LAZIO, MAZZOCCHI: “L’ARSIAL METTE LA FECONDAZIONE ARTIFICIALE AL SERVIZIO DEGLI ALLEVATORI DI OVINI”

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Redazione

Un’equipe specializzata in fecondazione artificiale per via laparotomica con seme congelato e una missione: raggiungere l’obiettivo di una popolazione ovina più resistente alla Scrapie (una malattia simile alla “mucca pazza”) realizzando anche un circuito virtuoso più redditizio per gli allevatori laziali, con un ricaduta economica sul territorio stimata di circa 1 milione 600 mila euro all’anno. E’ questo, in sintesi, il quadro complessivo del progetto sperimentale triennale sulla riproduzione ovina realizzato da Arsial in collaborazione con l’Associazione Romana Allevatori e Assonapa che sta per concludersi. Il progetto prevederà, a regime, la nascita di un Centro Arieti Arsial, che metterà a disposizione degli allevatori un parco arieti miglioratori resistenti geneticamente alla Scrapie. Due i vantaggi attesi dalla diffusione dei capi selezionati nel centro romano: l’abbattimento dei costi di acquisto fuori regione, che attualmente supera i 1.200 euro a capo, ed il ritorno economico previsto per gli allevatori che, oltre ad acquisire gli arieti a prezzi inferiori (stimati sui 500 euro), potranno rivendere al centro gli agnelli nati nella loro azienda usufruendo della premialità di 300 euro a capo prevista dalla Pac. Il futuro degli allevatori e la salute della popolazione ovina del Lazio, composta da circa 600 mila pecore, passano attraverso servizi innovativi e diffusi sul territorio”, ha spiegato il presidente dell’Arsial, Erder Mazzocchi, “e oggi, grazie a questo progetto sulla riproduzione, la nostra regione è tra le poche in Italia a poter vantare un’equipe specializzata nella fecondazione artificiale per via laparotomica con seme congelato. In questi tre anni”, ha sottolineato, “sono stati molti i risultati raggiunti, come l’individuazione di linee parentali più opportune nella razza Sopravissana, Sarda e Comisana, funzionali al miglioramento genetico degli ovini del Lazio. C’è ancora del cammino da fare”, ha aggiunto, “ma siamo certi che il nascente Centro Arieti del Lazio riuscirà in completa autonomia economica a produrre gli effetti desiderati, tra i quali un importante recupero di reddito per gli allevatori del Lazio stimato in circa un milione e mezzo di euro ed un importante segnale di qualità e sanità dei prodotti ovini per i consumatori”.