Lutto nel mondo del giornalismo: è morto Ettore Bernabei

A.B.
 
Argentario – E’ morto Ettore Bernabei, importante giornalista, storico direttore generale della Rai e produttore televisivo. Si è spento nella sua casa all’Argentario, dove stava trascorrendo le vacanze con la sua famiglia. Il figlio ha raccontato che “Papà si è spento serenamente, in un luogo che amava tanto, dove gli piaceva riunire la famiglia, forte del senso di accudimento per i suoi che ha sempre avuto. Era a tavola  e fino all'ultimo ha parlato di politica, di economia. Se n'è andato tranquillo, pronto a questo momento". Come dimenticare le parole che ha ribadito il giorno del suo 90esimo compleanno in merito alla televisione “La tv può ricondurre miliardi di uomini e donne sulla via del vero e del giusto” in riferimento ad un mezzo capace di elevare il pubblico. Berbabei nacque il 16 maggio del 1921, laureato in lettere e padre di otto figli dedica la sua vita al giornalismo. E’ stato direttore del Giornale del Mattino dal 1951 al 1956, nel 1956 invece passa al Popolo. Passa alla dirigenza Rai nel 1961, all’età di 40 anni, che guiderà egregiamente fino al 1974. In quegli anni nascono approfondimenti come Tv7, vengono mandati in onda i grandi classici della letteratura e di ispirazione cristiana, sono anni difficili, in cui l’Italia è pronta a crescere insieme ad una tv dai contenuti forti e di spessore, che riescono a lasciare realmente qualcosa a chi ne prende visione. Bernabei ricordava quegli anni così “Ricordo la difficoltà perché mi trovai davanti a professionisti e venerabili dirigenti, ben più grandi di me, che erano lì 'prestati' dalla radio e in carica addirittura dagli anni Trenta. Oggi si parla facilmente di 'rottamazione', ma quelli erano indeformabili e inamovibili”. Nel 1992 crea la società di produzione Lux Vide, per la realizzazione di fiction e coproduzioni estere. Lui diceva che “Oggi ci si entusiasma per il web, per Google o Amazon. Ma la tv pubblica è rimasta l'unica difesa dei cittadini. Se non si usa il cervello, se i bambini a scuola usano solo il computer e smettono di studiare la tavola pitagorica, si finirà in mano a ciò che raccontano i motori di ricerca e non si saprà più scegliere tra vero e falso, giusto e iniquo, che sulla rete sono tutti sullo stesso piano. La tv pubblica, invece, come i giornali o i libri, può ancora raccontare un'azione come delittuosa o benefica, aiutare a decidere cosa fare della propria vita e non finire tutti come polli in batteria. Può ancora salvare l'umanità”.