LAZIO, POST PISANOPOLI: E' SOLO LA POLVERINI CHE DECIDE QUANDO ANDARE AL VOTO…. LO DICE IL MINISTRO CANCELLIERI

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Alberto De Marchis

Due giorni fa, i parlamentari del Pd di Roma e del Lazio hanno inviato al ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri un'interrogazione a risposta immediata per chiedere "se e come il ministro interrogato, nell'ambito delle proprie competenze intenda agire per far si' che le elezioni del nuovo Consiglio della Regione Lazio e del presidente della Regione avvengano entro e non oltre il 28 dicembre 2012". La data del voto nel Lazio, dopo le dimissioni del Consiglio regionale, spetta per legge alla presidente Renata Polverini. A chiarirlo e' stata, nel corso del question time alla camera, proprio il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri.

Rispondendo alla interrogazione del Pd, la Cancellieri ha sostenuto di ''auspicare che una decisione così importante possa maturare ed essere adottata dal presidente regionale uscente che ne ha la piena ed esclusiva competenza nell'ambito di un sereno e pacato confronto alieno da ogni forma di strumentalizzazione che tenga conto di tutti gli interessi che caratterizzano la vicenda''. Il responsabile del Viminale ha, comunque, ribadito la ''piena disponibilità del governo a valutare qualsiasi aspetto della questione''. “Mi sembra che il ministro Cancellieri abbia chiarito quali siano non tanto le competenze, sulle quali non c’erano dubbi, quanto i riferimenti normativi dei quali tenere conto per andare al voto nel Lazio, spazzando via i giureconsulti prestati al teatro o alla politica che tanto si sono spesi in questi giorni”.  E’ quanto dichiara l’assessore al Bilancio della Regione Lazio, Stefano Cetica.  Vedo poi con piacere  – sottolinea Cetica – che l’onorevole Zingaretti è tornato ad usare toni più istituzionali passando dallo schifo – di cui parlava soltanto ieri – al senso di responsabilità: dopo la vicenda Maruccio, del resto, sarebbe stato strano provare certi sentimenti per il segretario regionale di un partito alleato”. Puntuale la reazione del Pd. "Se fosse confermata l'intenzione di Renata Polverini di rinviare ad aprile le elezioni alla Regione Lazio pur di restare al potere 4-5 mesi in più, emergerebbe una sua seria responsabilità contabile sulla quale andrebbe sollecitata l'attenzione della Corte dei Conti". Lo dichiara Luigi Zanda, vice presidente del gruppo del Pd al Senato. "Visti i costi vivi di una giunta e di un consiglio che si vuole far restare in carica senza aver nulla da fare e i danni seri che possono derivare dal lungo e artificiale prolungamento dell'ordinaria amministrazione, e' ormai evidente -aggiunge Zanda- la scelleratezza di un rinvio del voto motivato esclusivamente da ragioni di interesse politico personale". "Peraltro, oltre a una responsabilità contabile che emergera' con sempre maggiore chiarezza, le intenzioni della Polverini stanno coprendo di ridicolo l'intero Lazio: non si e' mai visto un presidente dimissionario che decide da solo e arbitrariamente il prolungamento della sua carica e di quella dei suoi sodali", conclude Zanda. Intanto, Il consigliere regionale dell’Udc Rodolfo Gigli ha scritto alla presidente Renata Polverini una lettera di cui si riporta il testo:

 Sig Presidente,

     ho letto con molte interesse la Sua intervista al Corriere della Sera dell’8/10/2012 per estrapolare dai molti temi trattati quello relativo alla data del voto, tralasciando quindi ogni riferimento e ogni valutazione di merito sugli altri elementi e sulle persone citate.

    Le dico francamente, forse con una inguaribile ingenuita’, che alla luce del difficile passaggio che abbiamo vissuto in Consiglio regionale e che si e’ concluso con l’interruzione traumatica della legislatura, mi sarei aspettato come minimo alcune cose:

– che i candidati gia’ in campo o quelli che stanno per entrare per concorrere all’incarico di Presidente della Regione, ancor prima della data del voto in nome di una “emergenza democratica” che non riguarda solamente la Regione Lazio, avessero messo sul tappeto l ‘esigenza inderogabile di concludere l’iter delle norme che abbiamo deciso di condividere relativamente al funzionamento del Consiglio e ai costi della politica.

Pensavo, cioe’, che si sarebbe prima di tutto discusso e concordato di come risanare il sistema presentandoci agli elettori con una piattaforma di rappresentanza istituzionale piu’ congrua alle necessita’ dei tempi e delle circostanze : e quindi,  in primo luogo, con la riduzione del numero dei Consiglieri ritenendo questa, dopo la riduzione del numero delle Commissioni e dei costi di funzionamento del Consiglio e dei gruppi consiliari, la premessa minima e indispensabile, anche se non sufficiente, per ricostruire il circuito positivo tra opinione pubblica, sistema politico e istituzioni.  E questo sulla base di una semplice considerazione: non credo – perche’ tra l’altro non ci sono in circolazione – ai salvatori della Patria, capaci di sopperire con la loro sola presenza al deficit di scelte politiche tempestive o, da soli, in grado di riscattare il volto sfigurato delle istituzioni: il riscatto della politica avviene con decisioni politiche, non con le brave persone, anche se, si ritengono dotati di poteri miracolosi o rifacendo i conti della spesa;.

-mi sarei aspettato che la societa’ civile, nelle sue varie articolazioni, (categorie imprenditoriali, sindacati, ecc) avessero a cuore il problema di fondo posto dalla crisi della Regione Lazio ancor prima della data delle elezioni; anzi a premessa di qualsiasi data, anche ravvicinata, che si ritenga piu’ opportuna;

 -mi sarei aspettato che sia pure una minima parte dell’inchiostro che il sistema dell’informazione ha speso sul caso, venisse utilizzata per riproporre questo problema di fondo, a premessa del cambiamento strutturale in Regione e quindi di una Regione rinnovata e quindi di un regionalismo basato su scelte coraggiose e non sull’ammontare della massa monetaria disponibile per funzionare.

Ingenuamente, insomma,  mi sarei aspettato da subito un dibattito su questi problemi e su una comune assunzione di responsabilita’ per rimuovere le cause e risanare la  c.d. “palude” che si e’ creata e non semplicemente cambiandone i “frequentatori” e i “gestori”.

Signor Presidente, mi aspetto questo da Lei gia’ da adesso , a prescindere dalla data del voto.       Le chiedo pubblicamente e accoratamente di prendere le iniziative piu’ opportune perche’ nel Lazio si vada al voto dopo aver concluso l’iter normativo delle decisioni che abbiamo assunto in Consiglio e in Commissione nella settimana cruciale, che Lei ben ricorda e conosce e, soprattutto dopo aver provveduto a garantire la riduzione del numero dei consiglieri da settanta a cinquanta.

 Ancor prima della data del voto prenda l’iniziativa di far convocare in via straordinaria il Consiglio Regionale per concludere in modo degno e credibile questa vicenda agli occhi dell’opinione pubblica e dei noi stessi.

 Se non faremo questo non basteranno candidati carismatici o presunti tali, candidati immacolati o presunti tali. Serve una risposta della politica, che si assume le responsabilita’ del presente, per  costruire qualcosa di nuovo nel futuro. E’ in gioco il buon regionalismo, il suo sviluppo per rafforzare le istituzioni democratiche ancor prima del tornaconto politico di questo o quel candidato. 

 A meno che dietro la fretta sul voto di qualcuno, non ci sia la voglia di molti di lasciare le cose come stanno!

 Con stima e cordialità,

 Rodolfo Gigli