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Ho atteso con estremo interesse e trepidazione la trasmissione delle prime due puntate del docufilm “M – Il figlio del Secolo”, prodotto da Sky Italia. L’interpretazione di Luca Marinelli è, senza dubbio, “davvero notevole”, ma non posso nascondere che la sceneggiatura mi è parsa a tratti estremamente noiosa e forzata.
Mussolini, figura complessa e controversa della storia italiana, non può essere ridotto a un semplice stereotipo.
Non è “l’uomo della Provvidenza”, come lo definì Pio XI, né può essere considerato esclusivamente una versione emiliana di un misto tra “Satana e Sauron”, come ha ironicamente osservato un mio caro amico, il professor Emiliano Bultrini.
La storiografia e la critica storica italiana, e non solo, spesso mancano di quell’oggettività necessaria per affrontare personaggi storici così sfaccettati.
Mussolini è responsabile del delitto Matteotti e dell’alleanza con Hitler, nonché delle infami Leggi Razziali, ma è anche colui che ha introdotto tutele per il lavoro minorile e ha cercato di restituire dignità ai reduci di guerra.
È un leader che ha schiacciato la libertà democratica, imponendo censura e repressione, ma ha anche avviato riforme strutturali significative, come la bonifica dell’agro romano.
Ogni figura storica, da Stalin a Churchill, porta con sé un patrimonio di luci e ombre. È fondamentale nel nostro approccio alla storia riconoscere la complessità di questi personaggi, evitando di cadere nella trappola della semplificazione.
“M – Il figlio del Secolo” sembra aver perso l’occasione di presentare un’analisi critica e oggettiva, rischiando di trasformare Mussolini in una macchietta piuttosto che in una figura storica complessa.
Spero vivamente che le prossime puntate possano offrire una narrazione più seria e meno “cabarettistica”, capace di affrontare con rigore un momento cruciale non solo per la storia italiana, ma per quella mondiale. Solo attraverso una comprensione profonda e sfumata possiamo onorare la memoria storica e trarre insegnamenti utili per il futuro.
Ad maiora.
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