Il video confronto a distanza tra l’ex magistrato Gherardo Colombo e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede con il commento di Federica Nobilio (FdI)
Il 9 gennaio scorso L’Osservatore d’Italia ha intervistato lo storico magistrato Gherardo Colombo. Il suo nome rievoca transizioni fondamentali della Repubblica italiana come tangentopoli, la loggia massonica P2, il delitto Ambrosoli, i fondi neri dell’Iri.
Il dottor Colombo ricostruisce il suo pensiero sui risultati di Mani Pulite e sulla legge anticorruzione, emanata dal governo gialloverde, intitolata “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”. Legge pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 13 del 16 gennaio 2019. Il testo della legge, che il Governo ha presentato come “Spazzacorrotti”, consta di un unico articolo composto di ben 30 commi, secondo una controversa tecnica legislativa. .
Gherardo Colombo giudica lo strumento giudiziario un mezzo inadatto a perseguire la corruzione attraverso l’adagio “la corruzione è rimasta, il pudore sparito”, servirebbe perciò “maggior fiducia” tra gli italiani.
Secondo l’ex magistrato, la legge Spazzacorrotti non introduce provvedimenti fondamentali
Legge Spazzacorrotti: il video confronto a distanza tra il ministro Alfonso Bonafede e l’ex magistrato Gherardo Colombo
L’agente sotto copertura e il daspo
L’agente sotto copertura, che rischia di diventare un agente provocatore potenziato dall’immunità per i reati commessi durante le sue missioni, e il daspo presentano dei risvolti ambigui “che potrebbero facilitare la corruzione andando a scovare soltanto gli sprovveduti non quelli davvero radicati nel sistema”.
I lettori, molti dei quali hanno vissuto gli anni di Mani Pulite, si chiederanno come sia possibile che un ex magistrato come Gherardo Colombo affermi che il sistema giudiziario così come è risulta essere pressoché inutile? La risposta non è semplice. Leggendo due meravigliosi libri dell’ex pm “Il vizio della memoria” e soprattutto “Sulle regole” editi Feltrinelli si capisce che la rivoluzione colombiana è innanzitutto culturale.
Colombo parla di contrasto tra società verticale (la nostra) e società orizzontale. La seconda scaturirebbe dal rispetto degli articoli 2 e 3 della nostra costituzione e dei principi espressi dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Ha capito che il problema sta in una cultura di illegalità prona al servilismo ed ai giuochi di potere. Per questo passa molto del suo tempo nelle scuole a spiegare agli studenti cosa è la legalità ed il rispetto delle regole. Il suo giudizio sul sistema giudiziario corrente non va travisato ed alienato dal suo contesto di transizione culturale e quasi antropoligica.
La corruzione non è un fenomeno solo italiano
Clemenceu asseriva che non c’è democrazia che ne sia al riparo. Ma la nostra depravazione raggiunge livelli inimmaginabili che richiedono una risposta forte delle istituzioni. Secondo l’ultima ricerca di Eurispes (nell’ambito dell’Ocse) il tasso di corruzione in Italia è del 90% e genera secondo la Banca Mondiale una perdita tra lo 0,5 e l’1 punti percentuali di pil rubando 60 miliardi di euro l’anno. La nostra situazione rischia di aggravarsi e forse ha poco a che fare con un sistema di fiducia tra gli italiani. Transparency International ci pone al 60° posto insieme a Cuba per ingerenza di trame corruttive. L’85% degli italiani pensa che la corruzione sia un fenomeno legato alle alte sfere del potere.
Lo Spazzacorrotti, che è stato tradotto in legge l’11 gennaio 2019, prevede l’introduzione del Daspo, sconti di pena per chi collabora, aumento delle pene (1 a 3 anni la minima, da 6 a 8 anni la massima), l’agente infiltrato e l’utilizzo del Trojan per i reati con pena “non inferiore a i 5 anni”. Colombo ricorda nell’intervista come, se ci fosse stato il daspo ai tempi di Tangentopoli, “non avrebbe lavorato nemmeno un’impresa italiana”.
Le imprese, però, durante Mani Pulite non subivano nessun tipo di coercizione ma destinavano una parte dei loro bilanci direttamente alla tangente. Era per questo un sistema acclarato. Perciò è stato introdotto il daspo che inserisce il divieto a vita, per i condannati almeno a due anni di pena, di contrattare con la pubblica amministrazione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. La corruzione è un fenomeno seriale e diffusivo che dà luogo a mercati illegali in concerto con le organizzazioni criminali.
Per quanto riguarda gli sconti di pena bisogna definire la corruzione come un reato a concorso necessario ad a elevata cifra nera. Esiste una reale sperequazione tra fatti commessi e quelli denunciati. L’unica modalità per interrompere un legame corruttivo è quello di incentivare la collaborazione con le forze dell’ordine e inasprire le pene per chi non lo fa.
