LO SPREAD TRA GLI OTTO PUNTI DI BERSANI E LE CINQUE STELLE DI GRILLO

Emanuel Galea

Roma – La strana coincidenza di certi avvenimenti fa riflettere. Centouno anni fa, precisamente il 15 aprile 1912**, il comandante Edward John Smith, dovette assistere inerme ed incredulo all’affondamento del RMS Titanic, transatlantico da crociera della compagnia White Star. Quest’ultima, prima dell’imbarco dichiarò di "non riuscire ad immaginare alcuna condizione per la quale la nave avesse potuto naufragare"


Bersani ha ripetuto diverse volte che intendeva fermamente rimanere sulla nave, come capitano oppure come mozzo. Ha detto pure ed ha ripetuto: “Governo? Tocca a noi la prima parola.” Poi, “ Ecco i nostri 8 punti: Grillo si decida o si va tutti a casa” A più riprese, sempre Bersani ha insistito “Irreale un accordo con il Pdl”.

Come si può constatare, questo non è certo un discorso di un semplice “mozzo”. Qui è il “capitano” Bersani che parla. Perché mai il M5S dovrebbe accettare il programma di un capitano da loro contestato?

Proviamo a fare un gioco. Ribaltiamo il discorso e diciamo: “Bersani si decida o si va tutti a casa”. Il Pier Luigi,  leader del PD che, è un uomo delle istituzioni, sa cosa vuol dire andare a casa in questo momento. Sa benissimo il terremoto che seguirà. L’abbiamo sempre conosciuto come una persona responsabile, di grande equilibrio e saggio. Dove è finito l’uomo riflessivo e prudente ? Al segretario di Centrosinistra, in questo momento di gran confusione, sfugge persino il fatto che il capo del governo lo designa il Presidente della Repubblica. Chi è che lo ha elevato super partes per escludere dal dibattito politico del momento attuale una forza politica sostenuta da 7.332.000 elettori ? Bersani ha più volte insistito: “Tocca a noi la prima parola, tocca a noi scegliere” Di solito a scegliere è colui che decide e chi decide è responsabile. Se la prende la responsabilità, il PD , di rischiare di affossare un’Italia che sta appena appena a galla?

Lo spread sta tra i due programmi, di Bersani e quello del M5S. Normalmente i mali estremi esigono estremi rimedi. La situazione del paese è estrema. Il programma in 8 punti di Bersani non è proprio quello che ci vuole in questo momento per dare una scossa all’economia ed al lavoro. 

Innanzi tutto il programma, questa volta, dovrebbe tentare di riconciliare il cittadino con la politica. Ahimè, tra gli 8 punti non si ravvisa nessun segno che possa venire incontro a questa esigenza. E’ un programma timido. Tratta temi secondari che, forse, accontentano il suo alleato politico, ma non certo la ripresa dell’azienda Italia.

E’assente la riforma della legge elettorale, assente l’abolizione dei rimborsi elettorali. C’è qualche timido e generico accenno alla riforma dello Stato. Molto poco. Nessun sostanziale riferimento alla riduzione dei costi della macchina burocratica. Poco. Questi vuoti marcano lo spread con le richieste del M5S, che poi,  non sono altro che le richieste “vox populi”. Ci si lamenta dappertutto della protesta. Si allarma persino l’Europa. La stampa estera, accantonando per un attimo i propri guai, si dedica a quelli nostrani.

Il M5S è l’effetto. I partiti tradizionali sono la causa. Chi è stato a generare la protesta? Non è stato di certo il M5S. E’ stata la corruzione, il nepotismo, le raccomandazioni, lo spreco, i privilegi, le storture, le leggi ad personam, gli scandali di certe fondazioni, il clientelismo, gli avvisi di garanzia. E’ stata l’appropriazione da parte dei partiti di tutti gli apparati dello Stato e del para Stato. In ultima analisi è stata l’insensibilità, manifestamente dimostrata, dalla classe dirigente, in questo momento di crisi, beffeggiando l’impoverimento del cittadino.

In tutto questo,  il M5S non c’entra nulla. Il M5S non è il signor Grillo o il signor Casaleggio. Il movimento Cinque Stelle è una massa di 8.688.545 elettori, persone vere, con diritto al lavoro, all’istruzione, alla sanità.

Capitan Bersani, da uomo delle istituzioni, persona  sensibile, saggia,conosciuta per il proprio senso di responsabilità,  fa virare la nave a destra, poi fa mettere la barra al centro. Fa fermare i motori. Quello che si chiede è solo una pausa di riflessione. La nave sta puntando a dritta contro l’iceberg.

Bisogna ben ponderare,  perché la punta che sfiora dall’acqua, rappresenta solamente il 10% della sua intera massa. Il restante 90% si trova sotto la superficie. Quella è la parte più insidiosa. Il comandante Edward J.Smith, c’è chi dice, avesse sottovalutato la pericolosità di quella punta che emergeva in superficie,  ignaro di quello che si nascondeva sotto. Forse quel lupo di mare sopravvalutò l’inaffondabilità del Titanic. Capitan Bersani, per amore di questo paese e della sua gente, può ancora cambiare la rotta, si arriverà ugualmente in porto.

Insistendo: Non c’è in gioco solamente la spaccatura del PD, purtroppo si sta giocando con il futuro di quasi 61 milioni di persone in carne ed ossa che per questa crisi già hanno dato il loro obolo.

** 15 aprile 2013
Convocazione del Parlamento e dei delegati regionali per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica