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Roma

LEGGE STABILITA', PDM: GOVERNO E CAMERA SALVANO LA CASTA DEI GENERALI

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"L'indignazione popolare verso i privilegi che caratterizzano gli appartenenti a determinati e ben identificati settori della società, siano essi politici, militari o ecclesiastici, ha raggiunto livelli preoccupanti che non possono essere ancora ignorati;"

 

Redazione

Roma – "Se mai servisse avere ancora una conferma sul fatto che il Governo Monti e la partitocrazia che occupano la Camera dei deputati sono sempre dalla parte del più forte – casta dei generali e industria bellica – questa c'è stata lo scorso giovedì 22 novembre nell'ambito della votazione degli ordini del giorno relativo alla legge di stabilità per il 2013. Con la "bocciatura" dell'ordine del giorno 9/5534-bis-A/86 presentato dal deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Pdm, si sono definitivamente chiariti gli interessi della partitocrazia. – Dichiara in una nota il portavoce del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) –

L'atto di indirizzo a firma di Turco e degli altri deputati radicali – conclude la nota – chiedeva al Governo l'impegno ad eliminare i privilegi di cui godono i generali e a sospendere, per il prossimo triennio, il programma di armamento relativo al JSF F-35 e successivamente a ridurlo ulteriormente. Nonostante la crisi economica che strangola il paese il bilancio della Difesa è destinato ad incrementarsi passando dagli attuali 19.962,1 M€ del 2012 ai 21.024,1 M€ del 2015, con un incremento degli investimenti per il 2013 di 1.153 milioni che serviranno per finanziare gli affari delle industrie belliche nostrane."

Ordine del giorno 9/5534-bis-A/86. – Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.

La Camera,

   premesso che:

    al fine di contribuire al risanamento del bilancio dello Stato sono stati più volte presentati puntuali interventi di modifiche o integrazioni alle proposte di legge sottoposte all'esame del Parlamento, tutti volti alla razionalizzazione e alla riduzione delle spese nell'ambito dei settori della Difesa e della Sicurezza che avrebbero consentito – se recepiti – di conseguire notevoli risparmi economici da destinare a quei settori della spesa pubblica che oggi registrano le maggiori ed evidenti sofferenze;

    il Governo ha accolto numerosi ordini del giorno a cui, tuttavia, non sempre ha poi dato una puntuale attuazione. Anzi, in taluni casi li ha ignorati oppure al contrario, come nel caso dell'atto di indirizzo n. 9/5312/108 con cui si era impegnato «a valutare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, la possibilità di ridurre il versamento per il contributo unificato relativo al ricorso straordinario al Presidente della Repubblica» che ora, invece, viene elevato a 650 euro;

    l'indignazione popolare verso i privilegi che caratterizzano gli appartenenti a determinati e ben identificati settori della società, siano essi politici, militari o ecclesiastici, ha raggiunto livelli preoccupanti che non possono essere ancora ignorati;

    la sistematica negazione del diritto e dei diritti che viene riservata ai cittadini in divisa sta fattivamente contribuendo a disgregare i valori su cui le Forze armate e le Forze di polizia a ordinamento civile militare fondano la loro stessa esistenza e coesione;

    i sacrifici economici che puntualmente siamo a chiedere alle classi sociali più indigenti o a quelle che una volta erano definite «borghesi e medie», frenano lo sviluppo del paese e non lasciano trasparire alcuna possibile soluzione alla cogente crisi economica che il paese sta attraversando;

    tra coloro a cui si chiedono sempre nuovi e maggiori sacrifici vi sono gli appartenenti alle Forze armate e alle Forze di polizia – la truppa – che nonostante ciò continuano a fare il loro dovere per servire il paese e le Istituzioni;

    recenti inchieste giornalistiche (La Repubblica del 9 novembre 2012: «Dallo champagne alle case a un euro tutti i privilegi della casta dei generali») hanno messo in evidenza l'esistenza di inaccettabili privilegi e sprechi di denaro pubblico per la cui eliminazione è necessario un immediato e deciso intervento,
 
impegna il Governo:
 
   ad adottare iniziative normative volte a:

    1. modificare il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, affinché:

     a) siano abrogati gli tabella 992, 993, 994, 995, 996, 1802, 1803, 1804, 1815, 1816, 1870, 2162, 2261, 2262;

     b) le promozioni di cui agli tabella 1076, 1077, 1082 e 1083 producano effetti ai soli fini giuridici e non anche economici;

     c) si preveda, all'articolo 183, che le procedure convenzionali con le aziende e il personale di cui ai commi 1, 2 e 3 possono essere espletate solo successivamente alla verifica di mancato soddisfacimento delle specifiche esigenze con personale militare in possesso di idonea qualificazione;

     d) i membri degli organi di rappresentanza dei militari di cui all'articolo 1476, inviati in missione ai sensi dell'articolo 1478 o al seguito di dipendenti di grado più elevato, siano obbligati a usufruire di vitto e alloggio gratuiti forniti dall'amministrazione;

     e) all'articolo 1818, la speciale indennità pensionabile attribuita ai generali o ammiragli delle forze armate sia determinata tenuto conto del limite previsto dall'articolo 3 del DPCM 23 marzo 2012;

    2. modificare la legge 1o aprile 1981, n. 121, affinché:

     a) all'articolo 5, comma 3, la speciale indennità pensionabile attribuita al capo della polizia-direttore generale della pubblica sicurezza sia determinata tenuto conto del limite previsto dall'articolo 3 del DPCM 23 marzo 2012;

     b) siano abrogati i commi 22 e 23 dell'articolo 43 e l'articolo 43-ter;

    3. abrogare gli tabella 3 e 5 della legge 28 febbraio 2000, n. 42;

    4. sospendere fino al 31 dicembre 2015 il programma pluriennale di A/R n. SMD 0212009, relativo all'acquisizione del sistema d'arma Joint Strike Fighter e la realizzazione dell'associata linea FACO/MROU nazionale, con conseguente riduzione del 50 per cento degli importi da erogare annualmente per il medesimo programma pluriennale;

    5. versare al bilancio dello Stato i risparmi conseguenti all'adozione delle misure di cui ai precedenti punti 1, 2, 3 e 4.

9/5534-bis-A/86. Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti.
 

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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