L'OPPOSIZIONE CHE NON C'È

di Maurizio Costa

Con 184 voti favorevoli, 66 contrari e 2 astenuti, l'Italicum 2.0 passa al Senato e, se non ci saranno troppi problemi, sarà approvato anche alla Camera in tempi molto brevi. Questo è quello che si augura il premier Matteo Renzi, che dedica a Twitter la sua soddisfazione per i passi avanti fatti per la nuove legge elettorale ("Il coraggio paga, le riforme vanno avanti"). Non sono mancate però le polemiche, che si sono sparse nell'aula a macchia d'olio. Prima Calderoli, che ha visto modificazionI al testo che non gli sono piaciuti, e poi anche i cinquestelle, contrari del tutto a questa "legge di m…", come loro stessi definiscono la manovra di Renzi. Ma quello che fa più scalpore è lo spacco che ha causato l'approvazione dell'Italicum all'interno del Pd e di Forza Italia. Sebbene il Patto del Nazareno sembri reggere, anche se Berlusconi non si è presentato ieri da Renzi, le divisionI che si stanno aprendo all'interno del partito di Renzi sembrano inconciliabili. La minoranza dem, guidata da Gotor, si schiera contro la scelta dei capilista bloccati, che porterebbero in Parlamento persone non elette direttamente dai cittadini. Dopo averlo annunciato, la minoranza del Pd esce dall'aula al momento del voto, togliendo 23 voti a Renzi, che comunque non ha trovato difficoltà a far passare la legge. Quello della minoranza Pd è un partito nuovo o una scelta una tantum su cosa votare e cosa no? La democrazia è anche questo, ma i dem dovrebbero decidere se stare con il premier oppure crearsi una zona dove inventare e plasmare idee proprie. A Renzi sembra non interessare tutta la vicenda ("Andiamo avanti" è la frase più comune sulla bocca dell'ex sindaco di Firenze) e, comportandosi in questo modo, la minoranza del Pd non fa altro che toccare lievemente le manovre del governo. Servirebbe un'opposizione al premier, che però non esiste, che andrebbe sempre contro le scelte del premier. Come farebbe qualsiasi opposizione. Mentre Tsipras si allea con i nazionalisti, in Italia il Nazareno è simile alla questione ellenica, ma se ne discosta per mancanza di schieramenti contro-Renzi. Questo atteggiamento non fa che aiutare il premier toscano.