MAFIA CAPITALE, IL GIP: "ECCO COME ODEVAINE EVITAVA L'ANTIRICICLAGGIO"

Redazione
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La vicenda Mafia Capitale è talmente ingarbugliata che man mano che vengono svolte indagini, il puzzle è sempre più comprensibile. E’ una vicenda che coinvolge politica, criminalità e finanza e le novità sono sempre dietro l’angolo e spesso anche sconvolgenti, come il coinvolgimento di Alemanno all’interno della vicenda.  Aveva affari in Venezuela Luca Odevaine, componente del Tavolo di Coordinamento Nazionale sui flussi migratori non programmati almeno fino all’ottobre del 2014. In Sudamerica stava cercando di avviare una serie di iniziative imprenditoriali che portava avanti anche grazie ai soldi, provento di corruzione, che intascava dai dirigenti del gruppo “La Cascina”. Per il gip Flavia Costantini, che ha respinto una nuova misura cautelare per lui, considerato che è detenuto da dicembre a Torino e che resterà in carcere altro tempo ancora figurando tra gli imputati del giudizio immediato, e’ indicativa una conversazione del 27 marzo 2014 tra Odevaine e il suo uomo di fiducia: il primo, raccomandando “assoluta riservatezza”, dice all’altro di aver ricevuto denaro in contante, “parte del quale gli consegnava dandogli istruzioni per effettuare versamenti frazionati per importi inferiori ai 5 mila euro” e spiegandogli come evitare che l’istituto bancario facesse la segnalazione in base alla legge sull’antiriciclaggio. Odevaine: “M’hanno dato dei soldi… che devo versare in Venezuela… però me li hanno dati ieri sera per cui stamattina sò andato in banca qua al Monte dei Paschi … e non posso versarli tutti perché sennò mi fanno la segnalazione all’antiriciclaggio… più di 5mila euro per ogni versamento ti segnalano subito… ora per evitare la segnalazione io ho versato 4500 euro a Monte dei Paschi stamattina più altri 4mila e 5 li versiamo domani… poi se tu fai la stessa cosa adesso li’ alla Banca Popolare di Vicenza 4 e 5 oggi, 4 e 5 domani, sono 9 9…18 mi sa che bisognerà fare poi la settimana prossima un altro paio di versamenti, io te li lascio a casa…. le buste gia’ divise con 4 mila e 5 e la settimana prossima li vai a versare… mi sa che complessivamente m’hanno dato circa 30mila euro da versare…”. Gli investigatori dei Ros hanno documentato almeno cinque episodi che con certezza evidenziano “l’effettiva consegna delle somme di denaro” che Odevaine ha pattuito con i dirigenti del gruppo La Cascina. “Le indagini – sottolinea il gip – hanno consentito di individuare gli investimenti di Odevaine all’estero in piena corrispondenza con quanto icasticamente osservato da Salvatore Buzzi che in una conversazione, intercettata nei suoi uffici il 28 marzo del 2014, chiede ai suoi collaboratori: ‘No scusa ma se Odevaine c’ha tutta sta roba, scusa, perché se tu sei stipendiato dal Comune e pigli 3mila euro al mese come fai ad averci un impero in Venezuela? Scusa ma c’ha mezzo Venezuela! come se l’è fatto? col risparmio dello stipendio?'”.. E del resto è lo stesso Odevaine, in un dialogo del 24 ottobre 2014, intercettato, con il commercialista Stefano Bravo a spiegare il nesso “tra le retribuzioni concordate e ricevute dal gruppo La Cascina e il suo ruolo all’interno del Tavolo di Coordinamenti: “… chiaramente stando a questo Tavolo nazionale… avendo questa relazione continua con il Ministero… sono in grado un po’ di orientare i flussi che arrivano da giu’ anche perche’ spesso passano per Mineo e poi da Mineo vengono smistati in giro per l’Italia per cui un po’ a Roma e un po’ nel resto d’Italia”.