Libia, fallito l’incontro tra Al Serraj e Haftar. Salvini: “Conte bidonato”

Il premier Giuseppe Conte ha visto a Palazzo Chigi il generale Haftar, mentre salta all’ultimo momento l’incontro con il premier Sarraj, che a Bruxelles ha incontrato il presidente del Pe Sassoli e l’Alto rappresentante Ue Borrell. Al Cairo, l’Italia non firma il documento finale del vertice sulla Libia.

Alla riunione ministeriale del Cairo sulla Libia, l’Italia non ha firmato la dichiarazione conclusiva giudicandola troppo sbilanciata e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha invitato alla moderazione al fine di non spaccare l’Ue. Lo si è appreso a margine della riunione, durante la quale Di Maio “si è battuto per smussare la dura posizione degli altri Paesi nei confronti della Turchia e di Sarraj”. “Il processo di Berlino – ha sintetizzato il titolare della Farnesina – non ci deve vedere sbilanciati da una sola parte”.

I presidenti di Turchia e Russia Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin lanciano un appello alle parti in conflitto per un cessate il fuoco in Libia a partire da domenica prossima. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.

“Il premier libico bidona Conte e se ne torna a casa? Pazzesco, Conte è davvero un pericoloso incapace: per una semplice questione di protocollo, prima ancora che di politica, prima si riceve un capo di governo riconosciuto, dopo un generale. Dilettanti allo sbaraglio!”. Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini.

“La
situazione in Libia è molto pericolosa”. “Stiamo aspettando la visita
del primo ministro libico Al-Sarraj e incontreremo a Bruxelles o a Roma altri
leader libici per analizzare con loro la situazione”. Così l’Alto
rappresentante dell’Ue,
Josep Borrell
, a margine della riunione del Collegio dei
commissari che ha discusso delle crisi in Libia, Iran e Iraq.

“L’uso
delle armi deve essere fermato ora per lasciare spazio al dialogo”. Così
la presidente della Commissione Ue,
Ursula von der Leyen
, a margine della riunione del Collegio dei
commissari che ha discusso delle crisi in Iraq, Iran e Libia.

“I
recenti sviluppi della situazione in Iran, Iraq e in tutta la regione sono
estremamente preoccupanti. Una cosa è chiara: l’attuale situazione mette a
rischio gli sforzi del passato e ha anche implicazione per l’importante lavoro
della coalizione anti-Daesh”. Così
l’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell
, a margine della
riunione del Collegio dei commissari che ha discusso delle crisi in Iran, Iraq
e Libia. “Non c’è alcun interesse ad aumentare questa spirale di
violenza”.

L’incontro  con i ministri
di Francia, Germania, Italia e Regno Unito “è stata una buona opportunità
per esprimere un forte sostegno al processo di Berlino e sottolineare le nostre
preoccupazioni sulla Libia. Chiediamo uno stop immediato a ulteriori escalation
e alle interferenze esterne negli ultimi giorni”. Così l’Alto
rappresentante Ue Josep Borrell
. “La situazione peggiora di giorno in giorno e la soluzione
è solo politica – ha aggiunto -. Si fermino i combattimenti a Tripoli e serve
una immediata cessazione delle ostilità”. “Abbiamo chiesto un cessate il fuoco ma anche
di fermare l’escalation e le interferenze esterne che sono aumentate negli
ultimi giorni ed è ovvio che si fa riferimento alla decisione turca di
intervenire in Libia che noi rigettiamo e che fa aumentare le nostre
preoccupazione
“, ha detto ancora Borrell al termine del
minivertice a Bruxelles con i ministri degli Esteri di Italia, Francia,
Germania e Regno Unito.

Nel corso della
riunione sulla Libia “abbiamo sottolineato la necessità di evitare azioni
unilaterali come la firma di accordi che aggravano ulteriormente il conflitto,
o azioni che creano un pretesto per interferenze esterne contrarie agli
interessi del popolo libico, nonché agli interessi europei”, hanno
spiegato in una dichiarazione congiunta dell’Alto rappresentante dell’Unione europea
e dei ministri degli affari esteri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito.

In Libia devono “cessare
tutte le interferenze”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio
a Bruxelles, prima di volare
in Turchia.

Sono “più di 50
mila” le famiglia ora registrate come “sfollate” a causa degli
scontri attorno a Tripoli. La cifra, in linea con quella di 146 mila persone
diffusa di recente sempre dall’Onu, viene segnala in un tweet dell’Unsmil, la
missione di Supporto delle Nazioni Unite per la Libia. Il tweet dà conto di una
visita a Tripoli di Yacoub el Hillo, vice rappresentante speciale dell’Onu per
la Libia. Il diplomatico sudanese ha incontrato Ahmed Maitig, numero due del
Consiglio presidenziale libico guidato dal premier Fayez al-Sarraj e presidente
dell’Alto comitato nazionale sugli sfollati.

La Libia precipita sempre più
velocemente nel caos e anche se Sirte non appare del tutto sotto il controllo
del generale Khalifa Haftar
, l’uomo forte della Cirenaica ha fatto annunciare una nuova
svolta nel conflitto libico: l’avanzata delle sue milizie verso Misurata, la
potenza militare che è al fianco di Fayez al-Sarraj, il premier assediato in
un’enclave che va restringendosi attorno a Tripoli. Lunedì il portavoce di
Haftar ha dichiarato la presa di Sirte, l’importante città portuale
sull’omonimo golfo e patria del defunto dittatore Muammar Gheddafi. Un’azione
incruenta che fonti dei governativi e alcuni analisti spiegano come una
ritirata strategica dopo che una brigata salafita-madkhalita, la 604, avrebbe
cambiato schieramento, passando dalla parte del generale. E nelle ultime ore il
suo capo di Stato maggiore, Faraj Mahdawi, ha annunciato l’inizio dell’avanzata
verso Misurata, la città 210 km a est di Tripoli detta ‘la Sparta di Libia’ per
la forza delle sue milizie.