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Leopolda, Renzi all'attacco della minoranza Pd: "Chi dice NO ha distrutto l'Ulivo"

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Tempo di lettura 3 minuti Il premier a Firenze:"Referendum derby tra passato e futuro

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Redazione

Contro i Dem, contro il NO, contro chi gli è contro. Matteo Renzi, dal palco della Leopolda, attacca la minoranza del Pd ed "i teorici della ditta quando ci sono loro e dell'anarchia quando ci sono gli altri". Un attacco che la platea della Leopolda accoglie con un 'fuori,fuori' riferito alla sinistra interna. "C'è un po' di amarezza – dice Renzi – perché in parte del nostro partito è prevalsa la tradizionale volontà non tafazziana, sarebbe troppo semplice dire che è farsi del male da soli, ma è prevalso il messaggio che gli stessi che 18 anni fa decretarono la fine dell'Ulivo perché non erano loro a comandare la sinistra stanno decretando la fine del Pd perché hanno perso un congresso e usano il referendum come lo strumento per la rivincita. Con rispetto, umiltà ma decisione non ve lo consentiremo. Ieri abbiamo razionalmente smontato tutte le bufale del No ma a loro non basta perché per loro il referendum serve a bloccare tutto ciò che, partendo da qui, abbiamo fatto, dicono di difendere la Costituzione ma stanno cercando di difendere solo i loro privilegi e la possibilità di tornare al potere. Sanno che il 4 dicembre è l'ultima occasione per tornare in pista". "Il nostro 2017 – ha proseguito Renzi – potrebbe essere un anno meravigliosamente difficile ma meravigliosamente bello: l'anno della svolta per l'Italia e l'Europa, a partire dall'appuntamento del 25 marzo 2017" sui trattati Ue. A quel governo volete arrivarci con un'Italia delle idee o con un 'governicchio tecnicicchio'? Con un'Italia che guarda all'Europa o a classe dirigente politica che non può che continuare a fallire?. "Con il referendum costituzionale – ha detto Renzi – siamo ad un bivio, è il derby tra passato e futuro, tra cinismo e speranza, tra rabbia e proposta, tra nostalgia e domani". "Sono molto felice di questa Leopolda. E' stata sorprendente – ha detto Renzi – non solo perché abbiamo avuto modo di vedere Matteo Richetti in versione show come cerimoniere, ma anche e soprattutto perché in tanti hanno sempre sostenuto che nel momento in cui una iniziativa la organizzano quelli che sono al governo è difficile riuscire a emozionare, incuriosire, appassionare. E invece i grazie mi sono arrivati soprattutto dai ministri che hanno gestito i tavoli di lavoro: mi hanno detto che gli è stato più utile di un focus group. Qui c'è – sottolinea – il sentimento entusiasta di persone che pensano che fare politica non sia una parolaccia, sia una cosa che possono fare tutti, non un gruppo di addetti ai lavori illuminati". "A tutti gli sfollati vorrei andasse il primo pensiero non solo della Leopolda ma di tutti gli italiani che credono che risolveremo anche questa, che saremo capaci di ricostruire, che andremo oltre il sentimento di orgoglio che abbiamo avuto nell'estrarre vive 238 persone, una cosa mai accaduta in Ue. Non basta rispondere all'emergenza e se vogliamo essere coerenti e non utilizzare il terremoto come set di grande show, dobbiamo mettere in atto una politica di prevenzione".  "Questa mattina parliamo di futuro", ha detto Matteo Richetti, che dirige i lavori dal palco. Ad aprire la giornata è stato Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e 'leopoldino' dalla prima edizione. Gori ha ricordato come la riforma costituzionale fosse fin dalla prima edizione tra le proposte chiave della kermesse renziana. E ha invitato all'impegno per il referendum costituzionale: "Il 4 dicembre date una mano anche voi, facciamo fare al Paese un salto nel futuro, facciamo vincere il Sì".

Subito dopo è intervenuto Andrea Occhipinti, fondatore della società di produzione e distribuzione cinematografica Lucky Red. Occhipinti ha elogiato la riforma del cinema, approvata questa settimana: "Siamo veramente contenti che dopo 50 anni sia arrivata questa legge per rendere competitiva l'industria del cinema italiano: una legge di sistema completa e moderna. Uniti possiamo fare il cinema italiano di nuovo grande".

"Credo che questa modifica di legge elettorale possa essere anche una buona occasione per tanti che dicevano di votare No al referendum solo a causa della legge elettorale per riorientare il proprio voto verso il Sì'". Così il ministro dell'Interno Angelino Alfano, oggi a Torino a margine di un convegno dei Moderati per il Sì, sull'accordo all'interno del Pd sulla legge elettorale. "È stato tutto organizzato come castigo divino per i nostri discorsi di 3 giorni ed ecco il fulmine". Così Matteo Renzi salendo sul palco per chiudere la Leopolda scherza sul black out prima del suo intervento di chiusura della kermesse. Per colpa di un violento nubifragio abbattutosi su Firenze, infatti, la luce si è interrotta e la sala è romasta al buio per alcuni minuti. "Con il referendum costituzionale – ha detto Renzi – siamo ad un bivio, è il derby tra passato e futuro, tra cinismo e speranza, tra rabbia e proposta, tra nostalgia e domani".

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Cronaca

“L’altra donna nel potere”: Maria Rosaria Boccia accusa Meloni di sessismo e rilancia su Sangiuliano

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Maria Rosaria Boccia, imprenditrice e figura vicina al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha rilasciato un’intervista esplosiva al quotidiano La Stampa, puntando il dito contro la premier Giorgia Meloni e denunciando atteggiamenti sessisti nei suoi confronti. Boccia sostiene che Meloni l’avrebbe definita “l’altra persona” nella relazione con Sangiuliano, accusandola di essere trattata “con arroganza” e senza il rispetto che, a suo avviso, merita.

“Chi si richiama ai valori dell’essere donna ha il diritto di difendere la propria dignità”, ha dichiarato Boccia, facendo un paragone con la decisione di Meloni di chiudere pubblicamente la sua relazione con Andrea Giambruno dopo il tradimento. “Mi chiedo perché io vengo additata senza nome e cognome”, ha continuato, lanciando un’accusa diretta alla premier.

L’intervista non si ferma qui: Boccia ha rivelato di aver iniziato a registrare conversazioni con il ministro Sangiuliano dopo che lui le avrebbe detto una frase inquietante: “Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l’istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai”. Secondo Boccia, queste prove documentali servirebbero a dimostrare la verità dei suoi racconti, che altrimenti non verrebbero presi in considerazione.

L’imprenditrice ha anche affermato che il ministro sarebbe sotto ricatto da parte di alcuni esponenti del potere, tra cui direttori di settimanali, e che la questione coinvolgerebbe altre figure politiche, senza però fare nomi precisi. “Chi sono i veri ricattatori nei palazzi del potere? Questo dovreste chiederlo a lui”, ha dichiarato, lasciando intendere che ulteriori dettagli potrebbero emergere.

Boccia ha poi raccontato di viaggi personali fatti insieme al ministro, come il concerto dei Coldplay e quello de Il Volo, che secondo lei non erano legati all’attività istituzionale di Sangiuliano. Ha affermato di avere prove fotografiche e chat a supporto delle sue dichiarazioni.

Nel frattempo, il ministro Gennaro Sangiuliano si difende, cercando di riprendere il suo lavoro e valutando la presentazione di un esposto in Procura contro Boccia. Nonostante un’intervista al Tg1 in cui ha cercato di ricostruire la sua immagine, le accuse continuano a pesare sul ministro. La tensione rimane alta, con Boccia che promette ulteriori rivelazioni in arrivo.

La vicenda sembra tutt’altro che conclusa e si profila uno scontro legale tra le parti, con il ministro della Cultura che dovrà affrontare non solo le accuse personali, ma anche un’inchiesta pubblica sempre più incalzante.

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Castelli Romani

Scontro politico ad Albano Laziale: il sindaco Borelli revoca le deleghe a Sementilli, esplode la polemica

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L’opposizione accusa il sindaco di “scaricare le colpe” sull’ex vicesindaco per le carenze amministrative. Forza Italia e Fratelli d’Italia chiedono chiarezza e denunciano l’instabilità della giunta

Il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, ha revocato la maggior parte delle deleghe all’assessore Maurizio Sementilli, che fino ad oggi aveva gestito rifiuti, manutenzione, viabilità e altre aree chiave. Sementilli rimane responsabile solo delle Ville Storiche.

Borelli ha giustificato la sua decisione con la necessità di “una verifica sull’attività amministrativa”. Tuttavia, l’opposizione ha interpretato la mossa come un tentativo di scaricare su un solo assessore le responsabilità delle criticità accumulate negli ultimi quattro anni.

