L’IMPLOSIONE DEL PARTITO DI BERSANI

Alberto De Marchis

Tra cani non si mozzicano, ma qui evidentemente di cani non si tratta bensì di polli che hanno iniziato a beccarsi nel ricinto di casa propria mentre il Paese affonda.

Dopo la stoccata di Renzi che ha bruciato i nomi di Franco Marini e Anna Finocchiaro. La senatrice Pd ci è andata giù molto pesante, mettendosi a parlare di ‘’attacco miserabile’’ e accusando il sindaco di Firenze di non avere le ‘’qualità umane’’ proprie di un uomo di stato. "Non mi sono mai candidata a nulla – dice Finocchiaro – Conosco i miei limiti e non ho mai avuto difficoltà ad ammetterli. Ho sempre servito le istituzioni in cui ho lavorato con dignità e onore, e con tutto l'impegno di cui ero capace, e non metterei mai in difficoltà né il mio Paese, né il mio partito. Trovo che l'attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile, per i toni e per i contenuti. Sono dell'opinione che chi si comporta in questo modo potrà anche vincere le elezioni, ma non ha le qualità umane indispensabili per essere un vero dirigente politico e un uomo di Stato". Sulla sua e-news, arriva la replica dello stesso Renzi che dice di avvertire ''molta amarezza'' perché è ''ingiusto'' essere attaccato ''solo per aver detto quello che penso e pensano milioni di italiani''. Il bischeraccio si sente attaccato, i vecchi titani del Pd lo vogliono fuori dai giochi e lui si sta accorgendo che lo stanno mettendo all’angolo. In tutta questa storia inutile dirvi chi sta facendo il pieno di consensi e sicuramente la responsabilità non è da attribuire agli italiani ma alla classe politica. Mercoledì Bersani e Berlusconi non si incontreranno. Silvio si riunirà con la sua squadra mercoledì: "Abbiamo già previsto un ufficio di presidenza la mattina e la riunione dei gruppi congiunti il pomeriggio. In quella sede prenderemo la decisione". La presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha convocato il Parlamento in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali, giovedì 18 aprile alle 10 per l'elezione del Presidente della Repubblica.