliani – è che il sindaco ha mentito ai cittadini: dov'era l'estrema urgenza se il professore si è concesso ben tre mesi per dare una risposta al Comune? La verità è che Di Giorgi aveva paura di quanto gli avrebbe detto l'avvocatura, la quale non avrebbe potuto che dare un parere negativo, visto poi l'esito della vicenda, oggi sotto la lente d'ingrandimento della magistratura. E consapevole dell'opacità di tutta la storia, ha dato mandato ad un consulente di fiducia che avrebbe potuto garantirgli ciò di cui aveva bisogno: un parere favorevole. Il sindaco confessi alla città quello che, sì per noi è soltanto un sospetto, ma che la magistratura sta smascherando come una triste vicenda di interessi personali a discapito dei cittadini e della pubblica amministrazione”.
 

Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

Continua a leggere

Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

Continua a leggere

Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti