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LONDRA, DECISIONE EPOCALE: CON L'EUGENETICA LA CREAZIONE DELL'UOMO PERFETTO

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Tempo di lettura 6 minuti La notizia data in anteprima dalla CCB spiega che la tecnica, che è stata sviluppata a Newcastle, si propone di aiutare le persone che soffrono di una malattia mitocondriale.

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di Cinzia Marcegiani

Londra – Martedì 3 febbraio 2015 una votazione che rimarrà scolpita nella storia dell’umanità. Nel Regno Unito i membri del Parlamento nella Camera dei Comuni hanno approvato la donazione mitocondriale con una votazione senza ripensamenti, con 382 deputati a favore e 128 contro che fanno diventare la Gran Bretagna il primo paese al mondo che introdurre leggi che permettono la creazione di "tre bambini".

Decisione epocale che nasconde anche tante altre ricerche che mirano alla creazione perfetta dell’uomo senza la presenza del padre e madre.

Una decisione storica che dimostra come l’eugenetica non sia stata mai accantonata e non sia una favola o un film di fantascienza e che spesso dietro le ricerche sulle cellule embrionali, nonché le staminali embrionali finanziate dall’Unione Europea, si nascondano di fatto mire ben più precise patinate dalla necessità di avere una scienza libera senza alcun paletto etico e conservatore….

La notizia data in anteprima dalla CCB spiega che la tecnica, che è stata sviluppata a Newcastle, si propone di aiutare le persone che soffrono di una malattia mitocondriale. I mitocondri sono i minuscoli compartimenti produttori di energia all'interno delle cellule, tuttavia, annualmente circa 6.500 bambini sviluppano gravi disturbi mitocondriali in tutto il mondo, che si trasmettono esclusivamente dalla madre. Questi disturbi possono portare a danni cerebrali, atrofia muscolare, insufficienza cardiaca e alla cecità.

I rapporti dicono che la nuova tecnica può modificare i mitocondri difettosi combinando il DNA di un uomo e una donna con i mitocondri sani di una donna donatore. Questa tecnica viene effettuata da fecondazione in vitro (IVF). Anche se i bambini portano DNA delle tre persone, la percentuale di DNA della donna donatore rappresenta solo lo 0,1 per cento del patrimonio genetico. La produzione del primo di questi bambini è prevista il prossimo anno e altre circa 150 coppie inglesi beneficeranno annualmente di questa tecnica.

Jane Ellison, Ministro della Salute Pubblica, ha affermato durante il dibattito che questa decisione è un passo coraggioso per il parlamento, è un passo considerato e informato: ”Questa è la scienza leader a livello mondiale all'interno di un regime normativo altamente rispettato. E per molte delle famiglie colpite, si tratta di una luce alla fine di un tunnel molto scuro.”

Ma la decisione suscita troppi interrogativi che non riguardano solo l’etica, alcuni gruppi di controllo di interesse pubblico preoccupano le nuove misure avrebbero portato alla nascita di bambini su misura.
Fiona Bruce, il deputato per Congleton, ha sollevato inquietanti interrogativi che evidentemente la scienza non può rispondere: Questa manipolazione verrà tramandata per generazioni e le eventuali implicazioni di tutto ciò che potrà derivarne non possono essere previste. Ma una cosa è certa, una volta che questa alterazione ha avuto luogo, come qualcuno ha detto, una volta che il gene è uscito dalla lampada, una volta che queste procedure autorizzare oggi andranno avanti, non ci sarà modo di tornare indietro per la società".

Il dibattito è stato molto acceso poiché questa decisione costituisce la reale modificazione genetica. Lo stesso Robert Flello, che rappresenta Stoke-on-Trent Sud, ha detto di temere per le famiglie se saranno delusi tragicamente a causa delle incertezze nella tecnica e inoltre la società sarebbe "sul piede di guerra" se questa è stata una proposta con colture geneticamente modificate.

Una scienza che non tiene conto delle conseguenze a lungo termine è la dimostrazione che i fondi per le ricerche sulle staminali embrionali possa nascondere di fatto anche questa paventata idea di costruire bambini. I ricercatori israeliani e britannici proprio la scorsa settimana affermavano che hanno utilizzato con successo cellule umane per creare cellule germinali primordiali che si sviluppano in uovo e sperma per la prima volta. Lo studio, pubblicato nella rivista US journal Cell, afferma che potrebbe contribuire a cedere comprensione dei problemi di fertilità e dei primi stadi di embrionale sviluppo e potenzialmente, in futuro, consentire lo sviluppo di nuovi tipi di tecnologia riproduttiva (!?)

"I ricercatori hanno cercato di creare cellule umane germinali primordiali (PGC) nella capsula di Petri per anni", riferisce il prof Jacob Hanna del Weizmann Institute of Science in Israele , che ha condotto lo studio: "PGC sorgono entro le prime settimane di sviluppo embrionale, le cellule staminali embrionali nel ovulo fecondato iniziano a differenziarsi in tipi di cellule di base.” Il progetto ambizioso di questa eugenetica ormai svelata parte con l’invenzione nel 2006 di creare queste cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), in modo da riprogrammare le cellule adulte affinché possa comportarsi come cellule staminali embrionali cellule, che possono poi differenziarsi in qualsiasi tipo di cellula. La storia viene spiegata partendo proprio da diversi anni fa, i ricercatori in Giappone hanno ottenuto con successo le cellule iPS topo di differenziarsi in PGC, ma gli sforzi per replicare il successo in cellule umane hanno fallito. I ricercatori hanno scoperto che le cellule embrionali di topo sono facilmente mantenuti nella loro condizione di cellule staminali in laboratorio, mentre le cellule iPS umane hanno una forte spinta per differenziare. Invece ora si le legge che nel nuovo studio, il team di Hanna ha creato un metodo per regolare lungo il percorso genetico per questa differenziazione, creando così un nuovo tipo di cellule iPS che hanno soprannominato "cellule naive." E proprio queste cellule naive sembravano ringiovanire un passo in più cellule iPS, più vicino allo stato originale embrionale da cui si può veramente differenziarsi in qualsiasi tipo di cellula. Insieme con il gruppo del laboratorio del professor Azim Surani di Cambridge Università, i ricercatori hanno scoperto con questo metodo sono stati in grado di convertire fino al 40 per cento delle cellule iPS in cellule PGC. Il professor Hanna ha osservato che PGC sono solo il primo passo nella creazione di sperma umano e ovuli, ma è sicuro che sarà un giorno essere possibile utilizzare i risultati per contribuire a permettere le donne che hanno subito la chemioterapia o la menopausa precoce di concepire. Nel frattempo, lo studio ha già dato alcuni risultati interessanti, tra cui un gene noto come Sox17 che è fondamentale per indirizzare le cellule iPS per diventare primordiale cellule germinali nell'uomo, ma non nei topi.

Dallo studio pubblicato su Nature lo scorso 24 dicembre 2014 si legge che l'esperimento, ricrea in esseri umani parti di un procedimento prima sviluppata nei topi, in cui le cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) – cellule 'riprogrammate' che possono differenziarsi in quasi ogni tipo di cellula – sono utilizzato per creare spermatozoi o uova che vengono successivamente manipolati per produrre nati vivi da in vitro fecondazione:” In linea di principio, il processo potrebbe essere utilizzato anche per ricavare ovociti dal corpo di un uomo. Questi potrebbero essere fecondati in vitro dallo sperma di un altro uomo e l'embrione risultante potrebbero essere impiantato in una madre surrogata – permettendo ai due uomini di avere un figlio biologico insieme. Ma gli ostacoli tecnici sarebbero formidabile: in particolare, gli uomini non hanno ovaie, in cui potrebbero essere autorizzate le cellule precursori a maturare in uova.”

E il caso Stamina si inserisce prepotentemente in questo contesto e neanche in modo marginale. Proprio sui finanziamenti la Commissione europea il 9 luglio 2003 proponeva orientamenti etici rigorosi sul finanziamento comunitario della ricerca sulle cellule staminali dell'embrione umano, indicando che: ”Tale ricerca, in particolare quando implica la derivazione di cellule staminali da embrioni umani sovrannumerari, può avvenire soltanto nel rispetto di orientamenti etici chiari e rigorosi. Il programma di ricerca dell'Unione europea include disposizioni etiche relative a settori sensibili della ricerca. Tuttavia, considerata la particolare delicatezza della ricerca sulle cellule staminali dell'embrione umano, il Consiglio e la Commissione hanno convenuto, nel corso del processo decisionale sul Sesto programma quadro, che sarebbero stati adottati ulteriori orientamenti etici prima della fine del 2003 per decidere e per monitorare i finanziamenti dell'UE relativi alla ricerca sulle cellule staminali dell'embrione umano.

Proprio allora venne impartita la seguente direttiva: ”Nella proposta della Commissione si ammette che la questione è controversa e rimangono aperti molti interrogativi, pur riconoscendo il potenziale che essa offre per la cura delle malattie e il principio di libertà della ricerca contenuto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Essa propone i seguenti orientamenti:
• l'UE non finanzierà la ricerca sulle cellule staminali dell'embrione umano negli Stati membri in cui questo tipo di ricerca è vietata;
• le cellule staminali degli embrioni umani possono essere derivate solo da embrioni sovrannumerati, donati per la ricerca dai genitori e che furono creati prima del 27 giugno 2002, data d'adozione del Sesto programma quadro di ricerca dell'Unione europea. Tali embrioni sono destinati all'eliminazione;
• la ricerca sarà finanziata solo nel caso in cui venga dimostrato che soddisfi obiettivi di ricerca particolarmente importanti;
• la ricerca sarà finanziata solo in mancanza di alternative adeguate. In particolare, è necessario che non si possono utilizzare linee di cellule staminali adulte o embrionali già esistenti;

Un bel deterrente non vi è dubbio, la Commissione europea, interromperebbe i finanziamenti qualora una tecnica diversa dimostrerebbe la possibilità di indagare e fare ricerca senza dover uccidere le cellule embrionali.. Stamina potrebbe, qualora dimostrasse una potenzialità importante sulle malattie neurodegenerative, diventare un ostacolo insormontabile per chi vive esclusivamente di finanziamenti pubblici per dimostrare tesi e sperimentazioni che di fatto sono ancora ad oggi dichiarate nocive e cancerogene, con cellule di derivazione embrionale. E allora perché non si vuole affrontare il procedimento istituito al Tar del Lazio, mentre se ne chiede la testa per il patteggiamento?
La stessa ministra Lorenzin si è dichiarata contraria al patteggiamento per il processo Stamina.  Allora perchè non andare fino in fondo anche con il Tribunale amministrativo?
 

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Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

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Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

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Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

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MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

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MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

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