L'ITALIA UMANA E IMPRENDITORIALE COLPITA A DACCA, UN ABOMINIO SENZA FINE

di Paolino Canzoneri

Eppure questa volta sembra diverso. L'ennesima strage per mano delle solite cellule isolate jihidaiste dell'isis ancora una volta scopre un mondo impreparato a poche ore dall'assalto all'aeroporto di Istanbul, nel Bangla Desh precisamente nella città di Dacca all'Hotel Artisan Bakey in un quartiere prevalentemente diplomatico e ritenuto sicuro; un nuovo assalto ha mietuto 29 vittime fra cui 10 italiani, dicasi dieci perchè una vittima era incinta, colti di sopresa mentre stavano cenando tranquillamente. Si sente nell'aria un forte disagio, una sensazione d'essere colpiti in prima persona senza nessuno scrupolo; sono stati trucidati civili che rappresentavano l'ingegno imprenditoriale italiano per ragioni cosi lontane dalle nostre comprensioni anche religiose vissute da noi in un modo totalmente diverso. La matassa appare troppo ingarbugliata, lo si percepisce anche dai visi incupiti e sguardi persi di una Italia che si sveglia fragile e vulnerabile costretta suo malgrado a sforzarsi per l'ennesima volta a inghiottire l'ennesimo boccone amaro nella disperata necessità umana di andare avanti. Le certezze sono poche e questi gruppi organizzati di musulmani jihdaisti colpiscono in modo sparso e improvviso contro gli stati "infedeli" fra cui Francia e Regno Unito che con intensi borbandamenti nelle loro postazioni strategiche in alcune zone della Siria, sembra che ne stiano provocando una evidente arretramento del Califfato nella sua corsa all'espansione territoriale. I punti di forza di queste scellerate e medievali forze omicide trovano vantaggi impressionanti dalla scarsa cooperazione delle varie intelligence dei paesi europei e non solo, la mancanza di seria cooperazione scambio e condivisione di informazioni vitali riducono l'efficenza dei risultati nonostante molti focolai e molti giovani pronti all'azione sono scoperti e tratti in arresto prima di compiere le loro azioni di sangue. Eppure pochi mesi fa una notizia eclatante aveva fatto il giro del mondo poichè giornali e televisioni parlavano dell'incredibile ritrovamento di un database con centinaia e centinaia di nomi di iscritti all'organizzazione, luoghi di addestramento jihdaista e caratteristiche varie con indirizzi di ogni tipo; notizia che lasciava sperare in una palese inversione di tendenza con arresti che invece non si sono decuplicati come ci si poteva e doveva aspettare. La notizia, sparita dai giornali e dai telegiornali, sembra essersi rivelata una notizia falsa, poichè nessuna conferma è emersa. Ulteriore aggravante l'assoluta mancanza di una gerarchia nella religione musulmana, l'assenza di un esponente autoritario che rappresenti come per il Santo Padre nella religione cattolica, una voce assoluta che prenda le distanze da atti cosi terribili con scomuniche plateali cosi come risulta intollerabile la mancanza di piazze traboccanti di fedeli islamici contrari alle interpretazioni sanguinarie jihdaiste che dovrebbero mostrare e manifestare fortemente il loro dissenso e sdegno per il fraintendimento dei fondamenti della loro religione e che proprio per questa inaccettabile silente omertà dai contorni sempre più simili ad un pericolosa e vergognosa complicità che non farà altro che fomentare ancora di più l'indifferenza e diffidenza verso altre culture orientali. Le ragioni storiche del loro odio verso l'occidente reo di aver sterminato centinaia e centinaia di musulmani durante le crociate dall'anno 1000 per quasi trecento anni finalizzate più nel saccheggiamento che nella reale indottrinamento religioso non può rappresentare una ragione valida per un tracotante odio tramandato per tutti i secoli fino ad oggi. A perderci sarà sempre l'essere umano cosi debole nelle fragilità della propria mente facilmente manipolabile, capace di soprendente genialità nelle scoperte scentifiche ma anche ingegnoso e infame in trame diaboliche d'assoluto abominio. Ad Adele, Marco, Claudia, Nadia, Vincenzo, Maria, Christian, Claudio, Simona e la sua creatura in grembo, ognuno da una regione diversa d'Italia cosi come a tutte le vittime fino ad oggi resta per noi un debito nei loro confronti, un dovere assoluto di riuscire a concretizzare soluzioni efficaci lontane da frasi di rito impregnate di retorica arrogante e presuntuosa. Serve una decisa e fitta collaborazione fra le forze di intelligence degli stati, lo scambio e la condivisione di informazioni e la riduzione sempre più aspra di rapporti commerciali nonchè l'azzeramento di qualsiasi fornitura di armi potrà decretare un arresto importante del fenomeno senza che l'aggressione militare resti la classica affrettata risposta guidata più dalla rabbia che da una coscente e razionale soluzione ad un dramma apparentemente senza fine.