Costume e Società
LUCIANO GAROFANO: BIOLOGO, GENERALE IN CONGEDO DELL'ARMA E… SCRITTORE
Tempo di lettura 13 minuti Dal 2010 è conduttore del programma televisivo “L'altra metà del crimine” in onda su LA7d.
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di Domenico Leccese
Chi è Luciano Garofano
Luciano Garofano, nato a Roma il 5 maggio 1953, è un biologo italiano, generale in congedo dell'Arma dei Carabinieri.
Laureatosi nell'anno accademico 1975-1976 in Biologia all'Università degli Studi di Roma La Sapienza si è successivamente specializzato all'Università degli Studi di Napoli Federico II in tossicologia forense, nell'anno accademico 1992-1993.
Nel 1978 si arruola nell'Arma dei Carabinieri e fino al 1988 comanda la Sezione Chimico-Biologica del Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma. Dall'1988 al 1995 è comandante della Sezione Biologia dello stesso centro.
Nel 1992 si è occupato anche delle indagini sulla strage di Capaci.
Dal 1995 fino al 2009 è comandante del R.I.S. di Parma (Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche), chiamato sulla scena di molti casi giudiziari avvenuti negli ultimi decenni nel nord Italia (strage di Erba, il serial killer Bilancia, caso Cogne, ecc.).
Carriera accademica
Insegna tecniche delle investigazioni scientifiche presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università del Salento.
Dal 2011 al 2013 è stato direttore scientifico e docente del master universitario "Tecniche di indagine, della sicurezza e criminologia" istituito presso l'Università degli Studi Niccolò Cusano. Il master è stato attivato con la collaborazione dell'Accademia italiana di scienze forensi presieduta dallo stesso Garofano
Attività politica
Alle elezioni europee del 2009 si è candidato nella lista Mpa-La Destra-Pensionati-Alleanza di Centro nella circoscrizione Nord-Orientale senza essere eletto.
In seguito alla sua candidatura e alla mancata elezione, il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, in base alla legge, ha richiesto il trasferimento al Racis di Roma.
Dopo un primo ricorso accolto al TAR dell'Emilia-Romagna, in seguito all'opposizione del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri il Consiglio di Stato ha poi ritenuto legittimo il trasferimento.
Da qui la decisione di lasciare il R.I.S. e l'Arma dei Carabinieri.
Televisione
Dal 2010 è conduttore del programma televisivo “L'altra metà del crimine”
in onda su LA7d.
Fa parte dello staff della trasmissione televisiva Quarto grado
(condotta da Gianluigi Nuzzi) in onda su Rete4
Un Ris in formato ridotto- al via un nuovo tipo di sperimentazione in tv; già lo scorso anno grazie alla presenza in studio del Generale Garofano i telespettatori hanno potuto conoscere alcune delle tecniche utilizzate dei Ris per cercare di risolvere i casi di omicidi. Ormai ci sentiamo, un poco, tutti dei piccoli detective e così per dare via ad altri esperimenti ci sarà in studio una sorta di mini laboratorio, ancora l’ex generale dei Ris in studio.
Controversie
Nel novembre 2009 viene coinvolto in un'indagine della Procura di Parma che lo vede indagato per peculato e truffa ai danni dello stato, un'indagine avviata in seguito all'esposto dell'avvocato Carlo Taormina.
Garofano ha negato di essersi dimesso a causa di queste indagini.
A febbraio 2013 tutte le accuse nei suoi confronti vengono archiviate.
Dai giornali dell’epoca :
“Garofano indagato per truffa lascia il comando del Ris
Il colonnello ha lasciato il Ris che guidava da 14 anni: si è occupato dell'omicidio di Garlasco, la strage di Erba e il delitto di Cogne.
E' indagato per truffa ai danni dello Stato in seguito a una denuncia dell'avvocato Taormina. Domani a Roma dirà la sua verità.
Tanti messaggi di solidarietà dei lettori (di Benedetta Pintus)”
“Luciano Garofano, lascia la guida dei Ris.
La notizia arriva prima che, in serata, il procuratore di Parma Gerardo La Guardia confermi l'apertura di un fascicolo nei suoi confronti per le ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato, peculato, falso e abuso d'ufficio.
Le indagini sono scaturite da una denuncia dell'avvocato Carlo Taormina in merito a presunte irregolarità compiute dal reparto per lo svolgimento di consulenze tecniche su importanti e controversi casi giudiziari degli ultimi anni (LEGGI).”
La Finanza nella sede dei Ris e Taormina sfida Garofano in tv
Acquisita la documentazione su cinque anni di consulenze tecniche, tra cui anche quella sulla morte di Chiara Poggi. L'avvocato Taormina, che aveva denunciato l'utilizzo di materiali, personale, organizzazione e professionalità dell'Arma per consulenze private, si dice pronto a un confronto-scontro televisivo, ma il colonnello non raccoglie la provocazione e considera l'arrivo delle fiamme gialle come "atto dovuto".
''Sono in corso perquisizioni della guardia di finanza presso la sede del Ris di Parma. Le perquisizioni riguardano la documentazione relativa a cinque anni di consulenze tecniche svolte sotto il comando del colonnello Garofano.
Il pubblico ministero procedente è la dottoressa Del Monte della Procura di Parma, alla quale gli atti sono stati trasmessi dalla Procura militare di Roma che ha proceduto per gli stessi fatti fino a quando non è emersa la competenza dell'Autorità giudiziaria ordinaria''.
Lo afferma, in una nota stampa, l'avvocato Carlo Taormina, ma il colonnello Garofano da noi interpellato ridimensiona la presenza della Finanza nel quartier generale della scientifica dei carabinieri: "E' una semplice acquisizione di documenti". Il comandante del Ris non vuole entrare nel merito dell'esposto di Taormina, già vagliato dalla Procura militare di Roma, "che però – questo ci tiene a precisarlo – non aveva ravvisato reati".
Poi il passaggio alla Procura di Parma, quindi alla giustizia ordinaria.
Taormina, nel comunicare la presenza della finanza nella sede del Ris, lancia poi la sua sfida: un "duello" televisivo con Garofano nel quale si dice pronto a mostrare il video del loro incontro, quello a seguito del quale il colonnello dei carabinieri disse di essere stato minacciato.
Garofano non raccoglie: "Preferisco non commentare certe affermazioni".
L'accusa di Taormina. ''Il processo in corso a Parma, che si svolge a carico di persone iscritte al registro indagati (Modello 21), è scaturito da una denunzia da me presentata – spiega Taormina – ed avente ad oggetto molteplici consulenze svolte dal Ris di Parma, compresa quella relativa al caso Garlasco. La denunzia lamentava lo svolgimento delle consulenze tecniche, le quali per legge possono essere svolte solo a titolo professionale privato da parte di appartenenti all'Arma, utilizzando materiali, personale, organizzazione e professionalità legittimamente applicabili solo nell'esercizio della pubblica funzione di ufficiali di polizia giudiziaria e non di consulente privato''.
''La denunzia segnalava anche la esigenza di stabilire se le retribuzioni liquidate dall'Autorità giudiziaria per le consulenze potessero essere percepite o se dovessero essere devolute all'Arma dei Carabinieri. Si sottoponeva all'Autorità giudiziaria, infine, se tutto quanto accaduto presso il Ris di Parma costituisse una illegalità localizzata ovvero implicasse una catena di illegittimità, ipotizzandosi i delitti di truffa ai danni della pubblica amministrazione, falso ideologico in atto pubblico e abuso d'ufficio''.
''Il Colonnello Garofano nelle recentissime apparizioni televisive dedicate alla presentazione del libro “Delitti imperfetti” sui cui contenuti mi riservo ogni azione legale nei suoi confronti, ha menzionato molte cose ma ha dimenticato di chiarire se nel processo prima pendente dinanzi alla Procura Militare ed ora pendente presso la Procura di Parma, rivestisse o rivesta la qualità di indagato e per quali reati, piuttosto che assistere impassibile, dichiarandosi mio nemico, cosa verissima ma non proprio compatibile – sottolinea Taormina – con la sua posizione di organo dello Stato, all'affermazione secondo cui il contraddittorio con me non sarebbe avvenuto in alcuna trasmissione a cagione di veti incrociati, mai esistiti per la semplice ragione che io ho saputo delle sue apparizioni dopo il loro verificarsi''.
La sfida televisiva. ''Mi rendo conto che la mia presenza in quelle trasmissioni mi avrebbe determinato a rovinare la sua celebrazione con lo svelare ciò che è oggi accaduto e che non conoscevo da tempo ma dichiaro la mia immediata disponibilità ad un confronto-scontro televisivo con il predetto in cui potrò dire ogni cosa e mostrare anche il filmato del mio incontro con lui presso il Ris di Parma dove, secondo le sue affermazioni, lo avrei minacciato, incontro dal quale scaturì invece la mia denunzia contro di lui, conclusasi con una archiviazione i cui contenuti potrò svelare perchè ognuno possa da se' giudicare'', conclude Taormina. Sullo scontro-televisivo e sulle accuse "personali", il colonnello preferisce non commentare. Non raccoglie la sfida e non mostra alcun interesse nei confronti del video che Taormina sostiene di avere e di essere pronto a mostrare in diretta televisiva.
(01 ottobre 2009)
Romano, 56enne, Luciano Garofano è stato fino a ieri comandante del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, che guidava da 14 anni. Ha presentato congedo al comando generale dei carabinieri dopo essersi occupato dei delitti più noti degli ultimi anni, dall’omicidio di Garlasco alla strage di Erba, dal caso Cogne all’assassinio di via Poma. Difficilmente ora rimarrà disoccupato: da tempo l'ufficiale sarebbe al centro di un progetto per la nascita di una nuova struttura di investigazione privata.
"Dirò la mia verità". Ieri il colonnello, diventato generale al momento del congedo come da consuetudine, aveva preferito non rilasciare nessuna dichiarazione: "In questo momento – aveva detto – non intendo fare alcun commento". Oggi ha aggiunto: "Sono accuse che fanno molto male", annunciando per domani alle 12 una conferenza stampa all'hotel Excelsior di Roma, dove racconterà la sua versione dei fatti in merito all'indagine in cui è coinvolto e alla scelta di lasciare l'Arma. "Sono pronto – ha sottolineato – a raccontare tutta la verità. Rispenderò a tutte le domande che mi verranno rivolte".
L'inchiesta. Nelle indagini della procura di Parma Garofano è l'unico iscritto nel registro degli indagati per una vicenda che ruota intorno ad alcune consulenze di cui è stato incaricato, in qualche caso in qualità di "persona fisica", non di ufficiale superiore dell'Arma. Quelle nei suoi confronti, commenta La Guardia "sono ipotesi di reato per certi versi provvisorie in attesa di avere una informativa specifica e definitiva. Il colonnello non è stato convocato per un interrogatorio che allo stato non avrebbe senso". Insomma, l'inchiesta è ancora agli albori ed è "prematuro esprimere qualunque tipo di valutazione.
"Il tribunale militare aprì un'inchiesta sul colonnello Garofano non ravvisando però la commissione di reati che potessero rientrare sotto la sua competenza. "A giugno – ha spiegato Laguardia – gli atti sono stati trasmessi a Parma e noi abbiamo aperto un fascicolo".
Le dimissioni.
Secondo le prime ricostruzioni le dimissioni di Garofano, però, non sarebbero collegate con la vicenda che lo vede indagato, ma sarebbero da ricondurre a motivazioni personali legate al suo trasferimento da Parma disposto dopo che Garofano si era presentato alle ultime elezioni europee con La Destra, senza però essere eletto. La motivazione alla base del trasferimento disposto dal Comando generale dell'Arma sostiene che in base alla legge il comandante non poteva più continuare ad esercitare là dove si era candidato.
Un'impostazione contestata dall'ufficiale, che aveva fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il provvedimento. Il Tar in un primo momento aveva accolto la richiesta di sospensiva, bloccando il trasferimento, ma il Consiglio di Stato ne ha successivamente riconosciuto la legittimità.
Il colonnello Garofano è stato dunque trasferito da Parma al Racis di Roma, il Raggruppamento operativo scientifico dell'Arma, una decisione che l'ufficiale ha continuato a non condividere.
La soddisfazione di Taormina.
Comunque soddisfatto l'ex avvocato di Anna Maria Franzoni, condannata anche grazie alle indagini del Ris di Parma. "Ciò che ha costituito oggetto delle mie indicazioni – ha commentato Taormina – ha trovato riscontro. Più volte il Comandante Garofano ha riservato a me attacchi di tutti i generi senza successo. Mi auguro che finalmente ora questo signore possa rispondere alla giustizia ordinaria senza divisa e ulteriore possibilità di remora".
"Le accuse – precisa l'avvocato – sono di aver utilizzato attrezzature e personale appartenente all'Arma durante l'orario di ufficio e di aver percepito somme di denaro dalle consulenze tecniche affidategli quando il consulente tecnico nominato dai pubblici ministeri o dai giudici per legge non può essere considerato pubblico ufficiale ma privato cittadino".
La solidarietà dell'Arma.
"L'Arma conferma stima e apprezzamento per le qualità professionali e personali del generale Garofano e dei militari del Ris di Parma". E' quanto rispondono all'ufficio stampa del comando generale dell'Arma dei carabinieri alla richiesta di un commento sulla vicenda Garofano. I militari del Ris, proseguono all'ufficio stampa, "operano con incarichi di consulenza e perizia conferiti anche a titolo individuale dall'autorità giudiziaria, secondo le regole fissate dal codice di procedura penale e dalla disciplina interna per l'uso delle strumentazioni dell'Amministrazione". "L'Arma – viene infine sottolineato – è impegnata al fianco dell'autorità giudiziaria di Parma per chiarire ogni dettaglio della vicenda". (15 novembre 2009)
Altre informazioni
Risiede a Parma. È membro della Fondazione Italia USA.
È autore di varie pubblicazioni, in alcune delle quali vengono illustrati nuovi mezzi di indagine scientifica.
Opere:
Il ragazzo con il berretto da marinaio, ABE 1991
Delitti imperfetti, Il Saggiatore 2004
Delitti imperfetti. Sei casi per il Ris di Parma, Tropea 2004
Delitti imperfetti. Atto II. Nuovi casi per il RIS di Parma, Tropea 2005
Delitti imperfetti. Atto I & atto II, Tropea 2006
Delitti e misteri del passato, Rizzoli 2008
Il processo imperfetto, Rizzoli 2009
Assassini per caso, Rizzoli 2010
Filmografia
Dal lavoro del suo reparto è stata tratta anche la serie televisiva R.I.S. – Delitti imperfetti, prodotta da Mediaset nel 2004, arrivata alla quinta stagione del 2009.
Onorificenze
Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana
— Roma, 27 dicembre 2004.
Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana – nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana
— Roma, 2 giugno 2007
Cavaliere I cl. S.A.I. Ordine Costantiniano di San Giorgio (Parma) – nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere I cl. S.A.I. Ordine Costantiniano di San Giorgio (Parma)
Biografia
Luciano Garofano, generale dei Carabinieri in ausiliaria, docente universitario di scienze forensi, ha diretto il Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma. Per Rizzoli ha pubblicato Il processo imperfetto. La verità sul caso Cogne (2009) e, con Paul Russell, Assassini per caso (2010).
01
IL MISTERO DI VIA POMA,
GLI OMICIDI RITUALI DELLE BESTIE DI SATANA,
I DELITTI SUI TRENI DI DONATO BILANCIA:
LE INDAGINI SUI PIÙ EFFERATI CRIMINI ITALIANI NELLE PAROLE DELL’UOMO CHE PER ANNI HA GUIDATO IL RIS DI PARMA.
OGNI OTTO MINUTI, nel mondo una donna viene assassinata. Per gelosia, perché non si vuole accettare la fine di una relazione o perché la sua debolezza la rende una preda facile e indifesa. La misteriosa morte di Simonetta Cesaroni, il delitto dell’Olgiata, i treni silenziosi sui quali ammazzava Donato Bilancia, sono solo alcuni dei casi che hanno occupato per anni le pagine di cronaca.
Se per alcuni di essi il rigoroso esame della scena del delitto ha condotto in tempi brevi gli inquirenti alla cattura del colpevole, per altri il contributo essenziale è arrivato dopo anni con l’ausilio dell’attività tecnico-scientifica, e in particolare grazie alla prova del Dna.
In Uomini che uccidono le donne, Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, ripercorre i crimini italiani più celebri e controversi, risolti proprio attraverso le più avanzate analisi di laboratorio e l’utilizzo della “prova regina”.
Dall’inchiesta sull’omicidio di Dobbiaco del 2002, che portò all’arresto del responsabile per mezzo di uno screening genetico di massa (lo stesso metodo che potrebbe risolvere il caso di Yara a Brembate) alla ricostruzione della folle dinamica della strage di Erba; dalla scarcerazione di due innocenti accusati per errore dello “stupro della Caffarella”, alle ultime rivelazioni sull’omicidio della studentessa sedicenne Elisa Claps, scomparsa nel lontano 1993. Garofano ci guida sui luoghi del delitto, ripercorre le indagini della polizia scientifica e ci conduce alla scoperta delle ragioni profonde di un fenomeno criminale che affonda le sue radici nell’aspetto più oscuro e insondabile dell’animo umano.
02
Gli ultimi giorni di un grande artista.
Una sorte oscura diventata leggenda.
Oggi la scienza fa luce sul mistero della sua morte.
Qual è il mistero che si cela dietro la morte di Caravaggio?
E dov’è finito il suo corpo?
Da chi scappava quando nel luglio 1610, dopo mesi di fughe avventurose, sbarcò sulla spiaggia toscana di Porto Ercole?
Era davvero un assassino?
Ricercato dalle autorità dello Stato pontificio, condannato alla pena capitale, provato dal lungo viaggio, nei suoi ultimi giorni di vita Caravaggio è un uomo solo, che sa di non potersi più fidare di nessuno, nemmeno dei suoi protettori di un tempo. Secondo alcuni sta tentando di sfuggire a un misterioso cavaliere deciso a vendicare con il sangue un’offesa subita, mentre il cardinale Borghese e il viceré di Napoli attendono nell’ombra la morte del pittore per impadronirsi delle sue opere. Nel corso dei secoli si sono susseguite ipotesi fantasiose e verità parziali, ed è in questa foresta di supposizioni che si nasconde Il mistero Caravaggio. Coniugando ricerca storica, scienze forensi e moderne tecniche di investigazione scientifica, questo appassionante viaggio nella memoria fa luce su uno dei gialli più affascinanti della storia dell’arte, nell’ambizioso tentativo di identificare le spoglie del maestro del chiaroscuro. Attraverso documenti originali, Il mistero Caravaggio ricostruisce la biografia dell’artista, ne delinea un nuovo profilo e offre una prospettiva inedita sui fatti di sangue che lo videro protagonista: la Roma delle feroci lotte politiche e delle gelosie artistiche, l’omicidio che portò alla messa al bando del pittore e gli oscuri eventi legati alla sua ultima, disperata fuga. Una scia di intrighi e falsi indizi che racchiude un enigma lungo quattrocento anni.
03
Sesso, noia e abuso di droghe: la tranquilla normalità di tre bravi ragazzi.
Amanda,Raffaele e Rudy, condannati dal tribunale, per molti restano innocenti.
Tutta la verità sul processo che ha diviso l’Italia e gli Stati Uniti.
Il 5 dicembre 2009 il tribunale di Perugia ha condannato Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher. Ma se la giustizia italiana ha emesso la sua sentenza, l’opinione pubblica non ancora. Prospera la vendita di gadget con la scritta free Amanda e la studentessa americana riceve migliaia di lettere di sostegno. Mentre spuntano nuove testimonianze e presunte confessioni in carcere di Rudy Guede, anch’egli condannato per l’omicidio, colpevolisti e innocentisti continuano a discutere: bravi ragazzi o studenti annoiati che hanno spinto troppo in là un pericoloso gioco erotico? Vittime di un errore giudiziario o morbosi fidanzatini in cerca di emozioni forti? Assassini per caso ripercorre l’indagine svelando i retroscena sul delitto e sull’ambiente universitario in cui è maturato, mostrando gli ambigui rapporti che legavano tra loro i protagonisti di questa storia, alla ricerca di esperienze sempre più estreme, e ricostruendo la dinamica di quella notte. Resta l’inquietante sensazione che proprio una vuota quotidianità sia stata il gene che ha mutato questi ragazzi normali in criminali. Un racconto che ha il ritmo di una crime fiction e il rigore delle indagini di Luciano Garofano. L’occhio esperto dell’uomo che si è occupato dei più intricati casi nazionali degli ultimi anni prende in esame i rilievi tecnico-scientifici per tracciare un’analisi equilibrata dei fatti e mostrare le incertezze di una vicenda che lascia ancora molte domande in sospeso.
04
La verità sul caso Cogne.
Sei anni di depistaggi e di mezze verità.
Un processo che ha coinvolto un Paese intero.
Un thriller “a sangue freddo” sul delitto più controverso degli ultimi anni, scritto dall’investigatore che ha avuto un ruolo decisivo nelle indagini e nel processo.
Il 30 gennaio 2002, Samuele, tre anni, viene trovato morto nella casa dove viveva con i genitori e il fratellino. Il 21 maggio 2008, la sentenza
di Cassazione ha condannato in via definitiva la madre, Annamaria Franzoni.
Il giallo è stato chiuso grazie a due prove scientifiche determinanti fornite dal Ris di Parma diretto dal colonnello Luciano Garofano. Un esame in particolare, il Bpa, che permette di stabilire genesi e traiettoria degli schizzi di sangue, ha dimostrato che l’assassino indossava il pigiama della madre e ha colpito inginocchiato al centro del letto. Tutti e tre i gradi di giudizio hanno confermato la colpevolezza dell’imputata. “Eppure” scrive Garofano “durante quei sette anni, più volte è stata fatta circolare l’idea che le nostre conclusioni fossero arbitrarie e artigianali”. Invece erano dati scientifici ottenuti con metodi che in altri Paesi si applicano da decenni e che oggi l’autore spiega svelando anche i retroscena e i molti particolari inediti che finora sono stati tenuti in ombra.
A cominciare dalle numerose imperfezioni che hanno scandito l’intera vicenda processuale: depistaggi, perizie concordate, manipolazione dei media per condizionare l’opinione pubblica. Fino ad arrivare al famigerato Cogne-bis, l’inchiesta parallela sulla presunta falsificazione di prove nella villetta di Cogne.
Il risultato è un thriller avvincente e doloroso sul delitto che ha tenuto con il fiato sospeso l’Italia intera. Una storia su cui si sono interrogati tutti e sulla quale è stata ristabilita la verità.
05
SEI CASI DA RIS dall’agguato a Giulio Cesare all’omicidio di Pier Paolo Pasolini
Giulio Cesare, Boiardo, Pico della Mirandola, Poliziano, Leopardi, Pasolini.
Sei morte oscure su cui la scienza getta oggi una nuova luce.
Cosa si nasconde dietro la morte di Giulio Cesare?
Che cos’ha in comune l’omicidio di Pasolini con la tragedia di Cogne?
I grandi “casi giudiziari” del passato, in gergo cold case, spesso celano la chiave per risolvere i gialli dei nostri giorni e diventano il campo di prova per tutte quelle indagini archiviate ma non ancora risolte.
Spingere lo sguardo indietro di secoli ha già dato qualche risultato.
Lo studio compiuto sul Dna di un poeta vissuto nel Quattrocento, Matteo Maria Boiardo, è stato il banco di prova decisivo per l’applicazione dell’analisi di alcune regioni del cromosoma maschile Y, determinanti per scoprire i responsabili di uno stupro. Seguendo le tracce di morti oscure come quelle di Poliziano e Pico della Mirandola, sospetti avvelenamenti, o di Giacomo Leopardi, di cui è scomparso il cadavere, gli autori mostrano come si conduce un’indagine, come si raccolgono gli indizi e le prove, come vengono studiati i reperti, come si fa un sopralluogo sulla scena del crimine e come viene orchestrato il lavoro di consulenza per attribuire a ciascun indizio il giusto valore.
Grazie alla loro brillante esperienza sul campo, alle tecniche d’avanguardia del Ris di Parma coordinato da Luciano Garofano, uno dei più famosi investigatori italiani, alla competenza di antropologo di Giorgio Gruppioni e alla ricerca storico-documentaria di Silvano Vinceti, “Delitti e misteri del passato” è un saggio avvincente che si legge come un romanzo storico, ma che, pagina dopo pagina, secolo dopo secolo, conquista il lettore con tutto il sapore e il pathos di un thriller.
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Auto elettriche,acquisti in aumento +20%
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l mese di agosto si è chiuso in modo positivo per il mercato europeo dell’auto, grazie al forte balzo delle elettriche.
In Ue, Paesi Efta e Regno Unito – secondo i dati diffusi oggi dall’Acea – sono state immatricolate 904.509 auto, il 20,7%in più dello stesso mese del 2022.
Nei primi 8 mesi sono state vendute 8.516.943 auto, in crescita del 17,9% sull’analogo periodo del 2022. Le immatricolazioni di auto elettriche nell’area sono state in agosto 165.165, in aumento del 118,1% con una quota del 21%. Tutti i mercati tranne Malta (-22.6%) hanno registrato una crescita a doppia o tripla cifra, in particolare la Germania (+170.7%). Il gruppo Stellantis ha venduto 145.392 auto nel mese di agosto in Ue, Paesi Efta e Regno Unito, il 6,3% in più dello stesso mese del 2022. La quota di mercato scende dal 18,2% al 16,1%. Nei primi 8 mesi le immatricolazioni del gruppo sono state 1.450.361, in crescita del 4,3% sull’analogo periodo dell’anno scorso, con la quota di mercato al 17% a fronte del 19,2%.
Promotor, volano elettriche in Europa ma frena domanda privati
“Il mercato dell’Europa Occidentale appare sostenuto dalla domanda delle flotte e dalla domanda di auto elettriche: in agosto hanno toccato quota 196.647 con una crescita di ben il 101,6% rispetto alle 97.556 immatricolazioni dell’agosto 2022”. Lo sottolinea il Centro Studi Promotor. Considerando il periodo gennaio-agosto il tasso di incremento delle auto elettriche – spiega – si ridimensiona, ma rimane comunque molto significativo in quanto è del 53,6% con 1.284.920 auto elettriche immatricolate contro le 836.802 dello stesso periodo del 2022. Ovviamente la domanda di elettriche è fortemente sostenuta da incentivi generosi che in qualche caso scadevano in agosto, il che spiega la forte crescita in questo mese in Germania in particolare. Nel periodo gennaio-agosto la quota delle auto elettriche sulle immatricolazioni è salita al 15,1% contro l’11,6% dello stesso periodo 2022. L’incremento interessa tutti i 31 mercati dell’Europa Occidentale con la sola modesta eccezione di Malta in cui la quota scende dal 14,9% al 14,2%.La quota più elevata è quella della Norvegia (83%), seguita da Islanda (39,9%) e Svezia (37,8%), mentre la Germania registra una quota del 18,6%, il Regno Unito del 16,4% e la Francia del 15,4%. Una delle quote più modeste è quella dell’Italia che, pur crescendo dello 0,3% rispetto al 2022, non va oltre il 3,9%. Peggio fanno solo Polonia (3,5%), Croazia (2,8%), Repubblica Ceca (2,7%) e Slovacchia (2,4%). “La domanda dei privati è fortemente ostacolata da due fattori. Il primo è costituito da incertezze sul tipo di alimentazione per la nuova auto da acquistare legate alla transizione energetica, il secondo è la forte crescita dei prezzi delle auto e l’aumento del costo del denaro che ha determinato significativi incrementi anche del costo del finanziamento per l’acquisto di auto”, commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor.
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Carlo Mazzone, curiosità di un mister entrato nella storia
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19 Settembre 2023
Tra gli allenatori ed icone del calcio italiano si è nel 2023 spenta la luce di un grandissimo: stiamo parlando di Carlo Mazzone. Un tecnico sempre sopra le righe nei modi, ma incredibilmente amato dai suoi calciatori e da chi lo ha conosciuto. Una persona carismatica e di grande personalità, schietta e sincera fin quasi all’estremo. Un mister che è entrato nella storia del rettangolo verde nostrano travalicando anche i confini italiani per esser ammirato un po’ in ogni angolo del globo pallonaro. Scopriamo alcune curiosità e dettagli della vita del “Carletto” nazionale.
Quali squadre ha allenato Mazzone?
Come anticipato, mister Mazzone è stato amato da tanti suoi calciatori nel corso degli anni, nonostante il carattere burbero e a volte eccessivamente duro. Molte le squadre allenate nella lunga carriera da allenatore: dalla Fiorentina al Catanzaro, dall’Ascoli al Bologna, passando per le piazze di Lecce, Cagliari, Napoli e la storica Brescia. E poi ovviamente l’amata Roma, forse una delle squadre entrate maggiormente nel cuore di Carlo Mazzone, che è rimasto alla guida della compagine giallorossa per ben tre anni. Insomma un percorso longevo sulla panchina che ha attraversato in lungo ed in largo la gran parte dello stivale calcistico. In ciascuno dei posti toccati mister Mazzone ha lasciato un pezzo di sé, che è ancora oggi impresso nella memoria locale dei vari posti in cui ha militato come tecnico.
Quando ci sono stati i funerali di Carlo Mazzone?
Purtroppo la luce di Carlo Mazzone si è spenta di recente, nello specifico il 19 agosto 2023. Una giornata cupa ed indelebile nella storia del calcio italiano, che ha vissuto quindi il lutto e la perdita di un’icona di tale settore. I funerali si sono tenuti due giorni dopo, il 21 agosto alle 16.30 presso la chiesa di S. Francesco ad Ascoli. Numerose figure e volti noti del pallone si sono avvicendati per rendere omaggio e cordoglio all’eterno mister. Un susseguirsi di tifoserie e amministrazioni locali ha poi riempito la piazza antistante la chiesa e la località delle esequie. Tutto il mondo del calcio (calciatori, mister, dirigenti e addetti ai lavori) si è stretto intorno a Carlo Mazzone, per ricordare un profilo controverso ma tanto amato da tutti.
Quanti anni aveva Carlo Mazzone?
Al momento della tragica scomparsa l’ex tecnico italiano Carlo Mazzone aveva l’età di 86 anni. Una vita comunque sufficientemente lunga ha accompagnato le gesta memorabili dell’allenatore in questione. Una parabola impareggiabile per esperienze vissute e fatte vivere a chi ha osservato con passione il fare colorito del mister di Ascoli Piceno.
Carlo mazzone corse sotto la curva atalantina: cosa successe?
Proprio a proposito di gesta colorite, una di quelle che è rimasta maggiormente impressa nella mente degli appassionati di calcio è la famosa corsa sotto la curva atalantina di Carlo Mazzone. Un evento che è diventato anche virale grazie a meme e gif che riprendono appunto questo frame pallonaro nonché un frame di una puntata di ‘Sfide’ dedicata al Divin Codino. Evento che fece seguito al match tra Brescia e Atalanta terminato con il risultato di parità, 3-3, il 30 settembre 2001. Uno scatto da centometrista, quello del “Carletto” nazionale, in risposta agli insulti (con oggetto la mamma di Mazzone) che per tutta la durata della gara il tecnico aveva subito da parte della curva orobica. Corsa di gioia per glorificare in maniera plateale, andando ad esultare sotto la curva rivale, il pari strappato nei 15 minuti finali di gioco. Infatti dal 3-1, il suo Brescia riuscì a pareggiare grazie alla doppietta del “divin codino” Roberto Baggio. Momenti di pura passione per la professione svolta e l’attaccamento ai colori rappresentati dal mister piceno. Da notare come, nel post-partita, Carlo Mazzone sostenne che il calcio aveva ben altri problemi da risolvere, tra cui il calcio scommesse.
Sì, perché all’epoca eravamo agli albori della tecnologia con una regolamentazione sul gioco non proprio restrittiva, che non poneva paletti ai calciatori, con una serie di problematiche che hanno spinto molti professionisti a truccare le partite. Per fortuna, per la nuova generazione di calciatori le regole sono ben diverse e rigide, visto che hanno il divieto assoluto di scommettere su eventi sportivi, ma possono passare le proprie ore libere con slot machine e i molti tavoli verdi di gioco. Nell’ultimo anno, le piattaforme digitali sono esplose, diffondendosi a macchia d’olio sul web, attirando l’attenzione anche delle star del calcio italiano e internazionale, desiderosi di divertirsi con i tantissimi casino online con bonus immediato senza deposito alla registrazione. Gli esempi di Neymar, Buffon, Totti e di moltissimi altri campioni dimostra come il settore vanti ospiti importanti.
Quali sono state le parodie di Mai dire Goal per Carlo Mazzone?
Mai dire Goal, celebre trasmissione televisiva targata Mediaset, ha sempre avuto la capacità di ironizzare e creare parodie ad hoc dei volti principali del mondo del calcio nostrano. Ovviamente anche Carletto Mazzone non poteva restare fuori da questo discorso: non a caso molte sue interviste e riprese sul campo di gioco fatte di gesta e parole colorite, hanno riempito intere puntate del programma diretto dalla Gialappa’s Band. Del resto si sa, è proprio quando si inizia ad ironizzare e fare parodie su una data figura che la si celebra ed innalza a personaggio. E Mazzone ha fornito in questo senso molto materiale a Mai dire Goal per renderlo indelebile come parte integrante della trasmissione tv.
Come si chiama il film su Carlo Mazzone?
Pochi mesi prima della sua dipartita, è stato sviluppato e prodotto un film che ripercorre la carriera e la vita di Carlo Mazzone ad opera del regista Alessio Di Cosimo, dal titolo “Come un padre”. Una pellicola veicolata sulla piattaforma Amazon Video, che omaggia la figura calcistica ma soprattutto l’uomo dietro al mister. Una persona di gran cuore che proprio per questo motivo è stata vista da tanti calciatori come un padre, una figura di riferimento da seguire. Un attaccamento familiare e viscerale con i giocatori di volta in volta allenati, segnati dal tecnico piceno rimasto impresso nella mente di questi ultimi.
Come fu la carriera di Carlo Mazzone giocatore?
Carletto Mazzone è da tutti conosciuto come allenatore, ma non in molti sanno della sua precedente esperienza come calciatore. Iniziò nelle giovanili della Roma, la sua squadra del cuore, per poi passare al Latina. Fece il proprio esordio in Serie A nel 1959, proprio con la maglia giallorossa prima del trasferimento la stagione successiva alla Spal. Poi ha indossato le casacche di Siena e Del Duca Ascoli, in serie C. Qui collezionò ben 219 presenze complessive, con la fascia al braccio di capitano. Poi la carriera da allenatore proprio partendo dall’ultima società in cui aveva militato: l’Ascoli. La sua seconda casa insieme a quella romana, tra le quali è parimenti suddiviso il cuore di Carletto, un’icona del rettangolo verde dentro e fuori dal campo. Un idolo che ha unito di fatto le varie tifoserie in cui ha recitato un ruolo da protagonista prima in qualità di calciatore e poi di tecnico.
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