Roberto Cuccioletta, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ha definito l’azione una “operazione di facciata” volta a distogliere l’attenzione dalle inefficienze dell’intera amministrazione. Secondo Cuccioletta, i problemi strutturali del comune sono il risultato di mancanze collettive e non attribuibili solo a Sementilli.

Giovambattista Cascella, capogruppo di Forza Italia, ha sottolineato come la revoca delle deleghe sia sintomatica dell’instabilità della giunta Borelli, che fin dall’inizio ha mostrato difficoltà. Cascella ha accusato la maggioranza di incoerenza, sostenendo che questa sia una delle amministrazioni più disomogenee della storia di Albano.

Anche Massimo Ferrarini, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha commentato duramente la decisione, chiedendosi come mai il sindaco abbia perso fiducia in Sementilli solo su alcune questioni, lasciandogli comunque la gestione delle Ville Storiche. Ferrarini ha chiesto al sindaco di spiegare in modo chiaro i motivi della rottura, altrimenti, ha avvertito, il rischio è di far percepire alla città una leadership incapace di governare.

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Cronaca

Bosco Urbano ad Anguillara Sabazia: Una opportunità o una scelta imposta?

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I consiglieri di opposizione Francesco Falconi e Leda Catarci si esprimono sul progetto di forestazione urbana e ne analizza i potenziali rischi e benefici

In questi giorni, il progetto di forestazione urbana ad Anguillara Sabazia, situato davanti alle case popolari, ha sollevato numerosi dibattiti. La zona, un tempo sede del mercato settimanale, è oggi teatro di un importante intervento di piantumazione di alberi.

I consiglieri di opposizione Francesco Falconi e Leda Catarci si sono espressi sulla questione e hanno cercato di fare chiarezza sul progetto, evidenziandone gli aspetti positivi, ma anche le criticità che, a suo avviso, derivano più dall’amministrazione comunale che dal progetto stesso.

Un Progetto importante, ma con alcune ombre

Falconi e Catarci hanno sottolineato che il progetto di forestazione urbana è conforme al Decreto Clima e ad altre normative europee, la cui adozione in Italia è avvenuta con anni di ritardo. “Ci piace quando al posto del cemento si piantano alberi,” afferma Falconi, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa di creare un “polmone verde” in una zona prima spoglia e poco attraente. Tuttavia, Falconi e Catarci hanno evidenziato che il Comune avrebbe dovuto svolgere un’indagine geologica per garantire la sopravvivenza a lungo termine delle piante. “Sperare nella buona sorte senza un’indagine del terreno è un rischio che non dovevamo correre”, afferma il consigliere, criticando la leggerezza amministrativa.

Mancanza di coinvolgimento della cittadinanza

Uno dei punti più critici del comunicato riguarda la mancata comunicazione e coinvolgimento della cittadinanza. Secondo Falconi e Catarci, il Comune ha agito in maniera autoritaria, senza un vero confronto con i residenti. “Comunicare le decisioni una volta già prese, con i lavori iniziati, è dannoso e poco lungimirante,” sostengono i due consiglieri, aggiungendo che un coinvolgimento preventivo avrebbe potuto favorire una maggiore accettazione del progetto.

Un Bosco che rischia di morire senza il supporto dei cittadini

Falconi e Catarci lanciano inoltre un monito sull’importanza della cura e manutenzione delle nuove piante. “Questo bosco avrà successo solo se sarà amato dai cittadini,” spiega, aggiungendo che le piante necessiteranno di cure continue, specialmente nei primi anni di vita, a causa dei cambiamenti climatici e delle temperature elevate. Secondo i consiglieri, senza il coinvolgimento attivo della comunità, il bosco rischia di diventare un luogo abbandonato e degradato.

Due scelte per i cittadini

Falconi e Catarci concludono il loro intervento con un appello ai residenti: “Abbiamo due alternative. O aspettiamo che le piante muoiano per poi puntare il dito contro il Comune, oppure accogliamo questo dono della Comunità Europea e lo preserviamo.” Invita così la cittadinanza a prendersi cura del bosco e a collaborare attivamente con le istituzioni per garantirne il successo.

Il messaggio dei consiglieri è chiaro: il progetto è positivo, ma rischia di fallire se non verranno prese le giuste precauzioni e se non ci sarà una vera sinergia tra amministrazione e cittadini.

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