LAZIO, SSR: NICOLA ZINGARETTI CONVOCA I SINDACATI

di Cinzia Marchegiani

Lazio Sanità – Il 13 febbraio 2013 le organizzazioni sindacali rappresentative dell’area della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria,tecnica, professionale ed amministrativa ANPO ASCOTI FIALS MEDICI – CIMO ( CIMO – CIMO SETTORE SPECIFICO Co.Si.P.S.) – FASSID (AIPAC – AUPI – SIMET – SINAFO – SNR) – FEDIR SANITA’ – FESMED – UGL Medici avevano comunicato ufficialmente al Presidende Giunta Regionale Lazio e Commissario “ad acta” Nicola Zingaretti, la proclamazione dello stato di agitazione e richiesta di procedura di raffreddamento e conciliazione ai sensi dell’Accordo Nazionale 26 Settembre 2001.

La denuncia dei sindacati parlava chiaro: ”Il Commissario “ad acta” On.le Nicola Zingaretti ha emesso e sta continuando ad emettere decreti relativi ai provvedimenti di programmazione e riorganizzazione del S.S.R. legati al piano di rientro che hanno anche ripercussioni sui rapporti di lavoro senza consentire in alcun modo la partecipazione delle organizzazioni sindacali, violando così anche il principio di buona amministrazione sancito dalla Costituzione negli artt. 3 e 97, con conseguente lesione dei diritti e delle garanzie per il personale dirigente interessato.”

I medici che da anni denunciano il progressivo smantellamento del Servizio Sanitario pubblico ed in particolare di quello Ospedaliero e di tutti i servizi costituenti la Rete, dicono “basta” ai processi sommari e alle sentenze di condanna mediatica che colpiscono senza un corretto iter di contestazione disciplinare ed accertamento dei fatti, così come previsto dalla normativa vigente, i Dirigenti Medici , della Sanità Pubblica che ogni giorno invece responsabilmente, garantiscono con il poco personale e i pochi mezzi, messi a loro disposizione, la pubblica assistenza ai cittadini. Da anni i medici denunciano di subire la mortificazione di politiche di programmazione sanitaria basate solo su tagli di carattere economico calati in modo indiscriminato, che hanno solo ridotto l’offerta di servizi sanitari alla popolazione senza però incidere sugli sprechi e sulle inefficienze che continuano ad essere presenti:”Nulla è stato fatto in termini di programmazione da chi ne aveva la competenza e l’autorità, rispetto ad una domanda di salute mutata da parte dei cittadini , che avrebbe richiesto nuove strategie quale quelle di creare nuove strategie di welfare, ricomprendenti un nuovo equilibrio tra Ospedale e Territorio, revisione dei LEA, etc. Invece i dirigenti del Servizio Sanitario sono stati lasciati soli senza alcun supporto a nuove decisioni che non sono certo di loro competenza. Chiediamo a gran voce che la Magistratura porti avanti le giuste indagini per individuare i veri colpevoli di queste disfunzioni che colpiscono la sanità della nostra Regione.”

La missiva del 13 febbraio ricordava che le relazioni sindacali tra il Governo regionale e OO.SS., rappresentative della Dirigenza medica, sanitaria ed amministrativa, sono ad oggi, infatti, circoscritte a tre incontri:
1) incontro con il Commissario ad Acta Nicola Zingaretti di presentazione dopo l’insediamento
2) incontro del 14 agosto 2013 per informativa sul precariato
3) incontro del 5 dicembre 2014 solo per la firma dell’ennesima proroga di 1 anno del precariato

Nel frattempo il Governo regionale ha decretato ben due programmi operativi triennali del SSR, due atti di indirizzo per le linee guida sugli atti aziendali e altri importanti decreti (riorganizzazione della rete ospedaliera, istituzione delle case della salute, istituzione delle UDI, riordino dei laboratori, ecc.) non sentendo mai il bisogno di confrontarsi con le scriventi nonostante le reiterate richieste di incontro.

Le OO.SS. hanno evidenziato i molteplici gravi problemi:

1. Le dotazioni organiche dei medici dei Servizi che assicurano l’assistenza nelle 24 ore non consentono più di continuare a sostenerne l’onere.
2. Da troppi anni più di 1000 medici precari operano nel SSR , assicurando Servizi essenziali, senza diritti e in condizioni di autentico sfruttamento.
3. I DEA e i Pronto Soccorso del Lazio rappresentano ormai una vergogna nazionale e costringono utenti e chi vi opera a vivere in condizioni disumane
4. Il deficit della Sanità regionale, progressivamente ridotto fino al 2012, è tornato a crescere di circa 20 milioni di euro nel 2013, nonostante che l’addizionale IRPEF già la più alta d’Italia, sia ancora aumentata arrivando al 3,33% a partire dal 1 gennaio 2015
5. Le “case della salute” e le “unità a degenza infermieristica”, oltre a sovvertire le competenze professionali, producono solo prestazioni fittizie e demagogia e determinano costi elevatissimi al contribuente
6. Con disposizioni scritte e verbali sono state date indicazioni sul taglio dei fondi contrattuali a danno del personale, in violazione della legge e delle circolari statali
7. Il ridimensionamento dei Dipartimenti di Prevenzione, dei Servizi di Psicologia e dei Servizi Farmaceutici e dei Servizi diagnostici non permette una efficace azione di tutela della salute
8. Gli ospedali pubblici si stanno liquidando con gli Atti Aziendali con un doloso e progressivo impoverimento di risorse assegnate, per favorire il settore privato e accreditato. In particolare il ricorso alle esternalizzazioni dell’assistenza e della diagnostica e all’affidamento a cooperative di servizi “core” dell’assistenza e della diagnostica, realizza in parallelo la colonizzazione delle strutture pubbliche da parte di privati.
9. Lo smantellamento degli ospedali pubblici costringe gli operatori tutti ad assumere un rischio professionale inaccettabile, peraltro riconosciuto dalla Suprema Corte di Cassazione sezione IV Penale sentenza n. 46336/14.

Ora lo stesso sciopero è stato sospeso dopo l’apertura da parte della Regione Lazio che ha convocato le organizzazioni sindacali dei medici il giorno 16 Marzo 2015 per affrontare i gravissimi problemi che stanno logorando, in una via senza ritorno, la sanità laziale.