Federica Nobilio (FdI): fenomeno della corruzione legato ad una logica culturale
Il consigliere di Albano Laziale Federica Nobilio (FdI), durante la trasmissione Officina Stampa condotta dalla giornalista Chiara Rai, asserisce che “l’agente provocatore va analizzato non nei massimi sistemi; immaginiamo l’uomo con l’impermeabile e gli occhialoni scuri che va a provocare il sindaco che tutti i giorni si ritrova davanti ai problemi dell’amministrazione”. Ma la teoria sostanziale della democrazia afferma come primo dogma l’onestà della classe dirigente la quale deve essere, proprio perché dirigente, immune da logiche illegali. L’agente sotto copertura è previsto per i reati come il traffico di droga, mafia e di armi e l’Italia ha sottoscritto 15 anni fa la Convenzione Onu di Merida che lo richiede. Legge Spazzacorrotti: Il commento di Federica Nobilio (FdI)
La consigliera ha ragione quando lega il fenomeno della corruzione ad una logica culturale. Ma, poi, la Nobilio continua affermando che: “già questo nome (Spazzacorrotti) crea una suggestione nella persone e dà l’idea che qualcuno in poco tempo trovi la soluzione e eliminerà il problema che è un cancro”.
Provvedimenti, leggi e definizioni “populiste” dal primo governo Berlusconi ad oggi
Sicuramente questo provvedimento è lungi dall’essere la panacea dei nostri mali e la palingenesi dell’italiano, ma almeno è il prodromo di una lotta più concreta. Il nome eccessivamente altisonante del provvedimento rientra in quella retorica populista, pietra angolare del governo grillo-leghista. Giova ricordare però gli innumerevoli provvedimenti rinominati, non a torto, “salvaladri”. Il decreto Biondi del 1994 quando il primo governo Berlusconi vieta la custodia cautelare per i reati finanziari compresa la corruzione garantendo la buona uscita dal carcere di 2764 detenuti tra cui 250 colletti bianchi e decretando lo scioglimento del pool di Mani Pulite. La corruzione si scopre inseguendo il falso in bilancio e le fatture false, il centrosinistra nel 2000 ha depenalizzato le fatture false sotto una certa soglia (la modica quantità per uso personale). La legge Severino presentata come legge anticorruzione invece di combatterla ne svuota il reato: non esiste più l’induzione. E come questa molte altre: l’ex Cirielli, Lodo Alfano, Legittimo Impedimento. Nel 1994 si era pensato ad un think tank per reprimere la corruzione ma le proposte del progetto Cernobbio furono tutte insabbiate. La corruzione rimane il primo problema italiano insieme alla criminalità organizzata e all’evasione fiscale. Colombo si augurava che “almeno negli organismi di controllo spero sia diminuita”, ma così non è. 15 magistrati in questi giorni sono indagati proprio per corruzione.
l leader di Iv Matteo Renzi presenta in Senato una proposta di legge – di quattro articoli – di revisione costituzionale per l’elezione diretta del presidente del consiglio.
“Il presidente del consiglio – spiega Renzi – è eletto contestualmente alle elezioni delle Camere e nomina e revoca i ministri”.
“Questa pdl – prosegue – a parole ha il consenso di maggioranza e parte delle opposizioni, ma sono 9 mesi che fanno melina. Oggi la consegniamo. Vogliamo stare ad agosto a discuterla? Noi siamo pronti. E’ parte integrante del programma del terzo polo. Su questo ci siamo impegnati con i nostri concittadini”.
“E’ ormai evidente che per i comuni a guida PD dei Castelli Romani e della provincia di Roma si è aperta una questione morale. È più importante per loro gestire i più vari e contraddittori interessi dettati dal Sindaco di Roma Gualtieri e dagli equilibri interni tanto cari alle correnti democratiche, o perseguire l’interesse generale delle comunità di cittadini che sono chiamati ad amministrare?
La recente bocciatura del TAR al ricorso presentato contro la realizzazione del termovalorizzatore ha confermato una volta per tutte che l’unica strada percorribile è quella della politica.
Di fronte agli abusi perpetrati dalla Capitale nei confronti della Provincia, come il termovalorizzatore di Santa Palomba o i 100 sfasciacarrozze della Barbuta, l’unica risposta che possono dare i sindaci del PD è una presa di posizione chiara ed inequivocabile con il proprio partito.
Caro Sindaco Borelli, basta giocare a nascondino dietro temerari ricorsi al TAR o furbesche mozioncine consiliari, utili solo a fuggire dalle responsabilità. È ora di dare una risposta politica ai cittadini”. Lo dichiara in una nota Roberto Cuccioletta, Consigliere Comunale e Coordinatore di Fratelli d’Italia di Albano Laziale.
“Nel ddl sulla sicurezza stradale che arriverà in discussione in Parlamento, stiamo valutando e proporremo al Parlamento modifiche per inasprire le sanzioni nei confronti di chi abbandona animali domestici su strada, arrivando fino alla revoca o la sospensione della patente, perché oltre ad essere un atto di assoluta barbarie e inciviltà, rischia di mettere anche a repentaglio l’incolumità di coloro che viaggiano.
Quindi sospensione o addirittura revoca della patente a chi abbandona in strada.
Spero serva a far capire che deve essere vacanza per tutti”. Lo afferma il ministro, Matteo Salvini, rispondendo al Question Time al Senato.